La crescita sul lunghissimo periodo
Prima di arrivare a parlare delle tendenze attuali, risaliamo indietro nel tempo e cerchiamo di analizzare le fasi e gli ordini di grandezza della crescita mondiale dalla Rivoluzione industriale in poi. Esaminiamo innanzitutto i tassi di crescita sul lunghissimo periodo indicati nella tabella 2.1. Ne ricaveremo molti segnali importanti.
Tabella 2.1.
La crescita mondiale dopo la Rivoluzione
industriale
Tra il 1913 e il 2012 il tasso di crescita del PIL mondiale è stato in media del 3% annuo. Il tasso può scomporsi in 1,4% per la popolazione mondiale e 1,6% per il PIL pro capite.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c
Si rileva in primo luogo che lo slancio dello sviluppo, a partire dal XVIII secolo, è un fenomeno che mette in gioco tassi di crescita annui relativamente modesti. In secondo luogo che si tratta di un fenomeno le cui componenti demografiche ed economiche hanno più o meno la stessa ampiezza. Secondo le migliori stime disponibili, il tasso di crescita del PIL mondiale è stato in media, tra il 1700 e il 2012, dell’1,6% annuo, di cui lo 0,8% annuo per la crescita della popolazione e lo 0,8% annuo per la crescita del prodotto pro capite.
Livelli del genere possono apparire bassi dal punto di vista del dibattito attuale, in cui spesso si considerano insignificanti i tassi di crescita inferiori all’1% annuo, e in cui a volte si pensa che una crescita degna di questo nome non debba essere inferiore al 3 o al 4% annuo, o anche più, come è accaduto in Europa nei corso dei Trente glorieuses o come sta accadendo in Cina oggi.
Ma, quando viene calcolato su un lunghissimo periodo, un ritmo di crescita dell’ordine dell’1% annuo, per la popolazione come per il prodotto pro capite, come quello osservato dal 1700 in poi, va in realtà considerato molto rapido, e senza pari rispetto alle crescite zero, o quasi, osservate nel corso dei secoli precedenti alla Rivoluzione industriale.
Di fatto, secondo i calcoli di Maddison, i tassi di crescita demografici ed economici sono stati, tra l’anno 0 e il 1700, inferiori all’1% annuo (più esattamente lo 0,06% annuo per la popolazione e lo 0,03% annuo per il prodotto pro capite).1
La precisione di queste stime è chiaramente illusoria: le conoscenze di cui disponiamo circa l’aumento della popolazione mondiale tra l’anno 0 e il 1700 sono alquanto limitate – e quelle riguardanti l’evoluzione del prodotto per abitante sono quasi nulle. Tuttavia, per quanto incerti siano i dati, la cui esattezza non ha del resto molta importanza, non c’è dubbio che i ritmi di crescita dall’antichità alla Rivoluzione industriale siano stati estremamente deboli, in ogni caso inferiori allo 0,1-0,2% annuo. Per una semplice ragione: ritmi superiori implicherebbero una popolazione microscopica – e poco plausibile – all’inizio della nostra era, oppure livelli di vita nettamente inferiori alle soglie di sussistenza comunemente ammesse. Per la stessa ragione, la crescita dei secoli a venire è sicuramente destinata a fissarsi su livelli molto bassi, quantomeno in ragione della componente demografica.