La fine della crescita?
Passiamo ora a esaminare il problema del futuro che ci attende: la spettacolare crescita del prodotto pro capite, di cui abbiamo appena sottolineato l’entità, è destinata inesorabilmente a rallentare nel XXI secolo? L’orientamento è, per motivi legati alle tecnologie o all’ecologia o a entrambe, quello di una fine della crescita?
Prima di tentare di rispondere alla domanda, è indispensabile cominciare a ricordare che la crescita del passato, per quanto eccezionale sia stata, è quasi sempre avvenuta seguendo ritmi annui relativamente lenti – in genere non più dell’1-1,5% annuo. I soli esempi storici di crescita sensibilmente più rapida – per esempio del 3 o del 4% annuo, a volte anche più – riguardano paesi impegnati a recuperare in tempi accelerati posizioni migliori in rapporto ad altri paesi, processo che per definizione si dà per concluso solo quando il ritardo viene completamente colmato, e che pertanto non può che essere transitorio e limitato nel tempo. Inoltre, un tale processo di recupero, per la sua natura specifica e territoriale, non può ovviamente applicarsi all’intero pianeta.
A livello planetario, il tasso di crescita del prodotto pro capite è stato in media dello 0,8% annuo tra il 1700 e il 2012, di cui lo 0,1% tra il 1700 e il 1820, lo 0,9% tra il 1820 e il 1913 e l’1,6% tra il 1913 e il 2012. Come abbiamo indicato nella tabella 2.1, tra il 1700 e il 2012 si riscontra l’identica percentuale, l’8%, in relazione al tasso di crescita, annuo e medio, relativo alla popolazione mondiale.
Abbiamo riportato nella tabella 2.5 i tassi di crescita economica secolo per secolo e continente per continente. In Europa, la crescita del prodotto pro capite è stata dell’1% tra il 1820 e il 1913, poi dell’1,9% tra il 1913 e il 2012. In America, essa raggiunge l’1,5% tra il 1820 e il 1913, e di nuovo l’1,5% tra il 1913 e il 2012.
Le cifre non sono importanti nel dettaglio: il punto importante è che, nella storia, non esiste nessun paese che abbia conosciuto la rivoluzione tecnologica mondiale e che abbia registrato una crescita stabile del prodotto pro capite superiore all’1,5%. Se si passano in rassegna tutti gli ultimi decenni, si osservano, nei paesi più ricchi, ritmi ancora più bassi: tra il 1990 e il 2012 la crescita del prodotto pro capite è in Europa occidentale dell’1,6%, in America del Nord dell’1,4%, in Giappone dello 0,7%.21 È importante cominciare a tenere a mente questa realtà, dal momento che, in larga misura, continuiamo a essere ossessionati dall’idea secondo cui la crescita debba attestarsi almeno sul 3 o 4% annuo. Il che è un’illusione, sia sul piano della storia sia sul piano della logica.
Tabella 2.5.
La crescita del prodotto pro capite dopo la
Rivoluzione industriale
Tra il 1910 e il 2010 il tasso di crescita del PIL pro capite è stato, a livello mondiale, dell’1,7% annuo medio, di cui l’1,9% per l’Europa, l’1,6% per l’America ecc.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.
Ciò stabilito, che cosa possiamo dire circa i tassi di crescita del futuro? Per alcuni economisti, come Robert Gordon, il ritmo di crescita del prodotto pro capite nei paesi più avanzati, a cominciare dagli Stati Uniti, è destinato a rallentare, e potrebbe essere, per il periodo 2050-2100, inferiore allo 0,5%.22 L’analisi di Gordon si fonda sulla comparazione dei diversi flussi d’innovazione che si sono succeduti, dalla macchina a vapore all’elettricità, e sulla constatazione che i flussi più recenti – in particolare le tecnologie relative all’informazione – hanno un potenziale di crescita sensibilmente inferiore: ossia incidono in modo meno radicale sui modi di produzione e migliorano in minor misura il prodotto complessivo dell’economia.
Come per la crescita demografica, non spetta a me, qui, fare delle previsioni circa la crescita economica del XXI secolo, quanto piuttosto trarre delle conclusioni dai diversi possibili scenari circa la dinamica della distribuzione delle ricchezze. Il ritmo delle innovazioni a venire è, al pari di quello della fecondità, difficile da prevedere. In base all’esperienza storica degli ultimi secoli, mi pare abbastanza improbabile che nei paesi più avanzati la crescita sul lungo periodo del prodotto pro capite possa superare l’1,5% annuo. Ma non sono assolutamente in grado di dire se sarà dello 0,5, dell’1 o dell’1,5%. Lo scenario medio presentato più avanti si basa su una possibile crescita a lungo termine del prodotto pro capite nei paesi ricchi dell’1,2% annuo, percentuale relativamente ottimista rispetto alle comparazioni o alle previsioni di Gordon (che mi sembrano un po’ troppo cupe), e che comunque potrà prodursi solo se nuove fonti di energia sostituiranno gli idrocarburi, oggi in via di esaurimento. In ogni caso non è che uno scenario tra i tanti.