PRIMO CAPITOLO
REGIME DELLA RESTAURAZIONE DI SILLA
1. Condizioni dell'estero.
Quando, soffocata la rivoluzione di Cinna che minacciava il senato nella sua esistenza, il restaurato governo del senato potè di nuovo rivolgere la necessaria attenzione alla sicurezza interna ed esterna dello stato, si rivelarono non pochi problemi, la cui soluzione non poteva essere protratta senza ledere i più importanti interessi e senza lasciare che deficenze del momento degenerassero in pericoli per l'avvenire.
Indipendentemente dalla gravissima complicazione delle cose nella Spagna, si mostrava assolutamente necessario di battere decisamente nella Tracia e nei paesi danubiani i barbari che Silla nella sua marcia in Macedonia non aveva potuto punire che superficialmente, e di regolare militarmente le complicate faccende ai confini settentrionali della penisola greca, di estirpare le bande di pirati che dominavano dappertutto e specialmente nelle acque orientali, e d'introdurre infine un migliore ordine di governo nell'Asia minore.
La pace conchiusa da Silla nel 670 = 84 con Mitridate, re del Ponto, della quale il trattato fatto con Murena nel 673 = 81 in sostanza non fu che una ripetizione, aveva assolutamente l'impronta di un atto provvisorio dettato dalle circostanze del momento; e dei rapporti dei Romani con Tigrane, re dell'Armenia, col quale essi avevano pure realmente guerreggiato, non era stato fatto alcun cenno in quella pace.
Con ragione Tigrane vi aveva trovato il tacito permesso di far propri i possedimenti dei Romani in Asia. Se essi non dovevano essere abbandonati, era necessario intendersi con le buone o con la forza col nuovo gran re dell'Asia.
Dopo avere narrato gli avvenimenti in Italia ed in Spagna in connessione con le mene democratiche, e la vittoria riportata dal governo senatorio, considereremo ora il regime esterno nel mondo, e come le autorità istituite da Silla l'hanno guidato o anche non guidato.