Opere 11. L'uomo Mosè e la religione monoteistica e altri scritti

Premio Goethe

1 [I passi del Faust riportati in questo saggio sono citati nella traduzione di Barbara Allason; vedi Goethe, Faust (Einaudi, Torino 1965).]

2 [Dalla poesia Warum gabst du uns die tiefen Blicke (“Perché a noi desti i profondi sguardi”) inviata nel 1776 alla signora Charlotte von Stein. Vedi la stessa citazione in L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi (1934-38) più oltre in questo volume, Terzo saggio, cap. 2, par. F, nota 444.]

3 [Dalla versione finale della poesia giovanile An den Mond (“Alla Luna”).]

4 [Freud si esprime qui per la prima volta pubblicamente sull’identità dell’autore delle opere di Shakespeare; ma vedi anche la frase aggiunta nel 1930 alla nota del 1919 all’Interpretazione dei sogni (1899, in OSF, vol. 3, nota 528), la nota del 1935 all’Autobiografia (1924, in OSF, vol. 10, nota 177), e oltre, in questo volume, L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi (1934-38), Terzo saggio, cap. 1, nota 389 e il Compendio di psicoanalisi (1938), cap. 7, nota 581. Vedi anche la lettera del 25 marzo 1934 a J. S. H. Bransom riportata in E. Jones, Vita e opere di Freud, trad. it. A. e M. Novelletto (il Saggiatore, Milano 1962), vol. 3, pp. 533 sgg.]

5 [Vedi Freud, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910, in OSF, vol. 6), par. 6.]

6 [È qui riecheggiata una citazione dal Faust, parte prima, scena dello Studio (II) riportata più ampiamente nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. A.]

7 [Faust, parte prima, scena dello Studio (II). È una delle citazioni predilette di Freud, fin dai tempi della sua autoanalisi. Vedi L’interpretazione dei sogni cit., cap. 4 e cap. 6, par. G. Ma vedi anche la lettera a Fliess del 3 dicembre 1897.]

Introduzione allo studio psicologico su Thomas Woodrow Wilson

8 [Per l’origine e l’occasione di quest’introduzione, vedi l’Avvertenza editoriale.]

9 [L’uomo politico in questione era McCombs, presidente del Comitato elettorale del partito democratico. La battuta è riportata in inglese e William C. Bullitt ne ha confermato l’autenticità.]

10 [Il Kaiser.]

11 [Sul sistema religioso della “Christian Science” vedi Il disagio della civiltà (1929, in OSF, vol. 10), par. 6 e nota 556.]

12 [Da Goethe, Faust, parte prima, scena dello Studio (I).]

13 [Shakespeare, Giulio Cesare, atto 5, scena 5.]

La perizia della Facoltà medica nel processo Halsmann

14 Nella “Sophienausgabe”, vol. 45, p. 136. [Freud cita, nella traduzione di Goethe, il seguente passo di Diderot, già citato in francese, nell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17, in OSF, vol. 8), lezione 21; sempre in francese esso viene citato ancora nel Compendio di psicoanalisi (1938) vedi oltre, cap. 7. “Si le petit sauvage était abandonné à lui-même, qu’il conservât toute son imbecillité et qu’il réunît au peu de raison de l’enfant au berceau la violence des passions de l’homme de trente ans, il tordrait le col à son père et coucherait avec sa mère.”]

15 [Vedi Freud, Dostoevskij e il parricidio (1927, in OSF, vol. 10), e più oltre, in questo volume, lo scritto sulla Sessualità femminile (1931), par. 2, nota 26.]

Tipi libidici

16 [Freud si era già avvicinato a questa classificazione dei tipi libidici nel Disagio della civiltà (1929, in OSF, vol. 10), par. 2. Essi vengono qui di seguito esaminati in un diverso ordine.]

17 [Vedi L’avvenire di un’illusione (1927, in OSF, vol. 10), par. 2.]

Sessualità femminile

18 [Vedi Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905, in OSF, vol. 4), Terzo saggio, par. 4. Ma vedi anche la lettera a Fliess del 14 novembre 1897.]

19 [L’illustrazione del fatto che il complesso edipico ha un aspetto positivo e uno negativo si trova in L’Io e l’Es (1922, in OSF, vol. 9), cap. 3.]

20 [Durante l’analisi, per traslazione, la figura del padre era assunta da Freud stesso.]

21 Nel noto caso di gelosia delirante riferito da Ruth Mack Brunswick, Die Analyse eines Eifersuchtswahnes, Int. Z. Psychoanal., vol. 14, 458 (1928), la malattia deriva direttamente dalla fissazione preedipica (sulla sorella). [Vedi anche lo scritto di Freud, Comunicazione di un caso di paranoia in contrasto con la teoria psicoanalitica (1915, in OSF, vol. 8).]

22 [Il timore della bimba di essere uccisa dalla madre è ridiscusso più oltre, nel par. 3.]

23 [L’espressione era stata introdotta da Jung nel suo Saggio di esposizione della teoria psicoanalitica (1913), p. 175. Freud aveva già sconsigliato l’uso di essa nello scritto Psicogenesi di un caso di omosessualità femminile (1920, in OSF, vol. 9), nota 119; vedi anche oltre, nel Compendio di psicoanalisi (1938), cap. 7.]

24 [Su tutto ciò vedi lo scritto di Freud, Il tramonto del complesso edipico cit.]

25 [Vedi Freud, “Un bambino viene picchiato” cit., par. 4 e nota 36 e 37; e vedi anche Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi cit.]

26 Si può prevedere che i femministi (tra gli uomini), ma anche le nostre donne analiste, non saranno d’accordo con quanto ho sopra esposto. Costoro non potranno fare a meno di obiettare che tali dottrine derivano dal “complesso di mascolinità” dell’uomo e inevitabilmente servono da giustificazione teorica per l’innata inclinazione maschile a disprezzare e reprimere la donna. Tuttavia simile argomentazione psicoanalitica ricorda fin troppo, in questo caso, come accade spessissimo, la celebre “arma a doppio taglio” di Dostoevskij. Gli avversari di questa tesi, a loro volta, troveranno naturale che il gentil sesso non voglia ammettere ciò che pare contraddire l’uguaglianza con l’uomo, appassionatamente desiderata. L’impiego polemico dell’analisi non permette evidentemente di trarre alcuna conclusione. – [La battuta sarcastica di Dostoevskij sulla psicologia si trova nei Fratelli Karamazov, libro 12, cap. 10. Freud l’aveva citata nel suo saggio Dostoevskij e il parricidio (1927, in OSF, vol. 10). Vedi anche sopra in questo volume La perizia della Facoltà medica nel processo Halsmann (1930).]

27 [Vedi Freud, Contributi alla psicologia della vita amorosa (1910-17, in OSF, vol. 6): 3. Il tabù della verginità.]

28 [Vedi “Un bambino viene picchiato” cit., par. 4.]

29 [Vedi i Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Terzo saggio, par. 4.]

30 [Questo punto è discusso più ampiamente oltre, nel par. 3.]

31 [Vedi la Comunicazione di un caso di paranoia in contrasto con la teoria psicoanalitica cit.]

32 [Vedi un esempio di ciò in L’Io e l’Es cit., cap. 3, nota 482.]

33 [Vedi un’affermazione analoga in Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico (1916, in OSF, vol. 8), fine par. 1.]

34 [Vedi vari passi di Totem e tabù (1912-13, in OSF, vol. 7), e particolarmente il cap. 2.]

35 [Vedi un passo simile in Al di là del principio di piacere (1920, in OSF, vol. 9), fine par. 2.]

36 [È questa la fase conclusiva di una lunga storia. Quando le prime pazienti isteriche analizzate da Freud gli raccontarono di essere state sedotte dal proprio padre, Freud credette a questi racconti e reputò che tali traumi fossero stati all’origine delle loro malattie. Ben presto, però, riconobbe il proprio errore, che ammise in una importante lettera a Wilhelm Fliess del 21 settembre 1897. Aveva compreso – e ne era rimasto sconvolto – che non si trattava di veri ricordi, bensì di fantasie di desiderio; di qui partì la strada che lo condusse alla scoperta del complesso edipico. Sulle reazioni di Freud a quell’epoca vedi la sua Autobiografia (1924, in OSF, vol. 10), par. 3; ma vedi anche più oltre, in questo volume, la lezione 33 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), nota 207.]

37 [Vedi, nei Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Terzo saggio, par. 3, il paragrafo che Freud inserì nel 1920 sul significato dei fattori chimici nel processo sessuale; e vedi la nota 732, nella quale sono riportate le posizioni di Freud sull’argomento precedenti al 1920.]

38 [Si noti tuttavia che i lavori che Freud esamina in questo paragrafo sono posteriori al 1925, anno in cui Freud aveva scritto e pubblicato lo scritto Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi cit., ove sono già descritte quasi tutte le sue ultime scoperte. Vedi sopra l’Avvertenza editoriale.]

39 K. Abraham, Äusserungsformen des weiblichen Kastrations Komplexes, Int. Z. Psychoanal., vol. 7, 422 (1921) [trad. it. Forme di manifestazione del complesso femminile di evirazione in K. Abraham, Opere (Boringhieri, Torino 1975), vol. 1, pp. 107 sgg.].

40 Jeanne Lampl-de Groot, Zur Entwicklungsgeschichte des Ödipus Komplexes der Frau, Int. Z. Psychoanal., vol. 13, 269 (1927) [trad. it. Sviluppo del complesso edipico nella donna in W. Reich e altri, Letture di psicoanalisi, a cura di R. Fliess (Boringhieri, Torino 1972), pp. 225 sgg.]. Esaudisco il desiderio dell’autrice correggendo il suo nome, che nella “Zeitschrift” era scritto errato.

41 Helene Deutsch, Der feminine Masochismus und seine Beziehung zur Frigidität, Int. Z. Psychoanal., vol. 16, 172 (1930) [trad. it. Il masochismo femminile e la frigidità in Reich, Letture cit., pp. 241 sgg.].

42 Deutsch, Psychoanalyse der weiblichen Sexualfunktionen (Vienna 1925).

43 O. Fenichel, Zur prägenitalen Vorgeschichte des Ödipuskomplexes, Int. Z. Psychoanal., vol. 16, 319 (1930).

44 Melanie Klein, Frühstadien des Ödipuskonfliktes, ivi, vol. 14, 65 (1928) [trad. it. I primi stadi del conflitto edipico in Melanie Klein, Scritti 1921-1958 (Boringhieri, Torino 1978), pp. 214 sgg.].

45 [Raramente Freud ha usato il termine “intensità” senza ulteriori specificazioni. Vedi tuttavia L’interpretazione dei sogni (1899, in OSF, vol. 3), cap. 7, par. E. Tale termine equivale qui a “quantità”, espressione largamente usata nel Progetto di una psicologia (1895, in OSF, vol. 2); i due termini tendono comunque a confondersi nelle Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896, ivi), par. 2. Nello scritto di Metapsicologia (1915, in OSF, vol. 8): La rimozione, il valore quantitativo di una pulsione è espresso anche con il termine “energia pulsionale”. Vedi anche oltre, in questo volume, il Compendio di psicoanalisi (1938), cap. 5, in cui Freud parla di “intensità psichiche” e aggiunge, tra parentesi, “investimenti”.]

46 Karen Horney, Flucht aus der Weiblichkeit, Int. Z. Psychoanal., vol. 12, 360 (1926) [trad. it. Fuga dalla femminilità in Jean Baker Miller (a cura di), Le donne e la psicoanalisi (Boringhieri, Torino 1976), pp. 13 sgg.].

47 E. Jones, The Early Development of Female Sexuality, Int. J. Psycho-Anal., vol. 8, 459 (1927).

Lettera a Georg Fuchs

48 [“Persona ingrata” e “ingratissima” sono in italiano nel testo.]

Lettera al borgomastro di Přibor

49 [La città di Přibor, in Moravia, fa parte attualmente della Repubblica Ceca. All’epoca in cui nacque Freud era nota con il nome di Freiberg e faceva parte dell’Impero austro-ungarico.]

50 [La lapide commemorativa era opera dello scultore cecoslovacco Franz Juran e su di essa era scritto: “Il 6 maggio 1856 nacque in questa casa il professor dottor Sigmund Freud, psicoanalista di fama mondiale. Přibor 1931.” Dopo l’occupazione da parte dei tedeschi la lapide venne tolta, ma in seguito ne fu posta un’altra recante la medesima scritta.]

51 [Di queste vacanze in casa di amici e della propria nostalgia dei bei boschi del paese natale Freud parla nello scritto Ricordi di copertura (1899, in OSF, vol. 2); solo che altera lievemente l’età (gli anni sono diciassette e non sedici) e finge di parlare di un proprio paziente.]

L’acquisizione del fuoco

52 [Freud, Il disagio della civiltà cit., nota 521.]

53 A. Schaeffer, Der Mensch und das Feuer, Psychoanal. Beweg., vol. 2, 201 (1930).

54 E. H. Erlenmeyer, Notiz zur Freudschen Hypothese über die Zähmung des Feuers, “Imago”, vol. 18(1), 5 (1932) [trad. it. Nota sull’ipotesi di Freud dell’addomesticamento del fuoco in W. Reich e altri, Letture di psicoanalisi (Boringhieri, Torino 1972). L’articolo di Erlenmeyer fu pubblicato nello stesso fascicolo della rivista “Imago” in cui comparve per la prima volta, subito appresso, questo scritto di Freud (vedi l’Avvertenza editoriale)].

55 Certo sulle ceneri calde, da cui il fuoco può essere ancora ottenuto, non su quelle spente.

56 L’obiezione di E. Lorenz, Chaos und Ritus, “Imago”, vol. 17, 433 (1931), muove dal presupposto che l’addomesticamento del fuoco abbia potuto cominciare fondamentalmente con la scoperta che lo si poteva suscitare a volontà con certe manipolazioni. Viceversa il dottor J. Hárnik mi rinvia alla seguente asserzione del dottor Richard Lasch, tratta dalla raccolta di G. Buschan, Illustrierte Völkerkunde (Stoccarda 1922), vol. 1, p. 24: “Si può supporre che l’arte di conservare il fuoco abbia preceduto di molto quella di produrlo; una prova di ciò è data dal fatto che gli odierni aborigeni pigmoidi degli Andamani possiedono sì il fuoco e lo conservano, ma non conoscono un metodo autoctono per produrlo.”

57 Successivamente Eracle fu un semidio, Teseo pienamente umano.

58 [Esiodo, nella Theogonia, rappresenta Prometeo come un Titano amico degli uomini e desideroso di favorirli: infatti, quando a Mekone si devono dividere i sacrifici fra gli dei e gli uomini, Prometeo serba per gli uomini le parti migliori delle vittime, ricoprendole di ossi e pellacce, mentre il mucchio peggiore, destinato agli dei, è ricoperto di nitido grasso. Zeus sceglie la parte peggiore, ma poi, inferocito, si vendica degli uomini privandoli del fuoco.]

59 [Vedi Freud, Azioni ossessive e pratiche religiose (1907, in OSF, vol. 5), e Il problema dell’analisi condotta da non medici (1926, in OSF, vol. 10), cap. 4.]

60 [Questo tema è ampiamente trattato nel Disagio della civiltà cit., particolarmente nel par. 7.]

61 [La leggenda dice che a Ocrisia, mentre un giorno offriva libagioni nella reggia del re Tarquinio Prisco dov’era stata condotta schiava, apparve nel focolare un fallo di fuoco, dal quale ella concepì suo figlio Servio Tullio.]

62 [Vedi sopra e il passo del Disagio della civiltà cit. richiamato ivi, nella nota 52.]

63 [Vedi L’interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. E e cap. 7, par. D.]

64 [Il riferimento è al fegato di Prometeo che continuamente ricresce e alla fenice che perennemente risorge dalle sue ceneri.]

65 [Vedi oltre in questo volume L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi (1934-38), Terzo saggio, cap. 2, par. G e nota 448.]

