28. Reazione dell'oriente contro l'occidente.
Questa trasformazione delle condizioni dei popoli nell'interno dell'Asia, segna il punto più elevato nella storia dell'antichità.
Al grande flusso dei popoli, che fino ad ora s'era riversato dall'occidente all'oriente, e che nel grande Alessandro aveva l'ultima e più sublime espressione, segue ora il riflusso. Dal momento in cui si consolidò lo stato dei Parti, non solo si perdette ciò che nella Battriana e sull'Indo v'era ancora di elementi ellenici ma anche l'Iran occidentale ritorna sulle orme da secoli abbandonate, sebbene non ancora distrutte. Il senato romano sacrifica il primo essenziale risultato della politica di Alessandro e dà principio a quel movimento retrogrado, i cui ultimi guizzi vanno a finire nell'Alhambra di Granata e nella grande moschea di Costantinopoli.
Fin che il paese da Rage a Persepoli ubbidiva al re d'Antiochia, il potere di Roma si estendeva pure sino al confini del gran deserto; il regno dei Parti non poteva entrare a far parte della clientela dello stato del Mediterraneo, non già perchè fosse stato potente, ma perchè aveva il suo centro di gravità lungi dal mare nell'interno dell'Asia. Da Alessandro in poi il mondo aveva sempre appartenuto agli occidentali, e l'oriente sembrava per essi solo ciò che più tardi l'America e l'Australia divennero per gli Europei; con Mitridate I l'oriente riprese posto nella sfera del movimento politico. Il mondo ebbe di nuovo due padroni.