In una lettera a Ferenczi del 22 ottobre 1909, Freud racconta di aver recentemente trovato – con grande gioia e soddisfazione – un opuscolo, pubblicato nel 1884 da un filologo tedesco, Karl Abel, Über den Gegensinn der Urworte (Significato opposto delle parole primordiali). In esso si dimostra che nell’antica lingua egizia, ma poi pure in molte altre lingue, anche moderne, vi sono parole uniche (o di derivazione unica) usate in due significati che sono uno l’opposto dell’altro. Freud, che studiando il sogno aveva costatato come l’inconscio ignori il “non”, e sia quindi costretto nelle sue produzioni a usare la stessa immagine sia per affermare che per negare, vide nello studio di Abel una conferma alle proprie concezioni. Egli scrisse allora questa recensione con lo stesso titolo Über den Gegensinn der Urworte del libro di Abel; pubblicata nello “Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen “, vol. 2 (1), 179-84 (1910), è stata poi compresa in Sammlung kleiner Schriften zur Neurosenlehre, vol. 3 (Vienna 1913), pp. 280-87, in Gesammelte Schriften, vol. 10 (1924), pp. 221-28 e in Gesammelte Werke, vol. 8 (1943), pp. 214-21. Traduzione di Ezio Luserna.
Freud ha pure brevemente riassunto il lavoro di Abel in una nota aggiunta nel 1911 a L’interpretazione dei sogni (cap. 6, par. C; in OSF, vol. 3) e in due passi della Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lezioni 11 e 15 (in OSF, vol. 8).