8. Leggi appuleie.
Rievochiamo i progetti di Caio Gracco e i mezzi ch'egli aveva adoperato per realizzarli.
Si trattava di abbattere l'oligarchia di dentro e di fuori, quindi, da una parte, di ridonare i suoi originari diritti sovrani alla magistratura resa completamente indipendente dal senato e di trasformare di nuovo questo da autorità governante in consulente, e di porre fine, dall'altra parte, alla divisione aristocratica dello stato in tre classi, la dominante borghesia, gli alleati italici ed i vassalli, sopprimendo a poco a poco queste distinzioni incompatibili con un regime non oligarchico.
I tre colleghi richiamarono in vita queste idee nelle leggi coloniali che Saturnino come tribuno del popolo aveva in parte già introdotte (651 = 103) in parte andava introducendo (654 = 100)[1].
Fin da quell'anno era stata ripresa l'interrotta distribuzione delle terre cartaginesi a favore dei soldati di Mario, non solo ai cittadini, ma anche, come pare, agli alleati italici, e assegnato nella provincia d'Africa a ciascuno di quei veterani un pezzo di terra di 100 giornate equivalente ad una ordinaria tenuta italica quintuplicata.
Ora si pretendeva a beneficio dell'emigrazione romano-italica non solo in tutta la sua estensione il territorio provinciale già disponibile, ma anche tutto il paese delle tribù celtiche ancora indipendenti oltre le Alpi, quasi che per una legale finzione fosse di diritto toccato ai Romani colla vittoria riportata sui Cimbri.
A sovrintendere alle assegnazioni territoriali e ad altre misure, che a questo scopo potevano essere necessarie, fu chiamato Caio Mario; e i tesori del tempio di Tolosa, restituiti o da restituirsi dagli aristocratici che ne erano debitori, furono destinati ai possidenti dei terreni testè distribuiti.
Per questa legge quindi non solo furono ripresi in tutta la loro estensione i piani di conquista oltre le Alpi, ed i progetti di colonizzazione transalpini e oltremarini, come li avevano ideati Caio Gracco e Flacco, ma acconsentendo essa all'emigrazione degli Italici insieme a quella dei Romani, e tuttavia ordinando senza dubbio di organizzare tutti i comuni nuovi come colonie cittadine, fu fatto anche un tentativo di soddisfare le pretese degli Italici di essere pareggiati ai Romani, pretese così difficili a soddisfare, e che pure non potevano ormai essere a lungo rimandate. Ma ove la legge fosse passata e Mario fosse stato incaricato di applicare assolutamente questi sterminati disegni di conquiste e di suddivisioni delle terre, Mario sarebbe stato, sino alla realizzazione di questi progetti, o per dir meglio, essendo essi indeterminati e senza misura, finchè fosse vissuto, monarca di Roma; a tale scopo, come Gracco pensava di farsi ogni anno confermare nel tribunato, così probabilmente Mario pensava di farsi ogni anno rieleggere nel consolato.
Mentre sotto molti rapporti le posizioni politiche, in cui il minore Gracco e Mario vennero a trovarsi, sono le medesime in tutti i punti essenziali, vi è però fra il tribuno ed il console, intenti entrambi a distribuire il territorio, una differenza assai notevole, in ciò che al primo spettava un ufficio puramente cittadino, e al secondo insieme al cittadino un ufficio militare; una differenza che pur veramente derivava, ma non assolutamente, dalle circostanze personali, per le quali questi due uomini erano giunti alla testa dello stato.
Stando le cose nel modo che Mario e i suoi colleghi avevano immaginate, si trattava ora di conoscere i mezzi per vincere la resistenza del partito governativo, che si prevedeva ostinata.
Caio Gracco aveva combattuto le sue battaglie col ceto dei capitalisti e col proletariato. I suoi successori non trascuravano veramente di venire in soccorso anche a questi.
Ai cavalieri non si lasciarono soli i tribunali, ma il loro potere di giurati crebbe d'importanza, in parte per un più severo regolamento per la commissione permanente, importante soprattutto per i commercianti e destinata a reprimere le estorsioni dei pubblici impiegati nelle province, il che Glaucia probabilmente in quest'anno aveva ottenuto; in parte pel tribunale speciale istituito da Saturnino nel 651 = 103, per le investigazioni e i processi contro le sottrazioni dei pubblici danari avvenute durante le commozioni cimbriche nella Gallia.
Per soccorrere il proletariato della capitale, fu anche ridotto nella distribuzione del frumento il piccolo prezzo di 6 assi e ⅓il moggio romano ad una semplice tassa di ⅚ di asse.
Sebbene non si disdegnasse l'accordo coi cavalieri e col proletariato della capitale, gli alleati non riconoscevano in essi la loro vera forza, ma nei licenziati legionari dell'esercito di Mario, dei quali perciò appunto nelle stesse leggi dei coloni si esagerò tanto l'importanza.
Anche in ciò si riconobbe la prevalenza del carattere militare, il quale distingue specialmente questo tentativo di rivoluzione dal precedente.