66 [Heine, “Zur Teleologie”, da Nachlese, “Aus der Matratzengruft”, N. 17.]

67 [Vedi Freud, Teorie sessuali dei bambini (1908, in OSF, vol. 5).]

68 [I temi affrontati in questo breve scritto erano stati già accennati più volte in scritti freudiani precedenti. Vedi i riferimenti indicati nell’Avvertenza editoriale.]

Prefazione al “Piccolo dizionario di psicoanalisi” di Richard Sterba

69 [Tali traduzioni furono in effetti inserite nel dizionario di Sterba.]

Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni)

70 [Giudici, 12.5-6: “E i Galaaditi intercettarono i guadi del Giordano agli Efraimiti; e quando uno dei fuggiaschi d’Efraim diceva: ‘Lasciatemi passare’, gli uomini di Galaad gli chiedevano: ‘Sei tu un Efraimita?’ Se quello rispondeva: ‘No’, i Galaaditi gli dicevano: ‘Ebbene, di’ scibboleth’ [spiga, o torrente]; e quello diceva ‘sibboleth’, senza fare attenzione a pronunciare bene; allora lo pigliavano e lo scannavano presso i guadi del Giordano.”]

71 [Costituenti la parte seconda, intitolata appunto “Il sogno”, dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezioni 5-15.]

72 [Si vedano alcune illuminanti osservazioni sulla riflessione nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 2.]

73 [Una lista lievemente differente dei procedimenti tecnici per interpretare un sogno si trova in Osservazioni sulla teoria e pratica dell’interpretazione dei sogni (1922, in OSF, vol. 9), par. 1.]

74 [Vedi la lezione 10 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17).]

75 [Vedi il paragrafo A intitolato “I limiti della possibilità di interpretare” nello scritto Alcune aggiunte d’insieme all’Interpretazione dei sogni cit.]

76 [Vedi L’interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. A.]

77 [Vedi Tecnica della psicoanalisi: L’impiego dell’interpretazione dei sogni nella psicoanalisi (1911, in OSF, vol. 6).]

78 [Vedi ancora le Osservazioni sulla teoria e pratica dell’interpretazione dei sogni cit.]

79 [È questa una delle rare volte in cui Freud usa la forma personale “Zensor” (censore), anziché quella impersonale “Zensur” (censura). Ma vedi anche nell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 26 e nota 711.]

80 [Questa frase è ripresa, quasi parola per parola, dalla seconda frase della prefazione alla prima edizione dell’Interpretazione dei sogni (1899) cit.]

81 [Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 5 e nota 321.]

82 [Questa nozione ricorre già in uno dei primi scritti di Freud, Le neuropsicosi da difesa (1894, in OSF, vol. 2), par. 2.]

83 [Vedi nell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 14.]

84 [Ibid., lezione 11.]

85 K. Schrötter, Experimentelle Träume, Zbl. Psychoanal., vol. 2, 638 (1912).

86 S. Betlheim e H. Hartmann, Über Fehlreaktionen des Gedächtnisses bei Korsakoffschen Psychose, Arch. Psychiat. Nervenkr., vol. 72, 278 (1924).

87 [Vedi un’osservazione analoga, aggiunta nel 1925, all’Interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. E.]

88 [H. Silberer, Bericht über eine Methode, gewisse symbolische Halluzinations-Erscheinungen hervorzurufen und zu beobachten, Jb. psychoanal. psychopath. Forsch., vol. 1, 513 (1909), e Symbolik des Erwachens und Schwellensymbolik überhaubt, vol. 3, 621 (1912).]

89 [Vedi nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 6, parr. D e I, dove sono illustrati più ampiamente vari esperimenti di Silberer.]

90 [Vedi Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 10 e nota 390, dove però il simbolo non è menzionato con riferimento ai sogni delle donne. Tale riferimento è invece presente in Esperienze ed esempi tratti dalla pratica dell’analisi (1913, in OSF, vol. 7).]

91 T. Reik, Völkerpsychologische Parallelen zum Traumsymbol des Mantels, Int. Z. Psychoanal., vol. 6, 350 (1920). Reik è citato da R. Eisler, Weltenmantel und Himmelszelt (Monaco 1910), vol. 2, pp. 599 sg.

92 K. Abraham, Die Spinne als Traumsymbol, Int. Z. Psychoanal., vol. 8, 470 (1922) [trad. it. Il ragno come simbolo onirico (1922).]

93 [Vedi il breve scritto di Freud pubblicato postumo La testa di Medusa (1922, in OSF, vol. 9).]

94 S. Ferenczi, Die Symbolik der Brücke, Int. Z. Psychoanal., vol. 7, 211 (1921) e Die Brückensymbolik und die Don Juan Legende, Int. Z. Psychoanal., vol. 8, 77 (1922).

95 M. J. Eisler, Beiträge zur Traumdeutung, Int. Z. (ärztl.) Psychoanal., vol. 5, 295 (1919).

96 [Sia frequenza (Häufigkeit) che molteplicità (Häufung) derivano da Haufen, che significa mucchio.]

97 [Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 11.]

98 [Ibid., lezione 12. Ma per tutto ciò vedi anche L’interpretazione dei sogni cit., cap. 6.]

99 F. Alexander, Über Traumpaare und Traumreihen, Int. Z. Psychoanal., vol. 11, 80 (1925).

100 [Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 14.]

101 [Più oltre, nella lezione 31.]

102 [Sugli argomenti trattati negli ultimi tre capoversi, Freud si era soffermato più diffusamente in Al di là del principio di piacere cit., parr. 1-3. Ma vedi ancora oltre, in questo volume, la lezione 32.]

103 [Vedi sopra l’Avvertenza editoriale a questo testo e quella premessa allo scritto pubblicato postumo Psicoanalisi e telepatia cit. per i riferimenti agli scritti di Freud in cui è trattato il tema di questa lezione.]

104 [Libera citazione da Shakespeare, Amleto, atto 1, scena 5.]

105 [Sul tema dell’esame di realtà vedi, in Metapsicologia (1915, in OSF, vol. 8): Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno; ma vedi anche l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 23.]

106 [Freud aveva parlato del “piacere dell’assurdo” (“Die Lust am Unsinn”) nel cap. 4 di Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905, in OSF, vol. 5), par. 1.]

107 [Goethe, Faust, parte prima, seconda scena dello Studio.]

108 [Vedi alcune considerazioni analoghe in L’avvenire di un’illusione (1927, in OSF, vol. 10), par. 5.]

109 [Questo caso è raccontato, molto più in dettaglio, nello scritto di Freud, Sogno e telepatia cit., par. 1 (lo scritto fu pubblicato nel 1922).]

110 [Nel suo scritto Psicoanalisi e telepatia cit., par. 1, Freud aveva affermato che la ricettività da “medium” dell’indovina è facilitata dall’esecuzione di alcuni atti insignificanti, intesi a tener occupate le sue forze psichiche (o deviarne l’attenzione cosciente). Su questo ambito di problemi, in riferimento a diversi contesti, vedi Il progetto di una psicologia (1895, in OSF, vol. 2), cap. 1, par. 19, gli Studi sull’isteria (1892-95, in OSF, vol. 1), cap. 4, par. 2, la Psicopatologia della vita quotidiana (1901, in OSF, vol. 4), cap. 6, par. B, Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio cit., cap. 5 e la Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921, in OSF, vol. 9), par. 10.]

111 [Questo caso è riportato più ampiamente, con alcune lievi variazioni, in Psicoanalisi e telepatia cit., par. 2 e, più brevemente, in Alcune aggiunte d’insieme alla “Interpretazione dei sogni” cit., par. C.]

112 [Nel resoconto di questo caso in Psicoanalisi e telepatia cit., par. 2, è detto che la donna aveva quarant’anni.]

113 [Anche questo caso è riportato con maggiori dettagli in ibid., par. 1.]

114 [Nel resoconto di questo caso in ibid., si parla di un avvelenamento da gamberi.]

115 [Anche questo caso è riportato in ibid., par. 2, ma per certi aspetti il presente resoconto è più dettagliato.]

116 [Questo caso avrebbe dovuto essere inserito come “Poscritto” in ibid., ma fu invece omesso, perché al momento della pubblicazione postuma (nel 1941) di quello scritto di Freud, ci si rese conto che esso era stato inserito, praticamente identico, in questa lezione. Vedine l’Avvertenza editoriale.]

117 [David Forsyth (1877-1941), medico londinese e membro sin dalla fondazione (1913) della Società psicoanalitica di Londra.]

118 [La saga dei Forsyte è un ciclo di sei romanzi nei quali John Galsworthy (1867-1933) ha dato un ampio quadro storico dei costumi della società inglese contemporanea.]

119 [Anton von Freund (1880-1920), importante industriale di Budapest, appoggiò in vari modi il movimento psicoanalitico. Freud scrisse per lui un commosso necrologio intitolato Il dottor Anton von Freund (1920, in OSF, vol. 9). Vedi oltre.]

120 [Vedi E. Jones, Der Alptraum in seiner Beziehung zu gewissen Formen des mittelalterlichen Aberglaubens (Lipsia e Vienna 1912). Questa monografia apparve dapprima nella traduzione tedesca di Hanns Sachs e solo in seguito nel testo inglese On the Nightmare (Londra e New York 1931).]

121 [In tedesco Freund significa “amico”.]

122 H. Deutsch, Okkulte Vorgänge während der Psychoanalyse, “Imago”, vol. 12, 418 (1926).

123 [Vedi in proposito le più distese osservazioni contenute in Psicoanalisi e telepatia cit.]

124 D. Burlingham, Kinderanalyse und Mutter, Psychoanal. Päd., vol. 6, 269 (1932).

125 [La maggior parte del materiale contenuto in questa lezione è ripreso da L’Io e l’Es (1922, in OSF, vol. 9).]

126 [Vedi oltre, in questo volume, La scissione dell’Io nel processo di difesa (1938).]

127 [Del delirio di essere osservati (o delirio d’attenzione) Freud aveva discusso nella lezione 26 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17).]

128 [Quello che con terminologia moderna si chiamerebbe “stato depressivo”.]

129 [La sentenza di Kant verrà ripresa oltre, nella lezione 35.]

130 [Gewissensangst. Vedi Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 7 e nota 321.]

131 [L’argomento fu effettivamente sfiorato nella lezione 26 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17). Sul tema dell’identificazione vedi il par. 7 di Psicologia delle masse e analisi dell’Io cit. Sulla formazione del Super-io vedi L’Io e l’Es cit., cap. 3.]

132 [Vedi su questo punto Il problema economico del masochismo (1924, in OSF, vol. 10), e la relativa nota 25.]

133 [Freud aveva già parlato nella lezione 26 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), dell’“Io ideale” (Ideal-Ich) formatosi sul modello del narcisismo infantile, mentre l’“ideale dell’Io “ (Ichideal) di cui parla ora sorge dall’identificazione coi genitori. Ma Freud, come risulta chiaramente da altri suoi scritti – per esempio l’Introduzione al narcisismo (1914, in OSF, vol. 7), par. 3 e L’Io e l’Es cit., cap. 3 – non introduce una distinzione concettuale tra i due e considera l’“ideale dell’Io” come avente entrambe le origini. L’istanza che commisura di cui aveva parlato nella lezione 26 è qui precisata come il Super-io, il quale (come dirà poco oltre) va inteso come una struttura che ingloba tre funzioni: “l’autoosservazione, la coscienza morale e la funzione di ideale”. La distinzione tra le due ultime funzioni è illustrata dalla differenza tra senso di colpa e senso d’inferiorità, risultati entrambi di una tensione tra l’Io e il Super-io, ma il primo in relazione alla coscienza morale e il secondo all’ideale dell’Io.]

134 [Vedi oltre, nella lezione 34, le critiche di Freud alle concezioni di Alfred Adler.]

135 [Vedi nello scritto di Freud, Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi cit., la nota 261.]

136 [Emil Ludwig, Guglielmo II (1926).]

137 [Vedi sopra la nota 133.]

138 [Vedi Psicologia delle masse e analisi dell’Io cit., fine cap. 8.]

139 [Vedi in L’Io e l’Es cit., fine cap. 1, una frase simile a questa. Vedi anche oltre, Alcune lezioni elementari di psicoanalisi (1938).]

140 [Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 4.]

141 [G. Groddeck, Das Buch vom Es (Vienna 1923), trad. it. Laura Schwarz, Il libro dell’Es (Adelphi, Milano 1966). Es è, in tedesco, il pronome neutro di terza persona singolare, affine al latino id. Vedi L’Io e l’Es cit., cap. 2 e nota 465.]

142 [Il presidente americano T. W. Wilson. Vedi sopra in questo volume l’Introduzione allo studio psicologico su Thomas Woodrow Wilson (1930).]

143 [Vedi l’Avvertenza editoriale allo scritto di Metapsicologia cit.: Pulsioni e loro destini.]

144 [Freud si riferisce evidentemente a Kant. Vedi Al di là del principio di piacere cit., par. 4.]

145 [Vedi a proposito della atemporalità dell’inconscio Metapsicologia cit.: L’inconscio, par. 5 e nota 109.]

146 [Freud aveva più volte insistito, in passato, su questa differenziazione e l’aveva attribuita a Breuer basandosi sugli Studi sull’isteria cit., cap. 3, par. 2 e nota 241. Vedi Metapsicologia cit.: L’inconscio, par. 5 e nota 107 e Al di là del principio di piacere cit., par. 4 e nota 183. Vedi anche oltre, nota 165.]

147 [Questa illustrazione delle caratteristiche dell’Es è fondata essenzialmente sulle asserzioni contenute in Metapsicologia cit.: L’inconscio, par. 5.]

148 [Vedi sopra, nota 105.]

149 [Vedi oltre, la lezione 32 e la nota 165.]

150 [Vedi in proposito le affermazioni di Freud nella Nota sul “notes magico” (1924, in OSF, vol. 10), e relativa nota 68.]

151 [L’argomento, in vero, non sarà più ripreso in queste lezioni. Vedi, a proposito della tendenza alla sintesi, che caratterizza l’Io in modo essenziale, Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 3 e Il problema dell’analisi condotta da non medici (1926, in OSF, vol. 10), par. 2. Ma vedi anche in uno scritto molto antico come Le neuropsicosi da difesa cit., par. 1, come nel concetto di rappresentazione o sensazione “incompatibile” sia implicita l’idea di qualcosa che l’Io non può sintetizzare e assimilare e perciò “scaccia” o “dimentica”. Il tema sarà ripreso nello scritto La scissione dell’Io nel processo di difesa (1938), in questo volume.]

152 [Vedi sopra, nota 143.]

153 [Confronta questo schizzo con quello che compare in L’Io e l’Es cit., cap. 2 e nota 466. Vedi anche ivi, cap. 3 e nota 492. Nella prima edizione di queste lezioni, lo schizzo era disegnato, come qui, verticalmente. Poi, probabilmente per economizzare spazio, sia nelle Gesammelte Schriften, sia nelle Gesammelte Werke, è stato girato in posizione orizzontale.]

154 [Vedi una frase assai simile in L’Io e l’Es cit., cap. 5.]

155 [Vedi, per un’esposizione più completa e più perspicua, l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 25.]

156 [Vedi oltre nota 172.]

157 [Freud fece per la prima volta questa asserzione in L’Io e l’Es cit., cap. 5. Il tema fu poi ridiscusso ampiamente in Inibizione, sintomo e angoscia cit., opera dalla quale è tratto in effetti gran parte del discorso che segue.]

158 [Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 25.]

159 [Vedi in Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 4, dove Freud prende in esame comparativamente il caso del piccolo Hans (1908, in OSF, vol. 5) e il caso dell’uomo dei lupi (1914, in OSF, vol. 7).]

160 [Vedi Inibizione, sintomo e angoscia cit., fine cap. 8.]

161 [S. Ferenczi, Zur Psychoanalyse der Sexualgewohnheiten, Int. Z. Psychoanal., vol. 11, 6 (1925).]

