17.Commedia nazionale.
Quella commedia nazionale però, che il governo non lasciava nascere e fiorire in Roma, venne intorno a quei tempi, come pare, in gran voga nelle città provinciali latine; poichè è probabile che verso la fine di quest'epoca fiorisse in quelle città Titinio[21], il più antico scrittore di commedie originali latine che si ricordi (fabulae togatae)[22].
Anche questa commedia si fondava sulla base della neoattica commedia d'intreccio, ma essa non era una traduzione, bensì una vera imitazione. La scena della commedia era in Italia e gli attori comparivano coll'abito italico, la toga.
In essa si scorge, nella sua originale freschezza, il modo di vivere dei latini.
Le commedie si rappresentano per la maggior parte nel Lazio meridionale, per esempio a Sezza, Ferentino, Velletri, e si aggirano sulla vita cittadina di queste minori città come lo provano i titoli: «La Psaltria o la vergine ferentina», la «Tibicina», la «Iurisperita», i «Folloni», e come inoltre lo provano parecchie particolari situazioni come, per esempio, un piccolo borghese fa fare le sue scarpe sul modello dei sandali del re d'Alba.
Le parti delle donne superano in proporzione notevole quelle degli uomini[23]. Il poeta ricorda, con orgoglio veramente nazionale, la grande epoca della guerra contro Pirro e getta uno sguardo altero sui suoi vicini neo-latini:
Qui Obsce et Volsce fabulantur, nam latine nesciunt.
(Che parlano osco e volsco, giacchè non sanno il latino).
I pochi frammenti delle commedie di questo poeta c'inducono a ricordare la testimonianza di Cicerone, il quale afferma che prima della guerra sociale la coltura generale era maggiore nelle città latine che nella stessa Roma; il poeta accenna poi egli stesso all'inclinazione che avevano i Ferentini pei costumi greci.
È naturale che la vera coltura e la schietta nazionalità latina fossero, da questo pubblico delle città minori, molto meglio rappresentate che non dalle miste moltitudini che affluivano alle feste popolari di Roma.
Questa commedia nazionale, oltre a ciò, sarà stata ispirata, molto probabilmente, dal naturale antagonismo della provincia contro la capitale, come appare contemporaneamente in Catone e più tardi in Varrone.
Nello stesso modo che nella commedia tedesca, la quale derivò dalla francese come la romana dall'attica, in breve tempo la Lisetta francese fu sostituita dalla servetta Francesca, così sorse, se non con eguale forza poetica almeno colla stessa tendenza, e forse con eguale successo, accanto alla commedia nazionale ellenizzante della capitale, la commedia nazionale latina.