A Thomas Mann
per il suo sessantesimo compleanno
Caro Thomas Mann,
accetti da me un affettuoso saluto per il Suo sessantesimo compleanno! Io sono uno dei Suoi “più vecchi” lettori e ammiratori, potrei augurarLe una vita molto lunga e felice, come si è soliti fare in simili occasioni. Ma me ne astengo; far degli auguri è cosa a buon mercato e mi sembrerebbe di ritornare ai tempi in cui si credeva all’onnipotenza magica dei pensieri. La mia personalissima esperienza mi fa pensare che sia bene che un destino compassionevole ponga un giusto limite alla durata della nostra vita!458
Inoltre non vorrei imitare coloro che in queste solenni circostanze spingono l’espansione al di là del rispetto, costringendo il festeggiato a stare a sentire in che modo, come uomo, è subissato dalle lodi mentre, come artista, è analizzato e criticato. Non voglio rendermi colpevole di un simile atto di arroganza. Ma posso permettermi qualcos’altro: a nome di innumerevoli Suoi contemporanei, posso esprimere l’intima certezza che Lei non farà e non dirà mai – le parole del poeta sono infatti azioni – cose ignobili o meschine; anche in tempi e in condizioni che rendono incerto il giudizio, Lei saprà trovare la via giusta e saprà indicarla agli altri.
Con affettuosa devozione,
Suo
Freud
Giugno 1935