Il capitale privato espresso in annualità di reddito disponibile
Occorre anche sottolineare che nei paesi ricchi, nel periodo 2000-10, il rapporto capitale/reddito raggiungerebbe livelli ancora più elevati – senza dubbio i più alti livelli storici mai raggiunti – se si esprimesse il totale dei patrimoni privati in annualità di reddito disponibile, e non di reddito nazionale, come si è fatto fin qui. La questione, all’apparenza solo di natura tecnica, merita alcuni chiarimenti.
Il reddito disponibile delle famiglie, o più semplicemente il “reddito disponibile”, misura, come indica il nome, il reddito monetario di cui dispongono direttamente le famiglie in un dato paese. Per definizione, per passare dal reddito nazionale al reddito disponibile, bisogna dedurre tutte le imposte, le tasse e i prelievi, e aggiungere i trasferimenti di liquidità (pensioni di vecchiaia, indennità di disoccupazione, indennità di famiglia, redditi minimi sociali ecc.). Fino all’inizio del XX secolo, lo Stato e i diversi enti pubblici svolgono un ruolo piuttosto limitato nella vita economica e sociale (il totale dei prelievi è dell’ordine del 10% del reddito nazionale, il che serve a finanziare i più importanti servizi pubblici quali polizia, esercito, giustizia, manutenzione delle strade ecc.), per cui il reddito disponibile equivale in genere a circa il 90% del reddito nazionale. Nel corso del XX secolo, però, il ruolo dello Stato si è notevolmente accresciuto, per cui il reddito disponibile equivale oggi, nei differenti paesi ricchi, a non più del 70-80% del reddito nazionale. La conseguenza invitabile è che, se si esprime il totale dei patrimoni privati in annualità di reddito disponibile (e non di reddito nazionale), come a volte si fa, si ottengono livelli di gran lunga più elevati. Per esempio, nel periodo 2000-10, il capitale privato equivale, nei paesi ricchi, più o meno a quattro-sette annualità di reddito nazionale, vale a dire a cinque-nove annualità di reddito disponibile (cfr. grafico 5.4).
Grafico 5.4.
Il capitale privato espresso in annualità di
reddito disponibile
Espresso in annualità di reddito disponibile per le famiglie (70%-80% del reddito nazionale), il rapporto capitale/reddito appare più alto di quello espresso in annualità di reddito nazionale.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.
I due differenti modi di misurare il rapporto capitale/reddito si spiegano a seconda del punto di vista che si desidera adottare sui temi. Il rapporto espresso in annualità di reddito disponibile pone l’accento sulle realtà strettamente monetarie e sottolinea l’ampiezza raggiunta oggi dai patrimoni rispetto ai redditi annui di cui dispongono direttamente le famiglie (per esempio per risparmiare). Esso corrisponde in qualche misura alla realtà concreta vissuta direttamente dalle famiglie in rapporto al loro conto in banca, ed è importante tenere a mente tali ordini di grandezza. Occorre tuttavia notare che il divario tra reddito disponibile e reddito nazionale quantifica per definizione il valore dei servizi pubblici di cui beneficiano gratuitamente le famiglie, in particolare quelli relativi all’istruzione e alla sanità, finanziati direttamente dal potere pubblico. Ora, questi “trasferimenti in natura” valgono quanto i trasferimenti monetari calcolati nel reddito disponibile: nel senso che evitano alle persone interessate di dover sborsare somme analoghe – o a volte anche più elevate – a favore delle scuole e degli ospedali privati. Ignorarli vorrebbe dire distorcere talune dinamiche o confronti tra paesi. Ecco perché preferiamo esprimere i patrimoni in annualità di reddito nazionale, ossia privilegiare un metodo che adotta un punto di vista economico – e non strettamente monetario – riguardo alla nozione di reddito. Nel complesso del libro, quando ci riferiamo al rapporto capitale/reddito, senza altra precisazione, facciamo sempre riferimento al rapporto tra lo stock di capitale e il flusso di reddito nazionale.16