3. Le nazionalità dell'Asia minore.
Ma da quanto ci consta noi non possiamo riconoscere in lui altro che questa resistenza naturale.
Del resto, comunque si voglia giudicare l'individualità del re, la sua posizione storica rimane in sommo grado importante.
Le ultime guerre di Mitridate sono nello stesso tempo l'ultima commozione dell'opposizione politica dell'Ellade contro Roma e il principio di una rivolta, nata da numerose e personali antitesi contro la supremazia romana, e dalla reazione nazionale degli Asiatici contro gli occidentali.
Come Mitridate stesso, anche il suo regno era un regno orientale; a corte e in generale presso i signori era in uso la poligamia e l'harem; nella religione degli abitanti, come nella religione ufficiale di corte, prevaleva l'antico culto nazionale; qui l'ellenismo differenziava poco dall'ellenismo dei Tigranidi nell'Armenia e degli Arsacidi nel paese dei Parti.
I Greci dell'Asia minore avranno per un momento creduto di aver trovato in questo re un sostegno ai loro sogni politici; difatti le sue battaglie si combattevano per scopi ben diversi da quelli che si volevano decidere nei campi di Magnesia e di Pidna. Dopo una lunga sosta il grandioso duello dell'occidente con l'oriente, che dalla giornata di Maratona passò in eredità sino alla presente generazione e la cui durata avvenire conterà forse come il suo passato migliaia di anni, aveva iniziata una nuova vita.
Del resto quanto in tutte le azioni del re della Cappadocia è manifesto il carattere eterogeneo e antiellenico, altrettanto è difficile indicare con sicurezza l'elemento nazionale prevalente, e forse si riuscirà appena a stabilire un'idea precisa, a questo riguardo, solo uscendo dalle generalità.
In tutto il ciclo dell'antica civiltà non vi fu paese in cui si trovassero sino dai primi tempi, come nell'Asia minore, mescolate insieme e confuse tante e così diverse stirpi, e dove i caratteri della nazionalità fossero meno distinti.
La popolazione semitica muove senza interruzione dalla Siria a Cipro ed alla Cilicia e della stessa origine sembra la popolazione sulla riva orientale della Caria e della Lidia, mentre l'estremità nord-est è occupata dai Bitinii, affini coi Traci europei.
Invece il paese interno e la costa settentrionale sono per la maggior parte abitati da popolazioni indo-germaniche più affini agli Iranici.
È ormai provato che le lingue armena e frigia[1] sono assai affini allo zend[2] e assai probabilmente lo è la lingua cappadoce; e se dai Misii si adduce che presso di loro si parlavano le lingue lidia e frigia, ciò prova appunto l'esistenza d'una popolazione mista semitico-iranica, paragonabile forse all'assira.
Per quanto riguarda le province che si estendono tra la Cilicia e la Caria, e specialmente la Licia, nonostante le abbondanti reliquie di lingua e di scrittura indigena, che appunto qui esistono in gran copia, ci mancano ancora risultati sicuri, ed è solo probabile che queste stirpi appartengono agli indo-germanici più che ai semiti.
Abbiamo già detto in succinto come in mezzo a questa mescolanza di popoli si sia prima formata una rete di città commerciali greche, e come poi l'ellenismo, sorto per la preponderanza delle armi e della coltura della nazione greca, si sia qui introdotto.