Ritorno al discorso di Vautrin

Per farsi un’idea ancora più concreta del valore dell’eredità nella vita di tutti, e in particolare per rispondere con cognizione di causa all’interrogativo esistenziale posto dal discorso di Vautrin (quale tenore di vita ci è consentito raggiungere con l’eredità, e quale tenore di vita ci è consentito raggiungere con il lavoro?), il modo migliore di procedere consiste nel porsi al livello delle generazioni che si sono succedute in Francia dall’inizio del XIX secolo, e confrontare tra loro i vari tipi di risorse cui hanno attinto nel corso della loro vita. La prospettiva generazionale, comprensiva del significato di un’intera vita, è l’unica in grado di farci capire come l’eredità non sia una risorsa supplementare che si riceve ogni anno.26

Esaminiamo innanzitutto la curva descritta dalla quota corrispondente in media all’eredità, nel totale delle risorse ricevute dai figli nati in Francia nel periodo 1790-2030 (cfr. grafico 11.9). L’abbiamo ottenuta procedendo nel seguente modo. Partendo dalle nostre classi di reddito relative al flusso successorio annuo, e dai dati dettagliati disponibili sull’età dei defunti, degli eredi, dei donatori e delle donatrici per l’intero periodo 1790-2030, abbiamo calcolato la quota dell’eredità nel totale delle risorse ricevute nel corso di una vita in rapporto all’anno di nascita. Tutte le risorse – eredità (successioni e donazioni) da un lato, redditi da lavoro dall’altro (previa deduzione delle imposte27) – sono state quantificate sull’arco di un’intera vita, utilizzando il tasso di rendimento netto medio da capitale vigente in Francia nel corso dei vari anni. Si tratta, a prima vista, del metodo più corretto, anche se va notato che porta a sottostimare leggermente la quota dell’eredità nel caso in cui gli ereditieri (e i patrimoni elevati in genere) giungano a maturare un rendimento più alto del risparmio frutto dei redditi da lavoro.28

Grafico 11.9.
La quota dell’eredità nel totale delle risorse (eredità e lavoro) delle generazioni nate in Francia negli anni 1790-2030

Nel XIX secolo l’eredità equivaleva al 25% delle risorse dei giovani; per i nati nel periodo 1910-20 (che avrebbero dovuto ereditare verso il 1950-60), equivaleva ad appena il 10%.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.

I risultati ottenuti sono i seguenti. Se si considera l’insieme delle persone nate in Francia negli anni novanta del Settecento, si constata che l’eredità equivale a circa il 24% del totale delle risorse ricevute nel corso della loro vita, e che pertanto i redditi da lavoro equivalgono in teoria a circa il 76% del totale delle risorse. Per le persone nate negli anni dieci dell’Ottocento, la quota dell’eredità è del 25% e quella dei redditi da lavoro è del 75%. E così via per tutte le generazioni del XIX secolo, quantomeno per quelle che hanno ereditato prima della prima guerra mondiale. Si noterà che la quota dell’eredità nel totale delle risorse, che si aggira intorno al 25% nel XIX secolo, è leggermente più elevata del livello del flusso successorio espresso in proporzione del reddito nazionale (circa il 20-25% nello stesso periodo): ciò si spiega con il fatto che i redditi da capitale – generalmente un terzo circa del reddito nazionale – sono di fatto riattribuiti per una parte all’eredità e per l’altra ai redditi da lavoro.29

Per le generazioni nate a partire dagli anni settanta-ottanta dell’Ottocento, la quota dell’eredità nel totale delle risorse comincia progressivamente a scendere: il fenomeno dipende dal fatto che una parte crescente di quelle persone avrebbe dovuto ricevere l’eredità dopo la prima guerra mondiale, per cui la quota che tocca loro è in pratica molto inferiore al previsto, considerando i dissesti subiti dai capitali dei genitori. Il punto più basso riguarda le generazioni nate negli anni dieci-venti del Novecento, le quali avrebbero dovuto ereditare nell’immediato secondo dopoguerra e nel corso degli anni cinquanta-sessanta, vale a dire nel momento in cui il flusso successorio è al suo punto più basso, per cui l’eredità equivale, per loro, ad appena l’8-10% del totale delle risorse. La ripresa ha inizio con le generazioni nate tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, che ereditano perlopiù negli anni settanta-novanta, ed ereditano il 12-14% del totale delle risorse. Ma è soprattutto per le generazioni nate a partire dagli anni settanta-ottanta, che cominciano a ricevere donazioni e successioni nei primi anni del XXI secolo, che l’eredità torna a raggiungere valori mai più visti dopo il XIX secolo: attorno al 22-24% del totale delle risorse. Ecco spiegato come siamo usciti dall’evento storico, in sé clamoroso, della “fine dell’eredità”, ed ecco spiegato come le diverse generazioni del XX secolo hanno vissuto esperienze dissimili in materia di risparmio e di capitale: le schiere dei baby-boomers hanno dovuto insomma costruirsi da sé, quasi quanto le generazioni del periodo tra le due guerre e dei primi del secolo, schiacciate dal peso dei conflitti, mentre chi è nato nell’ultimo terzo del XX secolo può godersi i frutti dell’eredità quasi quanto le generazioni del XIX secolo e del XXI secolo.

Il capitale nel XXI secolo
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