5. Le coste dell'Adriatico.
La supremazia dei Romani nell'Adriatico, al cui ingresso, fervendo ancora la guerra contro Cartagine, era stata fondata (510=244) l'importante colonia di Brindisi, era stata assicurata sin dal loro apparire. Nel mare d'occidente Roma aveva dovuto sbarazzarsi con mezzi proprii della sua rivale, nel mare orientale vi provvedeva la discordia dei Greci facendo sì che tutti gli stati della penisola rimanessero o divenissero impotenti.
Il più ragguardevole tra essi, la Macedonia, era stato eliminato dagli Etoli dall'Adriatico superiore per influenza egizia, e dal Peloponneso dagli Achei, e si trovava appena in grado di difendere contro i barbari i suoi confini settentrionali.
Quanta cura mettessero i Romani a tenere depressa la Macedonia ed il suo alleato re di Siria, e come essi si accostassero alla politica egiziana, che mirava allo stesso scopo, lo prova la singolare offerta da essi fatta, dopo ultimata la guerra con Cartagine, al re Tolomeo III Evergete, di porgergli aiuto nella guerra ch'egli sosteneva contro Seleuco II Callinico, re di Siria (507-529=247-225) in seguito all'assassinio di Berenice, e nella quale la Macedonia aveva probabilmente preso partito per Seleuco.
Le relazioni di Roma cogli stati ellenici andavano, d'altra parte, facendosi sempre più intime. Il senato aveva intavolato negoziati anche con la Siria e s'era interessato presso Seleuco in favore degli abitanti d'Ilio, con i quali i Romani ritenevano d'aver comune l'origine.
A quest'epoca i Romani non s'ingerivano ancora direttamente negli affari delle potenze orientali, perchè non ne sentivano il bisogno. La lega achea, schiacciata nel suo fiore dalla meschina politica partigiana di Arato, la repubblica etolica di lanzichenecchi e il decaduto regno macedone si tenevano reciprocamente in soggezione senza che vi fosse bisogno d'intervento romano; e i Romani allora, anzichè cercare, evitavano il possesso di territori al di là del mare.
Allorchè gli Acarnani, facendo appello alla circostanza di essere stati i soli tra i Greci che non avevano preso parte alla distruzione d'Ilio, chiesero ai discendenti d'Enea che prestassero loro aiuto contro gli Etoli, il senato tentò d'intervenire diplomaticamente; ma avendo gli Etoli, come era loro costume, data una risposta impertinente, l'interessamento dei senatori romani per le tradizioni antiche non arrivò al punto di iniziare una guerra, colla quale essi avrebbero liberato i Macedoni dai loro mortali nemici (verso il 515=239).