Opere 2. Progetto di una psicologia e altri scritti
Minute teoriche per Wilhelm Fliess
1 [Priva di data. Gli editori degli Anfänge la attribuiscono alla fine del 1892, essendo il contenuto simile (in forma più concisa) a quello della Minuta B. Questa minuta è uno dei pochi scritti tedeschi di Freud in caratteri latini; Freud infatti scriveva abitualmente in caratteri gotici e aveva una particolare difficoltà a scrivere in tedesco con caratteri latini (come sappiamo da una lettera di Freud a Jones del 20 novembre 1926).]
2 [È la prima comparsa del termine “nevrosi d’angoscia” (Angstneurose), cui sarà dedicato il secondo paragrafo della minuta successiva; per le sue ulteriori vicende vedi Ossessioni e fobie (1894), nota 162, in OSF, vol. 2.]
3 [Ove, cioè, non si dia una precedente pratica di masturbazione. All’interrogativo Freud risponderà affermativamente nella Minuta B, par. 1 (qui).]
4 [La stessa analogia tratta da un circuito elettrico sarà ripresa, qui, nello scritto A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” (1895), nel sommario di esso n. 33, e in L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896), par. 2.]
5 [La svalutazione dell’importanza etiologica del sovraffaticamento compare di frequente nei primi scritti di Freud. Vedi, ad esempio, Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894), par. 2, e La sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1898), in OSF, vol. 2. Figurerà precisata in una nota di Analisi terminabile e interminabile (1937), par. 3 (in OSF, vol. 11).]
6 [Porta il timbro postale dell’8 febbraio 1893. Come si vede dalle prime righe, è un rifacimento di uno scritto che è andato perduto. Nella lettera (rimasta inedita) a Fliess del 5 gennaio 1893 Freud diceva “sto riscrivendo la faccenda delle nevrosi” (per “nevrosi” intendeva allora quelle più tardi indicate come “nevrosi attuali”, cioè la nevrastenia e la nevrosi d’angoscia).]
7 [La “Comunicazione preliminare” era stata pubblicata un mese prima di questa minuta.]
8 [Questa formula etiologica sarà molto rielaborata da Freud in A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” (1895; qui).]
9 [Citazione non rintracciabile.]
10 [La trattazione più ampia da parte di Freud del tema della masturbazione figura in Contributi a una discussione sull’onanismo (1912; in OSF, vol. 6); per un tardo accenno all’argomento, vedi Risultati, idee, problemi (1938; in OSF, vol. 11).]
12 [Vedi la trattazione nello scritto, di poco precedente, Un caso di guarigione ipnotica (1892; in OSF, vol. 1).]
13 [Freud riaffermerà spesso questa tesi. Vedi, ad esempio, La sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1898), in OSF, vol. 2.]
14 [La Minuta C è qui omessa per il motivo spiegato nell’Avvertenza editoriale.]
15 [Non datata. I curatori degli Anfänge le attribuiscono una data di poco anteriore a quella della lettera del 21 maggio 1894.]
21 [Non datata. Deve essere di poco anteriore all’articolo Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” che è stato pubblicato il 15 gennaio 1895. I curatori degli Anfänge la assegnano al giugno 1894, in quanto potrebbe essere stata contenuta in una busta portante il timbro del 6 giugno.]
22 [Questa teoria sull’origine dell’angoscia, qui esposta forse per la prima volta, fu abbandonata da Freud soltanto nei suoi ultimi anni, quasi interamente in Inibizione, sintomo e angoscia (1925; in OSF, vol. 10) e, definitivamente, in Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), lez. 32 (in OSF, vol. 11).]
23 [Va osservato che il termine “melanconia”, usato da Freud, copre l’area semantica del termine “depressione” usato dalla letteratura psichiatrica moderna.]
25 [Su questo termine vedi Alcune considerazioni per uno studio comparato delle paralisi motorie organiche e isteriche (1893), nota 101, in OSF, vol. 2.]
26 [È uno dei rari casi in cui compare il termine Trieb = pulsione nei primi scritti di Freud. In questo stesso periodo di tempo lo usa, ad esempio, in Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894), par. 3 (qui), nella Minuta G cit., par. 2, negli Studi sull’isteria (1892-95), cap. 2, par. 2 (in OSF, vol. 1) e nel Progetto di una psicologia (1895), par. 10 (qui). Negli Studi sull’isteria cit. lo usa alcune volte Breuer, il quale anzi (cap. 3, par. 2, punto B) sembra sottolineare l’accezione diversa tra di esso e l’“istinto” (Instinkt) propriamente animale.]
27 [Vedi Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., nota 187, in OSF, vol. 2.]
29 [È la prima apparizione del termine “libido”, sul quale vedi Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., nota 179, in OSF, vol. 2.]
30 [La stessa espressione e la stessa parola “alienazione” (Entfremdung) ricorrono ibid., par. 3.]
31 [Le due storie cliniche sono datate 18 e 20 agosto 1894. Si tratta evidentemente di una raccolta di storie; ma non ne sono rimaste altre. Il titolo “Raccolta III” rimane inspiegato.]
32 [Non datata. Il timbro postale di una busta, che probabilmente la conteneva, l’ha fatta attribuire al 7 gennaio 1895.]
33 [L’uso della forma estrema di un caso come “tipo” è metodo che Freud deriva da Charcot; vedi Prefazione alla traduzione delle “Lezioni del martedì della Salpêtrière” di J.-M. Charcot (1892; in OSF, vol. 1).]
35 [Vedi Minuta D (1894), par. 2, in OSF, vol. 2. Lo schema è assai importante perché getta luce non solo sul presente contesto, ma anche su parecchie altre discussioni negli scritti di Freud di questi anni.]
36 [Intendi (vedi Minuta E cit., in OSF, vol. 2): il gruppo di rappresentazioni con cui la tensione sessuale fisica entra in relazione quando ha raggiunto una certa soglia; questo gruppo rielabora la tensione e la risolve psichicamente.]
39 [Le parentesi, aggiunte dal curatore, caratterizzano la frase come un inciso.]
40 [Acclusa a una lettera del 24 gennaio 1895.]
41 [Lessing, Emilia Galotti, atto 4, scena 7.]
42 [Stadio intermedio, presto abbandonato da Freud, tra la suggestione ipnotica e l’associazione libera.]
43 [Sull’espressione “intenzionalmente rimosso”, che ricorre più volte in questi anni negli scritti di Freud, vedi Studi sull’isteria (1892-95), nota 177 (in OSF, vol. 1).]
44 [La prima apparizione del concetto e del termine di “proiezione” (Projektion); vedi Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), par. 3, in OSF, vol. 2.]
45 [Vedi la nota precedente.]
46 [Appare qui stranamente, forse per la prima volta e rimanendo senza seguito per un paio d’anni, il termine “psiconevrosi”, in una frase alquanto oscura ove l’accento è comunque sulla psicogenesi dell’affezione. A quest’epoca, ci si aspetterebbe piuttosto “neuropsicosi” (vedi Le neuropsicosi da difesa, 1894, in OSF, vol. 2). Sulle ulteriori vicende di questa terminologia vedi L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896), nota 323, Sommari dei lavori scientifici (1897), nota 410, La sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1898), nota 417, in OSF, vol. 2.]
47 [Senza data. È da attribuire ai primi giorni del marzo 1895, dato che nella lettera del 4 marzo 1895 Freud ne preannuncia la spedizione a Fliess.]
48 [Per i vari tipi di fattori etiologici, vedi lo scritto, probabilmente contemporaneo, A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” (1895), in OSF, vol. 2; nello stesso scritto sono menzionate sia l’emicrania sia la sommazione.]