162 [Vedi Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 8.]

163 [O. Rank, Das Trauma der Geburt und seine Bedeutung für die Psychoanalyse (Vienna 1924).]

164 [Si trattava di un’idea dello stesso Freud; vedi la nota 735 aggiunta nel 1909 alla seconda edizione dell’Interpretazione dei sogni cit., in cui per la prima volta è stabilita pubblicamente una correlazione fra angoscia e trauma della nascita. Si hanno tuttavia buoni motivi per ritenere che Freud l’avesse in mente già prima. Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17) nota 674. In Inibizione, sintomo e angoscia cit., capp. 8 e 10 è svolta una critica approfondita alla teoria di Otto Rank.]

165 [Questa attività dilatoria del pensiero era già stata indicata nella lezione precedente come una delle funzioni principali dell’Io. Si tratta di una concezione freudiana antica e fondamentale, espressa in modi diversi in numerosi scritti. Vedi per più precisi riferimenti il saggio sulla Negazione (1925, in OSF, vol. 10), nota 244. Vedi anche più oltre, in questo volume, il Compendio di psicoanalisi (1938), cap. 8.]

166 [Quest’idea di un’alterazione dell’Io come risultato di un controinvestimento si trova già in alcuni dei primi scritti di Freud. Vedi, per esempio, Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896, in OSF, vol. 2), par. 3. Essa è ribadita in Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 11, e ridiscussa in Analisi terminabile e interminabile (1937), vedi oltre, parr. 2 e 5.]

167 [Già nella conferenza Meccanismo psichico dei fenomeni isterici (1893, in OSF, vol. 2), Freud aveva spiegato: “Il meccanismo psichico sano ha comunque altri modi per eliminare l’affetto connesso con un trauma psichico (...): può cioè rielaborare associativamente il trauma.”]

168 [La prima parte di questo capoverso è tratta da L’Io e l’Es cit., cap. 3, e la seconda da Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 11, par. b. Vedi anche in Carattere ed erotismo anale (1908, in OSF, vol. 5), nota 356, alcuni ulteriori riferimenti alle prime formulazioni freudiane su questo tema.]

169 [Vedi negli scritti di Metapsicologia cit.: La rimozione; e vedi anche l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 25.]

170 [Si veda Il tramonto del complesso edipico (1924, in OSF, vol. 10).]

171 [L’espressione riecheggiata da Charcot “momento traumatico” risale ai primi scritti di Freud sull’isteria. Vedi per esempio, Le neuropsicosi da difesa cit., par. 1.]

172 [In Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 8, Freud asseriva ancora che in questo caso “si presenta di nuovo la possibilità, ben plausibile, che l’eccedenza di libido non utilizzata trovi la sua scarica nello sviluppo d’angoscia”. Con l’affermazione del testo scompare l’ultima traccia della vecchia teoria, da lui formulata quasi quarant’anni prima. Vedi sopra.]

173 [Il tedesco Trieb, da treiben (premere, sospingere).]

174 [Il contenuto di questo capoverso è tratto di peso da Metapsicologia cit.: Pulsioni e loro destini.]

175 [Vedi la lezione 21 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17) da cui sono tratte le argomentazioni che seguono.]

176 [Ibid. e nota 582.]

177 [Vedi una lunga discussione sul piacere preliminare nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905, in OSF, vol. 4), Terzo saggio, par. 1 e nel saggio Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio cit., cap. 4 e nota 158.]

178 [Vedi lo scritto su L’organizzazione genitale infantile (1923, in OSF, vol. 9).]

179 K. Abraham, Tentativo di una storia evolutiva della libido sulla base della psicoanalisi dei disturbi psichici (1924).

180 [Cioè: i punti dello sviluppo libidico in cui una fissazione prepara il terreno per una particolare nevrosi. Vedi Freud, La disposizione alla nevrosi ossessiva (1913, in OSF, vol. 7) e Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente. (Caso clinico del presidente Schreber) (1910, in OSF, vol. 6), cap. 3.]

181 [Vedi la lezione 22 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17).]

182 [Freud allude ancora, presumibilmente, allo scritto di Karl Abraham citato sopra nella nota 179.]

183 [Abraham, op. cit., p. 353.]

184 [Ossia: in questa prospettiva, s’instaura un’equivalenza simbolica (similmente a quanto avviene nell’evoluzione del linguaggio), ove feci = dono = denaro.]

185 [Vedi Freud, Teorie sessuali dei bambini (1908, in OSF, vol. 5).]

186 [Lou Andreas-Salomé, “Anal” und “Sexual”, “Imago”, vol. 4, 249 (1916). Vedi come Freud riassume questo saggio della Salomé nella nota 689 aggiunta nel 1920 ai Tre saggi sulla teoria sessuale cit.]

187 [Vedi nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. E un passo aggiunto nel 1919.]

188 [Il contenuto dei due ultimi capoversi è tratto da Trasformazioni pulsionali, particolarmente dell’erotismo anale (1915, in OSF, vol. 8). Ma vedi anche un cenno nella lezione 20 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17).]

189 [Questa connessione era già stata indicata in Carattere ed erotismo anale cit.]

190 [Vedi sopra in questo volume lo scritto su L’acquisizione del fuoco (1931) e la relativa Avvertenza editoriale.]

191 [Per questa discussione all’interno della psicoanalisi, vedi la lezione 26 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17).]

192 [Ma nella lezione precedente Freud aveva asserito che “gli investimenti oggettuali derivano dalle pretese pulsionali dell’Es”. Tuttavia tra breve un inciso chiarirà che ciò cui Freud pensava era sempre la stretta combinazione Es-Io (sottolineata anche nella lezione precedente). Vedi oltre, nel Compendio di psicoanalisi (1938) cap. 2 e nota 559.]

193 [Per tutto questo vedi le lezioni 20 e soprattutto 21 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17).]

194 [Vedi su questo tema L’Io e l’Es cit., cap. 4.]

195 [Vedi la nota 192.]

196 [È qui usato il termine Instinkt.]

197 [La discussione della coazione a ripetere e della pulsione di morte deriva da Al di là del principio di piacere cit. Una discussione più esauriente sul tema del masochismo si trova in Il problema economico del masochismo cit.]

198 [Vedi L’Io e l’Es cit., cap. 5 e nota 517.]

199 [Le più importanti discussioni sul senso di colpa si trovano in L’Io e l’Es cit., cap. 5, in Il problema economico del masochismo cit. e nel Disagio della civiltà cit., par. 7. Sulla “reazione terapeutica negativa” vedi oltre, in questo volume, Analisi terminabile e interminabile, par. 6 e Costruzioni nell’analisi, par. 2.]

200 [Le pulsioni aggressive e distruttive erano state oggetto di ampia discussione da parte di Freud tre anni prima, in Il disagio della civiltà cit.]

201 [Questa lezione si basa essenzialmente su due scritti precedenti: Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi cit. e Sessualità femminile (1931), vedi sopra. L’ultima parte, tuttavia, dove si parla della donna adulta, porta elementi nuovi. Freud ritornerà sul tema nel Compendio di psicoanalisi (1938) vedi oltre, cap. 7.]

202 Heine, Libro dei canti: “Il mare del Nord”, N. 7 del secondo ciclo.

203 [Il tema della bisessualità fu discusso da Freud nei Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Primo saggio, par. 1. Vedi anche la lunga nota 622 dove sono aggiunte varie considerazioni sviluppate da Freud nelle successive edizioni di quest’opera.]

204 [L’errore consiste nel credere che si pensa a una cosa sola quando in effetti si percepiscono due cose che si sovrappongono. Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17) lezione 20 e nota 560.]

205 [Sulla difficoltà di attribuire un preciso significato psicologico alla “mascolinità” e alla “femminilità”, vedi la nota 742 aggiunta nel 1914 ai Tre saggi sulla teoria sessuale cit. e nel Disagio della civiltà cit., la nota 535.]

206 [Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 20.]

207 [Nelle sue prime discussioni sull’etiologia dell’isteria Freud aveva più volte menzionato la seduzione ad opera di persone adulte come una delle cause più frequenti dell’isteria stessa. Vedi, ad esempio, Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit., par. 1 e nota 327, ed Etiologia dell’isteria (1896, in OSF, vol. 2), par. 2/b. Mai, tuttavia, in queste prime pubblicazioni egli incolpò specificamente il padre della ragazza. Solo in alcune note, la 187 e la 199, aggiunte nel 1924 agli Studi sull’isteria cit., Freud ammise di aver omesso, allora, di citare il padre come autore della seduzione. Da una lettera a Fliess del 21 settembre 1897 risulta comunque che sull’intera questione egli mutò radicalmente la propria opinione piuttosto presto; ma la teoria del trauma sessuale infantile fu pubblicamente ritrattata solo nello scritto Le mie opinioni sul ruolo della sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1906 , in OSF, vol. 5), anche se un cenno piuttosto esplicito sull’errore commesso è già presente nei Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Secondo saggio, par. 4. La scoperta di aver sbagliato, di aver scambiato per episodi reali mere fantasie di desiderio, provocò in Freud una profonda crisi di sconforto, narrata con vivacità in Per la storia del movimento psicoanalitico cit., parte 1 e nell’Autobiografia (1924 , in OSF, vol. 10), par. 3. Le ulteriori scoperte riferite in questo capoverso erano già state formulate nel saggio sulla Sessualità femminile (1931) vedi sopra, par. 3 e nota 36.]

208 [Vedi le lezioni 22 e 23 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17) e la nota 612. Vedi anche, oltre, in L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38), Terzo saggio, cap. 1, par. C.]

209 [Vedi Freud, Contributi a una discussione sull’onanismo (1912 , in OSF, vol. 6).]

210 [R. Mack Brunswick, Die Analyse eines Eifersuchtswahnes, Int. Z. Psychoanal., vol. 14, 458 (1928).]

211 [J. Lampl-de Groot, Zur Entwicklungsgeschichte des Ödipuskomplexes der Frau, Int. Z. Psychoanal., vol. 13, 269 (1927), trad. it. Sviluppo del complesso edipico nella donna in W. Reich e altri, Letture di psicoanalisi (Boringhieri, Torino 1972), pp. 225-40.]

212 [H. Deutsch, Über die weibliche Homosexualität, Int. Z. Psychoanal., vol. 18, 219 (1932), trad. it. Omosessualità femminile in W. Reich e altri, Letture cit., pp. 256-80.]

213 [Vedi Freud, Introduzione al narcisismo cit., par. 2.]

214 [Vedi in Contributi alla psicologia della vita amorosa (1910-17, in OSF, vol. 6): 3. Il tabù della verginità.]

215 [Osservazioni simili a questa si trovano nell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 13, in Psicologia delle masse e analisi dell’Io cit., par. 6 e nota 315 e Il disagio della civiltà cit., par. 5. Ma la regola non è priva di eccezioni: vedi sopra, lezione 31.]

216 [Vedi alcune considerazioni su questo tema in Psicologia delle masse e analisi dell’Io cit., par. 12.]

217 [Per la storia del movimento psicoanalitico cit., parti 1 e 2.]

218 [Freud si riferisce al critico e storico danese Georg Brandes (1842-1927) di cui era ammiratore fin dai tempi dell’Interpretazione dei sogni (1899), di cui gli mandò una copia in lettura: vedi la lettera a Wilhelm Fliess del 23 marzo 1900. L’episodio qui di seguito accennato è riferito in una lettera di Freud alla nipote Margit del 4 marzo 1927.]

219 [In Per la storia del movimento psicoanalitico cit., parte 3, Freud svolge la critica più dettagliata delle posizioni di Adler, anche se non mancano in altri suoi scritti singoli riferimenti polemici. Vedi in proposito l’Avvertenza editoriale a quello scritto. Può sembrare strano che Freud non parli qui – se non alludendovi fugacemente (vedi oltre) – della defezione di Jung. Ma ciò ben si accorda con un’asserzione contenuta proprio in ibid.: “Dei due movimenti qui descritti (quello di Adler e quello di Jung) quello adleriano è indubbiamente il più significativo.”]

220 [La cittadina morava era Freiberg, in seguito chiamata Přibor. Vedi sopra, in questo volume.]

221 [Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 24 e nota 654.]

222 [Schiller, I Piccolomini, atto 2, scena 7. I Piccolomini sono la seconda tragedia della trilogia del Wallenstein.]

223 [Tante teste tanti pareri. Più spesso è citato un detto analogo, derivato da Terenzio (Phormio, II, 4): “Quot homines tot sententiae” (tanti uomini tante opinioni).]

224 [L’allusione è a Jung.]

225 [Questa volta l’allusione è a Rank. Vedi oltre Analisi terminabile e interminabile (1937).]

226 [Probabilmente Freud allude a Wilhelm Stekel.]

227 [Vedi sopra, in questo volume, Prefazione a un numero speciale di “The Medical Review of Reviews”.]

228 [Il caso di Anna O. trattato da Breuer; vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 18.]

229 [Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezione 10.]

230 [Questo è vero fino a un certo punto. Si vedano, a prescindere dai numerosi riferimenti estemporanei, i seguenti scritti: Analisi della fobia di un bambino di cinque anni. (Caso clinico del piccolo Hans) cit., cap. 3; Prefazione a “Il metodo psicoanalitico” di Oskar Pfister (1913 , in OSF, vol. 7); L’interesse per la psicoanalisi (1913, ivi), par. 2, sottopar. H; Prefazione a “Gioventù traviata” di August Aichhorn (1925 , in OSF, vol. 10); sui problemi dell’educazione sessuale vedi Istruzione sessuale dei bambini (1907, in OSF, vol. 5) e, più oltre, Analisi terminabile e interminabile (1937), par. 4. Sull’educazione religiosa vedi i parr. 9 e 10 di L’avvenire di un’illusione cit.]

231 [Soprattutto nelle lezioni 22 e 23 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17). Il dilemma che segue era stato accennato nella lezione 23.]

232 [Vedi a questo riguardo la Prefazione a “Gioventù traviata” di August Aichhorn cit.]

233 [Nelle lezioni 27 e 28 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17).]

234 [Vedi la nota che precede; ma vedi anche gli scritti di Tecnica della psicoanalisi (1911-12, in OSF, vol. 6) e i Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi (1913-14, in OSF, vol. 7).]

235 [Vedi sopra la Prefazione a “Dieci anni dell’Istituto psicoanalitico di Berlino” (1930).]

236 [È da cogliere un’allusione a Sándor Ferenczi, il caro amico di Freud. Vedi oltre, in questo volume, il Necrologio di Sándor Ferenczi (1933).]

237 [La fonte non è stata rintracciata. Freud si era avvalso di questo stesso aneddoto nei suoi Contributi a una discussione sull’onanismo cit., par. 2.]

238 [Sui problemi della terapia analitica affrontati in queste ultime pagine vedi oltre, in questo volume, Analisi terminabile e interminabile (1937).]

239 [Con “visione del mondo” è reso il termine Weltanschauung, che però nel testo che segue è spesso lasciato in tedesco per le ragioni indicate da Freud stesso nel secondo capoverso di questa lezione. Altrove Weltanschauung è reso con “concezione del mondo”. Sul tema qui trattato Freud si era brevemente soffermato in Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 2 e in L’avvenire di un’illusione cit., par. 7.]

240 [Vedi Freud, L’avvenire di un’illusione cit.]

241 Heine, Il libro dei canti, “Il ritorno”, N. 58. [È una delle citazioni predilette da Freud. Vedi L’interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. I e nota 860.]

242 [Sulle deità femminili Freud si soffermerà nell’opera L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38), vedi oltre, in questo volume, Terzo saggio, cap. 1, par. D.]

243 [Nella prima edizione del 1932, corretta nel 1934, questa frase diceva: “In una sentenza famosa Kant ha menzionato l’esistenza del cielo stellato e della legge morale dentro di noi come la più potente testimonianza della grandezza di Dio.” Freud aveva evidentemente trascurato la precedente citazione nella lezione 31.]

