20. Lucullo passa l'Eufrate.
La missione di Appio Claudio, oltre lo scopo di motivare diplomaticamente la dichiarazione di guerra, aveva avuto anche quello di chiamare alle armi contro il gran re i principi e le città, specialmente quelle della Siria. Il formale attacco avvenne nella primavera del 685 = 69.
Durante l'inverno il re di Cappadocia aveva provveduto segretamente alle navi da trasporto, con le quali fu passato l'Eufrate, presso Melitene, e la marcia fu quindi diretta più oltre, verso il Tigri, attraverso i passi del Tauro.
Anche questo fiume fu attraversato da Lucullo nella regione di Amida (Diarbekr); egli si spinse dunque sulla strada che univa la seconda capitale, Tigranocerta[3], da poco fondata sul confine meridionale dell'Armenia, con l'antica metropoli Artaxata. Il gran re stava presso la prima; egli era da poco ritornato dalla Siria, dopo aver rimandato ad altra epoca la prosecuzione dei suoi progetti di conquista nel Mediterraneo, a cagione di questa complicazione con i Romani.
Egli stava appunto meditando un'invasione dell'Asia minore romana dalla Cilicia e dalla Licaonia e stava pensando se i Romani avessero subito sgombrato l'Asia o se forse presso Efeso si sarebbero schierati in battaglia, quando un messaggero gli recò la notizia della marcia di Lucullo, che minacciava di tagliargli le comunicazioni con Artaxata. Egli fece appiccare il messo, ma la spiacevole realtà restò quella che era; allora lasciò la nuova capitale e si ritirò nell'interno dell'Armenia per armarsi, ciò che non aveva fatto fin'allora, contro i Romani.
Intanto Mitrobarzane doveva tenere occupati i Romani colle truppe che aveva a sua disposizione e colle vicine truppe degli Arabi, che in tutta fretta erano state chiamate sotto le armi.