50 [Sull’emicrania, di particolare interesse per Fliess, vedi la lettera di Freud a Fliess del 1° gennaio 1896.]
51 [Non datata. È stata attribuita al 1895 dai curatori degli Anfänge, in base alla calligrafia e in base a un’analogia strutturale, nel modo come è riportato il caso, con quello della storia clinica del Progetto di una psicologia (1895).]
53 [La seguidilla nel primo atto della Carmen di Bizet.]
54 [La canzonetta di Cherubino nel secondo atto delle Nozze di Figaro di Mozart.]
55 [Professore di ginecologia a Vienna dal 1880 al 1908.]
56 [Acclusa alla lettera del 1° gennaio 1896, e scritta probabilmente nei giorni precedenti, dato il sottotitolo.]
57 [Qui, come quasi sempre in Freud, il tedesco Vorwurf (rimprovero, accusa); ma si tratta qui, come sempre, di autoaccusa.]
58 [Vedi il passaggio simile nel Progetto di una psicologia (1895), cap. 2, par. 4, e nota 296, in OSF, vol. 2.]
59 [Forse il primo accenno alla relazione fra perversione e nevrosi.]
60 [Questo problema del “capovolgimento degli affetti” che si verifica nella rimozione tornerà spesso in Freud. Vedi ad esempio il Frammento di un’analisi d’isteria (1901), cap. 1 (in OSF, vol. 4) e Inibizione, sintomo e angoscia (1925), cap. 2 (in OSF, vol. 10).]
61 [È, questa, la formula classica dello sviluppo di una nevrosi, che qui appare esposta per la prima volta. Sarà ripetuta, in forma meno schematica, nelle Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), par. 2 (qui) ed è implicita in quasi tutti gli scritti di Freud relativi alle nevrosi.]
62 [Questa tesi sarà sostenuta nelle Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit.; vedi nota 333, in OSF, vol. 2.]
63 [La prima apparizione dell’espressione “ritorno del rimosso”; vedi ibid., nota 336, in OSF, vol. 2.]
64 [Nelle Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit., par. 3, vengono indicati come deliri “combinatori” o “d’interpretazione”.]
66 [Acclusa alla lettera del 2 maggio 1897.]
67 [È la prima comparsa del termine “scena primaria” (Urszene), divenuto abituale in seguito: vedi Dalla storia di una nevrosi infantile (1914; in OSF, vol. 7). Tale termine sostituisce la “scena sessuale” di cui Freud parlava l’anno precedente: vedi Etiologia dell’isteria (1896), par. 2 e la lettera a Fliess del 30 maggio 1896, in OSF, vol. 2.]
68 [Vedi una versione elaborata di questa tesi nell’Interpretazione dei sogni (1899), cap. 6, par. I (in OSF, vol. 3).]
69 [Una forma di preventivo. In tedesco, Schwamm significa sia “fungo” che “spugna”.]
70 [Fissazione, cioè, di un istinto a un oggetto.]
71 [È la prima comparsa del termine Regression. Sulle vicende del concetto e del termine, vedi il Progetto di una psicologia (1895), nota 278, in OSF, vol. 2.]
72 [Un resoconto molto più dettagliato di questo sogno, attribuito non a un paziente, ma a “un intelligente giurista di mia conoscenza”, è nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 4.]
73 [Acclusa alla lettera del 25 maggio 1897.]
74 [Vedi la lettera a Fliess del 2 maggio 1897.]
75 [Per un precedente accenno simile al problema dell’ordine cronologico, vedi Etiologia dell’isteria (1896), nota 366, in OSF, vol. 2.]
76 [Anche nella lettera a Fliess del 24 gennaio 1897 Freud afferma che nella paranoia la megalomania si combina con un mito sulle proprie origini familiari. Successivamente Freud estese queste fantasie ai nevrotici in generale: vedi Il romanzo familiare dei nevrotici (1908; in OSF, vol. 5).]
77 [Acclusa alla lettera del 31 maggio 1897.]
78 [Il meccanismo già indicato figurerà in Lutto e melanconia (1915; in OSF, vol. 8).]
79 [Forse il primo accenno al complesso edipico, che cinque mesi dopo diventerà esplicito nella lettera a Fliess del 15 ottobre 1897.]
80 [Del sogno di Lisl, governante nella famiglia Freud, non è rimasta traccia.]
81 [Ricorrono in questa minuta per la prima volta quelle abbreviazioni che Freud userà poi abitualmente per sottolineare i “sistemi”. C = conscio; Inc = inconscio; Prec = preconscio (in tedesco, rispettivamente, Bw (Bewusst), Ubw (Unbewusst), Vbw (Vorbewusst).]
82 [Shakespeare, Sogno di una notte d’estate, atto 3, scena 1.]
83 [La definizione era già stata data nel Progetto di una psicologia (1895), vedi cap. 1, par. 20, punto 4, in OSF, vol. 2.]
84 [Gli spunti di questo paragrafo saranno sviluppati in molti scritti successivi; vedi ad esempio La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno (1908; in OSF, vol. 5), e Il disagio della civiltà (1929), par. 7 (in OSF, vol. 10).]
Alcune considerazioni per uno studio comparato delle paralisi motorie organiche e isteriche
85 [Nel sommario di questo articolo che Freud farà nel 1897 (vedi Sommari dei lavori scientifici, in OSF, vol. 2), non tradurrà in tedesco questi termini. Anche noi nel seguito li manterremo in francese.]
86 S. Freud, Zur Auffassung der Aphasien (Vienna 1891).
87 [“Rappresentanza”, ossia “relazione mediata”, traduce il francese représentation, che nel sommario del 1897 (vedi nota 85, in OSF, vol. 2) Freud renderà col tedesco Repräsentation. “Rappresentazione” ha invece per noi tutt’altro significato, vedi oltre in questo stesso scritto la nota 93.]
88 Per inciso farò notare che un importante carattere della paralisi isterica della gamba, che Charcot ha posto in rilievo sulla base delle osservazioni di Todd, cioè il fatto che l’isterico trascini la gamba come se si trattasse di un peso morto, a differenza del normale emiplegico che ne effettua la circonduzione sull’anca, può essere facilmente chiarito dalle caratteristiche particolari alla nevrosi da me menzionata. Nell’emiplegico organico, la parte centrale dell’arto è sempre parzialmente risparmiata; il paziente può muovere l’anca e la utilizza per quel movimento di circonduzione che fa avanzare la gamba. Nell’isteria, la parte prossimale (l’anca) non gode di questo privilegio; essa è completamente colpita dalla paralisi quanto la parte periferica e, di conseguenza, la gamba deve essere trascinata in blocco.
[Charcot nelle Lezioni del martedì della Salpêtrière (1887-88) cita R. B. Todd, Clinical Lectures on Paralysis, Certain Diseases of the Brain, and Other Affections of the Nervous System (Londra, 1a ed. 1854). Freud aveva già rilevato questa caratteristica nel suo scritto Osservazione di un caso grave di emianestesia in un paziente isterico (1886; in OSF, vol. 1).]
89 [Uno di questi è senza dubbio il caso della signorina Anna O., di Breuer, incluso poi negli Studi sull’isteria (1892-95), cap. 2, par. 1 (in OSF, vol. 1).]
90 [Questa osservazione, come altre di questo scritto, figura già nell’articolo sull’Isteria (1888), par. 3, punto 5 (in OSF, vol. 1), confermandone l’attribuzione a Freud.]
91 [La precisazione in tedesco è nell’originale.]
93 [Conception, in francese. Senza dubbio Freud aveva in mente il tedesco Vorstellung = rappresentazione (contenuto concreto di un atto di pensiero).]