244 [Per tutte queste argomentazioni vedi Totem e tabù (1912-13, in OSF, vol. 7), cap. 3.]

245 [La possibilità che la società nel suo insieme soffra di nevrosi analoghe a quelle che colpiscono gli individui è stata menzionata da Freud in L’avvenire di un’illusione cit., par. 8 e nel Disagio della civiltà cit., cap. 8. Ma vedi ancora su questo argomento L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38) in questo volume, Terzo saggio, cap. 1, par. C, e lo scritto di molti anni prima su Azioni ossessive e pratiche religiose (1907, in OSF, vol. 5).]

246 [Sfuggire, evitare il problema.]

247 [Vedi su questo L’avvenire di un’illusione cit., par. 9.]

248 [Espressione popolare per indicare l’imperatore Francesco Giuseppe.]

249 [Freud scrisse queste lezioni all’età di 76 anni.]

250 [Il saggio L’avvenire di un’illusione cit. contiene l’illustrazione più dettagliata delle vedute di Freud sul problema della religione.]

251 [La forma più semplice di questo paradosso – noto come paradosso di Epimenide o del mentitore – è quella dell’uomo che dice: “Sto mentendo.” O mente davvero, ma allora ha detto la verità, o invece dice il vero, ma allora è un mentitore.]

252 [Freud usa il termine horde (“orda”) per designare comunità primitive piuttosto piccole. Vedi Totem e tabù cit., cap. 4, par. 2 e nota 235. Vedi anche oltre, la lettera di Freud in Perché la guerra?, il Terzo saggio di L’uomo Mosè e la religione monoteistica, cap. 1, par. D e Un disturbo della memoria sull’Acropoli: lettera aperta a Romain Rolland.]

253 [Questi termini vanno posti in riferimento alle due tesi marxiste illustrate poco sopra.]

254 Così mi fu riferito nel primo anno di guerra da fonte degna di fede.

255 [Vedi oltre, in questo volume, Perché la guerra? (1932), la lettera di Freud e nota 263. Sul termine “civilizzazione” Freud così si era espresso in L’avvenire di un’illusione cit., par. 1: “mi rifiuto di distinguere fra civiltà e civilizzazione”.]

256 [Il processo dell’incivilimento occupava particolarmente la mente di Freud in questi anni. Vedi Il disagio della civiltà cit., capp. 3, 6 e 8. E vedi anche, in questo volume, Perché la guerra? (1932), la lettera di Freud. Ma è un concetto, questo, strettamente legato a un’ipotesi che ha nel pensiero di Freud un’origine assai più antica: l’ipotesi della rimozione come processo organico. Vedi come Freud stesso mette in risalto questa connessione nel Disagio della civiltà cit., note 530 e 535.]

Perché la guerra?

257 [“Das Verhängnis des Krieges”. Freud ripete qui l’espressione usata da Einstein, vedi sopra.]

258 [Vedi sopra, Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), nota 252.]

259 [Georg Cristoph Lichtenberg (1742-99) fu uno degli autori preferiti di Freud, che lo citò abbondantemente nel libro Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905, in OSF, vol. 5). Vedi in particolare ivi, cap. 2, par. 12, in cui è riportato il motto che qui segue nel testo.]

260 [Il tema è discusso ampiamente nel Disagio della civiltà cit., capp. 5 e 8.]

261 [Vedi sopra la lettera di Einstein.]

262 [Vedi alcune osservazioni in proposito nell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932) sopra, lezione 35.]

263 [Ma Freud non era d’accordo. Vedi L’avvenire di un’illusione (1927, in OSF, vol. 10), par. 1 e nota 414, e sopra, in questo volume, l’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), lezione 35.]

264 [Ulteriori riferimenti sull’incivilimento come “processo” si trovano sopra, in ibid., nota 256.]

265 [Vedi sopra, nota 263. Ma vedi anche oltre in L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38), Terzo saggio, cap. 2, par. C.]

I miei rapporti con Josef Popper-Lynkeus

266 [L’interpretazione dei sogni (1899), di cui vedi l’Avvertenza editoriale, fu pubblicato il 4 novembre 1899, ma l’editore vi appose la data dell’anno successivo.]

267 [Freud ottenne la docenza presso l’Università di Vienna nei primi mesi del 1885.]

268 [Freud soggiornò dall’autunno 1885 alla primavera 1886 presso la famosa clinica Salpêtrière, diretta da Jean-Martin Charcot; si recò poi a Nancy, presso Hippolyte Bernheim e Auguste Liébeault, per alcune settimane del 1889.]

269 [Già prima che Freud partisse per Parigi, Breuer gli aveva comunicato i risultati ottenuti su un caso d’isteria da lui trattato in un modo particolare tra il 1880 e il 1882. Le sue osservazioni divennero in seguito importantissime per la storia della psicoanalisi. Vedi negli Studi sull’isteria (1892-95, in OSF, vol. 1), cap. 2, par. 1, il resoconto di Breuer sul “caso di Anna O.”.]

270 “Lynkeus” (J. Popper), Phantasien eines Realisten (Vienna, 1a ed. 1899, 2a ed. 1900).

271 [Questo passo fa parte di un brano più lungo già citato da Freud sia nella nota 573 del 1909 all’Interpretazione dei sogni cit., sia nello scritto precedente su Josef Popper-Lynkeus e la teoria del sogno cit. Vedi anche ivi, la nota 596.]

272 [La lettera di Freud a Popper è del 4 agosto 1916. Vedila in S. Freud, Lettere 1873-1939 (Boringhieri, Torino 1960), pp. 287 sgg. In una lettera che Freud scrisse a Yisrael Doryon, e che quest’ultimo riportò prima come introduzione del libro Lynkeus’ New State (Gerusalemme 1940) e poi, insieme ad alcune altre lettere di Freud, in The Man Moses (Gerusalemme 1945-46), è adombrata la possibilità (che Doryon aveva suggerito ma che Freud tende a rifiutare) che la stessa nozione di Mosè egizio fosse derivata a Freud da una delle Fantasie di un realista di Josef Popper-Lynkeus.]

Necrologio di Sándor Ferenczi

273 [Freud, Necrologio di Karl Abraham cit.]

274 [Freud, Il dottor Sándor Ferenczi (per il cinquantesimo compleanno) cit.]

275 [Freud, Cinque conferenze sulla psicoanalisi (1909, in OSF, vol. 6).]

276 [Vedi Freud, Il dottor Sándor Ferenczi (per il cinquantesimo compleanno) cit., dove è fatto un cenno ad opere che Ferenczi teneva in serbo.]

277 [S. Ferenczi, Versuch einer Genitaltheorie (Internationaler Psychoanalytischer Verlag, Lipsia-Vienna-Zurigo 1924).]

L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi

278 [Per la traslitterazione dei nomi ebraici, egizi eccetera sono stati seguiti i criteri scientifici adottati nelle pubblicazioni dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Anche per la loro forma italiana, disponibile in alcuni casi, si è seguita la stessa fonte.]

279 [Esodo, 2:10.]

280 Jüdisches Lexikon, fondato da G. Herlitz e B. Kirschner, vol. 4 (Berlino 1930), p. 303 [la voce è di M. Soloweitschik].

281 J. M. Breasted, The Dawn of Conscience (Londra 1934) p. 350. [James Henry Breasted (1865-1935), dal 1905 professore di egittologia nell’Università di Chicago, ove nel 1919 fondò l’Istituto orientale.]

282 Ibid., p. 354. Nondimeno il sospetto che Mosè fosse egizio fu avanzato più volte senza far riferimento al nome, dall’antichità sino a oggi. [Freud ha citato, nell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), in OSF, vol. 8, lezione 10 uno scherzoso aneddoto che adombra questo sospetto. Le parole citate da Breasted sono tratte in realtà dagli Atti degli apostoli, 7:22. Questa nota è apparsa nell’edizione tedesca del 1939 e non c’era invece nell’edizione di “Imago” del 1937. Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 11.]

283 O. Rank, Der Mythus von der Geburt des Helden, n. 5 della collana “Schriften zur angewandten Seelenkunde” (Franz Deuticke, Vienna 1909). Lungi da me l’intento di sminuire il valore dei contributi originali apportati da Rank alla questione. [Sono tratte da quest’opera tutte le citazioni tra virgolette che seguono.]

284 [Freud amava spesso riferirsi alla tecnica del montaggio fotografico mediante immagini sovrapposte usata da Galton; vedi ad esempio L’interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 4, Premessa.]

285 [Karna è un eroe del Mahabharata, Gilgamesh è un eroe babilonese; tutti gli altri appartengono alla mitologia greca.]

286 [Vedi ad esempio L’interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. E.]

287 [Il termine “romanzo familiare”, per indicare la costruzione di un mito sulle proprie origini illegittime, ricorre sin dal 1898, nell’analisi, inviata da Freud a Wilhelm Fliess, della novella La giustiziera di C. F. Meyer. Vedi lo scritto di Freud, Il romanzo familiare dei nevrotici (1908), in OSF, vol. 5, inserito dapprima nel volume succitato di Otto Rank.]

288 [Stabilire la natura eroica è dunque la prima funzione del mito. Ricordiamo che esso, come detto poco sopra, definisce eroe “colui che coraggiosamente si leva contro il padre e alla fine lo supera vittoriosamente”. Vedi il Terzo saggio, cap. 1, par. D, in OSF, vol. 11.]

289 [E. Meyer, Die Israeliten und ihre Nachbarstämme (Halle 1906), pp. 46 sg. – Eduard Meyer (1855-1930) fu professore di storia antica nelle università tedesche dal 1884 al 1925].

290 Menzionato anche nel racconto di Flavio Giuseppe [Antichità giudaiche, lb. 2, 205].

291 Rank, op. cit., nota a p. 80.

292 [Cioè: nella tipica forma delle leggende della nascita.]

293 Così scrive per esempio E. Meyer, Die Mosesagen und die Lewiten, S. B. Akad. Wiss. Berlin (Phil. - Hist. Kl.), vol. 31, p. 640 (1905): “Il nome Mosè è probabilmente egizio e il nome Pinchas della stirpe sacerdotale in Silo... senza dubbio egizio. Ciò non dimostra naturalmente che queste stirpi fossero di origine egizia, ma certo che avevano relazioni con l’Egitto.” Possiamo indubbiamente domandarci: a che tipo di relazioni occorre qui pensare?

[Nel libro citato qui nella nota 289, Meyer (ivi, p. 450) svolge più ampiamente questo punto e specifica che vi furono due uomini dal nome “Pinchas” (in genere reso in italiano con “Finees”), un nipote di Aronne (Esodo, 6:25; Numeri, 25:7) e un sacerdote in Silo (1 Samuele, 1:3), entrambi Leviti (vedi il Secondo saggio, par. 5, in OSF, vol. 11). Silo, a una trentina di chilometri a nord di Gerusalemme, era il posto dove fu posato il Tabernacolo prima di essere portato a Gerusalemme (Giosuè, 18:1).]

294 “Imago”, vol. 23 (I) (1937). [Il primo saggio intitolato Mosè egizio.]

295 Non abbiamo alcun’idea del numero dei partecipanti all’esodo.

296 [Il concetto di “Geistigkeit” (spiritualità) assumerà una grande importanza verso la fine di questo libro. Vedi il Terzo saggio, cap. 2, par. C, in OSF, vol. 11.]

297 “The first individual in human history” [Il primo individuo della storia umana], lo definisce J. H. Breasted [A History of Egypt (Londra 1906) p. 356].

298 Seguo qui principalmente le descrizioni di Breasted nella citata History of Egypt e in The Dawn of Conscience (Londra 1934), e le pagine sullo stesso argomento nella Cambridge Ancient History, vol. 2 [Cambridge 1924; i capitoli di storia egizia sono di J. H. Breasted].

299 Forse la stessa Nefertiti, sposa diletta di Amenofi. [Per queste pagine su Amenofi IV, si veda soprattutto il saggio di K. Abraham, Amenofi IV (Ekhnatòn) (1912).]

300 Breasted, History of Egypt cit., p. 360: “Ma, per quanto evidente possa essere la provenienza da Eliopoli della nuova religione di Stato, essa non era semplicemente adorazione del sole; la parola Atòn era usata al posto dell’antica parola per ‘dio’ (nuter), e il dio è chiaramente distinto dal sole materiale.” E in Dawn of Conscience cit., p. 279: “Evidentemente che ciò che era deificato dal re era la forza mediante la quale il Sole faceva sentire la sua presenza sulla terra.” [Freud cita in inglese questi passi che ha tratto da Breasted.] Analoga è l’opinione di A. Erman, Die ägyptische Religion (Berlino 1905), p. 66, a proposito di una formula in onore del dio: “Sono... parole destinate a esprimere con la massima astrattezza possibile il fatto che non è venerato l’astro, ma l’essere che in esso si manifesta.”

301 Breasted, History cit., p. 374 nota.

302 Il nuovo nome del re significa pressappoco la stessa cosa del suo nome precedente: “Il dio è contento” [propriamente: “Piace ad Atòn”]. Confronta coi nomi germanici Gotthold [Dio è propizio], Gottfried [Dio è placato].

303 Là fu trovata nel 1887 la corrispondenza, così importante per la conoscenza storica, tra i re egizi e i loro amici e vassalli d’Asia. [Si suole chiamare “periodo di Tell el-Amarna” (vedi in OSF, vol. 11) quello dei faraoni Amenofi III e IV.]

304 Breasted, History cit., p. 363.

305 Secondo A. Weigall, The Life and Times of Akhnatòn (Londra 1922 [1a ed. 1910]), pp. 120 sg., Ekhnatòn non voleva sentir parlare dell’inferno, coi suoi terrori contro cui occorreva difendersi con innumerevoli formule magiche: “Ekhnatòn gettò nel fuoco tutte queste formule. Ginn, spettri, spiriti, mostri, semidei, dèmoni e lo stesso Osiride con tutta la sua corte furono dati alle fiamme e ridotti in cenere” [Freud cita in inglese].

306 [Vedi Breasted, Dawn cit., p. 278, da cui si desume che Freud avrebbe dovuto dire: “una piramide o un falcone”.]

307 Ibid., p. 103: “Ekhnatòn non permise di scolpire alcuna immagine di Atòn. Il vero Dio, diceva il re, non aveva forma; e mantenne questa opinione per tutta la vita.” [Freud cita in inglese].

308 Erman, op. cit., p. 70: “Non si fece più parola di Osiride e del suo regno.” Breasted, Dawn cit.: “Osiride è completamente ignorato. Non è mai menzionato in alcun documento di Ekhnatòn o nelle tombe di Amarna” [Freud cita in inglese].

309 [Deuteronomio, 6:4.]

310 Solo pochi passi in Weigall, op. cit., pp. 12 e 19: “Il dio Atum, che designava Ra come sole al tramonto, aveva forse la stessa origine di Atòn, generalmente adorato nella Siria settentrionale”; e “una regina straniera col suo seguito poté pertanto sentirsi più attratta da Eliopoli che da Tebe”. [Il legame ipotizzato da Weigall tra Atum e Atòn non è accettato da tutti gli egittologi.]

311 [Genesi, 17:9-14, ed Esodo, 4:24-26. Vedi nel Secondo saggio, al par. 6, in OSF, vol. 11, la spiegazione dell’episodio.]

312 [Erodoto, Istorie, lb. 2, 104.]

313 [Genesi, 34.] Procedendo con la tradizione in maniera così dispotica e arbitraria, invocandola a conferma laddove mi conviene, rigettandola senza esitazione laddove mi contraddice, sono consapevole di espormi a severa critica di metodo e di indebolire la forza probante delle mie argomentazioni. Ma non ho altro modo di trattare un materiale la cui attendibilità – lo si sa con precisione – è stata gravemente compromessa da tendenze deformanti. Spero di trovare qualche giustificazione più avanti, quando scopriremo le tracce dei segreti motivi [di quelle deformazioni]. In ogni caso non è possibile giungere alla sicurezza e del resto possiamo dire che tutti gli altri autori hanno proceduto nella stessa maniera.

