Il rapporto capitale/reddito
Dopo aver definito i concetti di reddito e di capitale, possiamo enunciare la prima elementare legge che collega le due nozioni. Cominciamo con il definire il rapporto capitale/reddito.
Il reddito è un flusso. Corrisponde alla quantità di ricchezza prodotta e distribuita nel corso di un dato periodo (in genere, come periodo di riferimento, si sceglie un anno).
Il capitale è uno stock. Corrisponde alla quantità totale di ricchezza posseduta in un dato momento. Lo stock proviene dalle ricchezze acquisite o accumulate nel corso di tutti gli anni precedenti.
Il modo più naturale e più fruttuoso per misurare la rilevanza del capitale in una data società consiste nel dividere lo stock di capitale per il flusso annuo di reddito. L’indice capitale/reddito, o rapporto capitale/reddito, lo chiameremo β.
Per esempio, se il valore totale del capitale di un paese equivale a sei anni di reddito nazionale, avremo allora la formula β = 6 (o β = 600%).
Attualmente, nei paesi sviluppati, il rapporto capitale/reddito si colloca in genere tra 5 e 6, e proviene quasi unicamente dal capitale privato. Oggi, in Francia e nel Regno Unito, in Germania e in Italia, negli Stati Uniti e in Giappone, il reddito nazionale raggiunge quindi i 30.000-35.000 euro circa pro capite, mentre il totale dei patrimoni privati (al netto dei debiti) si aggira in genere sui 150.000-200.000 euro pro capite, ossia tra le 5 e le 6 annualità di reddito nazionale. Esistono tuttavia variazioni interessanti tra paese e paese, dentro come fuori dall’Europa: per cui il rapporto è superiore a 6 in Giappone e in Italia, e inferiore a 5 negli Stati Uniti e in Germania; il patrimonio pubblico è insomma positivo in alcuni paesi e leggermente negativo in altri. Studieremo nel dettaglio il fenomeno nei prossimi capitoli. Per ora è sufficiente tenere a mente questi ordini di grandezza, che aiutano a fissare in modo proficuo idee e concetti.10
Il fatto che il reddito nazionale, oggi, nei paesi ricchi, si aggiri intorno ai 30.000 euro pro capite all’anno (2500 euro al mese) non significa evidentemente che ciascun abitante disponga di tale somma. Come tutte le medie, il reddito medio maschera enormi disparità: di fatto, molti hanno un reddito nettamente inferiore ai 2500 euro al mese, e altri hanno redditi che superano i 2500 euro molte decine di volte. Le disparità di reddito provengono da un lato dalla disuguaglianza dei redditi da lavoro, dall’altra dalla disuguaglianza ancor più forte dei redditi da capitale, la quale deriva a sua volta dall’estrema concentrazione dei patrimoni. Il reddito nazionale medio significa semplicemente che se si potesse distribuire a ciascuno la stessa quota di reddito, senza modificare il livello globale del prodotto e del reddito nazionale, questo reddito si aggirerebbe intorno ai 2500 euro al mese.11
Così, dire che un patrimonio privato si aggira sui 180.000 euro pro capite, ossia sei annualità di reddito medio, non vuol dire che ciascun abitante possieda un tale capitale. Moltissimi abitanti possiedono un patrimonio nettamente inferiore, mentre pochissimi possiedono svariati milioni o decine di milioni di capitale. Per la maggior parte della popolazione, il patrimonio si riduce sovente a poca cosa, a una cifra nettamente inferiore a un’annualità di reddito, per esempio qualche migliaia di euro d’attivo su un conto in banca, l’equivalente di qualche settimana o qualche mese di salario. Alcuni hanno addirittura un patrimonio negativo, quando i beni che possiedono hanno un valore inferiore ai debiti che hanno accumulato. Al contrario, altri possiedono patrimoni considerevoli, che equivalgono a dieci o venti annualità, o anche più, del loro reddito. Il rapporto capitale/reddito, calcolato nella misura di un paese nel suo insieme, non ci dice nulla sulle disuguaglianze all’interno di quello stesso paese. Invece il rapporto β valuta l’importanza globale del capitale in una data società, e la sua analisi costituisce dunque una priorità indispensabile per lo studio delle disuguaglianze. L’obiettivo di fondo della Parte seconda del volume sarà appunto quello di comprendere come e perché il rapporto capitale/reddito vari tra paese e paese ed evolva nella storia.
Per aiutare ciascun lettore a visualizzare in concreto la forma assunta dai patrimoni nel mondo d’oggi, è utile precisare che lo stock di capitale nei paesi sviluppati si divide attualmente in due metà più o meno uguali: capitale finalizzato a servizi da una parte, capitale produttivo finalizzato a imprese e amministrazioni dall’altra. Per semplificare, nei paesi ricchi del secondo decennio del XXI secolo ogni abitante guadagna in media circa 30.000 euro di reddito annuo, e possiede circa 180.000 euro di patrimonio, di cui 90.000 in forma di immobili abitativi e 90.000 in forma di azioni, obbligazioni e affini, piani di risparmio o quote finanziarie investite in imprese e amministrazioni.12 Esistono anche qui variazioni interessanti tra paese e paese, che analizzeremo nel prossimo capitolo. In ogni caso, come primo approccio, l’idea di una divisione in due parti dal valore più o meno comparabile costituisce un utile punto di partenza.