8. Traffico e commercio.
Con lo sviluppo relativamente importante della vita cittadina va strettamente associata l'attività commerciale per mare e per terra. Dappertutto erano strade e ponti. La navigazione fluviale, a cui invitavano naturalmente il Rodano, la Garonna, la Loira e la Senna, era importante e produttiva.
Ma ancor più notevole era la navigazione marittima dei Celti. Questi, secondo tutte le apparenze, non solo furono i primi a percorrere regolarmente l'oceano Atlantico, ma noi troviamo presso di loro anche l'arte della costruzione navale e quella del pilotaggio giunte ad un importante grado di perfezione.
La navigazione dei popoli del Mediterraneo, come si rileva dalla natura delle acque da essi percorse, è rimasta per lungo tempo quasi stazionaria e limitata al remo; le navi da guerra dei Fenici, dei Greci e dei Romani furono in tutti i tempi le galere a remi, alle quali si aggiungeva la vela solo per un eventuale rinforzo dei remi; soltanto le navi commerciali furono vere navi a vela all'epoca dell'antica civiltà sviluppata[6].
I Galli invece si servivano ai tempi di Cesare e molto tempo dopo nella Manica di una specie di battelli portatili, fatti di cuoio, i quali pare che in sostanza sieno stati battelli comuni a remi; ma sulla costa occidentale della Gallia i Santoni, i Pictoni e anzitutto i Veneti si servivano di grosse navi costruite rozzamente, che però non erano mosse a forza di remi ma da vele fatte di pelli e fornite di ancore con catene di ferro, e queste navi non erano usate solo per il loro traffico colla Bretagna, ma anche per i combattimenti navali.
Qui dunque noi troviamo per la prima volta non solo la navigazione esercitata liberamente sull'oceano, ma la nave a vela sostituita ai battelli a remi; progresso di cui la cadente attività del vecchio mondo non seppe approfittare e di cui solo la nostra ringiovanita civiltà è intenta a trarre sempre maggior profitto.
Considerato questo regolare traffico marittimo, tra la costa britannica e la gallica, si dimostrano le intime relazioni politiche fra gli abitanti dei due litorali della Manica non meno che l'incremento del commercio oltremarino e della pesca. Erano i Celti, specialmente quelli della Bretagna, che andavano in Inghilterra a comperare lo stagno proveniente dalle miniere di Cornovaglia e lo trasportavano attraverso i fiumi e le strade del paese celtico a Narbona e a Massalia.
L'asserzione che ai tempi di Cesare esistessero delle popolazioni alla foce del Reno, che vivevano della pesca e di uova di uccelli, può trovare una spiegazione nel fatto, che in questo paese si esercitava in un grado altissimo la pesca e la raccolta delle uova di uccelli marini.
Raccogliendo gli scarsi dati che ci sono rimasti sul commercio e sul traffico celtico, e completandoli col pensiero, si comprende come i dazi dei porti fluviali e marittimi avessero un'importanza così grande nei bilanci di alcuni cantoni, come ad esempio in quelli degli Edui e dei Veneti, e come il nume principale della nazione fosse considerato come protettore delle vie e del commercio e nel tempo stesso inventore dell'industria.