95 [Freud si varrà di questa concezione per spiegare un aspetto della teoria della formazione dei sogni. Vedi L’interpretazione dei sogni (1899), cap. 7, par. C (in OSF, vol. 3).]
96 [Uno dei pochissimi esempi dell’uso della parola in Freud. Vedi in proposito Studi sull’isteria cit., nota 122.]
97 [Vedi il caso della signora Emmy von N. ibid., cap. 2, par. 2, dove a sostegno della concezione qui espressa è citato il sintomo dell’anoressia.]
98 Sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici [divenuto successivamente il primo capitolo degli Studi sull’isteria].
100 [La precisazione in tedesco è nell’originale. In francese: valeur affective (da noi sopra tradotto “valore affettivo”). Sui termini Affektbetrag e Affektwert (usato da Breuer) vedi ibid., nota 231.]
101 [In tedesco nell’originale. “L’abreagire degli incrementi di stimolo.” Il termine “abreagire” era stato introdotto per la prima volta nella “Comunicazione preliminare”, vedi ibid., cap. 1, par. 2. L’espressione qui usata ricorre solo in pochissime altre occasioni (vedi Meccanismo psichico dei fenomeni isterici [1893], nota 116, in OSF, vol. 2, e, in OSF, vol. 8, Introduzione alla psicoanalisi [1915-17], lez. 18); più spesso in questi anni Freud e Breuer adottano il termine Erregungszuwachs = incremento di eccitamento (vedi, in OSF, vol. 1, Sulla teoria dell’attacco isterico [1892], punto 5; Estratti dalle note alla traduzione delle “Lezioni del martedì della Salpêtrière” di J.-M. Charcot [1892-94]; Studi sull’isteria cit., cap. 3, par. 2, e vedi Minuta teorica E [1894], in OSF, vol. 2).]
Meccanismo psichico dei fenomeni isterici
102 Conferenza tenuta dal dottor Sigmund Freud a una riunione del “Wiener medizinischer Club” l’11 gennaio 1893. Dal resoconto stenografico originale della “Wiener medizinische Presse” riveduto dall’autore. [Nota apposta alla pubblicazione originale.]
103 [Le sensazioni che preannunciano un attacco isterico o epilettico.]
104 [È il caso della signorina Anna O., che sarà poi descritto negli Studi sull’isteria (1892-95), cap. 2, par. 1 (in OSF, vol. 1).]
105 [Vedi ibid.]
106 [È il caso della signora Emmy von N., descritto ibid. Per questo sintomo vedi ibid., cap. 2, par. 2 e nota 137. Il verso dell’urogallo è simile a un ticchettio che finisce con uno schiocco e un sibilo.]
107 [Vedi il fenomeno illustrato dallo stesso esempio, in Un caso di guarigione ipnotica (1892), in OSF, vol. 1.]
109 [È il primo sintomo eliminato con la catarsi, procedimento iniziato spontaneamente dalla stessa Anna O. Vedi ibid., par. 1.]
110 [Vedi ibid.]
112 [L’espressione “somma di eccitamento” (Erregungssumme) già si trova negli Abbozzi per la “Comunicazione preliminare” (1892), “Lettera a Josef Breuer” e “Sulla teoria dell’attacco isterico”, punto 5 (in OSF, vol. 1), ma fa la sua comparsa ufficiale qui e in Le neuropsicosi da difesa (1894), vedi par. 1 e soprattutto par. 3, in OSF, vol. 2, ove è spiegata. Essa sarà poi più volte usata negli Studi sull’isteria cit.]
113 [Un accenno al “principio di costanza”, per il quale vedi il Progetto di una psicologia (1895), nota 208, in OSF, vol. 2.]
114 [John Hughlings Jackson (1834-1911), neurologo e psichiatra.]
115 [Kränkung, letteralmente: cosa che fa ammalare. Vedi Studi sull’isteria cit., “Comunicazione preliminare”, par. 2.]
116 [Vedi Alcune considerazioni per uno studio comparato delle paralisi motorie organiche e isteriche (1893), nota 101, in OSF, vol. 2.]
117 [Vedi la descrizione di questo processo, più elaborata, nel Progetto di una psicologia cit., cap. 3, par. 3, in OSF, vol. 2.]
119 [L’ipotesi di Breuer degli “stati ipnoidi”, basata sul secondo gruppo di casi qui esaminato, sarà presto abbandonata da Freud.]
121 [Il termine è spiegato nella Prefazione alla traduzione delle “Lezioni del martedì della Salpêtrière” di J.-M. Charcot (1892; in OSF, vol. 1).]
122 [Vedi la stessa frase negli Estratti dalle note alla traduzione delle “Lezioni del martedì della Salpêtrière” di J.-M. Charcot (1892-94; in OSF, vol. 1), ove Freud rivela di essere stato l’obiettore descritto.]
123 [Ludwig Türck (1810-69), neurologo e laringologo viennese.]
124 [Philippe Pinel (1745-1826) fu nominato nel 1794 medico della Salpêtrière e iniziò un trattamento più umano dei malati di mente.]
125 [Per questa traduzione di Freud, vedi l’Avvertenza editoriale a Prefazione e note alla traduzione delle “Lezioni del martedì della Salpêtrière” di J.-M. Charcot (1892-94; in OSF, vol. 1). Un secondo volume di lezioni del martedì (tenute nell’anno accademico 1888-89) fu tradotto in tedesco da Max Kahane (nel 1895), uno dei primi seguaci di Freud. Di Charcot, Freud aveva già tradotto e annotato, su richiesta dell’autore, il terzo volume delle sue Leçons sur les maladies du système nerveux (Parigi 1887) con il titolo: Neue Vorlesungen über die Krankheiten des Nervensystem insbesondere über Hysterie.]
126 [Vedi osservazioni simili, e pure un riferimento a Charcot, in Una nevrosi demoniaca nel secolo decimosettimo (1922; in OSF, vol. 9).]
128 [Per questo punto di vista di Charcot vedi ibid., par. 3, punto 7 e nota 30, e la critica di Freud in L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896; qui).]
129 [Zwangsvorstellungen (letteralmente: rappresentazioni coatte), termine coniato da Krafft-Ebing nel 1867, adottato qui per la prima volta da Freud. Freud stesso, nello scritto seguente, rende tale parola tedesca con il francese “obsession”.]
130 [Il concetto di “gruppi psichici”, qui introdotto, ricorre molte volte in questo periodo. Vedi la Minuta teorica E (1894), in OSF, vol. 2; vedi anche, in OSF, vol. 1, gli Studi sull’isteria (1892-95), cap. 2, par. 2 (da notare ibid., nota 145, l’uso del termine “complesso” quale sinonimo).]
131 P. Janet, État mental des hystériques (2 voll., Parigi 1892-94); Quelques définitions récentes de l’hystérie, Arch. Neurol., vol. 25, 417, e vol. 26, 1 (1893).
132 “Comunicazione preliminare: Sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici” [poi divenuta primo capitolo degli Studi sull’isteria cit.; per quanto segue vedi ibid., par. 3].
133 [Il termine “analizzare” era già comparso nella “Comunicazione preliminare” (ibid., par. 1); questa, è la prima volta che compaiono le espressioni “analisi psichica”, “analisi clinico-psicologica” (par. 2), “analisi ipnotica” (par. 3) e “analisi psicologica” (in Ossessioni e fobie [1894], par. 1; qui). Il termine “psicoanalisi” figurerà per la prima volta nello scritto in francese L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896), vedi par. 2 (qui).]
135 [È la prima volta che appaiono i termini “difesa” (Abwehr; vedi in proposito ibid., nota 192) e “isteria da ritenzione” (Retentionshysterie; vedi ibid., nota 228).]
