6. Crescente importanza del senato.
Avvenne pertanto che il senato, mentre era così profondamente decaduto, trovò ad un tratto a sua disposizione un esercito molto più considerevole e più devoto che non quando esso, in tutta la pienezza del potere e della gloria, aveva abbattuto i Gracchi, e, protetto dalla spada di Silla, aveva restaurato lo stato.
L'aristocrazia se ne accorse e ricominciò ad agitarsi. Fu appunto allora che Cicerone, dopo essersi impegnato di associarsi alla classe dei sottomessi nel senato, e non solo di non fare alcuna opposizione, ma di agire secondo le sue forze in favore degli autocrati, ebbe da costoro il permesso di ritornare a Roma.
Sebbene Pompeo con tale permesso facesse all'oligarchia solo una lieve concessione e anzitutto un tiro a Clodio, procacciandosi nell'eloquente consolare pel prossimo avvenire uno strumento reso maneggevole dalle patite sofferenze, si colse però l'occasione di servirsi del ritorno di Cicerone per fare delle dimostrazioni in senso repubblicano, come il suo esilio era stato una dimostrazione in odio al senato.
Colla maggiore solennità possibile, del resto protetti dalle bande di Tito Annio Milone contro i clodiani, i due consoli fecero, dopo un senatoconsulto preliminare, la proposta alla cittadinanza di concedere al consolare il permesso di far ritorno a Roma, ed il senato fece appello a tutti i cittadini fedeli alla costituzione di non mancare alla votazione.
Il giorno della votazione (4 agosto 697 = 57) si raccolse effettivamente in Roma un numero straordinario di uomini ragguardevoli, venuti specialmente dalle città di provincia. Il viaggio del consolare da Brindisi alla capitale offrì l'occasione ad una serie di non meno brillanti manifestazioni della pubblica opinione. Il nuovo patto tra il senato ed i cittadini fedeli alla costituzione fu in questa occasione quasi pubblicamente proclamato e si tenne una specie di rivista di questi ultimi, il cui risultato, meravigliosamente favorevole, contribuì non poco a risollevare l'animo avvilito dell'aristocrazia.
L'inettitudine di Pompeo di fronte a queste arroganti dimostrazioni e l'indegna e quasi ridicola situazione a cui era stato ridotto di fronte a Clodio, fecero perdere il credito a lui e alla coalizione; e la frazione del senato che parteggiava per essa, demoralizzata dalla singolare inabilità di Pompeo, e abbandonata a sè stessa, non potè impedire che il partito repubblicano-aristocratico riacquistasse tutta la supremazia in senato.
La sorte di questo partito tuttavia non era ancora disperata (697 = 57), per un uomo coraggioso e destro. Questo partito possedeva ora ciò che non aveva avuto da un secolo, un forte appoggio nel popolo; se si fosse affidato a questo e a sè stesso avrebbe potuto giungere alla meta per la via più breve ed onorevole. Perchè non attaccare gli autocrati a viso scoperto? Perchè un uomo risoluto e dabbene alla testa del senato non annullò, come contrari alla vigente costituzione, i poteri straordinari e non chiamò sotto le armi tutti i repubblicani d'Italia contro i tiranni ed il loro partito?
Così facendo era possibile restaurare un'altra volta la signoria del senato. È vero che i repubblicani correvano un gran rischio; ma forse anche allora, come accade spesso, la più temeraria impresa sarebbe stata nel tempo stesso la più assennata. Senonchè la debole aristocrazia non era capace di prendere una così semplice e coraggiosa risoluzione. Ma vi era un'altra via per ottenere questo scopo, forse più sicura, in ogni modo più adatta alla natura di questi fedeli della costituzione: si poteva tentare di mettere la discordia fra i due autocrati, e per questa scissione giungere infine al timone dello stato.
Le relazioni fra i due uomini dominanti lo stato si erano rallentate e mutate da quando Cesare era giunto al più alto grado di potenza in confronto a Pompeo, così che questi era stato obbligato ad aspirare ad un nuovo potere; era quindi verisimile che, ottenutolo in un modo o nell'altro, la sarebbe stata finita tra loro, e sarebbero presto venuti alle armi. Ma se nella lotta Pompeo fosse rimasto solo, la sua sconfitta era quasi certa ed il partito della costituzione si sarebbe trovato in questo caso, dopo la lotta, sotto il dominio d'uno invece di trovarsi sotto quello di due padroni.
Se la nobiltà avesse impiegato contro Cesare lo stesso mezzo, col quale questi aveva riportate sino allora le sue vittorie, e si fosse alleata al più debole rivale, allora con un generale com'era Pompeo, con un esercito come quello dei costituzionali, la vittoria sarebbe probabilmente rimasta ad essa; farla poi finita con Pompeo dopo la vittoria riportata non sarebbe stata cosa molto difficile a giudicare dalle prove d'incapacità politica da lui date.