314 [Confronta con Numeri, 11:4.]

315 [Periodo tumultuoso, duecento anni circa prima di Ekhnatòn, durante il quale una popolazione semitica (i cosiddetti “re pastori”) occuparono le regioni settentrionali dell’Egitto.]

316 Se Mosè era un alto ufficiale, è ancor più facile capire perché divenne il condottiero degli Ebrei; se era un sacerdote, è naturale che pensasse a fondare una religione. In entrambi i casi stava continuando la sua professione precedente. Un principe della casa reale poteva essere facilmente sia governatore, sia sacerdote. Nel racconto di Flavio Giuseppe (Antichità giudaiche [lb. 2, pp. 238 sgg.]), che accetta la leggenda dell’esposizione ma sembra conoscere altre tradizioni oltre quella biblica, Mosè conduce vittoriosamente, come generale egizio, una campagna militare in Etiopia.

317 [Esodo, 13:3, 14, 16; Deuteronomio, 5:15; dove l’espressione è però riferita all’azione di Dio.]

318 L’esodo cadrebbe così circa un secolo prima di quanto è supposto dalla maggior parte degli storici, che lo collocano durante la diciannovesima dinastia sotto Meneptàh. O forse un poco più tardi [del 1350], perché le cronache ufficiali [egizie] sembrano includere l’interregno nel regno di Haremhab. [Su tutto ciò vedi nel Secondo saggio, il par. 7, in OSF, vol. 11.]

319 [Vedi particolarmente Esodo, 19:6. Vedi il Terzo saggio, cap. 2, par. D, in OSF, vol. 11.]

320 Erodoto, che visitò l’Egitto intorno al 450 a.C., nel ragguaglio del suo viaggio attribuisce al popolo egizio una caratteristica che mostra una sorprendente somiglianza con aspetti ben noti del tardo giudaismo: “Sono in ogni rispetto più religiosi di tutti gli altri uomini, da cui si distinguono anche per parecchie costumanze. Così per la circoncisione, che furono i primi a introdurre per ragioni di pulizia; inoltre per il loro onore per i maiali, che certo è connesso col fatto che Seth, sotto forma di nero verro, ferì Oro; e infine e soprattutto per il rispetto per le vacche, che essi mai mangerebbero o sacrificherebbero, perché ciò offenderebbe Iside dalle corna di vacca. Per questo nessun Egizio e nessuna Egizia bacerebbe un Greco o userebbe il suo coltello, il suo spiedo o il suo paiolo o mangerebbe carne di bue, per sé puro, che fosse stata tagliata con un coltello greco... guardano dall’alto in basso con ristretta arroganza gli altri popoli, che non sono puliti e non stanno vicini come loro agli dèi” (da Erman, op. cit., p. 181) [il quale riassume Erodoto, lb. 2, pp. 36-47].

Non vanno naturalmente dimenticati i paralleli che si riscontrano nella vita del popolo indiano. Infine, che cosa ha suggerito al poeta ebreo Heine, nel diciannovesimo secolo, di lamentarsi della propria religione come della “piaga che ci siamo trascinata dietro dalla valle del Nilo, l’insana credenza egizia”? [dalla poesia per il nuovo Ospedale ebraico di Amburgo in Zeitgedichte, XI].

321 [Freud, è chiaro, usa qui un paragone algebrico.]

322 L’aneddoto, in forma un po’ diversa, si trova anche in Flavio Giuseppe [Antichità giudaiche, lb. 2, pp. 232-35].

323 [Ibid., pp. 238 sgg.]

324 [Esodo, 2:11-12 e 32:19.]

325 [Probabile allusione a Deuteronomio, 34:4, ove il Signore dice a Mosè, poco prima della sua morte, che non entrerà nella Terra Promessa. La ragione era stata anticipata in Numeri, 20:7-12, ove Mosè, per far scaturire l’acqua dal sasso, lo percuote impazientemente con la verga, anziché limitarsi a parlare ad esso, come il Signore gli aveva comandato.]

326 [Esodo, 4:10-17.]

327 E. Meyer, Die Israeliten und ihre Nachbarstämme (Halle 1906), pp. 60 sgg.

328 [Situata probabilmente nel Negev attuale, alla latitudine di Petra ma un’ottantina di chilometri più a occidente. Da non confondersi con Qadesh in Siria, ove Ramses II sconfisse gli Ittiti.]

329 In alcuni passi del testo biblico [si veda ad esempio Deuteronomio, 33:2] si parla ancora di Yahweh che discende dal Sìnai a Meribah-Qadesh. [I nomi Sìnai e Òreb ricorrono entrambi nell’Antico Testamento e sono usati per designare il medesimo monte.]

330 Meyer, op. cit., pp. 38 e 58.

331 [Esodo, 3:1, 18:1-27.]

332 Meyer, op. cit., p. 49.

333 [Giosuè, 5:9.]

334 [Erodoto, Istorie, lb. 2, p. 104, citato da] Meyer, op. cit., p. 449.

335 Ibid., p. 451 nota.

336 Ibid., p. 49.

337 [Toponimi che appaiono per la prima volta uniti in Esodo, 17:7, dove vengono interpretati “tentazione” e “contesa”, in relazione all’atteggiamento assunto dal popolo ebraico. Secondo Meyer, op. cit., pp. 54 sg., Meriba è una sorgente sacra di Qadesh e Massa una località vicina.]

338 Ibid., p. 72.

339 [Esodo, 1:16 e 22.]

340 Meyer, op. cit., p. 47.

341 [Numeri, 21:8-9.]

342 [H. Gressmann, Mose und seine Zeit: ein Kommentar zu den Mose-Sagen (Gottinga 1913).]

343 E. Sellin, Mose und seine Bedeutung für die israelitisch-jüdische Religionsgeschichte (Lipsia 1922). [Ernst Sellin (1867-1932), professore nell’Università di Berlino dal 1921.]

344 [Si tratta di Osea, 12:15, e 13:1-2, di cui Sellin dà una traduzione congetturale, destinata a provare che Mosè fu ucciso dai suoi a Shittim.]

345 [Meyer, op. cit., pp. 60 sgg.]

346 [Questo rimando non è rintracciabile: la frase forse fu cancellata quando Freud rivide il saggio prima di pubblicarlo. Si veda tuttavia il commento editoriale alla nota 293.] Questa supposizione ben s’accorda con quanto dice Yahuda a proposito dell’influsso egizio sulla letteratura ebraica primitiva. Vedi A. S. Yahuda, Die Sprache des Pentateuch in ihren Beziehungen zum Ägyptischen (Berlino 1929).

347 [Fossile guida è quello che, essendo limitato nel tempo e diffuso nello spazio, meglio serve a definire la successione dei terreni.]

348 [Su ciò vedi il par. 6, in OSF, vol. 11.]

349 Gressmann, op. cit., p. 54.

350 [Esodo, 13:21 e 14:21 sgg.]

351 [Ibid., 19.]

352 [Si confrontino, ad esempio, Esodo, 32:19, e per contro Numeri, 12:3. Sulla figura e il carattere di Mosè, così come li tramanda la Bibbia, vedi anche, di Freud, Il Mosè di Michelangelo (1913), in OSF, vol. 7, par. 3.]

353 Encyclopaedia Britannica, 11a ed. (1910), vol. 3, voce: “Bible”.

354 [Vale a dire l’autore che indica Dio col nome Yahweh.]

355 Vedi E. Auerbach, Wüste und Gelobtes Land (Berlino, 2 voll., 1932 e 1936), vol. 1.

356 Yahwista ed Elohista furono per la prima volta distinti nel 1753 da Astruc. [Jean Astruc (1684-1766), medico alla corte di Luigi XIV, studioso di problemi teologici ed esegetici.]

357 È accertato storicamente che la fissazione definitiva del prototipo ebraico fu opera della riforma di Esdra e Neemia nel quinto secolo prima di Cristo, dunque dopo l’esilio, sotto il dominio persiano che era benevolo verso gli Ebrei. Secondo il mio computo, circa 900 anni erano allora trascorsi dalla comparsa di Mosè. In questa riforma furono presi seri provvedimenti per assicurare la santità del popolo intero; la separazione dai popoli circonvicini fu resa effettiva col divieto dei matrimoni misti; il Pentateuco, il vero libro della legge, fu portato alla forma definitiva e fu compiuto il rimaneggiamento conosciuto col nome di “Codice sacerdotale”. Pare sicuro tuttavia che la riforma non introdusse nuove finalità, ma accolse e consolidò sollecitazioni preesistenti.

358 Vedi Yahuda, op. cit.

359 Se essi erano soggetti al divieto che colpiva le immagini, avevano un motivo per abbandonare la scrittura ideografica dei geroglifici, adattando i suoi segni scritti a esprimere una nuova lingua [la scrittura geroglifica conosceva anche segni puramente fonetici]. Vedi Auerbach, op. cit., p. 142.

360 [Stelle = luogo; il prefisso ent- indica cambiamento.]

361 [Esodo, 6:3.] Le restrizioni poste all’uso di questo nuovo nome non divengono con ciò più comprensibili, ma anzi più sospette.

362 [Genesi, 17:9-14.]

363 Yahweh era indubbiamente un dio vulcanico. Per gli abitanti dell’Egitto non v’era occasione alcuna di adorarlo. Non sono certo il primo a essere colpito dalla consonanza del nome Yahweh con la radice dell’altro nome divino Iu-piter ([genitivo:] Io-vis). Il nome Iehohanan, composto usando l’abbreviazione del Yahweh ebraico ([significa: Yahweh è propizio] all’incirca [come il tedesco] Gotthold [vedi nota 302] e Annibale, l’equivalente punico), è divenuto, nelle forme Johann, John, Jean, Juan, il nome preferito della cristianità europea. Quando gli Italiani lo rendono con “Giovanni” e chiamano “giovedì” un giorno della settimana, rimettono in luce una somiglianza che forse non significa nulla, o forse moltissimo. Si aprono qui prospettive ampie, ma anche molto incerte. Sembra che i paesi del bacino orientale del Mediterraneo, in quei secoli oscuri difficilmente accessibili alla ricerca storica, fossero teatro di frequenti e violente eruzioni vulcaniche, che dovevano suscitare una fortissima impressione sugli abitanti. Evans suppone che anche la distruzione definitiva del palazzo di Minosse a Cnosso fu conseguenza di un terremoto. A Creta, come probabilmente in tutto il mondo dell’Egeo, si adorava allora la grande divinità materna. L’essersi accorti che essa non era in grado di proteggere la sua casa dagli assalti di una potenza più forte poté essere una delle cause per cui dovette cedere il posto a una divinità maschile, e in tal caso il dio vulcanico aveva il primo titolo per sostituirla. Zeus è in fondo sempre lo “scuotitore della terra”. Vi sono pochi dubbi che in quei tempi oscuri le divinità materne furono sostituite con dèi maschili (forse originariamente figli?). Particolarmente impressionante è la sorte di Pallade Atena, che certamente era la forma locale della divinità materna e fu ridotta a figlia dal rivolgimento religioso, privata della propria madre ed esclusa dalla maternità perché costretta a rimanere vergine. [Sulle divinità materne vedi il Terzo saggio, cap. 1, par. D, in OSF, vol. 11.]

364 A quei tempi un altro modo di trascinare con sé era quasi impossibile.

365 [Vedi a questo riguardo la discussione nel Terzo saggio, cap. 2, par. C, in OSF, vol. 11.]

366 È davvero notevole quanto poco si senta parlare, nel corso della plurimillenaria storia egizia, di cacciate violente o uccisioni di faraoni. Il confronto con la storia assira, per esempio, non fa che accrescere questa meraviglia. Naturalmente ciò può dipendere dal fatto che la storia scritta dagli Egizi serviva esclusivamente a intenti ufficiali.

367 [Numeri, 14:33.]

368 [Esodo, 32:19. Vedi la citazione che Freud fa di questo testo biblico nello scritto Il Mosè di Michelangelo cit., par. 3.]

369 [Vedi nota 318, in OSF, vol. 11.]

370 Meyer, Die Israeliten cit., pp. 222 sgg.

371 [Flaubert, La tentazione di sant’Antonio, quinta parte della redazione definitiva (1874).]

372 [Allusione ai British Israelites. Il movimento, iniziato nel diciassettesimo secolo, sostiene che la razza britannica discende dalle dieci tribù perdute di Israele.]

373 [La prima citazione è da Esodo, 3:8, e la seconda da Deuteronomio, 13:15.]

374 I suoi inni mettono l’accento non solo sulla universalità e unicità di Dio, ma anche sulla sua amorevole sollecitudine per tutte le creature; essi invitano a gioire della natura e a goderne la bellezza. Vedi Breasted, Dawn of Conscience cit., pp. 281-302.

375 Sellin, op. cit., p. 52.

376 P. Volz, Mose: ein Beitrag zur Untersuchung über die Ursprünge der Israelitischen Religion (Tubinga 1907), p. 64.

377 [Il primo e il secondo saggio che precedono.]

378 Non condivido l’opinione del mio coetaneo Bernard Shaw, che gli uomini farebbero qualcosa di buono soltanto se potessero vivere trecento anni. Con il prolungamento della durata della vita non si otterrebbe nulla, a meno di cambiare dalle fondamenta molte altre cose nelle condizioni dell’esistenza umana.

379 [Vedi Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7 e L’avvenire di un’illusione (1927), in OSF, vol. 10.]

380 [Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 11, da cui risulta però che Freud attese alla prima stesura di questo saggio nel 1934 (dunque quattro anni prima). Ma probabilmente nel 1936 esso fu sottoposto alla prima importante rielaborazione e revisione.]

381 [Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 11 e, sempre qui, il Terzo saggio, cap. 2, par. G e nota 448.]

382 Inizio col riassumere i risultati del mio secondo saggio, puramente storico, su Mosè. Essi non saranno qui sottoposti a nessuna nuova critica, perché formano la premessa delle discussioni psicologiche che da essi discendono e ad essi fanno continuamente ritorno.

383 [Il nuovo nome, assunto da Amenofi IV. Vedi il Secondo saggio, par. 2, in OSF, vol. 11.]

384 Si chiamava così, per esempio, anche lo scultore il cui laboratorio fu trovato a Tell el-Amarna.

385 Ciò corrisponderebbe alla quarantennale peregrinazione nel deserto del testo biblico [Numeri, 14:33].

386 Quindi all’incirca 1350(40) -1320(10) per il periodo di Mosè; 1260, o meglio dopo ancora, per Qadesh; la stele di Meneptàh prima del 1215.

387 [È qui usato il termine “Fixierungen”, che evidentemente non ha in questo caso il significato usuale di “fissazioni” psicoanalitiche. Vedi nel Compendio di psicoanalisi (1938), cap. 4, nota 567, in OSF, vol. 11.]

388 E. Auerbach, Wüste und Gelobtes Land (Berlino, 2 voll., 1932 e 1936), vol. 2.

389 La stessa considerazione vale per il caso ben strano di William Shakespeare da Stratford. [Freud si era già posto più volte la domanda di chi fosse in realtà William Shakespeare. Vedi nel Premio Goethe 1930, il Discorso nella casa natale di Goethe a Francoforte e nota 4 e il Compendio di psicoanalisi cit., par. 7, in OSF, vol. 11.]

390 [Divinità locali.]

391 Questa è la situazione drammatica da cui parte Macaulay nei suoi Lays of Ancient Rome [Canti di Roma antica, 1842]. Assume la veste di un cantore che, afflitto per le torbide lotte intestine tra partiti nel suo tempo, rinfaccia ai suoi ascoltatori lo spirito di sacrificio, l’unità e il patriottismo dei loro antenati.

