Dalla “società dei rentiers” alla “società dei dirigenti”
Nel 1932, malgrado la crisi economica, i redditi da capitale continuano a costituire la principale fonte di reddito per quello 0,5% della popolazione che detiene i redditi più elevati (cfr. grafico 8.3).5 Se proviamo a misurare allo stesso modo la composizione dei redditi elevati nel primo decennio del XXI secolo, notiamo che la realtà è profondamente cambiata. È vero che, oggi come ieri, i redditi da lavoro scompaiono gradualmente man mano che si procede verso l’alto nella gerarchia dei redditi, così come i redditi da capitale diventano via via prevalenti nell’ambito dei centili e dei millili superiori della distribuzione (questa realtà strutturale è rimasta identica), ma la differenza di fondo è che oggi dobbiamo salire molto più in alto di ieri nella gerarchia sociale perché il capitale prevalga sul lavoro. Oggi i redditi da capitale sopravanzano i redditi da lavoro solo all’interno di un gruppo sociale piuttosto ristretto: lo 0,1% detentore dei redditi più elevati (cfr. grafico 8.4). Nel 1932 quel gruppo sociale era cinque volte più numeroso, durante la belle époque dieci volte.
Grafico 8.3.
La composizione dei redditi alti in Francia
nel 1932
I redditi da lavoro tendono a diminuire man mano che si procede nel decile superiore della gerarchia dei redditi. Cfr. grafico 8.1. “P90-95” raggruppa le persone che si trovano tra il centile 90 e il centile 95; “P95-99” raggruppa il 4% successivo, “P99-99,5” lo 0,5% successivo ecc. Redditi da lavoro: salari, bonus, indennità, pensioni di vecchiaia. Redditi da capitale: dividendi, interessi, affitti. Redditi misti: redditi delle professioni non salariate e degli imprenditori individuali.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.
Grafico 8.4.
La composizione dei redditi alti in Francia
nel 2005
I redditi da capitale prevalgono nello 0,1% dei redditi più elevati in Francia nel 2005, mentre nel 1932 la percentuale era dello 0,5.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.
Non facciamoci trarre in inganno: si tratta in realtà di un cambiamento notevole. Il centile superiore ha una grande importanza nell’ambito di una società (strutturandone il paesaggio economico e politico), il millile superiore molto meno6 È una questione di centesimi e millesimi, ma è una questione importante: ci sono dei momenti in cui la quantità diventa qualità. Il cambiamento spiega anche perché la quota del centile superiore della gerarchia dei redditi nella composizione del reddito nazionale è oggi poco più alta della quota del centile superiore dei salari nella composizione della massa salariale: i redditi da capitale assumono un’importanza decisiva soltanto nella fascia del millile superiore, o del dieci-millile superiore, per cui hanno ben poco peso per quanto riguarda la quota del centile superiore considerata nel suo complesso.
Siamo insomma passati in larga misura da una società di rentiers a una società di alti dirigenti, ossia da una società in cui il centile superiore era pesantemente dominato dai rentiers (che detengono un patrimonio abbastanza grande per vivere delle rendite annue prodotte dal capitale posseduto) a una società in cui il vertice della gerarchia dei redditi – compreso il centile superiore – è composto in larga maggioranza da salariati ad alto salario, da persone che vivono, con molta agiatezza, del reddito del loro lavoro. Potremmo anche dire, più esattamente, o se volessimo essere meno positivi, che siamo passati da una società di super-rentiers a una società di rentiers meno esclusiva di quella passata, con un maggiore equilibrio tra il successo conquistato con il lavoro e il successo conquistato con il capitale. È essenziale insistere sul fatto che un cambiamento tanto radicale non è affatto dovuto, in Francia, a un qualche allargamento della gerarchia salariale (globalmente stabile, sul lungo periodo: il salariato non è mai stato quel blocco omogeneo che a volte s’immagina), e si spiega per intero con il forte calo dei redditi da capitale.
Riassumendo: in Francia, nella scala gerarchica, sono i rentiers – perlomeno i nove decimi di loro – a essere scesi al di sotto dei dirigenti, non sono i dirigenti ad avere sopravanzato i rentiers. Sarà nostro compito comprendere le ragioni di una simile trasformazione a lungo termine, la quale in sé e per sé non ha nulla di ovvio. Non abbiamo forse visto, nella Parte seconda, che il rapporto capitale/reddito ha, oggi come oggi, quasi raggiunto il florido livello della belle époque? Nel caso, quindi, possiamo considerare ovvio, tra il 1914 e il 1945, il tracollo dei rentiers, ma troviamo tutt’altro che ovvio, e anzi molto più stimolante, per non dire più importante, comprendere le esatte ragioni della loro mancata rinascita. Tra i fattori strutturali che hanno limitato la concentrazione dei patrimoni dopo la seconda guerra mondiale e che hanno perciò contribuito a impedire – fino a oggi – la rinascita di una società di rentiers così esclusiva come quella anteriore alla prima guerra mondiale, va certo inclusa l’istituzione di una tassazione pesantemente progressiva sia dei redditi sia dei patrimoni sia delle successioni (quasi inesistente nel XIX secolo e fino agli anni venti del XX), ma vedremo come abbiano svolto un ruolo significativo, e potenzialmente altrettanto rilevante, anche altri fattori.