17. L'ordinamento della conquista.
Del resto l'illusione del re andava molto in alto; egli aveva incominciato la guerra per disperazione, ma la facile inaspettata vittoria, la mancanza del temuto Silla lo fecero passare alle più elevate speranze.
Già si accomodava nell'Asia minore come a casa sua; la sede del governatore romano di Pergamo divenne la sua nuova capitale; l'antico regno di Sinope fu dato come luogotenenza da amministrare al figlio del re Mitridate; la Cappadocia, la Frigia, la Bitinia, furono organizzate come satrapie pontiche. I grandi del regno e i favoriti del re furono ricompensati con ricchi doni e feudi, ed ai comuni tutti non solo vennero condonate le imposte arretrate, ma fu pure assicurata loro per cinque anni l'esenzione dalle imposte, misura altrettanto errata come quella dell'assassinio dei Romani, se il re pensava di assicurarsi con essa la fedeltà dei sudditi dell'Asia minore.
Certamente il tesoro del re si riempiva assai abbondantemente con le smisurate somme ricavate dai beni degli Italici e da altre confische; come per esempio soltanto nell'isola di Kos vennero confiscati da Mitridate 800 talenti che i Giudei vi avevano depositato.
La parte settentrionale dell'Asia minore e la maggior parte delle isole che vi appartenevano erano in possesso del re; ad eccezione di alcuni piccoli dinasti paflagonici non vi era forse distretto che tenesse per Roma; tutto il mare Egeo era dominato dalle sue flotte.
Solo l'occidente meridionale, le confederazioni di Caria e di Licia e la città di Rodi gli resistettero.
Veramente la Caria stratonicea fu domata colle armi, ma Magnesia sul Sipilo sostenne felicemente un grave assedio, nel quale il più valente ufficiale di Mitridate, Archelao, venne battuto e ferito.
Rodi, il rifugio dei Romani fuggiti dall'Asia, fra i quali il governatore Lucio Cassio, fu attaccata da Mitridate per mare e per terra con enormi forze preponderanti. Ma i suoi marinai, per quanto facessero coraggiosamente il loro dovere sotto gli occhi del re, erano novizi inesperti e alcune squadre rodiote vinsero le pontiche assai più forti e ritornarono in patria con navi predate.
Anche per terra l'assedio non progrediva; dopo che una parte dei lavori fu distrutta, Mitridate rinunciò all'impresa, e l'importante isola, come pure la terra ferma di fronte ad essa, rimasero nelle mani dei Romani.