392 Dunque è assurdo affermare che un tale esercita la psicoanalisi, se costui esclude dalla propria indagine e considerazione proprio queste epoche remote, come capita da certe parti. [Allusione ai metodi di C. G. Jung criticati da Freud più volte. Vedi, in particolare, Per la storia del movimento psicoanalitico (1914), in OSF, vol. 7, par. 3. Con l’espressione “bambino piccolo” si allude al periodo della piccola, o seconda infanzia, che comincia verso i due anni e termina con la fanciullezza, vedi anche par. C, in OSF, vol. 11. “Molto piccolo” allude quindi agli inizi di questo periodo.]

393 [Vedi Freud, Introduzione alla psicoanalisi cit., lezione 22 e nota 612 e lezione 23. Ma vedi anche la lezione 33, in OSF, vol. 11.]

394 [Vedi ancora l’Introduzione alla psicoanalisi cit., lezione 13 e note 448 e 449.]

395 [Vedi lo scritto sulle Teorie sessuali dei bambini (1908), in OSF, vol. 5.]

396 [Vedi nel Compendio di psicoanalisi cit., cap. 3 e nota 561, in OSF, vol. 11.]

397 [La distinzione fra una realtà mentale e una realtà esterna risale addirittura al Progetto di una psicologia (1895), in OSF, vol. 2, cap. 3, par. 2; per ulteriori riferimenti all’uso di questa distinzione vedi ivi, nota 304; vedi anche la nota editoriale 448, in OSF, vol. 11.]

398 [La relazione tra alterazioni dell’Io, controinvestimenti e formazioni reattive era stata spiegata da Freud in Inibizione, sintomo e angoscia (1925), in OSF, vol. 10, cap. 11, par. A, sottoparr. a e c. L’alterazione terapeutica dell’Io, che qui non è presa in considerazione, nelle opere successive di Freud è vista come quel processo che fa recedere le alterazioni dell’Io dovute ai meccanismi di difesa. Vedi Analisi terminabile e interminabile (1937), parr. 2, 5 e 6 e Compendio di psicoanalisi cit., cap. 6, in OSF, vol. 11.]

399 [Vedi in L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 5, nota 525.]

400 [L’illazione che le “conseguenze simili a sintomi sono i fenomeni religiosi”.]

401 [C. Darwin, The Descent of the Man (Londra 1871), vol. 2, pp. 362 sg.; J. J. Atkinson, Primal Law, nel volume a cura di A. Lang, “Social Origins” (Londra 1903), pp. 220 sg.]

402 [Vedi Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni), lezione 35, nota 252, in OSF, vol. 11.]

403 [A questo argomento Freud dedicherà qui un intero paragrafo, sempre nel Terzo saggio, cap. 2, par. D.]

404 [W. Robertson Smith, Lectures on the Religion of the Semites (Londra, 2a ed. 1894).]

405 [Gran parte del materiale qui riassunto proviene da Totem e tabù cit., cap. 4, ma Freud si dilunga qui maggiormente sulle divinità materne (per le quali vedi la nota 363, in OSF, vol. 11 e i cenni in Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921), in OSF, vol. 9, par. 12, sottoparr. B e C. Tutto l’argomento è ripreso qui nel Terzo saggio, cap. 2, par. D.]

406 [Freud aveva trattato di questo paradosso nell’Avvenire di un’illusione cit., par. 5 e nel Disagio della civiltà (1929), in OSF, vol. 10, par. 5. Vedi anche cap. 2, par. D, in OSF, vol. 11.]

407 [Freud svilupperà l’argomento qui nel paragrafo G. Per ulteriori riferimenti vedi la nota editoriale 448.]

408 [Vedi il paragrafo C, in OSF, vol. 11.]

409 [Vedi la nota editoriale 288, in OSF, vol. 11.] Ernest Jones fa osservare che il dio Mitra che uccide il toro potrebbe raffigurare questo caporione che si vanta della sua impresa. È noto che il culto di Mitra contese a lungo la vittoria finale al giovane cristianesimo.

410 [Vedi Freud, Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi: 2. Ricordare, ripetere e rielaborare (1914), in OSF, vol. 7. Vedi il Compendio di psicoanalisi, Parte seconda, cap. 6, in OSF, vol. 11.]

411 Goethe, Israel in der Wüste [Israele nel deserto], edizione di Weimar, vol. 7, p. 170.

412 Si vedano a questo proposito le note pagine di Frazer nel Ramo d’oro, parte terza [The Golden Bough: Part III, The Dying God (Londra 1911)].

413 [In Gesammelte Werke, vol. 16, p. 196 sono omesse, in questa frase le parole: “il Mosè risorto, e dietro a Mosè”.]

414 [Secondo una tradizione menzionata nell’Autobiografia (1924), in OSF, vol. 10, par. 1, gli antenati di Freud erano vissuti per molti anni a Colonia.]

415 [È il “narcisismo delle piccole differenze” di cui Freud parla nel Disagio della civiltà cit., par. 5, in cui è anche discusso il tema dell’antisemitismo.]

416 [Freud aveva già brevemente accennato qua e là alle radici inconsce dell’antisemitismo – vedi il caso clinico del piccolo Hans (1908), in Analisi della fobia di un bambino di cinque anni, in OSF, vol. 5, par. 2, nota 460, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910), in OSF, vol. 6, nota 308, Il disagio della civiltà cit., par. 5 – ma qui ne fa l’esposizione di gran lunga più compiuta. Vedi ancora qui, lo scritto Una parola sull’antisemitismo (1938).]

417 [È da notare l’uso insolito delle abbreviazioni c e inc in senso “descrittivo”. A parte un paio di riferimenti nell’Introduzione alla psicoanalisi cit., vedi lezione 31, in OSF, vol. 11, Freud non era più ricorso a queste abbreviazioni in opere destinate alla pubblicazione fin dall’epoca di L’Io e l’Es cit., par. 1.]

418 [Freud tornerà sul Super-io qui nel cap. 2, par. D.]

419 [Per un’esposizione meno stringata, vedi la lezione 31 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit., in OSF, vol. 11]

420 [Come Freud chiarisce in Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 4 e in L’Io e l’Es cit., par. 2, la topica psichica coincide con l’anatomia cerebrale quando colloca al primo posto procedendo dall’esterno (nella corteccia cerebrale) il sistema percettivo-cosciente (P-C).]

421 [Vedi, su questo, in Metapsicologia (1915): L’inconscio, in OSF, vol. 8, par. 7.]

422 [Freud usa qui, e nel seguito del capoverso, il termine Instinkt, per lui inconsueto. Vedi cap. 2, par. H, in OSF, vol. 11.]

423 Schiller, Die Götter Griechenlands [Gli dèi della Grecia].

424 [Il problema generale di definire l’importanza per la vita psichica dell’ereditarietà da un lato, e dell’esperienza personale dall’altro, si pose a Freud fin dall’inizio della sua ricerca. Ma il nodo teorico più preciso, concernente l’effettiva trasmissibilità ereditaria di esperienze remote, comincia a delinearsi nei suoi scritti dell’epoca di Totem e tabù cit. Si veda ad esempio ivi cap. 2, par. 4 e cap. 4, par. 7. Il tema ricompare varie volte in brevi passaggi sparsi in opere successive – vedi il caso clinico dell’uomo dei lupi (1914), in Dalla storia di una nevrosi infantile, in OSF, vol. 7, par. 7, par. 8, nota 785 e par. 9, la Metapsicologia cit.: Pulsioni e loro destini, l’Introduzione alla psicoanalisi cit., lezioni 13, 22, 23, 24 e 25, “Un bambino viene picchiato” (1919), in OSF, vol. 9, par. 5, dove compare per la prima volta il termine “eredità arcaica”, la Prefazione a “Il rito religioso: studi psicoanalitici” di Theodor Reik (1919), in OSF, vol. 9, L’Io e l’Es cit., par. 3 – finché in queste pagine la discussione esplicita della “eredità arcaica” giunge alla massima ampiezza. Ma vedi ancora qui in Analisi terminabile e interminabile cit., par. 6.]

425 [Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 11.]

426 [Vedi un’affermazione simile a questa nell’Introduzione alla psicoanalisi cit., lezione 24.]

427 L’insulto così frequente nell’antichità: gli Ebrei sono “lebbrosi” (vedi Manetone), ha senza dubbio il senso di una proiezione: “Si tengono lontani da noi come se fossimo lebbrosi.” [Manetone era uno scrittore egizio vissuto attorno al 300 a.C., che pubblicò, in greco, una storia dell’Egitto attinta agli archivi sacri; di essa rimangono alcuni frammenti citati da altri autori.]

428 [Vedi un’affermazione simile in Cinque conferenze sulla psicoanalisi (1909), in OSF, vol. 6, Terza conferenza. Sul concetto di “sovradeterminazione” o molteplicità delle cause che cooperano a produrre un evento psichico, vedi come Freud si era espresso già negli Studi sull’isteria (1892-95), in OSF, vol. 1, cap. 3, par. 3 e cap. 4.]

429 Protesto, tuttavia, contro chi fraintendesse il mio pensiero, quasi volessi dire che il mondo è tanto complicato che qualsiasi asserzione venga fatta deve cogliere in qualche punto un frammento della verità. No, il nostro pensiero si è riservato la libertà di scoprire rapporti di dipendenza e connessioni ai quali non corrisponde nulla nella realtà, e apprezza evidentemente questo dono in alto grado, visto che ne fa uso così copioso sia all’interno che all’esterno della scienza.

430 Vedi Frazer, op. cit. [e vedi la nota 412, in OSF, vol. 11].

431 [Prima che a Tebe fosse scoperta la tomba dei genitori della madre di Ekhnatòn, aveva credito l’ipotesi che essa fosse di origine straniera.].

432 [Com’è spiegato qui, nell’Avvertenza editoriale, questo paragrafo fu pubblicato dapprima separatamente nella “Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse. Imago”, vol. 24, pp. 6-9 (1939). Due varianti rispetto alla versione definitiva sono segnalate qui, sempre nel cap. 2, par. C.]

433 [Vedi a questo proposito una nota in Totem e tabù cit., la nota 136.]

434 [Il tema della trilogia è l’uccisione di Agamennone per mano della moglie Clitennestra, l’uccisione di Clitennestra per mano del figlio Oreste che così vendica il padre, la persecuzione di Oreste da parte delle Erinni e la sua assoluzione da parte dei dodici-quindici ateniesi dell’Areopago.]

435 [Lo sviluppo del linguaggio e la fine del matriarcato.]

436 [Nella versione originaria di questo paragrafo (vedi la nota 432, in OSF, vol. 11) a questo punto era aggiunta la parola greca ἄνεμος (vento).]

437 [Si narra che questo rabbino fuggì da Gerusalemme nascosto in una bara e ottenne il permesso dai Romani di insegnare la Legge (torah) in una cittadina sita a ponente di Gerusalemme (70 d.C.).]

438 [Nella versione originaria (vedi la nota 432, in OSF, vol. 11) era scritto: “decisero per il valore civilmente più significativo”.]

439 [Nel saggio La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno (1908), in OSF, vol. 5, Freud aveva già definito il “sacro” in maniera un po’ diversa. Sul concetto di “santità” individuale vedi invece Il disagio della civiltà cit., par. 7.]

440 [L’“orrore dell’incesto” costituisce l’argomento del primo capitolo di Totem e tabù cit.]

441 [“O maledetta fame dell’oro!”, Virgilio, Eneide, lb. 3, v. 57. Vedi Freud, Significato opposto delle parole primordiali (1910), in OSF, vol. 6. Vedi Compendio di psicoanalisi cit., cap. 5, in OSF, vol. 11.]

442 [Allusione a un’osservazione ironica di Mefistofele nel Faust di Goethe, parte prima, seconda scena dello Studio.]

443 [Di questo riferimento non è stata rintracciata la fonte.]

444 Anche qui la parola spetta a un poeta. Per spiegare il suo attaccamento inventa: Ach, du warst in abgelebten Zeiten meine Schwester oder meine Frau [Ah, tu in lontani morti tempi fosti già mia sorella o mia sposa] (Goethe, edizione di Weimar, vol. 4, p. 97). [Tratto dalla poesia Warum gabst du uns die tiefen Blicke (Perché a noi desti i profondi sguardi), dedicata da Goethe a Charlotte von Stein nel 1776. Freud aveva fatto la stessa citazione nello scritto redatto in occasione del Premio Goethe 1930 cit., vedi in OSF, vol. 11.]

445 [Sulla “situazione di pericolo” vedi Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 11, par. A, sottopar. b.]

446 [Termine e concetto risalgono alle prime pubblicazioni psicoanalitiche di Freud: vedi le Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), in OSF, vol. 2, par. 2 e nota 336.]

447 [Questo termine, coniato dal famoso storico della religione indiana Max Müller (1823-1900), indica l’invocazione e celebrazione religiosa di “una” divinità soprattutto, senza che ciò implichi la credenza che vi sia un unico dio.]

448 [Troviamo già quest’ultimo concetto espresso con parole molto simili nella Psicopatologia della vita quotidiana (1901), in OSF, vol. 4, cap. 12, par. C, sottopar. a, oltre che in Il delirio e i sogni nella “Gradiva”” di Wilhelm Jensen (1906), in OSF, vol. 5, par. 3. Freud lo ha poi ripreso in Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità (1922), in OSF, vol. 9, par. B. L’idea generale che gli sta alla base risale comunque a scritti molto precedenti: vedi Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit., par. 3 e la Minuta K (sezione sulla paranoia) in Minute teoriche per Wilhelm Fliess (1892-97), in OSF, vol. 2. Invece l’idea feconda ad esso collegata, che occorre distinguere tra verità materiale e verità storica, appartiene agli ultimi anni di Freud: ancora nell’Avvenire di un’illusione cit., par. 8 è appena accennata, mentre è più chiaramente formulata nel “Poscritto” del 1935 all’Autobiografia cit. È menzionata qui, nel presente scritto, nell’Avvertenza seconda del Terzo saggio e nel cap. 1, par. D. Si osservi infine che, sempre nel cap. 1, par. C, era stata fatta una distinzione tra realtà esterna e realtà psichica che in qualche modo può riconnettersi con questo discorso. Vedi anche L’acquisizione del fuoco (1931) e Costruzioni nell’analisi (1937), par. 3, in OSF, vol. 11.]

449 [Vedi Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit., lezione 35, nota 252, in OSF, vol. 11.]

450 [“Secondo l’istinto” rende instinktmässig. Vedi nel cap. 1, par. E, in OSF, vol. 11, dove pure Freud usa il termine per lui inconsueto “Instinkt”.]

451 [È presumibile che Freud avesse qui in mente essenzialmente le “fantasie primarie”. Vedi la nota editoriale 424 sull’“eredità arcaica”, in OSF, vol. 11.]

452 [L’altro fatto è l’esistenza del padre primigenio.]

453 [Cioè il “redentore”, vedi il capitolo 1, par. D, in OSF, vol. 11.]

454 [Anche per i concetti cui qui si allude – fantasia di desiderio di creare a sé stesso una posizione eccezionale (fantasia di cui Cristo sarebbe il frutto), e origine della rappresentazione dell’eroe – vedi il luogo citato nella nota precedente.]

La finezza di un’azione mancata

455 [“Non incorrere due volte nello stesso reato.”]

456 [Lo stesso gridano gli italiani.]

457 [Sul rischio di incompletezza nel caso delle interpretazioni oniriche vedi L’interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 6, par. A e cap. 7, par. A. Sulle particolari difficoltà dell’autoanalisi vedi la nota editoriale in Per la storia del movimento psicoanalitico (1914), in OSF, vol. 7, par. 1, nota 512.]

A Thomas Mann per il suo sessantesimo compleanno

458 [Freud aveva all’epoca settantanove anni.]

Un disturbo della memoria sull’Acropoli: lettera aperta a Romain Rolland

459 [Freud aveva fatto una breve allusione a questo episodio circa dieci anni prima, in L’avvenire di un’illusione (1927), in OSF, vol. 10, par. 5, ma non ne aveva fornito la spiegazione.]

