3. La pirateria.
Ma molto più pericolosa delle scorrerie dei predoni traci e dardani che infine si limitavano sempre ad una piccola frazione dello stato, riusciva, sia al governo che ai privati, la pirateria che sempre più si andava estendendo e saldamente organizzando.
Il commercio marittimo del Mediterraneo era tutto nelle sue mani. L'Italia non poteva nè spedire all'estero i suoi prodotti, nè introdurre il frumento dalle province; nella penisola si soffriva la fame, nelle province si trascurava la coltivazione delle terre per mancanza di smercio. Nessuna spedizione di danaro, nessun viaggiatore erano più sicuri; il tesoro dello stato ne risentiva perdite sensibilissime; moltissimi personaggi romani venivano catturati da corsari e costretti a riscattarsi mediante grosse somme, quando non piaceva ai pirati di eseguire su alcuni, con sfrontata ferocia, la pena di morte.
I commercianti e persino i distaccamenti di truppe romane con destinazione per l'oriente cominciarono a rimettere i loro viaggi di preferenza alle stagioni procellose e a temere meno le burrasche che le navi dei pirati, che naturalmente anche in queste stagioni non scomparivano del tutto.
Ma per quanto sensibile fosse questo blocco del mare, esso era sempre meno molesto delle devastazioni delle isole e delle coste greche e dell'Asia minore. Come più tardi fecero i Normanni, le squadre dei corsari assalivano le città marittime e le obbligavano o a riscattarsi mediante il pagamento di grosse somme di danaro, o le stringevano d'assedio e le espugnavano armata mano.
Se avveniva che sotto gli occhi di Silla, dopo conchiusa la pace con Mitridate, i pirati spogliavano le città di Samotracia, Clazomene, Samo e Iasso (670 = 84), si può immaginare che cosa succedesse là dove non era nelle vicinanze nè una flotta nè un esercito romano.
Tutti gli antichi e ricchi templi sulle coste della Grecia e dell'Asia minore furono saccheggiati l'uno dopo l'altro, e dalla sola Samotracia si dice sia stato asportato un tesoro di 1000 talenti (6.375.000 lire).
Un poeta romano di quei tempi dice che Apollo era tanto impoverito dai pirati, che quando la rondinella veniva a visitarlo, egli di tutti i suoi tesori non le poteva più far vedere nemmeno una dramma d'oro.
Si facevano ascendere a più di quattrocento i luoghi presi d'assalto o taglieggiati dai pirati, fra i quali parecchie città come Cnido, Samo, Colofone; da parecchie già fiorenti piazze insulari e marittime espatriava tutta la popolazione per non essere rapita dai pirati. Non si era più sicuri nemmeno nell'interno del paese: essi sorpresero luoghi posti ad una e perfino a due giornate di cammino dalla costa.
Il terribile indebitamento, a cui soggiacquero poi tutti i comuni dell'oriente greco, data appunto per la maggior parte da questi fatalissimi tempi.