7 Plastica in Italia.
Le arti della scultura e del disegno sono più recenti dell'architettura: bisogna fabbricare la casa prima di pensare ad adornare le pareti e la facciata. Non è verosimile, che queste arti siano venute in fiore in Italia durante l'epoca dei re di Roma; solo nell'Etruria, ove col commercio e colla pirateria si concentrarono molte ricchezze, avrà attecchito di buon'ora l'arte, o per dir meglio il mestiere. Quando l'arte greca cominciò ad esercitare la sua influenza sull'Etruria, essa si trovava ancora nei primordi, come ce lo provano le sue copie; e gli Etruschi non avranno tardato lungamente ad imparare dai Greci a lavorare le terre cotte e i metalli in quel tempo appunto, in cui essi da loro appresero l'alfabeto. Le monete d'argento di Populonia, quasi gli unici lavori assegnati con qualche sicurezza a quest'epoca, non danno una grande idea dell'abilità artistica degli Etruschi di quei tempi; ma le migliori opere in bronzo fra le etrusche, quelle stesse che i critici d'arte venuti di poi hanno elevato al cielo, devono aver appartenuto appunto a quell'epoca primitiva, ed anche le terrecotte etrusche non dovrebbero essere state di poco conto, se le più antiche opere poste nei templi romani, come la statua di Giove capitolino e la quadriga collocata sul suo tetto, furono commesse in Vejo, e se i grandi ornamenti di simil genere collocati sui frontoni dei templi passavano, presso i Romani venuti poi, generalmente come «opere etrusche».
Presso gli Italici invece, e non solo presso le schiatte sabelliche, ma persino presso i Latini, la scultura indigena ed il disegno erano ancora in fascie. Pare che i capolavori più ragguardevoli siano stati lavorati all'estero. Abbiamo già detto delle statue di terracotta che si suppongono plasmate in Vejo; gli ultimi scavi hanno mostrato che le opere di bronzo lavorate nell'Etruria e portanti inscrizioni etrusche furono in uso, se non in tutto il Lazio, almeno in Preneste; la statua di Diana nel tempio latino-romano della Concordia sull'Aventino, la quale si riteneva per la più antica statua in Roma[13], rassomigliava compiutamente alla massaliota dell'Artemisia efesiaca e fu forse lavorata in Elea o in Massalia. Le maestranze dei pentolai, dei battirame e degli orefici esistenti in Roma da antico tempo, sono quasi i soli indizi che provano l'anteriore esistenza d'una indigena scultura e d'una propria arte del disegno; ma non è in alcun modo possibile formarsi un'adeguata idea dello stato in cui l'arte si trovasse.