460 [“Ginnasio” sta a indicare l’intero corso degli studi secondari di indirizzo umanistico (comprensivi pertanto del nostro “liceo”) secondo un uso della parola introdotto in Germania fin dal Rinascimento. Vedi lo scritto di Freud sulla Psicologia del ginnasiale (1914), in OSF, vol. 7.]

461 [“Troppo bello per essere vero.”]

462 [Freud, Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico (1916), in OSF, vol. 8, par. 2: “Coloro che soccombono al successo”.]

463 [Vedi Il disagio della civiltà (1929), in OSF, vol. 10, par. 7.]

464 [In tedesco Entfremdungsgefühl. Vedi un accenno clinico contenuto in Dalla storia di una nevrosi infantile. (Caso clinico dell’uomo dei lupi.) (1914), in OSF, vol. 7, par. 7.]

465 [Freud aveva già discusso precedentemente questi fenomeni nella Psicopatologia della vita quotidiana (1901), in OSF, vol. 4, cap. 12, par. D e in Falso riconoscimento (“già raccontato”) durante il lavoro psicoanalitico (1913), in OSF, vol. 7.]

466 [Anna Freud, Das Ich und die Abwehrmechanismen (Vienna 1936) trad. it. L’Io e i meccanismi di difesa, in “Opere” (Boringhieri,Torino 1978) vol. 1, pp. 149-265. Vedi Analisi terminabile e interminabile, par. 5, in OSF, vol. 11.]

467 [L’ultimo re Moro di Granada alla fine del quindicesimo secolo. Alhama, distante circa venti miglia da Granada, ne era la fortezza chiave.]

468 [Nel testo, “non arrivé”. Freud aveva usato la stessa locuzione in francese per descrivere il processo difensivo, nel suo articolo Le neuropsicosi da difesa (1894), in OSF, vol. 2, par. 1 e, più tardi, nel cap. 6 di Inibizione, sintomo e angoscia (1925), in OSF, vol. 10.]

469 [“Lettere gli erano arrivate / (che gli dicevano) che Alhama era stata espugnata. / Le lettere gettò nel fuoco / e il messaggero mandò a morte.” La citazione della strofa in spagnolo non è del tutto corretta in Gesammelte Werke, vol. 16, p. 255.]

470 [L’episodio è generalmente riferito al momento in cui Napoleone cinse la Corona Ferrea (a Milano, il 26 maggio 1805).]

471 [Si confronti con un passo dell’Interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 6, par. G, sottopar. 2.]

Necrologio di Ludwig Braun

472 [Il necrologio che segue è preceduto nel giornale in cui fu pubblicato (vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 11) da questa frase: “Il professor Sigmund Freud, al quale, in occasione dell’ottantesimo compleanno, il professor Braun ha dedicato l’ultimo suo scritto, ci manda le seguenti parole.”]

473 [Ludwig Braun (1861-1936) fu professore di medicina interna all’Università di Vienna.]

474 [Heinrich Braun (1854-1927) fondò nel 1883, insieme con Karl Kautsky e Wilhelm Liebknecht, “Die neue Zeit”, l’organo ufficiale del Partito socialdemocratico tedesco. Fu intimissimo di Freud negli anni del ginnasio (vedi la nota 460, in OSF, vol. 11).]

Analisi terminabile e interminabile

475 O. Rank, Das Trauma der Geburt und seine Bedeutung für die Psychoanalyse (Vienna 1924).

476 [Questo saggio fu scritto subito dopo la grande crisi economica e finanziaria degli Stati Uniti. Per una critica approfondita della teoria di Rank vedi Inibizione, sintomo e angoscia (1925), in OSF, vol. 10, capp. 8, 10 e cap. 11, par. A, sottopar. b. Vedi anche Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), lezione 34, in OSF, vol. 11.]

477 Vedi il mio scritto, pubblicato col consenso del paziente, Dalla storia di una nevrosi infantile. (Caso clinico dell’uomo dei lupi.) (1914), in OSF, vol. 7. In esso la malattia successiva del giovane non è illustrata diffusamente, e anzi è solo accennata laddove la connessione con la sua nevrosi infantile lo rende assolutamente necessario.

478 [Ibid., par. 1.]

479 [Ibid., par. 9, nota 801. Un passo della nota (qualche riga più sotto) è riportato con una lievissima modifica rispetto al testo originale.]

480 [In verità il resoconto clinico del primo trattamento della Brunswick, avvenuto fra l’ottobre 1926 e il febbraio 1927, era già stato da lei pubblicato nel 1928 con il titolo A Supplement to Freud’s “History of an Infantile Neurosis”. Vedilo in italiano nel volume di Reich e altri, Letture di psicoanalisi (Boringhieri, Torino 1972), pp. 94-139. Per la storia successiva di questo paziente, vedi l’aggiunta editoriale alla nota freudiana succitata del 1923, la nota 801, al caso clinico dell’uomo dei lupi, in Dalla storia di una nevrosi infantile cit.]

481 [L’idea di un’“alterazione dell’Io” è ulteriormente discussa qui nel par. 5.]

482 [Vedi nel par. 3, in OSF, vol. 11, dove Freud parla ancora dell’“imbrigliamento” (Bändigung) delle pulsioni; vedi anche, ivi, la nota 484 per ulteriori riferimenti sull’uso di questo termine negli scritti di Freud.]

483 [Si tratta qui di Sándor Ferenczi, che si sottopose a una brevissima analisi presso Freud, per tre settimane nell’ottobre 1914, e per altre tre settimane (con due sedute al giorno) nel giugno 1916. Vedi il Necrologio di Sándor Ferenczi (1933), in OSF, vol. 11.]

484 [Di questo termine, già usato qui nel par. 2, Freud si era già avvalso in Il problema economico del masochismo (1924), in OSF, vol. 10, per significare il processo mediante il quale la libido rende inoffensiva la pulsione di morte. Ma vedi anche il Progetto di una psicologia (1895), in OSF, vol. 2, cap. 3, par. 3, dove già Freud aveva parlato di ricordi “domati” (gebändigt).]

485 [Goethe, Faust, parte prima, La cucina della strega: “So muss denn doch die Hexe dran.”]

486 Per essere ancora più precisi, per una certa fascia di valori di questo rapporto.

487 In questo modo si spiegano le pretese etiologiche di fattori aspecifici come il sovraffaticamento, l’effetto di uno shock e così via; questi fattori hanno sempre ottenuto universale riconoscimento, e proprio la psicoanalisi ha dovuto relegarli sullo sfondo. La sanità può appunto essere descritta soltanto in termini metapsicologici, e cioè riferendosi ai rapporti di forza tra le istanze dell’apparato psichico, istanze che noi abbiamo scoperto o, se si preferisce, desunto o congetturato. [La svalutazione dell’importanza etiologica di fattori come il “sovraffaticamento” compare spesso nei primi scritti di Freud. Vedi per esempio in Minute teoriche per Wilhelm Fliess (1892-97): Minuta A (1892), in OSF, vol. 2.]

488 [Quello della forza delle pulsioni.]

489 [Vedi Il problema dell’analisi condotta da non medici (1926), in OSF, vol. 10, par. 7, dove sono svolte argomentazioni simili a queste, ma in un linguaggio meno tecnico.]

490 [“Nachverdrängung”. Vedi in Metapsicologia (1915): La rimozione, in OSF, vol. 8, nota 52. A quell’epoca Freud aveva usato il termine “Nachdrängen”, con lo stesso significato di Nachverdrängung. Per questo il termine italiano adottato era stato anche lì “post-rimozione”.]

491 [Freud aveva citato questa stessa frase di Johann Nestroy (1801-1862) in Il problema dell’analisi condotta da non medici cit., par. 2.]

492 [Vedi quel che Freud dice in merito nel Necrologio di Sándor Ferenczi cit., in OSF, vol. 11]

493 [È un precetto già espresso precedentemente, sia pure con parole un po’ diverse, per esempio in Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi: 3. Osservazioni sull’amore di traslazione (1914), in OSF, vol. 7 e in Vie della terapia psicoanalitica (1918), in OSF, vol. 9.]

494 [Dal proverbio francese “Le mieux est l’ennemi du bien”.]

495 [Vedi lo scritto dedicato da Freud trent’anni prima all’Istruzione sessuale dei bambini (1907), in OSF, vol. 5. Vedi anche Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit., lezione 34, nota 230, in OSF, vol. 11.]

496 [Sulla “sintesi dell’Io” vedi Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni), lezione 31 e nota 151, in OSF, vol. 11.]

497 [Freud allude qui al Super-io.]

498 Anna Freud, Das Ich und die Abwehrmechanismen (Vienna 1936) [trad. it. L’Io e i meccanismi di difesa in “Opere” (Boringhieri, Torino 1978) vol. 1, pp. 169-265. Vedi Un disturbo della memoria sull’Acropoli: lettera aperta a Romain Rolland, in OSF, vol. 11.]

499 Robert Eisler, Jesus Basileus, in 2 voll. (Heidelberg 1929 e 1930).

500 [Goethe, Faust, parte prima, Studio (II): “Vernunft wird Unsinn, Wohltat Plage”.]

501 [Vedi par. 5, nota 498, in OSF, vol. 11.]

502 [Vedi lo scritto che segue sulle Costruzioni nell’analisi (1937), par. 1.]

503 [Confronta la singolare concordanza con una frase contenuta in uno dei primi scritti di Freud: vedi in Ipnotismo e suggestione (1888-92): Ipnosi (1891), in OSF, vol. 1.]

504 [Vedi in L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38), cap. 1, par. E, nota 424, in OSF, vol. 11.]

505 [Questo termine compare già nell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), in OSF, vol. 8, lezioni 22 e 28. Per ulteriori riferimenti agli scritti di Freud in cui sono trattati questo tipo di problemi vedi una nota editoriale in Comunicazione di un caso di paranoia in contrasto con la teoria psicoanalitica (1915), in OSF, vol. 8, nota 230.]

506 [“Wie gewonnen, so zerronnen”.]

507 [Vedi la nota 505, in OSF, vol. 11.]

508 [Vedi Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi cit.: 2. Ricordare, ripetere e rielaborare e Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 11, par. A, sottopar. a e nota 351.]

509 [Vedi un’osservazione analoga nel caso clinico dell’uomo dei lupi, in Dalla storia di una nevrosi infantile cit., par. 9.]

510 [Sulla “reazione terapeutica negativa” e sui fenomeni ad essa collegati, vedi L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 5. Ma vedi anche Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit., lezione 32 e nota 199, e Costruzioni nell’analisi cit., par. 2, in OSF, vol. 11.]

511 [Espressione cara a Freud, che l’ha usata sovente, per esempio anche nel primo capoverso dell’Interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3. In questa predilezione si riflette la sua fedeltà alla concezione dualistica delle pulsioni: vedi su questo Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 6, nota 245 e L’Io e l’Es cit., par. 4. Ma vedi anche il Compendio di psicoanalisi, cap. 2, in OSF, vol. 11.]

512 [Su questo tema vedi gli scritti precedenti Preistoria della tecnica analitica (1920), in OSF, vol. 9 e Josef Popper-Lynkeus e la teoria del sogno (1923), ibid.]

513 Quanto segue è tratto da W. Capelle, Die Vorsokratiker (A. Kröner, Lipsia 1935).

514 [“dem gar manch Geheimnis wurde kund”. La frase è ripresa, con qualche modifica, dal primo monologo di Faust: Goethe, Faust, parte prima, Notte (I).]

515 Capelle, op. cit., p. 186.

516 [Analoga alla pulsione di morte.]

517 [Freud citerà ancora Empedocle nel Compendio di psicoanalisi cit., cap. 2, nota 556.]

518 [Si tratta di una comunicazione tenuta al Congresso di psicoanalisi di Innsbruck del 1927 e pubblicata l’anno seguente: S. Ferenczi, Das Problem der Beendigung der Analysen, Int. Z. Psychoanal., vol. 14, p. 1 (1928).]

519 [La citazione è dall’ultima pagina del saggio di Ferenczi.]

520 [Ferenczi, loc. cit.]

521 [Vedi un’osservazione analoga nella Prefazione a “Gioventù traviata” di August Aichhorn (1925), in OSF, vol. 10.]

522 Anatole France, La révolte des anges (1914).

523 [Vedi A. Adler, Der psychische Hermaphroditismus im Leben und in der Neurose, Fortschr. Med., vol. 28, p. 486 (1910).]

524 [Vedi per esempio in questo volume lo scritto sulla Sessualità femminile (1931), par. 2.]

525 Nel mio scritto “Un bambino viene picchiato” (1919), in OSF, vol. 9, par. 6, dove peraltro Fliess non è espressamente nominato].

526 “...ogni paziente maschio, per dimostrare di aver superato l’angoscia di evirazione, deve pervenire a un sentimento di parità nei confronti del medico; e ogni paziente di sesso femminile, se vuole che la sua nevrosi sia considerata perfettamente risolta, deve venire a capo del proprio complesso di mascolinità e accettare senza risentimento il ruolo femminile con tutto ciò che da esso deriva” (Ferenczi, op. cit., p. 8).

527 L’espressione “protesta virile” non deve indurci a supporre che il rifiuto dell’uomo sia rivolto all’impostazione passiva [in quanto tale], ossia a quello che si potrebbe chiamare l’aspetto sociale della femminilità. Ciò contrasterebbe con quanto si può facilmente verificare mediante l’osservazione, e cioè che questo tipo di uomini ostentano spesso un comportamento masochistico, che può giungere addirittura all’asservimento nei confronti della donna. L’uomo si ribella non alla passività in generale, ma solo alla passività nel rapporto con l’uomo. In altre parole la “protesta virile” non è in effetti niente di diverso dall’angoscia di evirazione. [Sullo stato di soggezione o asservimento sessuale degli uomini vedi nei Contributi alla psicologia della vita amorosa (1910-17): 3. Il tabù della verginità, in OSF, vol. 6.]

Analisi terminabile e interminabile

528 [Questa discussione si riallaccia alle riflessioni contenute nello scritto La negazione (1925), in OSF, vol. 10. Ma vedi anche il caso clinico dell’uomo dei topi (1909), in Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva, in OSF, vol. 6, par. 1, sottopar. d, nota 23 e il caso clinico di Dora (1901), in Frammento di un’analisi d’isteria, in OSF, vol. 4, par. 1, nonché la nota 512 ivi aggiunta nel 1923.]

529 [Vedi un esempio di costruzione erronea nel caso clinico dell’uomo dei lupi (1914), in Dalla storia di una nevrosi infantile, in OSF, vol. 7, par. 3.]

530 [Da Shakespeare, Amleto, atto 2, scena 1.]

531 [Vedi, in merito, le Osservazioni sulla teoria e pratica dell’interpretazione dei sogni (1922), in OSF, vol. 9, par. 7.]

532 [Vedi una formulazione quasi identica nello scritto La negazione cit.]

533 [Vedi la nota seguente.]

534 [L’esempio è tratto da un capoverso aggiunto nel 1907 alla Psicopatologia della vita quotidiana (1901), in OSF, vol. 4, cap. 5. In tedesco, nel linguaggio comune, la “g” viene pronunciata sovente come “j”.]

535 [Vedi L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 5. Ma vedi anche in Analisi terminabile e interminabile (1937), par. 6 e nota 510, in OSF, vol. 11.]

536 [Tratto dalla commedia farsesca Der Zerrissene (“Il dilaniato”). Nestroy è citato qui in Analisi terminabile e interminabile cit., par. 3.]

537 [Vedi Psicogenesi di un caso di omosessualità femminile (1920), in OSF, vol. 9, par. 1.]

538 [“Überdeutlich.” È un fenomeno, questo, di cui Freud si era già occupato nella Psicopatologia della vita quotidiana cit., cap. 2 e, prima ancora, in Meccanismo psichico della dimenticanza (1898), in OSF, vol. 2 e nota 428, nonché in Ricordi di copertura (1899), sempre in OSF, vol. 2.]