136 Questi esempi sono tratti dall’ampio lavoro, ancora inedito, redatto da Breuer e da me sul meccanismo psichico dell’isteria [ibid., casi della signorina Elisabeth von R. e di Miss Lucy R.].
137 [Questa metafora (behaftet = gravata; vedine un’altra qui al par. 2: ausgestattet = fornita) sarà presto sostituita dal termine definitivo besetzt = investita, vedi ibid., cap. 2, par. 2. Per l’espressione “somma di eccitamento” vedi Meccanismo psichico dei fenomeni isterici (1893), nota 112, in OSF, vol. 2.]
138 [La prima comparsa del termine “conversione” (Konversion). Vedi in proposito Studi sull’isteria cit., nota 222.]
139 [Sull’espressione “simbolo mnestico” (Erinnerungssymbol), qui usata per la prima volta e spesso presente nei primi scritti di Freud, vedi ibid., nota 162.]
140 [Il concetto e il termine di “rimozione” già figurano nella “Comunicazione preliminare”; vedi ibid., nota 111.]
141 Oppenheim: L’isteria è un’espressione potenziata dell’emozione. L’“espressione dell’emozione” rappresenta tuttavia quel tasso di eccitamento che va normalmente soggetto al processo di conversione. – Strümpell: Il disturbo dell’isteria avviene nell’ambito psicosomatico, là dove vi è interdipendenza tra corpo e mente. – [Breuer cita queste definizioni negli Studi sull’isteria cit., cap. 3, par. 6.]
142 Nella seconda parte del suo acuto studio Quelques définitions cit., lo stesso Janet considera l’obiezione che la scissione della coscienza si verifica anche nelle psicosi e nella psicoastenia, ma a mio parere, non supera tale obiezione in modo soddisfacente. È sostanzialmente questa obiezione a costringere Janet a interpretare l’isteria come una forma di degenerazione; per altro, egli non riesce a differenziare adeguatamente la scissione isterica della coscienza da quella psicotica e simili.
143 [Sul “falso nesso” (falsche Verknüpfung), di cui questa è la prima apparizione, vedi la lunga nota 145 di Freud in Studi sull’isteria cit. L’espressione ritornerà nelle Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva (1909), par. 1, sottopar. d (in OSF, vol. 6), ove una trasposizione d’affetto è illustrata in modo assai simile a questo.]
145 [Un primo accenno alle innumerevoli discussioni sulla natura dell’inconscio. Vedi Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), nota 337, in OSF, vol. 2.]
146 [Vedi la elaborazione di questo processo in La rimozione (1915; in OSF, vol. 8).]
147 [Überwältigungspsychose, psicosi nella quale l’Io è sopraffatto. Il termine comparirà di nuovo nella lettera a Fliess dell’11 gennaio 1897, ma il concetto è ripreso nel 1895 negli Studi sull’isteria cit., cap. 4, par. 1, punto 4, e nel 1896 nella Minuta teorica K (qui).]
148 [Il caso è riferito brevemente in Ossessione e fobie cit., par. 1.]
149 [Anche questo caso è menzionato ibid., ed è riferito nella lettera a Fliess del 7 febbraio 1894, dove commenta: “Hai ragione; la connessione fra le nevrosi ossessive e la sessualità non è sempre tanto evidente. Ti posso assicurare che nel mio secondo caso (...) non fu tanto facile da individuare; se fosse capitato a uno meno monoideistico di me, sarebbe passata inosservata. Eppure in questo caso, che è stato studiato da me per mesi di cura sovralimentativa, la sessualità domina semplicemente l’intera scena!” In questo periodo, Freud usava talvolta combinare metodo catartico e trattamento sovralimentativo di Weir Mitchell, vedi Studi sull’isteria cit., cap. 4, par. 1.]
150 Il gruppo delle fobie tipiche, modello delle quali è l’agorafobia, non si lascia ricondurre al meccanismo psichico sopra descritto, ma anzi il meccanismo dell’agorafobia si discosta su un punto decisivo da quello delle ossessioni vere e proprie e delle fobie riducibili a queste ultime. Qui non vi è alcuna rappresentazione rimossa dalla quale sia stato staccato l’affetto d’angoscia. L’angoscia di queste fobie ha un’altra origine.
151 [Nella forma più generale di “fuga nella malattia”, questo concetto fu presto diffuso e accettato; vedi Osservazioni generali sull’attacco isterico (1908; in OSF, vol. 5).]
152 [Freud si occuperà di questo problema soprattutto nei suoi ultimi anni: vedi Nevrosi e psicosi (1923; in OSF, vol. 9), La perdita di realtà nella nevrosi e nella psicosi (1924; in OSF, vol. 10), Feticismo (1927; in OSF, vol. 10) e La scissione dell’Io nel processo di difesa (1938; in OSF, vol. 11).]
153 [Vedi Alcune considerazioni per uno studio comparato delle paralisi motorie organiche e isteriche (1893), nota 100 e Meccanismo psichico dei fenomeni isterici cit., nota 112, in OSF, vol. 2. Si osservi che, nonostante qui i termini “ammontare affettivo” e “somma di eccitamento” appaiano come sinonimi, in realtà nel pensiero di Freud il primo va inteso come una manifestazione del secondo, il quale sottolinea l’origine della quantità.]
154 Sono molto lieto di costatare che gli autori che più di recente si sono occupati del nostro tema esprimono opinioni non lontane dalla mia. Vedi J.-B.-É. Gélineau, Des peurs maladives ou phobies (Parigi 1894); e D. H. Tuke, Imperative Ideas, Brain, vol. 17, 179 (1894).
155 [Altrove Freud usa l’espressione “falso nesso”, vedi Le neuropsicosi da difesa (1894), par. 2, in OSF, vol. 2.]
158 Una canzone popolare tedesca dice:
Auf jedes weisse Blatt Papier möcht’ ich es schreiben:
Dein ist mein Herz und soll es ewig, ewig bleiben.
[Su di ogni bianco foglio di carta lo vorrei scrivere:
Tuo è il mio cuore e tuo eternamente, eternamente dovrà restare.]
159 [L’osservazione e il riferimento a Lady Macbeth saranno ripresi da Breuer negli Studi sull’isteria (1892-95), nota 253 (in OSF, vol. 1).]
160 [Vedi la discussione dell’eredità similare in L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896), par. 1, punto f, in OSF, vol. 2.]
161 “Comunicazione preliminare” del 1892 [divenuta poi primo capitolo degli Studi sull’isteria].
162 [È il primo uso del termine “nevrosi d’angoscia” in uno scritto pubblicato, ma era già apparso nelle Minute teoriche (vedi Minuta A [1892], in OSF, vol. 2). In tedesco comparirà in Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894; qui). Sia il termine che il concetto, secondo L. Löwenfeld, Die psychischen Zwangserscheinungen (Wiesbaden 1904), p. 479, si devono a Freud.]
Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” - A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia
164 [G. M. Beard (1839-83), neurologo americano, autore di: American Nervousness, Its Causes and Consequences (New York 1881) e di Sexual Neurasthenia (Nervous Exhaustion), Its Hygiene, Causes, Symptoms and Treatment (New York 1884).]
166 [Si tratta di un’entità nosologica che era stata proposta da Fliess, vedi lettera a Fliess del 30 maggio 1893.]
168 E. Hecker, Über larvierte und abortive Angstzustände bei Neurasthenie, Zbl. Nervenheilk., vol. 16, 565 (1893). L’angoscia viene considerata uno dei sintomi principali della nevrastenia nel lavoro di H. Kaan, Der neurasthenische Angstaffekt bei Zwangsvorstellungen und der primordiale Grübelzwang (Vienna 1893).
