8. Reti - Euganei - Veneti.
Queste turbe celtiche, che si diffondevano dai due versanti delle Alpi, avevano, come era loro abitudine, occupato soltanto il paese piano e quello coperto di colline; l'alpino propriamente detto e le valli dell'Adige e del basso Po, non occupate da essi, rimasero in possesso dei popoli indigeni ivi stanziati, i quali senza che fino ad ora si possa stabilire qualche cosa delle loro nazionalità, si presentano sotto il nome di Reti nei monti della Svizzera orientale e del Tirolo e sotto quelli di Euganei e di Veneti intorno a Padova e a Venezia; cosicchè in questo ultimo punto le due grandi correnti celtiche quasi si confondono, solo un angusto lembo abitato da indigeni dividendo i Cenomani celtici intorno a Brescia dai Carni celtici stanziati nel Friuli.
Gli Euganei e i Veneti erano da molto tempo pacifici sudditi di Roma; i veri popoli alpini invece non solo erano ancora liberi, ma scendendo dai loro monti facevano periodiche scorrerie nel piano tra le Alpi ed il Po, ove non contenti di taglieggiare quelle popolazioni, esercitavano nei paesi da essi invasi crudeltà spaventose, mettendo non di rado a morte l'intera popolazione maschile, non eccettuati i bimbi ancora in fasce; e questa fu probabilmente rappresaglia alle scorrerie devastatrici dei Romani nelle valli alpine.
Quanto fossero pericolose queste invasioni retiche lo prova la distruzione, avvenuta per opera di una delle medesime verso l'anno 660 = 94, del ragguardevole comune di Como.
Se queste tribù celtiche e non celtiche, che stanziavano sulle Alpi e al di là delle medesime, si erano, a quanto pare, già non poco mescolate, è ben naturale che ciò avvenisse molto più largamente nei paesi del basso Danubio, dove le montagne non formano alte barriere naturali come nei paesi più occidentali.