Il Canada: proprietà secolare della Corona inglese
È interessante come le cose si presentino in modo completamente diverso quando ci si occupa del Canada, il cui capitale interno è stato per una parte significativa posseduto – fino a un quarto del totale tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX – da investitori esteri, soprattutto britannici, in particolare nel settore delle risorse naturali (miniere di rame, zinco, alluminio, idrocarburi). Nel 1910 il capitale interno del Canada è valutato a circa il 530% del reddito nazionale. Su questo totale, l’attivo posseduto dagli investitori stranieri (sottratta la parte detenuta all’estero dagli investitori canadesi) equivale al 120% del reddito nazionale, ossia tra un quinto e un quarto del totale. Il patrimonio nazionale netto del Canada equivale dunque a circa il 410% del reddito nazionale (cfr. grafico 4.9).11
Grafico 4.9.
Il capitale in Canada, 1860-2010
In Canada una parte sostanziale del capitale interno è sempre stata di proprietà estera, e il capitale nazionale è sempre stato inferiore al capitale interno.
Fonti e dati: cfr. http://piketty.pse.ens.fr/capital21c.
La situazione è molto cambiata, soprattutto dopo le due guerre mondiali, che hanno portato gli europei a disfarsi di buona parte dei loro beni all’estero. Ma il mutamento ha richiesto tempo: dagli anni cinquanta agli anni ottanta, il debito estero netto del Canada è dell’ordine del 10% del capitale interno, in un quadro d’indebitamento pubblico crescente verso la fine del periodo, destinato peraltro a consolidarsi tra gli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio.12 Infine, dal 2010, la situazione è abbastanza simile a quella degli Stati Uniti. Il capitale interno del Canada è valutato circa il 410% del reddito nazionale del paese. Su questo totale, l’attivo posseduto dagli investitori stranieri (sottratta la parte detenuta dagli investitori canadesi all’estero) equivale a meno del 10% del reddito nazionale. In termini di posizione patrimoniale netta, il Canada è dunque detenuto per più del 98% dai canadesi e per meno del 2% dagli stranieri.13
Il confronto tra Stati Uniti e Canada è interessante, poiché è difficile trovare, nel contesto dell’America del Nord, ragioni puramente economiche capaci di spiegare evoluzioni così radicalmente diverse. È evidente che hanno svolto un ruolo determinante i fattori politici. Anche se gli Stati Uniti si sono sempre dimostrati molto aperti verso gli investimenti esteri, risulta difficile immaginare un’opinione pubblica americana disposta, nel XIX secolo, ad accettare di buon grado che un quarto del paese diventi proprietà dell’ex colonizzatore.14 Mentre in Canada, che è all’epoca una colonia britannica, il problema si avverte decisamente di meno: il fatto che una parte consistente del paese sia di proprietà del Regno Unito non è poi tanto diverso dal fatto che una parte consistente dei terreni o delle fabbriche della Scozia o del Sussex sia di proprietà dei londinesi. Anche il fatto che la posizione patrimoniale canadese sia rimasta per tanto tempo negativa deve essere collegato al distacco del Canada stesso, quindi alla sua indipendenza, senza rotture politiche violente (il paese ha cessato di essere un dominio inglese negli anni trenta, ma il capo dello Stato rimane sempre la regina d’Inghilterra), e quindi all’assenza di espropri, fenomeno che invece, nel resto del mondo, ha solitamente accompagnato i processi d’indipendenza, in particolare nel settore delle risorse naturali.