169 [Sulla relazione tra ipocondria, nevrastenia e nevrosi d’angoscia Freud tornerà negli Studi sull’isteria (1892-95), cap. 4, par. 1 (in OSF, vol. 1). Più tardi, nella Introduzione al narcisismo (1914), par. 2 (in OSF, vol. 7), egli distinguerà nettamente l’ipocondria come la terza delle “nevrosi attuali”, accanto alla nevrastenia e alla nevrosi d’angoscia. Per le “nevrosi attuali” vedi La sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1898), nota 420, in OSF, vol. 2.]
170 [Gewissensangst, letteralmente: angoscia di coscienza morale. Vedi Inibizione, sintomo e angoscia (1925), capp. 7-9 (in OSF, vol. 10), e, in genere, gli ultimi scritti di Freud.]
172 [Il termine “nevrosi ossessiva” (Zwangsneurose) appare qui per la prima volta in un testo a stampa; era già stato usato nella lettera a Fliess del 7 febbraio 1894. Termine e concetto sono attribuiti a Freud da Löwenfeld (pp. 296 e 487 dell’opera citata qui in Ossessioni e fobie cit., nota 162).]
174 P. J. Moebius, Neurologische Beiträge (Lipsia 1894), vol. 2.
175 A. Peyer, Die nervösen Affektionen des Darmes bei der Neurasthenie des männlichen Geschlechtes (Darmneurasthenie), “Vorträge aus der gesamten praktischen Heilkunde”, vol. 1 (Vienna 1893).
177 [Il passo sarà discusso, in connessione con le critiche mosse da Löwenfeld, in A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” (1895), punto 4.]
178 [Vedi la citazione di questo passo e la correzione aggiunta da Freud in Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), nota 329, in OSF, vol. 2. Freud definirà un esempio di angoscia virginale il caso di Katharina negli Studi sull’isteria cit., cap. 2, par. 4 e cap. 4.]
179 [È la prima apparizione del termine “libido” in un testo pubblicato da Freud (vedi Minuta teorica E [1894], in OSF, vol. 2). Tuttavia nella seconda delle Due voci di enciclopedia: “Psicoanalisi” e “Teoria della libido” (1922; in OSF, vol. 9) Freud ne sposterà l’introduzione al 1898, attribuendolo ad A. Moll, Untersuchungen über die Libido sexualis, vol. 1 (Berlino 1898); ma nel Disagio della civiltà (1929), par. 6 (in OSF, vol. 10) rivendicherà di averlo adottato per primo.]
180 [Il ruolo della masturbazione nell’etiologia della nevrastenia è stato indicato nella Minuta teorica B (1893), vedi par. 1, in OSF, vol. 2; ricorrerà in L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896), vedi par. 2, in OSF, vol. 2, e sarà discusso ampiamente in La sessualità nell’etiologia delle nevrosi cit.]
181 [Vedi il resoconto particolareggiato dello stesso caso, in La sessualità nell’etiologia delle nevrosi cit., in OSF, vol. 2. Sebastian Kneipp (1821-97), a Bad Wörishofen in Svevia, curava con acqua fredda e metodi “naturali”.]
182 [Questo e il caso dello studente più oltre si ritroveranno qui in A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” cit., punto 1; del primo, Freud aveva riferito a Fliess nella lettera del 6 ottobre 1893.]
183 [Nel riferire lo stesso caso Freud usa ibid. il termine “cerebroastenia”.]
184 [Per la sommazione etiologica, vedi Studi sull’isteria cit., cap. 2, par. 5, e qui la Minuta teorica I (1895) e A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” cit., punto 2.]
185 [Questa teoria del processo dell’eccitamento sessuale sarà riaffermata da Freud nel terzo dei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), par. 2 (in OSF, vol. 4), dove però riporta anche alcune obiezioni a essa.]
187 [Vedi una descrizione del processo, in termini simili, nella Minuta teorica E cit., in OSF, vol. 2 (vedi anche il significativo diagramma [fig. 1] della Minuta teorica G [1895]). Vedi il Progetto di una psicologia (1895), cap. 1, parr. 1 e 11, in OSF, vol. 2.]
188 [Vedi Minuta teorica E cit., in OSF, vol. 2.]
191 [La stessa frase si trova qui nelle Minute teoriche E e F (1894).]
192 [La teoria, già esposta qui nella Minuta teorica E cit., sarà riesposta da Freud nel Frammento di un’analisi d’isteria (1901), par. 2 (in OSF, vol. 4). In Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 8, porrà in relazione questi sintomi dell’angoscia con l’atto della nascita.]
193 [La stessa affermazione figurerà in Pulsioni e loro destini (1915; in OSF, vol. 8), in parole analoghe, ma con la sostituzione di “stimoli” e “pulsioni” al posto di “eccitamento esogeno” ed “eccitamento endogeno”.]
194 [Per la questione dell’etiologia, vedi A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” cit.]
195 Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894) [qui].
196 E. Hecker, Über larvierte und abortive Angstzustände bei Neurasthenie, Zbl. Nervenheilk., vol. 16, 595 (1893).
197 [L. Löwenfeld, Pathologie und Therapie der Neurasthenie und Hysterie (Wiesbaden 1893).]
198 L. Löwenfeld, Über die Verknüpfung neurasthenischer und hysterischer Symptome in Anfallsform nebst Bemerkungen über die Freudsche Angstneurose, Münchener med. Wschr., vol. 42, 282 (1895).
199 [Vedi Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., nota 184, in OSF, vol. 2.]
200 [Questa precisazione era già stata fatta negli Studi sull’isteria (1892-95), cap. 4, par. 1, punto 3 (in OSF, vol. 1).]
201 [Probabilmente, un accenno alle due forme (legata e libera) dell’energia psichica, discusse pochi mesi dopo nel Progetto di una psicologia che qui segue, cap. 3, par. 1, e annunciate pubblicamente nell’Interpretazione dei sogni (1899), cap. 7, par. E (in OSF, vol. 3).]
202 [Sull’emicrania, vedi la Minuta teorica I, in OSF, vol. 2, probabilmente di pochi mesi antecedente.]
206 [Nella nota 216 negli Studi sull’isteria (1892-95; in OSF, vol. 1), Breuer osserva: “Il concetto dell’energia del sistema nervoso centrale come di una quantità a ripartizione oscillante e variabile nel cervello è antico” (e fa riferimento a Georges Cabanis).]
207 [Le “rappresentazioni sovraintense” saranno discusse nel cap. 2, par. 1.]
208 [Queste affermazioni sono ripetute poco sotto in una forma che è già quella esplicita del “principio di costanza” (il nome definitivo comparirà solo in Al di là del principio di piacere, 1920; in OSF, vol. 9). Questo principio era stato esposto per la prima volta negli Abbozzi per la “Comunicazione preliminare” (1892), “Lettera a Josef Breuer” e “Sulla teoria dell’attacco isterico”, punto 5 (in OSF, vol. 1) ed è implicito in parecchi luoghi degli scritti di questi anni. Chiare menzioni erano apparse in Meccanismo psichico dei fenomeni isterici (1893), vedi nota 113, nella Minuta teorica D (1894), in OSF, vol. 2, vedi par. 2, e negli Studi sull’isteria cit., cap. 3, par. 2, punto A, in OSF, vol. 2.]
209 [Questi “stimoli endogeni” possono essere considerati come prime precisazioni del concetto di “pulsione”; vedi cap. 1, par. 10 e Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894), nota 193, in OSF, vol. 2.]
210 [L’azione “specifica” era stata menzionata qui nella Minuta teorica E (1894) e in Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., par. 3.]
