20. Battaglia di Aquæ Sextiæ.
I Teutoni, desiderosi di raggiungere la via del litorale, arrivarono marciando lungo il Rodano sino nella regione di Aquæ Sextiæ seguìti dai Romani.
Qui le truppe leggere liguri dei Romani, intente ad attingere acqua, si incontrarono con la retroguardia celtica, gli Ambroni; in breve il combattimento si fece generale, e dopo un'accanita lotta i Romani vinsero e inseguirono il nemico in ritirata, sin presso le sue trincee di carri.
Questa prima vittoria aggiunse coraggio al generale e ai soldati; dopo tre giorni Mario schierò le sue truppe a decisiva battaglia sulla collina sul cui vertice aveva piantato il campo. I Teutoni, da lungo tempo impazienti di misurarsi coi loro avversari, movendo subito all'assalto della collina cominciarono la lotta.
Questa fu lunga e micidiale; fino a mezzodì i Tedeschi si tennero fermi come muraglie; ma l'insolito calore del sole provenzale intorpidì i loro nervi, e un falso allarme alle spalle, cagionato da una frotta di soldati romani appartenente ai carriaggi, che urlando irruppe da un'imboscata, mise interamente in scompiglio le loro file che già vacillavano.
Quello sciame fu tutto sbaragliato, e, come si comprende, ignari dei luoghi, furono tutti uccisi o fatti prigionieri; tra questi il re Teutobod; tra i morti un gran numero di donne, le quali non ignorando la sorte che loro sovrastava come schiave, parte perirono trucidate, difendendosi disperatamente sui loro carri, parte, durante la prigionia, dopo di aver chiesto invano di essere dedicate al servizio degli dei e delle sante vergini di Vesta, si diedero da sè stesse la morte (estate 652 = 102).
Così la Gallia fu liberata dai Tedeschi; ed era tempo, perchè i loro fratelli d'armi avevano già varcato le Alpi. Stretti in lega con gli Elvezi, i Cimbri erano giunti facilmente dalla Senna nella regione delle sorgenti del Reno; superata la catena delle Alpi pel Brennero erano discesi nelle pianure d'Italia attraversando le valli bagnate dell'Isarco e dell'Adige. Qui doveva guardare i passi il console Quinto Lutazio Catulo; ma non conoscendo il paese e temendo d'essere circondato, non aveva avuto il coraggio di inoltrarsi sulle Alpi e si era accampato al di sotto di Trento sulla sinistra dell'Adige, assicurandosi per ogni eventualità la ritirata sulla destra per mezzo di un ponte.