9 Epoca e causa della riforma.
Quando e in qual modo avvenisse questo nuovo ordinamento militare del comune romano appena ci è permesso di congetturarlo. Questo ordinamento presuppone l'esistenza di quattro quartieri cittadini, il che indica che la muraglia di Servio deve aver preceduto la riforma. Ma anche il territorio della città doveva aver già notevolmente oltrepassato il primitivo suo confine, se Roma era in grado di porre in campo 8000 proprietari di tenute intere, ed altrettanti proprietari frazionari o figli di proprietari, oltre un numero di maggiori possidenti di fondi o loro figli. Noi non conosciamo, a dir vero, l'estensione di un compiuto podere rurale romano, ma non poteva essere minore di venti giornate[9]: se noi calcoliamo come minimum 10.000 poderi interi, questi farebbero presupporre una superficie di nove miglia quadrate tedesche di terreno arativo, per cui se vi si aggiungono i terreni dei pascoli, lo spazio occupato dalle case e le spiaggie sabbiose, il territorio, quando avvenne questa riforma, doveva, secondo un calcolo moderatissimo, avere un'estensione almeno di venti miglia quadrate e verosimilmente era anche più vasto. Volendo prestar fede alla tradizione, si dovrebbe persino accettare il numero di 84.000 cittadini con domicilio e atti alle armi, poichè tanti ne avrebbe enumerati Servio al suo primo censimento.
Uno sguardo sulla carta dice per altro che siffatta cifra è favolosa; e non deve esserci pervenuta per vera tradizione, ma deve essere stata calcolata per supposizione; giacchè i 16.800 uomini capaci di portar armi dello stato normale della fanteria, secondo un calcolo adeguato di 5 persone per famiglia, formano appunto la cifra di 84.000 abitanti liberi attivi e passivi. Ma tenendoci anche alle prime più moderate ipotesi, si può calcolare che in un territorio di circa 16.000 poderi, con una popolazione di circa 20.000 uomini atti alle armi, e per lo meno di un triplice numero tra donne, fanciulli, vecchi, non domiciliati e servi, non solo era stato acquistato il paese tra il Tevere e l'Anio, ma conquistato anche il territorio d'Alba prima che fosse stabilita la costituzione di Servio: e in vero con quest'ultima parte della supposizione va d'accordo anche la leggenda.
Non si saprebbe dire come sia sorta la numerica proporzione dei patrizi e dei plebei nell'esercito, nè se ne può giudicare dalla cavalleria, poichè era indubbiamente stabilito che nelle prime sei centurie non poteva essere ammesso alcun plebeo, ma non già che nelle dodici centurie successive non dovesse servire alcun patrizio. In generale è però evidente che le istituzioni di Servio non sono sorte dalla lotta delle classi della popolazione, ma che esse portano, come la costituzione di Licurgo, di Solone e di Zaleuco, l'impronta d'un legislatore che ha riformato le precedenti istituzioni; e che essa venne alla luce sotto l'influenza greca. Alcune isolate analogie potrebbero indurre in errore, come ad esempio la coincidenza già notata dagli antichi, che anche in Corinto le vedove e gli orfani erano tenuti a somministrare i cavalli per i cavalieri; ma l'armatura e lo schieramento dei soldati, presi a prestito dal greco sistema degli opliti, non sono certamente semplici coincidenze, e non è un puro effetto del caso che la parola più importante in questa costituzione riformata (classis) sia ricavata dal greco. Se consideriamo che appunto nel secondo secolo della città, gli stati greci della bassa Italia passarono dalla elementare costituzione di famiglie consociate ad una costituzione più artificiale, che stabilì il fondamento dello stato nella classe dei possidenti, riconosceremo facilmente in questa circostanza la spinta che costrinse Roma alla riforma di Servio, riforma ispirata essenzialmente dal medesimo concetto fondamentale dal quale non devia, se non in grazia della forma strettamente monarchica dello stato romano[10].