È una breve nota, scritta a Vienna nell’autunno 1924, e poi sottoposta a revisione nel novembre dello stesso anno (vedi E. Jones, Vita e opere di Freud, trad. it. A. e M. Novelletto, Il Saggiatore, Milano 1962, vol. 3, p. 142) riguardante un aggeggio che ebbe una certa diffusione in tutti i paesi europei nel periodo fra le due guerre. Esso consentiva di prendere annotazioni, le quali poi si potevano far scomparire: non del tutto, però, così che era possibile conciliare il rinnovarsi delle notizie registrate e una certa tal quale conservazione delle annotazioni precedenti.
Freud paragonò questo aggeggio all’apparato psichico umano di fronte alle informazioni che gli provengono dal sistema Percezione-Coscienza. Certamente egli avrebbe potuto oggi estendere di molto questo paragone, riferendosi alle apparecchiature elettroniche di cui attualmente dispone l’umanità.
L’articoletto fu pubblicato con il titolo Notiz über den “Wunderblock” nella “Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse”, vol. 11(1), pp. 1-5 (1925) e fu riprodotto in Gesammelte Schriften, vol. 6 (1925), pp. 415-20, in Theoretische Schriften (1911-1925) (Vienna 1931), pp. 392-98, e in Gesammelte Werke, vol. 14 (1948), pp. 3-8.
La traduzione italiana è di Renata Colorni.