9. Industria - Miniere.
L'industria celtica non può per conseguenza essere stata interamente nulla; Cesare stesso non ha mancato di encomiare la straordinaria sveltezza dei Celti e la speciale destrezza nell'imitare qualsiasi modello e nell'eseguire qualsiasi lavoro.
Ma pare che nella maggior parte dei rami la loro industria non abbia oltrepassato i limiti comuni; la fabbricazione di pannilini e di stoffe di lana, che divenne poi importante nella Gallia media e settentrionale, vi fu introdotta certamente solo dai Romani. Un'eccezione, ed è, per quanto sappiamo, la sola, è rappresentata dalla lavorazione dei metalli.
Le suppellettili di rame, artisticamente lavorate e tuttavia duttili, che si trovano tuttora nel sepolcri del paese celtico, e le monete d'oro dell'Alvernia accuratamente coniate, sono ancora oggi altrettante prove dell'abilità dei battirame e degli orefici celti. Con questo collimano i racconti degli antichi che i Romani appresero dai Biturigi l'arte di stagnare e dagli Alesini quella d'inargentare, scoperte che probabilmente furono fatte già nei tempi dell'indipendenza celtica, e la prima delle quali veniva naturalmente suggerita dal commercio dello stagno.
Di pari passo con la destrezza nella lavorazione procedeva l'arte della escavazione dei metalli; l'arte del minatore, specialmente nelle miniere di ferro in riva alla Loira, era portata a tale grado, che i minatori avevano una parte importante negli assedi delle fortezze.
L'opinione che avevano i Romani di allora, che la Gallia fosse il paese più abbondante d'oro, è certamente contraddetta dalle notorie condizioni del suolo e dagli oggetti trovati nei sepolcri celtici, in cui l'oro è ben scarso e molto più scarso che tra gli oggetti trovati nei veri paesi dell'oro. Anche questa opinione avrà avuto origine dai racconti, senza dubbio molto esagerati, fatti dai viaggiatori greci e dai soldati romani ai rispettivi loro compatriotti sulla magnificenza dei re dell'Alvernia e sui tesori dei templi di Tolosa.
Ma quanto essi narrarono non era tutta invenzione. È anzi molto credibile che nei tempi più barbari e coll'aiuto degli schiavi si fossero istituite, con profitto e su grande scala, ricerche e lavature d'oro nei fiumi che sgorgano dalle Alpi e dai Pirenei, imprese che oggi per il costo della mano d'opera non convengono; del resto le condizioni commerciali della Gallia, come non di rado avviene nei popoli semi-inciviliti, avranno favorito l'accumulamento di un capitale morto in metalli nobili.