211 [L’espressione è frequente in altre opere: vedi ad esempio L’interpretazione dei sogni (1899), cap. 7, par. C (in OSF, vol. 3). In seguito, Freud adottò il termine greco “Ananke”.]
213 [Il manoscritto ha “abnehmen” = togliere; probabilmente una svista per “abgeben”.]
214 [La nozione di “investimento” (Besetzung) figura già negli Studi sull’isteria cit., cap. 2, par. 2; vedi Le neuropsicosi da difesa (1894), nota 137, in OSF, vol. 2. Si noti che nel seguito tradurremo indifferentemente Besetzung con “investimento” o con “carica” per pura opportunità di discorso, senza che ciò implichi sfumature diverse di significato.]
215 [Il termine “sinapsi”, in questo significato, fu introdotto solo nel 1897 da Michael Foster e Charles Sherrington. – Da questo punto in avanti il manoscritto è a penna, non più a matita, e diminuisce il numero delle abbreviazioni.]
216 [L’incompatibilità fra le funzioni della percezione e della memoria era già stata rilevata da Breuer nella nota 208 negli Studi sull’isteria cit.; Freud vi accennerà, tra l’altro, nella lettera a Fliess del 6 dicembre 1896, nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. B, in Al di là del principio di piacere cit., cap. 4, e nella Nota sul “notes magico” (1924; in OSF, vol. 10).]
217 [Über Erlernen, letteralmente: sovra-apprendimento. Vedi nota 269 e cap. 3, par. 3, in OSF, vol. 2.]
218 [Bahnung, termine che era già in uso in tedesco (e che si potrebbe rendere con “avviamento”) prima che la traduzione inglese: facilitation, dovuta probabilmente a Sherrington qualche anno dopo il Progetto, determinasse la terminologia oggi corrente.]
219 [Dato che, come detto sopra, la quantità è uniforme su tutto il neurone.]
220 [Vedi il primo capoverso di questo paragrafo.]
221 [Vedi la risposta di questo interrogativo più oltre, par. 12.]
222 [Quest’affermazione sarà ribadita in Al di là del principio di piacere cit., il cui par. 4 sembra riconnettersi direttamente a questo paragrafo del Progetto.]
223 [Il problema delle caratteristiche della porzione dell’apparato psichico che è in contatto col mondo esterno non cesserà di interessare Freud. Culminerà nel luogo indicato nella nota precedente, ove il discorso sfiorerà di nuovo la fisiologia. È evidente il nesso con l’“esame di realtà”, che è qui introdotto al par. 15.]
224 [La distinzione fra le due determinazioni dei fenomeni, meccanica e biologica, percorre questo scritto di Freud e, da un lato, indica una determinazione diretta da parte di eventi contemporanei fisici, dall’altro una determinazione genetica, per il suo valore di sopravvivenza della specie.]
226 [Vedi un’altra spiegazione del dolore nella Minuta teorica G, scritta alcuni mesi prima, par. 6, in OSF, vol. 2.]
227 [Questa teoria del dolore figurerà in Al di là del principio di piacere cit., par. 4 e in Inibizione, sintomo e angoscia (1925), cap. 11, par. C (in OSF, vol. 10).]
228 [Vedi la ripresa dell’argomento nel par. 12, in OSF, vol. 2.]
229 [Si osservi come Freud formula questo giudizio a proposito di entità fisiologiche (i processi neuronici). Lo stesso giudizio, alcuni anni dopo, formulerà circa gli eventi psichici: vedi L’interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. F.]
230 [Vedi, tuttavia, la revisione di questo punto nella lettera a Fliess del 1° gennaio 1896.]
231 [Vedi la revisione radicale di questo paragrafo – di cui Freud era evidentemente insoddisfatto, come risulta anche dalla prima frase del paragrafo seguente – nella lettera a Fliess del 1° gennaio 1896, dove, in un nuovo schema, inserisce i neuroni ω tra i neuroni φ e i neuroni ψ.]
232 [Discutendo questo problema nella sua monografia sulle afasie (Zur Auffassung der Aphasien, Vienna 1891) Freud, sotto l’influenza di J. H. Jackson, Remarks on Dissolution of the Nervous System as Exemplified by Certain Post-Epileptic Conditions (1881), aveva adottato una posizione simile a quella della teoria dell’“appendice” da lui qui descritta nel testo. L’incertezza attuale indica il graduale passaggio di Freud alla teoria dell’esistenza di eventi psichici consci e inconsci, nel senso visto qui all’inizio del par. 7 e nella nota 229.]
233 [Nel caso di φ e ψ questo è stato visto nel par. 4.]
234 [L’argomento sarà ripetuto nelle prime pagine di Al di là del principio di piacere cit., attribuendolo a Fechner. In questo paragrafo Freud non distingue ancora tra ciò che in seguito chiamerà, separatamente, il “principio di piacere” e il “principio di costanza”.]
235 [Nel manoscritto, a questo punto vi è un’indicazione “Capitolo secondo”. Essa è omessa in tutte le edizioni a stampa perché un analogo “Capitolo secondo” ricorre, nel manoscritto, all’inizio della “Psicopatologia” (vedi oltre). Sono queste le uniche grandi divisioni introdotte da Freud. Le altre divisioni, e le numerazioni dei paragrafi, sono dei curatori.]
236 [A rigore, né i “processi” del mondo esterno, né gli “stimoli” che, passando attraverso gli apparati nervosi terminali, raggiungono φ, né le cariche in φ o ψ hanno una qualità, ma solo una caratteristica qualitativa (il periodo) che diventa qualità quando raggiunge ω.]
237 [La legge di Fechner formula la relazione tra i mutamenti di intensità di uno stimolo e i mutamenti nella sensazione che ne risulta. In termini matematici, afferma che la sensazione varia con il logaritmo della forza dello stimolo. Freud suggerisce che la legge divenga operante in questo particolare punto del sistema nervoso.]
238 [Secondo gli istologi della metà del diciannovesimo secolo, lo strato più esterno della corteccia cerebrale.]
239 [Vedi la spiegazione poco oltre in questo paragrafo. L’assenza di uno schermo protettivo rivolto all’interno è rilevata in numerosi scritti successivi, ad esempio in Al di là del principio di piacere cit., par. 4.]
241 [Sul termine “pulsione” vedi Minuta teorica E cit., nota 26, in OSF, vol. 2.]
242 [Per esempio dalle grida del bambino.]
243 [Vedi la descrizione simile dell’“esperienza di soddisfacimento” nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. C. e nelle Precisazioni sui due princìpi dell’accadere psichico (1911; in OSF, vol. 6); ma vedi anche le anticipazioni nella Minuta teorica E cit. e in Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., par. 3, in OSF, vol. 2.]
244 [Non ci si aspetterebbe una simile definizione della coscienza, senza riferimento a ω.]
245 [Questa asserzione, che sarà qui ripetuta più volte, figurerà anche nel Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno (1915; in OSF, vol. 8) – dove verrà indicata come il principio della non suscettibilità all’eccitamento dei sistemi non investiti –, in Al di là del principio di piacere cit., par. 4, e nella Nota sul “notes magico” cit.]
247 [Nel manoscritto: “motorischen”, evidentemente una svista per “sekretorischen”. Più oltre, par. 18, i neuroni “motori” e i neuroni “chiave” sembrano venire distinti. Un riferimento a questa concezione dell’innervazione motoria e secretoria figura nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. H, sottopar. 3.]
