Redditi e patrimoni: alcuni ordini di grandezza
Per riassumere queste trasformazioni, possiamo utilizzare gli ordini di grandezza del mondo d’oggi. Attualmente, in Francia e nel Regno Unito, il reddito nazionale è dell’ordine di 30.000 euro annui pro capite, e il capitale nazionale si aggira in tutti e due i casi attorno alle sei annualità di reddito, ossia attorno ai 180.000 euro per abitante. In entrambi i paesi, i terreni agricoli non valgono quasi più nulla (poche migliaia di euro pro capite al massimo), e il capitale nazionale si divide grosso modo in due metà quasi esattamente uguali: nel senso che ciascun abitante possiede in media circa 90.000 euro di patrimonio immobiliare (che utilizza per uso proprio o affitta ad altri) e circa 90.000 euro di altri capitali interni (soprattutto capitali investiti in imprese, attraverso titoli finanziari).
Supponiamo di fare un passo indietro di tre secoli e di applicare alla società di oggi la struttura del capitale nazionale in vigore attorno al 1700, mantenendo teoricamente gli importi medi oggi in vigore, 30.000 euro per il reddito, 180.000 euro per il patrimonio. Il nostro cittadino tipo, francese o inglese, deterrebbe circa 120.000 euro in terreni agricoli, 30.000 euro in patrimonio immobiliare e 30.000 euro in altri capitali interni.8 Anche se alcuni cittadini francesi e inglesi, come i personaggi dei romanzi di Jane Austen, il John Dashwood di Mansfield Park con Norland Park o il Charles Darcy di Orgoglio e pregiudizio con Pemberly Park, possedevano centinaia di ettari di terreno – l’equivalente di decine o centinaia di milioni di euro di patrimonio – mentre la maggioranza non possedeva assolutamente nulla. Le medie qui proposte consentono comunque di farsi un’idea un po’ più concreta di come, dal XVIII secolo in poi, la struttura del capitale nazionale si sia completamente trasformata, pur mantenendo livelli analoghi rispetto al flusso annuo di reddito.
Immaginiamo adesso il nostro cittadino tipo, inglese o francese, durante la belle époque, nel primo decennio del Novecento, sempre con un reddito medio di 30.000 euro e un patrimonio medio di 180.000 euro. Già allora, nel Regno Unito, i terreni agricoli non rappresentavano più gran cosa, meno di 10.000 euro per ogni inglese, contro i 50.000 euro di patrimonio immobiliare, 60.000 euro di altri capitali interni e circa 60.000 euro di investimenti esteri. E lo stesso sostanziale equilibrio valeva per la Francia, dove i terreni agricoli rappresentavano però ancora un valore tra i 30.000 e i 40.000 euro pro capite, più o meno pari a quello degli investimenti esteri.9 In entrambi i paesi, gli attivi esteri avevano infatti assunto un rilievo considerevole. Ovviamente, anche in questo caso, non tutti possedevano le azioni del canale di Suez o i titoli di Stato russi. Queste medie, calcolate sulla popolazione nel suo complesso, ossia sommando una maggioranza di persone che non posseggono alcun attivo estero e una minoranza che ne detiene portafogli importanti, consentono comunque di valutare l’enorme massa di ricchezze accumulate nel resto del mondo, rappresentate dai capitali esteri detenuti dalla Francia e dal Regno Unito.