539 [Il termine tedesco è “Auftrieb”.]

540 [Da Shakespeare, Amleto, atto 2, scena 2: “Though this may be madness, yet there’s method in it.”]

541 [Vedi la nota 544, in OSF, vol. 11.]

542 [Vedi Freud e Breuer, Studi sull’isteria (1892-95), in OSF, vol. 1, cap. 1, par. 1.]

543 [Del tema trattato in questi ultimi capoversi Freud si occupava in quest’epoca assai intensamente. Vedi L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38), Terzo saggio, cap. 2, par. G e gli ulteriori riferimenti contenuti nella nota editoriale 448, in OSF, vol. 11.]

La scissione dell’Io nel processo di difesa

544 [Sul concetto di Verleugnung (rinnegamento, disconoscimento) vedi L’organizzazione genitale infantile (1923), in OSF, vol. 9, nota 587 e Il problema economico del masochismo (1924), in OSF, vol. 10, nota 14.]

545 [Vedi nell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), lezione 31 e nota 151, in OSF, vol. 11.]

546 [Vedi lo scritto di Freud sul Feticismo (1927), in OSF, vol. 10.]

547 [Vedi gli scritti di Freud Nevrosi e psicosi (1923), in OSF, vol. 9 e La perdita di realtà nella nevrosi e nella psicosi (1924), in OSF, vol. 10.]

548 [Vedi un’analoga allusione al mito di Crono in Dalla storia di una nevrosi infantile. (Caso clinico dell’uomo dei lupi.) (1914), in OSF, vol. 7, par. 4, nota 705.]

549 [Sul tema di questo scritto Freud tornerà qui nel cap. 8 del Compendio di psicoanalisi (1938).]

Risultati, idee, problemi

550 [“Aspettando sempre qualcosa che non veniva mai.”]

Analisi terminabile e interminabile

551 [“Seelenleben”, letteralmente “vita dell’anima” è da noi reso sempre con “vita psichica”.]

552 [La seconda ipotesi è illustrata qui nel cap. 4.]

553 Questa parte più antica dell’apparato psichico rimane per tutta la vita la più importante; da essa ha anche preso le mosse l’investigazione psicoanalitica.

554 I poeti hanno immaginato in effetti qualcosa del genere, ma dalla storia della sostanza vivente non emerge nulla che vi corrisponda. [Certamente Freud aveva in mente il Simposio di Platone, da lui citato in relazione a questi stessi concetti in Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 6 e, ancora prima, nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Primo saggio, par. 1.]

555 [Vedi la nota 511, in OSF, vol. 11.]

556 Questa rappresentazione delle forze fondamentali o pulsioni, contro la quale si ribellano tuttora molti psicoanalisti, era già nota a Empedocle di Acagra. [Vedi la discussione di Freud sulle teorie di Empedocle in Analisi terminabile e interminabile (1937) par. 6, in OSF, vol. 11; ma vedi anche Perché la guerra? (1932) e nella lezione 32 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit., in OSF, vol. 11]

557 [Vedi la nota 599, in OSF, vol. 11.]

558 [“Kränkung” (mortificazione, umiliazione) significa letteralmente “cosa che fa ammalare”. Vedi questa stessa sottolineatura terminologica in una conferenza tenuta da Freud moltissimi anni prima, intitolata Meccanismo psichico dei fenomeni isterici (1893), in OSF, vol. 2.]

559 [Vedi su questo insieme di concetti Al di là del principio di piacere cit., par. 6, note 229, 230; ma vedi anche L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, l’Avvertenza editoriale, par. 3, nota 480 e par. 4, l’Autobiografia (1924), in OSF, vol. 10, par. 5 e Il disagio della civiltà (1929), ibid., par. 6. Come si noterà consultando questi scritti, Freud prima affermò che l’Io è il vero serbatoio della libido, poi sostenne invece che tale funzione va ascritta all’Es. Qui egli torna alla sua prima formulazione. Ma si noti anche che in questo stesso scritto, al par. 2, Freud parla di un “Io-Es ancora indifferenziato” nel quale suppone sia presente in origine “tutta l’energia dell’Eros disponibile”, cioè la libido. Vedi anche, in questo volume, l’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit., lezione 32 e nota 192.]

560 [La versione originale di questo capitolo era più stringata. Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 11.]

561 Confronta in proposito l’ipotesi che l’uomo discenda da un mammifero che a cinque anni avrebbe raggiunto la maturità sessuale. Un qualche immane influsso esterno sulla specie avrebbe poi disturbato lo sviluppo rettilineo della sessualità. Altre trasformazioni nella vita sessuale umana – paragonata a quella degli altri animali – potrebbero esser messe in relazione con questa ipotesi: così, per esempio, il venir meno della periodicità della libido e l’utilizzazione del ruolo della mestruazione nella relazione tra i sessi. [L’ipotesi di un rapporto tra epoca di latenza ed era glaciale era stata formulata per la prima volta da S. Ferenczi, Entwicklungsstufen des Wirklichkeitssinnes, Int. Z. (ärztl.) Psychoanal., vol. 1, p. 124 (1913); Freud l’accettò con una certa cautela in L’Io e l’Es cit., par. 3 e poi, con maggiore convinzione, in Inibizione, sintomo e angoscia (1925), in OSF, vol. 10, cap. 10. Sul venir meno della periodicità organica della funzione sessuale vedi Il disagio della civiltà cit., par. 4, note 530 e 535.]

562 Nasce il problema se il soddisfacimento di moti pulsionali meramente distruttivi possa essere avvertito come piacere, se esista la distruttività allo stato puro, senza apporti libidici. Il soddisfacimento della pulsione di morte che permane nell’Io non sembra provocare sensazioni di piacere, benché il masochismo sia un impasto perfettamente analogo al sadismo.

563 Sono stati segnalati più d’una volta precoci eccitamenti vaginali; con ogni probabilità si tratta però di eccitamenti alla clitoride, dunque a un organo analogo al pene. Non è quindi messo in dubbio il nostro diritto di chiamare fallica questa fase.

564 E pensare che un indirizzo di pensiero estremo come il behaviorismo sorto in America presume di poter costruire una psicologia che non tenga conto di questo fondamentale dato di fatto!

565 [Sui rapporti tra Freud e il professore di filosofia Theodor Lipps (1851-1914) vedi l’Avvertenza editoriale allo scritto Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905), in OSF, vol. 5. Vedi anche Alcune lezioni elementari di psicoanalisi, La natura dello psichico, in OSF, vol. 11.]

566 [Nella prima edizione tedesca del 1940 (vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 11) compariva a questo punto, sotto forma di nota, un estratto delle argomentazioni sviluppate in Alcune lezioni elementari di psicoanalisi cit., vedi in OSF, vol. 11.]

567 [Il termine tedesco è Fixierung; con questo stesso inusitato significato Freud l’aveva già usato nell’Interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 7, par. B. Altrove egli usa invece, o anche, il termine Niederschrift (“registrazione”): vedi per esempio in Metapsicologia (1915): L’inconscio, in OSF, vol. 8, par. 2. Va notato comunque che nonostante il termine Fixierung abbia usualmente in psicoanalisi tutt’altro significato (l’ancorarsi della libido a un oggetto e la sua tendenza a non abbandonarlo, vedi ad esempio cap. 6), esso è usato da Freud in questo periodo di tempo anche per designare il resoconto, la registrazione di una tradizione: vedi L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi (1934-38), Terzo saggio, cap. 1, par. A, nota 387, in OSF, vol. 11.]

568 [Vedi la nota 424, in OSF, vol. 11.]

569 [Vedi nello scritto sulla Sessualità femminile (1931), par. 4, nota 45, in OSF, vol. 11, alcuni riferimenti sull’uso freudiano di questo termine.]

570 È come se, per analogia, il sottufficiale che ha dovuto appena ingoiare in silenzio un cicchetto del suo superiore, sfogasse la propria collera con il primo innocente soldato che gli capita sotto tiro. [In questa insistenza sulla necessità per l’Es di scaricare determinate quantità di eccitamento è da vedere una replica, sia pure in termini diversi, di ciò che Freud aveva illustrato nel Progetto di una psicologia (1895), in OSF, vol. 2, cap. 1, par. 1, come il “principio fondamentale dell’attività neuronica”.]

571 [Vedi L’uomo Mosè e la religione monoteistica cit., Terzo saggio, cap. 2, par. D e nota 441, in OSF, vol. 11.]

572 [Vedi in Tecnica della psicoanalisi (1911-12): Dinamica della traslazione, in OSF, vol. 6, nota 683.]

573 [Ibid., nota 681.]

574 [“Agieren”, altrove reso con “mettere in atto”: vedi per esempio qui L’uomo Mosè e la religione monoteistica cit., Terzo saggio, cap. 1, par. D e nota 410.]

575 [Vedi Compendio di psicanalisi, cap. 4, nota 567, in OSF, vol. 11; ma vedi anche in Analisi terminabile e interminabile cit., par. 6 e nota 505.]

576 [Vedi un’espressione simile qui in Analisi terminabile e interminabile cit., alla fine del par. 5.]

577 [In questo capitolo sono ripresi in considerazione molti argomenti trattati in Analisi terminabile e interminabile cit., e in Costruzioni nell’analisi, vedi in OSF, vol. 11.]

578 [Wilhelm Roux (1850-1924) fu uno dei fondatori dell’embriologia sperimentale. Schizogenesi è la riproduzione per divisione: l’individuo unicellulare forma, per semplice scissione del suo corpo, due nuovi individui.]

579 L’evirazione non manca neppure nella leggenda di Edipo, giacché l’accecamento con cui Edipo si punisce dopo aver scoperto il proprio crimine è, a quel che testimoniano i sogni, un sostituto simbolico dell’evirazione. Non si può escludere che allo straordinario effetto terrorizzante della minaccia di evirazione concorra anche una traccia mnestica filogenetica, la quale testimonia come nei tempi antichissimi della famiglia preistorica il padre geloso davvero tagliasse il genitale al figlio che lo infastidiva come rivale presso la donna. L’antichissimo costume della circoncisione, anch’essa un sostituto simbolico dell’evirazione, non può essere compreso che come espressione della sottomissione alla volontà del padre. (Vedi i riti della pubertà dei primitivi.) Non si sono ancora fatte indagini sul modo come il decorso che abbiamo descritto si presenti nei popoli e nelle civiltà in cui non viene repressa la masturbazione infantile.

580 [Vedi in Analisi terminabile e interminabile cit., par. 8, nota 527, in OSF, vol. 11.]

581 Il nome William Shakespeare è con ogni probabilità uno pseudonimo dietro il quale si nasconde un grande sconosciuto. Un uomo nel quale si crede di poter riconoscere l’autore delle creazioni poetiche shakespeariane, il conte di Oxford Edward de Vere, aveva perduto il padre amato e ammirato quand’era ancora bambino e si era completamente distaccato dalla madre che subito dopo la morte del marito si era risposata. [Su questo tema vedi Premio Goethe 1930 (1930), nota 4 e L’uomo Mosè e la religione monoteistica cit., Terzo saggio, cap. 1, par. A, in OSF, vol. 11.]

582 [“Se il piccolo selvaggio fosse abbandonato a sé stesso, e se conservasse tutta la sua debolezza mentale e alla mancanza di ragione propria del bambino in fasce congiungesse la violenza delle passioni dell’uomo di trent’anni, torcerebbe il collo al padre e giacerebbe con la madre.” Vedi La perizia della Facoltà medica nel processo Halsmann (1930), in OSF, vol. 11, dove questo passo è pure citato (nella traduzione tedesca di Goethe); ma vedi anche l’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), in OSF, vol. 8, lezione 21 dove invece è citato (come qui) il testo francese originale.]

583 [Vedi in proposito lo scritto sulla Sessualità femminile cit., par. 2 e nota 23, in OSF, vol. 11.]

584 [Questo tema è stato trattato più a lungo qui nello scritto sull’Analisi terminabile e interminabile cit., par. 8.]

585 [Vedi come l’espressione “Made in Germany” è usata in senso analogo nello scritto su La negazione (1925), in OSF, vol. 10.]

586 [Sul concetto assai simile di “attitudine alla civiltà” vedi gli scritti precedenti L’avvenire di un’illusione (1927), in OSF, vol. 10, par. 7 e Considerazioni attuali sulla guerra e la morte (1915), in OSF, vol. 8, par. 1.]

587 [Freud si riferisce all’“amentia” di Meynert, di cui aveva già fatto menzione altre volte. Vedi per esempio nel caso clinico del presidente Schreber (1910), in Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente, in OSF, vol. 6, par. 3, sottopar. 4 e in Metapsicologia cit.: Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno.]

588 [Sul caso qui menzionato Freud si era soffermato più a lungo in Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità (1921), in OSF, vol. 9, par. B.]

589 [Ossia la maggiore quantità di energia psichica. Vedi il cap. 5, nota 569, in OSF, vol. 11.]

590 [Per i temi trattati negli ultimi capoversi di questo capitolo vedi gli scritti precedenti di Freud sul Feticismo cit. e qui La scissione dell’Io nel processo di difesa cit.; di quest’ultimo scritto vedi anche l’Avvertenza editoriale.]

591 [Freud amava molto questa citazione da Goethe, Faust, parte prima, scena della Notte (I). Vedi per esempio Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7, cap. 4, par. 7 e l’Introduzione alla psicoanalisi cit., lezione 22.]

Alcune lezioni elementari di psicoanalisi

592 [Per uno strano errore di stampa nell’edizione tedesca al posto di Voraussetzungen (“presupposti”) è scritto Moralbesetzungen (“investimenti morali”).]

593 [Il termine tedesco è Bewusstheit. Vedi su questo tema nella Metapsicologia: L’inconscio cit., parr. 2 e 6.]

594 Vedi la mia Psicopatologia della vita quotidiana (1901), in OSF, vol. 4 [cap. 5; vedi anche l’Introduzione alla psicoanalisi cit., Parte prima, Gli atti mancati, lezione 2].

595 Sto descrivendo gli esperimenti di Bernheim dei quali sono stato testimone nel 1889 a Nancy. Mi sia consentito non prendere neppure in considerazione i dubbi sull’autenticità di questi fenomeni ipnotici. [Vedi sul soggiorno di Freud a Nancy quel che è detto nell’Autobiografia cit., par. 1.]

596 [Freud usa qui il termine Bewusstsein (“coscienza”) con l’identico significato di Bewusstheit (“consapevolezza”).]

597 [Theodor Lipps (1851-1914) fu professore di filosofia a Monaco di Baviera. Le sue opere esercitarono un notevole influsso su Freud, particolarmente durante la composizione del libro Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio cit. Vedi nel Compendio di psicoanalisi cit., cap. 4, in OSF, vol. 11.]

598 [Vedi una frase simile in L’Io e l’Es cit., par. 1 e qui, nella lezione 31 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit.]

Una parola sull’antisemitismo

599 H. Coudenhove-Kalergi, Das Wesen des Antisemitismus (Vienna 1901).

600 [Il figlio di Heinrich, Richard Coudenhove-Kalergi (n. 1894), fu un noto filantropo e propugnatore dell’ideale paneuropeo. Freud aveva molta ammirazione per lui e fu tra quelli che, nel 1931, proposero il suo nome per il premio Nobel della pace; ma senza successo. Per ulteriori riferimenti alle posizioni di Freud sul tema dell’antisemitismo vedi sopra L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi cit., Terzo saggio, cap. 1, par. D e la nota editoriale 416.]

Antisemitismo in Inghilterra

601 [Vedi nella Lettera al borgomastro di Přibor (1931), in OSF, vol. 11.]

602 [Chiasso per il fatuo / Pena per lo sciocco / E il gentiluomo tradito / Se ne va senza dir motto. Da La coquette corrigée, commedia di Jean Sauvé de la Noue (1701-1761).]

Opere complete
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