Un caso semplice: la riduzione delle disuguaglianze in Francia nel XX secolo
Cominciamo con lo studiare abbastanza a fondo il caso francese, che ha il merito di essere ben documentato (grazie alla ricchezza delle fonti storiche disponibili), è relativamente semplice e lineare (nei limiti in cui può esserlo una storia della disuguaglianza) e soprattutto è globalmente rappresentativo dello sviluppo generale osservato in numerosi paesi europei – intendendo con “europei” l’Europa continentale (per certi aspetti, il caso del Regno Unito si colloca a metà strada tra il caso europeo e quello americano) – e in larga misura anche in Giappone. Dopodiché passeremo al caso degli Stati Uniti, e infine estenderemo l’analisi al complesso dei paesi sottosviluppati ed emergenti, quantomeno ai paesi per i quali esistono dati storici affidabili.
Nel grafico 8.1 abbiamo raffigurato due traiettorie: quella della quota del decile superiore della gerarchia dei redditi nella composizione del reddito nazionale; e quella della quota del decile superiore della gerarchia dei salari nella composizione della massa salariale. Dal che emergono con chiarezza tre fatti.
Innanzitutto, in Francia le disuguaglianze di reddito sono notevolmente diminuite dopo la belle époque: la quota del decile superiore è passata dal 45-50% circa del reddito nazionale alla vigilia della prima guerra mondiale al 30-35% di oggi.
Si tratta di un calo di quasi 15 punti di reddito nazionale, un calo non da poco, che equivale alla riduzione di circa un terzo della quota di ricchezze prodotte percepita ogni anno dal 10% più ricco, e a un aumento ugualmente di un terzo della quota percepita dal restante 90%, equivalente più o meno a tre quarti di quanto percepiva la metà inferiore della popolazione durante la belle époque, e a più della metà di quanto percepisce oggi.1 Ricordiamo altresì che, in questa Parte terza, studiamo lo sviluppo della disuguaglianza dei redditi primari (cioè al lordo delle imposte e dei contributi). Vedremo, nella Parte quarta, in quale misura le imposte e i contributi abbiano favorito una riduzione delle disuguaglianze ancora maggiore. Precisiamo inoltre che una tale diminuzione delle disuguaglianze non significa affatto che oggi viviamo in una società ugualitaria: essa rispecchia più che altro il fatto che era la società della belle époque a essere estremamente disuguale, una delle più disuguali della storia, per aspetti e secondo logiche che oggi sarebbero difficilmente tollerabili.
Grafico 8.1.
La disuguaglianza dei redditi in Francia,
1910-2010
In Francia, nel XX secolo, la disuguaglianza del reddito totale (capitale + lavoro) è scesa, mentre la disuguaglianza dei salari è rimasta la stessa.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr./fr.capital21c.
Il secondo aspetto essenziale chiaramente espresso dal grafico 8.1 è che la forte compressione delle disuguaglianze dei redditi durante il secolo scorso è interamente dovuta al calo degli alti redditi da capitale. Se prescindiamo dai redditi da capitale e ci concentriamo sulla disuguaglianza dei salari, registriamo un notevole grado di stabilità della distribuzione sul lungo termine. Negli anni dieci del Novecento, così come nel primo decennio del XXI secolo, la quota del decile superiore della gerarchia dei salari si colloca attorno al 25% della massa salariale totale. Le fonti di cui disponiamo indicano inoltre, nella fascia inferiore della distribuzione, una stabilità di lungo periodo delle disuguaglianze salariali. Per esempio, il 50% dei salariati peggio pagati ha continuato a percepire circa il 25-30% della massa salariale totale (vale a dire, per quanto riguarda la fascia di appartenenza, un salario medio corrispondente al 50-60% del salario medio totale), anche senza una chiara stima tendenziale sul lungo termine.2 Un secolo dopo, il livello dei salari è ovviamente molto cambiato, e si è del tutto modificata la struttura dei mestieri e delle competenze. Ma le gerarchie salariali sono rimaste più o meno le stesse. Se non si fosse registrato il forte calo degli alti redditi da capitale, nel XX secolo la disuguaglianza dei redditi non sarebbe diminuita.
Il fatto emerge in modo ancora più impressionante se si avanza di grado nella gerarchia sociale. Esaminiamo in particolare la traiettoria rilevata al livello del centile superiore (cfr. grafico 8.2).3 Se comparata con il picco di massima disuguaglianza fatto segnare dalla belle époque, nella Francia del XX secolo la quota del centile superiore della gerarchia dei redditi è letteralmente crollata, passando dal 20% abbondante del reddito nazionale negli anni dieci del Novecento a circa l’8-9% cent’anni dopo. Il che corrisponde a più che un dimezzamento nell’arco di un secolo, o a una divisione per tre se si considera il punto più basso della curva – appena il 7% – del reddito nazionale fatto registrare in Francia nei primi anni ottanta del Novecento dalla quota del centile superiore.
Il forte calo è dovuto unicamente al crollo degli alti redditi da capitale (il collasso dei rentiers, per semplificare): se ci concentriamo sui salari, rileviamo che la quota del centile superiore è, sul lungo periodo, quasi del tutto stabile, attorno al 6-7% della massa salariale. Alla vigilia della prima guerra mondiale, le disuguaglianze dei redditi – come quella fatta segnare dalla quota del centile superiore – era tre volte superiore alla disuguaglianza dei salari; oggi è superiore di appena un terzo, ed è praticamente tutt’uno con la massa dei salari, al punto che si potrebbe pensare – a torto – che i redditi da capitale siano quasi scomparsi (cfr. grafico 8.2).
Grafico 8.2.
Il collasso dei rentiers in Francia, 1910-2010
Il forte calo della quota del centile superiore (l’1% corrispondente ai redditi più elevati) tra il 1914 e il 1945 è dovuto al crollo degli alti redditi da capitale.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.
Riassumendo: in Francia, nel XX secolo, la riduzione delle disuguaglianze si identifica in larga misura con il collasso dei rentiers e con il crollo dei più alti redditi da capitale. A dispetto delle ottimistiche previsioni di Kuznets, non sembra operante, sul lungo termine, alcun processo strutturale di compressione generalizzata delle disuguaglianze – in particolare delle disuguaglianze determinate dal lavoro.
Si tratta, in merito alla dinamica storica della distribuzione delle ricchezze, di una lezione decisiva: la più importante lezione del XX secolo. Ingigantita dal fatto che la troviamo confermata, con solo lievi variazioni, in tutti i paesi sviluppati.