Risposta a un questionario
sulla lettura
e sui buoni libri
Mi chiede di indicarLe “dieci buoni libri”, e si rifiuta di aggiungere una parola; dunque, non solo mi lascia la scelta dei libri, ma anche l’interpretazione della Sua richiesta. Abituato a fare attenzione ai piccoli particolari, debbo perciò attenermi testualmente alle parole della Sua enigmatica richiesta. Non ha detto: “le dieci opere più grandi (della letteratura mondiale)”, nel qual caso avrei dovuto rispondere, come tanti altri: Omero, le tragedie di Sofocle, il Faust di Goethe, l’Amleto e il Macbeth di Shakespeare, e così via. Non ha neppure detto: “i dieci libri più importanti”, tra i quali allora avrebbero trovato posto opere scientifiche come quelle di Copernico, del vecchio medico Johann Weyer sulla credenza nelle streghe,325 l’Origine dell’uomo di Darwin, e altre. Non ha chiesto neppure i “libri preferiti”, tra i quali non avrei dimenticato Il paradiso perduto di Milton e Lazarus di Heine. Penso, dunque, che nel Suo testo l’accento cada in particolare sulla parola “buono”, e che, con questo predicato, Ella voglia indicare libri che si considerano alla stregua di “buoni” amici, a cui si deve qualcosa per la propria conoscenza della vita e la propria concezione del mondo, che ci hanno procurato del godimento e che raccomandiamo volentieri agli altri, senza che, però, sotto questo riguardo, risalti particolarmente il momento della rispettosa venerazione, il sentimento della propria piccolezza di fronte alla loro grandezza.
Dunque, le elenco dieci di tali “buoni libri” che mi sono venuti in mente, senza starci troppo a pensare:
Multatuli, Lettere e
opere326
Kipling, Jungle Book
Anatole France, Sur la pierre
blanche
Zola, Fécondité
Merežkovskij, Leonardo da Vinci
Gottfried Keller, Leute von
Seldwyla
C. F. Meyer, Huttens letze Tage
Macaulay, Essays
Gomperz, Griechische Denker
Mark Twain, Sketches327
Non so che cosa Lei intenda fare di questa lista. Anche a me sembra assai strana, anzi non posso licenziarla senza un commento. Non voglio affatto affrontare il problema: perché proprio questi libri e non altri ugualmente “buoni”, ma voglio semplicemente lumeggiare la relazione tra l’autore e la sua opera. Non in tutti i casi il rapporto è così sicuro come per Kipling e il Libro della giungla. Nella maggior parte dei casi avrei potuto indicare per lo stesso autore un’altra opera, per esempio per Zola Il dottor Pasquale, e così via. Spesso, uno scrittore che ci ha donato un buon libro, ce ne ha donati parecchi altri. Per Multatuli non mi sento in grado di mettere prima le lettere private rispetto a quelle d’amore, o viceversa; perciò ho scritto: Lettere e opere. Sono state escluse dalla lista opere di puro valore poetico, probabilmente perché la Sua richiesta di “buoni libri” non mi pareva mirare direttamente ad esse; infatti, quanto allo Hutten di C. F. Meyer, sono indotto a porre la “bontà” molto al disopra della bellezza, e l’“edificazione” al disopra del godimento estetico.
Con il Suo invito di indicarle “dieci buoni libri”, Lei ha messo in movimento qualcosa su cui ci sarebbe inevitabilmente molto da dire. Smetto dunque, per non diventare ancora più loquace.