Aritmetica elementare dei rentiers e dei lavoratori di alto livello
Ricapitoliamo. Esistono due condizioni perché una società di rentiers e di eredi di grandi patrimoni – vale a dire una società in cui, al vertice della gerarchia sociale, i redditi prodotti dal capitale ereditario prevalgano sui redditi da lavoro – possa prosperare, come prospera nel mondo descritto in particolare da Balzac o da Jane Austen. La prima condizione è che il peso globale del capitale, e al suo interno del capitale ereditario, sia rilevante. In genere, occorre che il rapporto capitale/reddito sia dell’ordine di sei-sette volte tanto e che il capitale ereditario costituisca gran parte dello stock di capitale. In società di questo tipo, l’eredità può equivalere a circa un quarto delle risorse totali di cui dispongono in media le varie generazioni (o anche a un terzo delle risorse totali se si considera un livello molto alto di disuguaglianza dei rendimenti da capitale), com’è accaduto nei secoli XVIII e XIX e fino al 1914. Questa prima condizione, in merito alla massa dell’eredità, è di nuovo sul punto di essere soddisfatta nel XXI secolo.
La seconda condizione è che la concentrazione dell’eredità debba essere molto forte. Se l’eredità fosse ripartita nello stesso modo dei redditi da lavoro (con livelli identici per la quota del decile superiore, del centile superiore ecc. nel totale delle eredità e dei redditi da lavoro), il mondo di Vautrin non potrebbe mai esistere: i redditi da lavoro equivarrebbero a una massa costantemente superiore ai redditi da eredità (almeno tre volte superiore35), e l’1% detentore dei redditi da lavoro più elevati supererebbe automaticamente e sistematicamente l’1% detentore delle eredità più consistenti.36
Affinché l’effetto concentrazione prevalga sull’effetto massa, è indispensabile che il centile superiore della gerarchia dell’eredità detenga da solo una quota preponderante del totale del patrimonio ereditario – come accadeva nelle società del XVIII e del XIX secolo, con circa il 50-60% del patrimonio totale per il centile superiore (il 70% nel Regno Unito o nella Parigi della belle époque), vale a dire quasi dieci volte di più della quota del centile superiore della gerarchia dei redditi da lavoro nella massa salariale totale (circa il 6-7%, livello che abbiamo visto mantenersi piuttosto stabile sul lungo periodo). Questo rapporto da uno a dieci tra le concentrazioni patrimoniali e quelle salariali serve a bilanciare il rapporto da uno a tre tra le masse salariali, e a capire perché, in pratica, un’eredità del centile superiore consenta di vivere tre volte meglio di una professione del centile superiore nella società patrimoniale del XIX secolo (cfr. grafico 11.10).
Questa aritmetica elementare dei rentiers e dei lavoratori di alto livello ci fa anche capire perché, nella Francia di oggi, i centili superiori dell’eredità e del lavoro finiscano più o meno per equilibrarsi: la concentrazione patrimoniale è tre volte più alta di quella salariale (poco più del 20% del patrimonio totale per il centile superiore dei patrimoni, contro il 6-7% della massa salariale totale per il centile) e riesce a equilibrare più o meno l’effetto massa. Così come ci fa scoprire perché, nel corso dei Trente glorieuses, i rentiers siano stati nettamente surclassati dai lavoratori di alto livello (l’effetto concentrazione, da uno a tre, era troppo basso per poter equilibrare l’enorme effetto massa, da uno a dieci). Tuttavia, al di là di situazioni particolari come queste, o di politiche pubbliche particolari (soprattutto fiscali), la struttura “naturale” delle disuguaglianze sembra favorire un primato dei rentiers sui dirigenti. Soprattutto quando la crescita è debole e il rendimento da capitale è di gran lunga superiore al tasso di crescita, è quasi inevitabile – quantomeno nei modelli dinamici più plausibili – che la concentrazione patrimoniale tenda verso livelli tali che gli alti redditi da capitale ereditario finiranno per sopravanzare largamente gli alti redditi da lavoro.37