4. Il Ponto.
È in questo mosaico di paesi che signoreggiava il re Mitridate, e specialmente nella Cappadocia sul Mar Nero o nella così detta provincia pontica, ove nella parte più settentrionale dell'Asia minore, verso l'Armenia, con la quale era in continuo contatto, la nazionalità iranica si era probabilmente mantenuta più pura che in ogni altro paese dell'Asia minore.
L'ellenismo non vi aveva potuto penetrare molto. Ad eccezione del litorale, ove esistevano originariamente delle colonie greche, come lo furono le più rinomate piazze commerciali, Trebisonda, Amiso e specialmente la più fiorente città del regno, culla e residenza di Mitridate, Sinope, il paese intero era allora in uno stato di coltura primitiva.
Non era già deserto: poichè il paese pontico era, come oggi, uno dei più ridenti del mondo, dove i terreni seminati a granaglie si avvicendavano con piante da frutto selvatiche, e anche ai tempi di Mitridate era senza dubbio ben coltivato e relativamente popolato; ma vi scarseggiavano le città propriamente dette. Vi erano solo castelli che servivano ai paesani per rifugio e altri per custodirvi le imposte riscosse. Nella sola Armenia minore si contavano settantacinque di questi castelli regi.
Non pare che Mitridate si sia dato gran pensiero per far prosperare i municipi del suo regno; e ciò si spiega con la reazione che egli esercitava di fatto, quantunque forse senza avvedersene, contro l'ellenismo.