249 [La possibile base chimica degli stimoli era stata oggetto di discussioni con Fliess (vedi par. 21 e la Minuta teorica D cit., par. 2, in OSF, vol. 2) e continuerà a riproporsi molte volte, dal terzo dei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), par. 2 (in OSF, vol. 4) fino allo scritto sulla Sessualità femminile (1931), par. 3 (in OSF, vol. 11), ove sarà negato che il processo possa essere dovuto, in modo semplice, a sostanze chimiche diverse.]
250 [3Qἠ indica una quantità tripla di Qἠ, e 3 ⨯ Qἠ indica Qἠ ripetuta tre volte. La prima espressione era stata scritta anche Q : 3ἠ nel par. 3, cui qui ci si riallaccia, e 3(Qἠ) nel par. 9.]
251 [Potrebbe sembrare, da vari passaggi, che Freud usi il termine “affetto” solo in relazione a esperienze spiacevoli, ma in realtà ciò non è esatto, come si vedrà da una frase nel par. 20, punto 4.]
253 [La successione, cioè, tra un desiderio e un’allucinazione, descritta nella parte finale del par. 11.]
254 [È, probabilmente, il primo tentativo, da parte di Freud, di risolvere il problema dell’“esame di realtà” di una cosa.]
255 [Forse un accenno alla teoria, sviluppata molto più tardi, dell’angoscia come segnale. Vedi anche L’interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. E.]
256 [Per facilitare l’intelligenza dei paragrafi 16, 17 e 18, vedi oltre la trattazione nel capitolo 3, ove l’argomento è sempre lo stesso: la classificazione e l’analisi dei processi di pensiero.]
257 [Vedi un’analisi simile del giudizio in La negazione (1925; in OSF, vol. 10).]
259 [L’esempio del bambino affamato, già usato sopra, ricorrerà anche nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. C, e ricorre nel libro di T. Meynert, Psychiatrie (Vienna 1884), pp. 169 sg.]
260 [Il manoscritto è di difficile lettura e la nostra traduzione è puramente a senso.]
262 [Per i primi due casi, vedi par. 16, in OSF, vol. 2.]
263 [Il segno + si può interpretare qui, come più oltre (cap. 3, par. 3), come: “investita di desiderio”.]
264 [Queste riflessioni sulle radici del comprendere i modi di gestire degli altri non sono state in seguito approfondite da Freud, a parte qualche spunto nel Motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905), cap. 7, par. 1 (in OSF, vol. 5).]
266 [Il “giudizio” sarà discusso in modo non dissimile da Freud nella sua Nota sul “notes magico” cit.]
267 [Vedi par. 16. Osservazioni simili nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, parr. C e E, dove Freud parla di “identità di percezione” e “identità di pensiero”.]
268 [Questa teoria dell’“economia” del pensiero è idea fondamentale che percorre gli scritti successivi di Freud. Vedi, in una formulazione non più neurologica ma psicologica, L’interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. E, e così via fino all’ultima grande opera di Freud, il Compendio di psicoanalisi (1938), cap. 8 (in OSF, vol. 11).]
270 [La parte finale di questo paragrafo e i due che seguono contengono molte anticipazioni dell’Interpretazione dei sogni.]
271 [Forse, la prima formulazione di una delle maggiori osservazioni di Freud, da cui deriva la più rilevante delle conseguenze teoriche. Merita rilevare, tuttavia, che osservazioni simili, per altro non sviluppate, figurano sia nella Psychiatrie (1884) e nelle Klinische Vorlesungen über Psychiatrie (1890) di Theodor Maynert, sia nell’opera già menzionata (alla nota 232) del neurologo inglese John Hughlings Jackson (1881). Della correlazione, qui formulata, Freud sembra dimentico sino all’Interpretazione dei sogni cit., vedi in particolare cap. 7, parr. C e E, e alla lettera a Fliess del 19 febbraio 1899: “Non solo i sogni sono appagamenti di desiderio, ma anche gli attacchi isterici.”]
272 [Su questa asserzione Freud insisterà di frequente in seguito. Vedi ad esempio L’interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. C.]
273 [Vedi ibid., cap. 1, par. C, sottopar. 1.]
274 [Questo concetto aveva già fatto la sua prima apparizione negli Studi sull’isteria cit., cap. 4, par. 2 e nota 270.]
275 [Vedi l’accenno nel par. 11, in OSF, vol. 2. La “coazione ad associare” era stata discussa negli Studi sull’isteria cit., nota 145, e il concetto tornerà nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 5, par. A.]
276 [L’aneddoto sarà ripreso, in un contesto differente, nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. I.]
277 [Questa asserzione sarà ripresa, e ne verrà ribadita l’importanza, nel Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno cit.]
278 [Il concetto di “regressione” proveniva a Freud, probabilmente, dal contributo di Breuer agli Studi sull’isteria cit., cap. 3, par. 1 e nota 209, e ha qui una prima trattazione. Il termine comparirà soltanto nella Minuta teorica L (1897), vedi nota 71, in OSF, vol. 2; a stampa, soltanto nell’Interpretazione dei sogni, cap. 7, par. B, ove si veda anche la nota 926 aggiunta da Freud nel 1914.]
279 [Vedi la discussione e la critica di questa spiegazione della “regressione” nell’Interpretazione dei sogni, cap. 7, par. B.]
280 [Il problema della chiarezza e della vivacità, nei sogni, è discusso in forma più elaborata ibid., per esempio cap. 6, par. C.]
281 [Forse la prima comparsa del termine “appagamento di desiderio” (Wunscherfüllung). Il primo accenno a questa scoperta fondamentale è nella lettera a Fliess del 4 marzo 1895. La conferma finale, nell’analisi del sogno dell’“iniezione a Irma”, sognato da Freud nella notte dal 23 al 24 luglio 1895, solo due mesi prima della stesura di questo Progetto. Vedi l’Introduzione di C. L. Musatti all’Interpretazione dei sogni cit.]
282 [Vedi la descrizione e la numerazione di questi processi patologici nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par E.]
283 [È il primo, breve, resoconto del famoso sogno dell’“iniezione a Irma”, che costituirà il sogno campione dell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 2 e cap. 6, par. A, sottopar. 3.]
284 [Nel manoscritto non figura alcuna “B” corrispondente a questa “A”.]
285 [La stessa parola (überstark), nello stesso contesto, sarà usata da Freud nel Frammento di un’analisi d’isteria (1901), par. 1 (in OSF, vol. 4), dove il termine è detto analogo al “sovravalente” di Wernicke, usato da Breuer negli Studi sull’isteria cit., cap. 3, par. 6. Ibid., cap. 2, par. 2, Freud aveva già espresso il concetto contenuto in questa frase.]
286 [Riferito al 3) della precedente enumerazione.]
287 [L’uso del termine è eccezionale negli scritti di Freud; comparirà in Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), par. 1 (qui), a indicare il tipo di nevrosi poi chiamate da Freud “nevrosi attuali”. Ma qui sembra che Freud usi il termine in un’accezione differente.]
288 [Lo stesso esempio ricorre nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 5, par. A. In questo scritto, Freud sembra usare la “simbolizzazione” nel senso molto generale di “spostamento”, mentre negli Studi sull’isteria cit., cap. 1, par. 1 e cap. 3, par. 4 aveva usato il termine nel senso più ristretto della “conversione” di stati mentali in sensazioni fisiche. Entrambi gli usi sono solo scarsamente connessi con il significato del termine degli scritti posteriori di Freud. I vari usi del concetto di “simbolo” saranno discussi da Freud nelle prime pagine della lezione 10 della Introduzione alla psicoanalisi (1915-17; in OSF, vol. 8).]
289 [Molte delle argomentazioni che precedono figureranno sviluppate nel Frammento di un’analisi d’isteria cit., par. 1.]
