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DISUGUAGLIANZE E CONCENTRAZIONE: PRIMI RISCONTRI
Nella Parte seconda del libro abbiamo studiato la dinamica del rapporto capitale/reddito in rapporto ai paesi considerati nel loro complesso e la dinamica della distribuzione globale del reddito nazionale tra redditi da capitale e redditi da lavoro, senza occuparci direttamente della disuguaglianza dei redditi e della proprietà dei patrimoni a livello individuale. In particolare, per comprendere le dinamiche del rapporto capitale/reddito e della divisione capitale-lavoro nel corso del XX secolo, abbiamo analizzato le gravi catastrofi economiche legate al periodo 1914-45, dalle quali tanto l’Europa quanto il mondo intero si sono ripresi da poco. Da qui, l’impressione diffusa che il capitalismo patrimoniale – così prospero in questo inizio di XXI secolo – sia una cosa tutta nuova, mentre si tratta in realtà e in larga misura di una replica del passato, tipica di un mondo caratterizzato da una crescita lenta, esattamente come il mondo del XIX secolo.
È ora nostro compito introdurre direttamente, nella Parte terza del volume, lo studio delle disuguaglianze e delle ripartizioni a livello individuale. Nei prossimi capitoli, vedremo che le guerre mondiali e le politiche pubbliche che ne sono derivate hanno svolto in ugual misura un ruolo fondamentale nel processo di riduzione delle disuguaglianze nel XX secolo – un processo che non ha niente di naturale e di spontaneo, contrariamente alle previsioni ottimistiche della teoria di Kuznets. Vedremo anche che le disuguaglianze sono ricresciute con forza dopo gli anni settanta-ottanta del Novecento, anche se con sensibili variazioni tra paese e paese, il che conferma ancora una volta il ruolo cruciale svolto dalle diverse istituzioni e dalle diverse politiche. Analizzeremo pure la crescente importanza sia dell’eredità sia del reddito da lavoro sul lunghissimo periodo, da un punto di vista insieme storico e teorico: da dove nasce la diffusa convinzione secondo cui la crescita moderna favorirebbe naturalmente il lavoro rispetto all’eredità, o la competenza rispetto alla nascita? Ne siamo poi così sicuri? Infine, nell’ultimo capitolo della Parte terza, studieremo le prospettive d’evoluzione della distribuzione dei patrimoni a livello mondiale nei decenni a venire: il XXI secolo conoscerà un grado di disuguaglianza ancora superiore a quello del XIX, sempre che non lo stia già conoscendo? In che cosa la struttura delle disuguaglianze nel mondo di oggi è realmente diversa da quella prevalente durante la Rivoluzione industriale o nelle società rurali tradizionali? La Parte seconda del libro ci ha già segnalato alcune piste, ma solo l’analisi della struttura delle disuguaglianze a livello individuale ci permetterà di rispondere alla domanda chiave.
Prima di procedere lungo il percorso indicato, dovremo, nel presente capitolo, familiarizzare con le nozioni e gli ordini di grandezza. Cominciamo con il notare che la disuguaglianza dei redditi può, in tutte le società, suddividersi in tre componenti: la disuguaglianza dei redditi da lavoro; la disuguaglianza della proprietà da capitale e dei redditi che ne derivano; il nesso tra le prime due componenti. Il famoso discorso che Vautrin rivolge a Rastignac in Papà Goriot rappresenta senza dubbio l’introduzione più valida alla nostra problematica.