17. Presa di Capua.
Annibale si ritirò perchè tale era il suo piano, e diresse i suoi passi verso Capua.
I generali romani non avevano commesso l'errore, su cui il loro avversario aveva calcolato; le legioni erano rimaste ferme nelle loro posizioni dinanzi a Capua, e solo un debole corpo se ne era staccato alla notizia della marcia d'Annibale verso Roma.
Appena ebbe udito ciò, il generale cartaginese si volse repentinamente contro il console Publio Galba, il quale, mal avvisato, lo aveva seguìto da Roma, e col quale egli fino allora aveva evitati di venire alle prese; lo vinse ed espugnò il suo campo: tenue compenso per la ormai inevitabile caduta di Capua.
In Capua, la borghesia, e particolarmente le classi elevate della medesima, avevano già da lungo tempo un funesto presentimento di ciò che doveva avvenire.
Il senato ed il governo della città erano quasi esclusivamente nelle mani del partito avverso ai Romani. Allora furono presi dalla disperazione notabili e plebei, Campani e Cartaginesi, senza distinzione. Ventotto senatori preferirono darsi la morte; gli altri cedettero la città ad un nemico irreconciliabilmente irritato.
Era naturale che vi venissero costituiti tribunali di sangue, e solo vi fu contestazione sulla durata maggiore o minore dei processi, e se fosse più prudente e conveniente scoprire le ramificazioni del tradimento anche fuori di Capua o farla finita con una pronta esecuzione.
Appio Claudio ed il senato romano stavano per la prima alternativa; vinse la seconda, forse la meno crudele.
Cinquantatrè tra ufficiali e magistrati capuani furono frustati e decapitati per ordine ed in presenza del proconsole Quinto Flacco nelle piazze di Cales e di Teano; gli altri senatori furono imprigionati, una buona parte di cittadini fu ridotta in schiavitù, i beni dei più facoltosi vennero confiscati.
Tale fu la sorte di Atella e di Calazia. Certo simili punizioni erano dure; ma quando si tenga conto delle conseguenze che aveva avuto per Roma la diserzione di Capua, ed a quello che le leggi della guerra di quel tempo avevano stabilito come uso, se non come diritto, esse non desteranno meraviglia.
E non avevano i cittadini di Capua pronunciata essi stessi la loro sentenza assassinando tutti i cittadini romani che si trovavano a Capua subito dopo la loro diserzione? Fu però meno bello che Roma approfittasse di questa occasione per soddisfare la vendetta della segreta rivalità che da lungo tempo esisteva tra le due più grandi città d'Italia, e colla soppressione della costituzione municipale nella Campania distruggesse politicamente l'odiata e invidiata rivale.