33. Comunicazioni con l'Italia e la Spagna.
Mentre Cesare con la forza delle armi andava estendendo lo stato romano in occidente coll'intento di formarne un tutto unito, pensava anche di aprire le comunicazioni fra il territorio di nuova conquista, destinato a colmare la lacuna esistente tra l'Italia e la Spagna, e fra queste e quel territorio.
Le comunicazioni tra l'Italia e la Gallia erano state grandemente facilitate colla strada militare costrutta da Pompeo nel 677 = 77 attraverso il Monginevro; ma ora che tutta la Gallia era soggetta ai Romani, occorreva una strada che dalla val padana passasse attraverso la catena delle Alpi in direzione nord e non verso occidente, una comunicazione più corta tra l'Italia e la Gallia centrale.
Il commercio si serviva da lungo tempo della via che per il San Gottardo mette nel Vallese e al lago di Ginevra. Per impadronirsi di questa via Cesare aveva sin dall'autunno del 697 = 57 fatto occupare Ottoduro (Martigny) da Servio Galba e ridurre gli abitanti del Vallese alla sottomissione, che per la valorosa difesa di questi montanari fu ritardata ma non impedita.
Per ottenere poi le comunicazioni colla Spagna, l'anno dopo fu mandato (698 = 56) nell'Aquitania Publio Crasso coll'incarico di costringere le tribù iberiche colà stanziate a riconoscere la signoria romana.
Il compito non era facile; gli Iberi si tenevano più uniti dei Celti e sapevano meglio di costoro apprendere dai loro nemici. Le tribù d'oltre i Pirenei, specialmente i formidabili Cantabri, inviarono delle truppe ai minacciati loro compatriotti, accompagnate da ufficiali educati alla scuola di Sertorio, i quali, per quanto fu possibile, insegnarono all'esercito aquitano, già rispettabile per numero e valore, le massime fondamentali della tattica dei Romani, e specialmente l'arte di mettere il campo. Ma il distinto ufficiale che comandava i Romani seppe vincere tutte le difficoltà e dopo alcune battaglie campali, fortemente contese e felicemente vinte, ridusse alla obbedienza dei nuovi signori le popolazioni della Garonna sin presso i Pirenei.
Uno degli scopi che Cesare si era prefisso, cioè la sottomissione della Gallia, era stato raggiunto, forse con qualche piccolissima eccezione, per quanto si poteva in generale raggiungere colla spada. Ma l'altra metà dell'opera da lui incominciata era ben lontana dall'essere portata a fine, poichè non da per tutto i Germani erano stati obbligati a riconoscere il Reno come frontiera.