Le tappe della crescita demografica

Riprendiamo l’analisi della crescita della popolazione mondiale.

Se il ritmo di crescita demografica osservato tra il 1700 e il 2012 – ovvero lo 0,8% annuo in media – fosse stato il medesimo fin dall’antichità, la popolazione mondiale, tra l’anno 0 e il 1700, si sarebbe moltiplicata per quasi centomila. Tenendo conto del fatto che la popolazione del 1700 viene stimata attorno ai 600 milioni di abitanti, dovremmo coerentemente supporre, al tempo di Cristo, una quantità di popolazione irrisoria (meno di 10.000 abitanti in tutto il pianeta). Anche un tasso dello 0,2% cumulato su 1700 anni comporterebbe, all’inizio della nostra era, una popolazione mondiale di soli 20 milioni di abitanti, quando invece le informazioni disponibili ci parlano di una popolazione superiore ai 200 milioni, di cui circa 50 sul territorio del solo Impero romano. Dando per scontate le inesattezze delle fonti storiche e delle stime della popolazione mondiale riguardo alla suddetta epoca, è fuor di dubbio che la crescita demografica media tra l’anno 0 e il 1700 sia stata nettamente inferiore allo 0,2% annuo, e quasi sicuramente inferiore allo 0,1%.

Contrariamente a quanto comunemente si pensa, questo regime malthusiano di crescita molto lenta non ha mai comportato una situazione di completa stagnazione demografica. La progressione è stata certo estremamente lenta, e la crescita cumulata su più generazioni si è spesso azzerata nel giro di pochi anni a causa delle gravi crisi sanitarie e alimentari.2 Resta comunque il fatto che la popolazione pare essere aumentata di un quarto tra l’anno 0 e il 1700, periodo nel corso del quale la crescita della popolazione si è avvicinata allo 0,2% annuo. L’accelerazione della crescita demografica è, verosimilmente, un processo graduale consistente con il progresso delle conoscenze mediche e delle condizioni sanitarie, quindi caratterizzato da dinamiche molto lente.

In realtà, solo a partire dal 1700 la crescita demografica accelera sensibilmente: nel XVIII secolo, con tassi di crescita medi dell’ordine dello 0,4% annuo, nel XIX, con tassi di crescita medi dell’ordine dello 0,6% annuo. L’Europa, il continente che, con la sua appendice americana, conosce tra il 1700 e il 1913 il progresso demografico più forte, vede invece, nel XX secolo, invertirsi il processo: il tasso di crescita della popolazione europea si dimezza, con lo 0,4% annuo tra il 1913 e il 2013 contro lo 0,8% tra il 1820 e il 1913. È il ben noto fenomeno della transizione demografica: il continuo allungamento dell’aspettativa di vita non basta più a compensare l’abbassamento della natalità, e il ritmo di crescita della popolazione torna lentamente verso bassi livelli.

In Asia e in Africa, nondimeno, la natalità rimane molto più alta che in Europa, e la crescita demografica dei due continenti raggiunge nel XX secolo livelli vertiginosi: 1,5-2% annuo, con una quantità di popolazione moltiplicata per cinque, o anche più, in un secolo. L’Egitto, all’inizio del XX secolo, contava poco più di 10 milioni di abitanti: oggi ne conta più di 80 milioni. La Nigeria o il Pakistan superavano di poco i 20 milioni: oggi la loro popolazione supera i 160 milioni.

È interessante notare che i ritmi di crescita demografica raggiunti dall’Asia e dall’Africa nel XX secolo – ossia 1,5-2% annuo – sono più o meno gli stessi osservati in America nel XIX e nel XX secolo (cfr. tabella 2.3). Gli Stati Uniti sono passati da meno di 3 milioni di abitanti negli anni ottanta del Settecento a 100 milioni negli anni dieci del Novecento e a più di 300 milioni esattamente un secolo dopo, moltiplicando per più di cento in poco più di due secoli il numero di persone. La differenza sostanziale – pare evidente – è che la crescita demografica del Nuovo Mondo è dovuta in larga parte alle migrazioni dagli altri continenti, in particolare dall’Europa, mentre l’1,5-2% della crescita demografica raggiunto da Asia e Africa nel XX secolo è interamente imputabile alla crescita naturale (eccedenza delle nascite sui decessi).

Conseguenza della crescita demografica incontrollata: il tasso di crescita della popolazione a livello mondiale raggiunge nel XX secolo la cifra record dell’1,4% annuo, mentre nel XVIII e nel XIX secolo era stato appena dello 0,4-0,6% (cfr. tabella 2.3).

Tabella 2.3.
La crescita demografica dopo la Rivoluzione industriale

Tra il 1913 e il 2012 il tasso di crescita della popolazione mondiale è stato dell’1,4% annuo, di cui lo 0,4% per l’Europa, l’1,7% per l’America ecc.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c. Le previsioni indicate per la popolazione nel 2012-2100 corrispondono allo “scenario principale” prefigurato dall’ONU.

È importante rendersi conto che stiamo appunto uscendo da questo processo di accelerazione indefinita del ritmo di crescita demografica. Tra il 1970 e il 1990 la popolazione mondiale cresce di oltre l’1,8% annuo, record storico molto vicino al record storico assoluto osservato tra il 1950 e il 1970 (1,9%). E tra il 1990 e il 2012 il ritmo è ancora dell’1,3% annuo, ossia un ritmo estremamente rapido.3

Secondo le previsioni ufficiali, la transizione demografica a livello mondiale, vale a dire la stabilizzazione della popolazione del pianeta, dovrebbe adesso accelerare. Secondo lo “scenario principale” prefigurato dalle Nazioni Unite, il tasso di crescita della popolazione potrebbe superare lo 0,4% annuo da qui al 2030-40 per stabilizzarsi intorno allo 0,1% a partire dal 2070-80. Se queste previsioni si realizzassero, si tratterebbe di un ritorno al regime di bassissima crescita demografica prevalente prima del 1700. Nel qual caso il tasso di crescita demografica del pianeta avrebbe seguito, nel periodo 1700-2100, una gigantesca curva a U rovesciata, toccando un vertice spettacolare, vicino al 2% annuo, tra il 1950 e il 1990 (cfr. grafico 2.2).

Occorre ancora precisare che la crescita demografica debole prevista per la seconda metà del XXI secolo (0,2% tra il 2050 e il 2100) è interamente a carico del continente africano (con una crescita dell’1% annuo). Negli altri tre continenti, la popolazione dovrebbe o ristagnare (0,0% in America) o diminuire (-0,1% in Europa e -0,2% in Asia). Una situazione di decrescita prolungata del genere costituirebbe, in tempo di pace, un’esperienza sconosciuta nella storia (cfr. tabella 2.3).

Grafico 2.2.
Il tasso di crescita della popolazione mondiale dall’antichità al 2100

Il tasso di crescita della popolazione mondiale dal 1950 al 2012 ha superato l’1% e dovrebbe tornare verso lo 0% da qui alla fine del XXI secolo.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.
Il capitale nel XXI secolo
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