15.
UN’IMPOSTA MONDIALE SUL CAPITALE
Per regolamentare il capitalismo patrimoniale globalizzato del XXI secolo non basta ripensare il modello fiscale e sociale del XX e adattarlo al mondo attuale. È certo indispensabile un’attualizzazione appropriata del programma socialdemocratico e fiscal-liberale del secolo scorso, come abbiamo cercato di dimostrare nei due capitoli precedenti, nel corso dei quali ci siamo concentrati sulle due istituzioni fondamentali inventate nel XX secolo e destinate secondo noi a continuare a svolgere un ruolo cruciale in futuro: lo Stato sociale e l’imposta progressiva sul reddito. Ma perché la democrazia possa riprendere il controllo del capitalismo finanziario globalizzato del nuovo secolo vanno creati strumenti altrettanto nuovi, adatti alle sfide attuali. Lo strumento ideale sarebbe un’imposta mondiale e progressiva sul capitale, accompagnata da un altissimo grado di trasparenza finanziaria internazionale. Un’istituzione del genere arresterebbe l’attuale spirale della disuguaglianza perpetua e regolamenterebbe in modo efficace l’inquietante dinamica della concentrazione mondiale dei patrimoni.1 Quali che siano gli strumenti e le regolamentazioni che verranno effettivamente adottati, ciò che conta è valutarli con il metro del sistema ideale che abbiamo proposto. Cominceremo dunque con l’analizzare alcuni aspetti pratici legati a questa proposta, dopodiché la inquadreremo nella prospettiva più generale delle opinioni espresse in merito alla regolamentazione del capitalismo, al divieto dell’usura e, in ultimo, alla regolamentazione cinese del capitale.