Un caso più complesso: la trasformazione delle disuguaglianze negli Stati Uniti

Passiamo ora a esaminare il caso americano, la cui originalità sta appunto nel fatto che gli ultimi decenni hanno visto emergere una società di “superdirigenti”. Precisiamo innanzitutto un dato: per gli Stati Uniti abbiamo fatto il possibile per stabilire categorie di reddito storiche compatibili, nei limiti del consentito, con quelle francesi. In particolare, nei grafici 8.5 e 8.6, abbiamo raffigurato, per gli Stati Uniti, esattamente le stesse classi di reddito presentate nei grafici 8.1 e 8.2 per il caso francese: si tratta solo di comparare la crescita del decile superiore e del centile superiore della gerarchia dei redditi da una parte e della gerarchia dei salari dall’altra. Precisiamo che, negli Stati Uniti, l’imposta federale sul reddito è stata creata nel 1913, al termine di un lungo confronto con la Corte suprema.23 I dati desunti dalle dichiarazioni dei redditi americane sono globalmente compatibili con i dati francesi, anche se un po’ meno dettagliati. Per esempio, lo spoglio delle dichiarazioni per livello di reddito viene sì eseguito ogni anno a partire dal 1913, ma bisogna aspettare il 1927 per disporre anche dello spoglio a seconda del livello di salario, per cui le categorie di reddito relative alla distribuzione dei salari americani anteriori al 1927 non sono del tutto attendibili.24

Grafico 8.5.
La disuguaglianza dei redditi negli Stati Uniti, 1910-2010

La quota del decile superiore è passata da meno del 35% del reddito nazionale negli anni settanta a quasi il 50% tra il 2000 e il 2010.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.

Grafico 8.6.
Scomposizione del decile superiore negli Stati Uniti, 1910-2010

La crescita della quota del decile superiore dopo gli anni settanta è dovuta principalmente al centile superiore.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.

Dal raffronto tra la traiettoria francese e quella americana emergono con chiarezza numerose analogie ma anche numerose differenze. Cominciamo con l’esaminare la crescita generale della quota del decile superiore della distribuzione dei redditi nella composizione del reddito nazionale americano (cfr. grafico 8.6). Il fatto che più colpisce è che nel corso del XX secolo e nel primo decennio del XXI il tasso di disuguaglianza degli Stati Uniti è molto cresciuto rispetto a quello francese ed europeo, mentre all’inizio del XX secolo era vero esattamente il contrario. La complessità deriva dal fatto che non si tratta di un semplice ritorno alla realtà del passato: la disuguaglianza americana di oggi non è quantitativamente meno estrema di quella che affliggeva la vecchia Europa intorno al 1900-10, è solo del tutto cambiata la sua struttura.

Andiamo con ordine. Durante la belle époque, la disuguaglianza dei redditi sembra molto più forte nel Vecchio Continente. Nei primi due decenni del Novecento, secondo i dati a nostra disposizione, il decile superiore della gerarchia dei redditi detiene negli Stati Uniti poco più del 40%, contro il 45-50% in Francia (e nel Regno Unito si tratta di una percentuale anche superiore, come vedremo più avanti). Il che equivale a una duplice differenza: da un lato, in Europa, il rapporto capitale/reddito era più elevato, come del resto la quota del capitale nella composizione del reddito nazionale (lo abbiamo già analizzato nella Parte seconda); dall’altro, nel Nuovo Mondo, la disuguaglianza nella proprietà del capitale era un po’ meno estrema. Con ciò, non intendiamo certo dire che la società americana del 1900-1910 rispecchiasse l’ideale mitico di una società ugualitaria di pionieri. Per la verità, gli Stati Uniti erano già allora una società fortemente disuguale, molto più dell’Europa di oggi. Basta rileggere Henry James, o sapere che un personaggio orribile come Hockney, nel lusso del Titanic, nel 1912, è esistito nella realtà e non solo nell’immaginazione di James Cameron, per rendersi conto che anche a Boston, a New York o a Filadelfia, e non solo a Parigi o a Londra, esisteva una società di rentiers. Semplicemente, la disuguaglianza della distribuzione del capitale, e dunque dei redditi, era negli Stati Uniti più attenuata che in Francia o nel Regno Unito. In concreto, nel Nuovo Mondo, i rentiers erano meno numerosi e meno opulenti, rispetto alla media del livello di vita americano, di quanto non fossero in Europa. E dobbiamo capire il perché.

La disuguaglianza dei redditi cresce con grande intensità nell’America degli anni venti e tocca un primo picco alla vigilia della crisi del 1929, con quasi il 50% del reddito nazionale per il decile superiore, ossia un livello molto più alto di quello europeo negli stessi anni – il quale è diminuito per effetto del grave dissesto subito dai capitali europei dopo il 1914. Tuttavia, la disuguaglianza americana non è la disuguaglianza europea: per esempio, dal grafico 8.5 si noterà l’importanza già decisiva delle plusvalenze negli alti redditi americani, frutto dell’euforia della borsa nel corso degli anni venti.

Durante la crisi economica mondiale degli anni trenta, particolarmente violenta negli Stati Uniti, che ne sono l’epicentro, e poi durante la seconda guerra mondiale, nel contesto di un paese interamente concentrato sullo sforzo bellico (oltre che sull’uscita dalla propria crisi), assistiamo a una notevolissima compressione delle disuguaglianze, paragonabile per certi versi a quella che osserviamo in Europa nello stesso periodo. Di fatto, come abbiamo visto nella Parte seconda, i traumi subiti dai capitali americani sono tutt’altro che trascurabili: se le due guerre non causano in America distruzioni fisiche, causano tuttavia gravi dissesti legati alla Grande depressione e ai pesanti interventi fiscali decisi dal governo federale negli anni trenta-quaranta. In ogni caso, se consideriamo il periodo 1910-50 nel suo insieme, rileviamo che la compressione delle disuguaglianze è, negli Stati Uniti, molto meno forte che in Francia (e più in generale in Europa). Riassumendo: gli Stati Uniti, alla vigilia della prima guerra mondiale, partivano da un picco di disuguaglianza meno alto e, all’indomani della seconda guerra mondiale, sono arrivati a toccare un punto basso “meno basso”. Il periodo 1914-45 è la storia del suicidio dell’Europa e della sua società di rentiers, non del suicidio dell’America.

Il capitale nel XXI secolo
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