Una relazione fra un simbolo e un sintomo
Che il cappello sia un simbolo del genitale, prevalentemente di quello maschile, è stato sufficientemente provato dall’esperienza delle analisi dei sogni.737 Tuttavia non si può sostenere che si tratti di un simbolo chiaramente comprensibile. In molte fantasie e in molteplici sintomi anche la testa compare come simbolo dell’organo genitale maschile, o, se si preferisce, come qualcosa che ne fa le veci. Più di un analista avrà osservato che i suoi pazienti affetti da nevrosi ossessiva manifestano orrore e indignazione per la pena della decapitazione assai più che per qualsiasi altra forma di morte; e avrà ritenuto di dover loro spiegare che essi trattano la decapitazione come un sostituto dell’evirazione. Sono stati ripetutamente analizzati, nonché pubblicati, sogni di persone giovani, o avvenuti in gioventù, che concernevano il tema dell’evirazione, e in cui si parlava di una sfera che doveva essere interpretata come simbolo della testa del padre. Ho potuto recentemente spiegare il significato di un cerimoniale eseguito da una paziente prima di addormentarsi; tra l’altro, il piccolo guanciale doveva essere disposto sugli altri cuscini in modo da formare un rombo, e la testa della dormiente doveva poggiare esattamente sulla diagonale maggiore del rombo. Mentre il rombo aveva il significato che ci è noto dai disegni murali, la testa doveva raffigurare un membro maschile.738
Ebbene potrebbe darsi che il significato simbolico del cappello derivi da quello della testa, dal momento che il cappello può essere considerato una sorta di testa prolungata, ma staccabile. A questo proposito mi sono ricordato di un sintomo con cui i nevrotici ossessivi sanno procurarsi continui tormenti. Per la strada sono incessantemente all’erta, per controllare se i loro conoscenti li salutano per primi togliendosi il cappello, o se invece sembrano aspettare il loro saluto; e rinunciano a molte relazioni sociali perché scoprono che una certa persona non li saluta più o non risponde per bene al loro saluto. Infinite sono queste difficoltà relative al saluto che essi si creano ovunque, a seconda dell’umore e delle circostanze. Né giova a mutare il loro comportamento se facciamo loro presente che – come del resto sanno benissimo – l’atto di salutare togliendosi il cappello significa abbassarsi di fronte alla persona salutata, che per esempio un grande di Spagna aveva il privilegio di restare a capo coperto in presenza del re, e che quindi la loro suscettibilità in materia di saluto significa che essi non vogliono mostrarsi meno importanti di quel che l’altro può pensare. Il fatto che la loro suscettibilità non ceda a spiegazioni come questa ci fa supporre che agisca in essi un motivo meno noto alla coscienza; e la fonte di questa ipersensibilità potrebbe essere facilmente trovata nel rapporto col complesso di evirazione.