13. Importazione-esportazione.
L'esportazione e l'importazione erano in Italia sviluppatissime. La esportazione consisteva particolarmente in vino ed olio; l'Italia e la Grecia provvedevano – poichè il prodotto delle viti nei paesi dei Massalioti e dei Turdetani non poteva essere allora che ben scarso – tutto il territorio bagnato dal Mediterraneo; e il vino d'Italia si spediva in grandi quantità nelle Baleari e nella Celtiberia, nell'Africa, paese esclusivamente aratorio e di pascolo, nel Narbonese e nella Gallia interna.
E ancora più importante era l'importazione in Italia, dove allora era concentrato tutto il lusso e dove s'importavano per la via del mare quasi tutti gli articoli di lusso, vivande, bibite, stoffe, gioielli, libri, mobili, opere d'arte.
Sopra ogni altra cosa era il commercio degli schiavi, che, per le ricerche ognora crescenti dei commercianti romani, aveva preso un incremento prima non mai veduto nei paesi Mediterranei, e che sta in stretta relazione coll'aumentare della pirateria; tutti i paesi e tutte le nazioni venivano messe a contribuzione, ma i luoghi principali della tratta erano la Siria e l'interno dell'Asia minore.
L'importazione d'oltre mare in Italia si concentrava specialmente nei due grandi empori dei mare Tirreno, Ostia e Pozzuoli.
A Ostia, il cui porto era poco servibile, ma che per essere quello più vicino a Roma, era considerato il più conveniente scalo per le merci di minor valore, si sbarcava il frumento destinato ai bisogni della capitale; il commercio degli articoli di lusso, che provenivano dall'oriente, si dirigeva invece di preferenza a Pozzuoli il cui buon porto era più sicuro per bastimenti carichi di oggetti di valore e dove il paese di Baia, che si andava sempre più popolando di ville, offriva ai commercianti, a breve distanza, una piazza non di molto inferiore a quella della capitale.
Per lungo tempo questo traffico si esercitava pel tramite di Corinto, e, dopo che questa fu distrutta, per quello di Delo, talchè Lucilio in questo senso chiama Pozzuoli il «piccolo Delo italico».
Dopo la catastrofe che toccò a Delo nella guerra contro Mitridate, dalla quale più non si riebbe, i Pozzuolani stabilirono direttamente relazioni commerciali colla Siria e con Alessandria e la loro città andò prendendo sempre maggiore importanza; sicchè divenne la prima piazza del commercio oltremarino in Italia.
Ma non il solo guadagno che derivava dall'esportazione e dall'importazione andava principalmente a favore degli Italici; essi facevan concorrenza, in Narbona, anche nel commercio celtico, ai Massalioti, e in generale è certo che i commercianti romani si trovavano, o stabiliti o girovaghi, interessati dappertutto nelle migliori speculazioni.