290 [L’identità delle forze al lavoro nella resistenza e nella rimozione diventerà la “pietra angolare” della psicoanalisi, come Freud ribadirà, ad esempio, nell’Autobiografia (1924), par. 3 (in OSF, vol. 10). Si trova già negli Studi sull’isteria cit., ad esempio nel cap. 4, par. 2.]
291 [In caratteri latini nel manoscritto, qui, e in caratteri greci nel titolo successivo. Questa frase figura nell’Organon aristotelico (“Primi analitici”, lb. 2, cap. 18, 66a, 16: “D’altro canto, l’argomentazione falsa prende lo spunto dalla ‘prima proposizione che sia falsa’ (proton pseudos).” È da notare che essa fu usata dal medico viennese Max Herz, in un contesto simile, durante una relazione tenuta alla sezione neurologica di un Congresso svoltosi a Vienna nel 1894: di questa sezione Freud era il segretario (vedi lettera a Fliess del 7 febbraio 1894).]
292 [Questo caso non figura in altri scritti di Freud.]
293 [Cioè quelle rappresentate nella figura da circoletti neri che, come nella precedente figura 4, indicano gli elementi coscienti, mentre i circoletti chiari raffigurano gli elementi inconsci.]
295 [Si noti l’uso del termine in un’accezione la cui introduzione è solitamente attribuita alla scuola di Zurigo, ma che già figura negli Abbozzi per la “Comunicazione preliminare” cit., nota 85, e negli Studi sull’isteria cit., nota 145 (in questi ultimi è anche usato da Breuer).]
296 [L’ipotesi qui avanzata (e discussa nei due paragrafi seguenti) caratterizza le idee di Freud sull’etiologia dell’isteria in questi anni. Esaminata con maggiore elaborazione in una lunga nota (vedi nota 330, in OSF, vol. 2) delle Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit., scritte poco dopo il Progetto, non verrà abbandonata del tutto neppure dopo la scoperta, posteriore di un anno o due, della sessualità infantile e della persistenza delle sue pulsioni inconsce, in quanto la nozione dell’“azione differita” di un trauma figurerà in una nota in Dalla storia di una nevrosi infantile (1914), par. 4 (in OSF, vol. 7).]
297 [Ma vedi poco oltre, in OSF, vol. 2. Vedi anche un’osservazione di Breuer negli Studi sull’isteria cit., cap. 3, par. 2, dove cita il concetto di Exner della “facilitazione per attenzione”, a indicare che nel cervello in attività l’“eccitamento tonico intracerebrale” non è ripartito uniformemente.]
298 [“Associazione per somiglianza”.]
299 [Vedi una descrizione del tutto analoga nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. E, dove tale serie di pensieri è detta “preconscia”, termine introdotto da Freud nella lettera a Fliess del 6 dicembre 1896.]
300 [Segue la prima formulazione della teoria freudiana dell’importanza della parola nella funzione psichica e, in particolare, nella distinzione fra processi consci e inconsci. Brevemente accennata nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, parr. D e F e nota 995, avrà il suo pieno sviluppo nello scritto L’inconscio (1915) par. 7 (in OSF, vol. 8) e figurerà nuovamente in L’Io e l’Es (1922), par. 2 (in OSF, vol. 9) e nel Compendio di psicoanalisi (1938), cap. 4 (in OSF, vol. 11), ma la si può far risalire al suo studio sulle afasie (vedi nota 232, in OSF, vol. 2.)]
301 [È la risposta agli interrogativi posti nel capoverso precedente.]
302 [Cioè non comparabile. Vedi cap. 1, par. 17, in OSF, vol. 2, dove il termine equivalente è “disparato”.]
303 [“Qφ wird jedesmal wieder flott”: interpretiamo che la Qφ, ossia la quantità che ha origine dal mondo esterno (vedi cap. 1, par. 4, in OSF, vol. 2), è libera di fluttuare da un neurone preinvestito a un altro.]
304 [Probabilmente, la prima formulazione di una distinzione che assumerà particolare rilievo negli scritti posteriori di Freud. Vedi, in merito, le ultime pagine di Totem e tabù (1912-13; in OSF, vol. 7), e una frase aggiunta nel 1914 nel terzultimo capoverso dell’Interpretazione dei sogni cit., frase corretta nel 1919, dove la distinzione, però, è fra “realtà psichica” e “realtà materiale” (“fattuale” nel 1914). Solo nel terzo saggio di L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38), cap. 1, par. C (in OSF, vol. 11) Freud adotta di nuovo il termine “realtà esterna”.]
305 [Einfälle. La stessa parola Einfall altrove può essere resa come “idea che viene in mente”, “idea improvvisa” o “associazione”; si noti che il significato letterale del termine tedesco è legato al “cader dentro, cadere in”.]
306 [Passo di difficile interpretazione, in quanto il manoscritto ha chiaramente dem = al; si adotta fra parentesi la soluzione che può fornire un senso migliore.]
307 [La situazione di un investimento che rimane fisso mentre un secondo investimento, mobile, è seguìto con attenzione, viene ripetuta, in forme diverse, in tutto il Progetto (vedi ad esempio cap. 1, parr. 15-18 e cap. 3, par. 1). Si noti una certa affinità con la prima forma del procedimento delle “associazioni libere”, che Freud veniva scoprendo in questi anni, consistente appunto nel mantener fermo un elemento, ad esempio di un sogno, mentre un’altra parte della mente si abbandona a idee spontanee.]
308 [Nel manoscritto le lettere sono V (Vorstellung = rappresentazione) e W (Wahrnehmung = percezione), e il segno + (vedi nota 263, in OSF, vol. 2) in questo luogo solamente segue la lettera, in tutti gli altri casi la precede.]
309 [Vedi cap. 1, par. 20, punto 3, in OSF, vol. 2. Freud, tuttavia, corresse questo punto nella lettera a Fliess del 1° gennaio 1896.]
310 [Freud aveva toccato il problema dell’usura dei ricordi in Meccanismo psichico dei fenomeni isterici cit., vedi nota 117, in OSF, vol. 2, e nel 1907 vi dedicherà una lunga nota aggiunta all’ultimo capitolo della Psicopatologia della vita quotidiana (1901; in OSF, vol. 4).]
311 [Vedi per quel che segue il cap. 1, parr. 16 e 17.]
L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi
312 [“Compréhensible” nell’edizione originale del 1896; “incompréhensible” nelle successive edizioni, probabilmente riviste e corrette da Freud; di nuovo “compréhensible” in Gesammelte Werke del 1952.]
313 [Le precisazioni in tedesco, qui e più sotto, figurano nell’originale francese.]
314 [Vedi la discussione in La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno (1908; in OSF, vol. 5).]
315 [Vedi la lettera a Fliess del 16 marzo 1896: “Il mio lavoro scientifico procede lentamente. Oggi – proprio come un poeta in boccio – ho scritto in cima a un foglio il seguente titolo: Lezioni sulle grandi nevrosi (nevrastenia, nevrosi d’angoscia, isteria, nevrosi ossessive) (...) Dietro a questo, si profila un altro e più nobile lavoro intitolato: Psicologia e psicoterapia delle nevrosi da difesa, per il quale mi occorreranno anni di preparazione e nel quale metterò tutta la mia anima.” La lettera segue di pochi giorni lo scritto ed è probabile che l’accenno all’opera si riferisca appunto al progetto menzionato a Fliess, progetto, come è noto, mai realizzato, anche perché sia l’autoanalisi sia il problema dell’interpretazione dei sogni finirono per assorbire interamente l’interesse di Freud.]
316 Sia per la sintomatologia che per l’etiologia della nevrosi d’angoscia, vedi il mio ricordato lavoro Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894 [qui]).
318 [È questa la prima volta che compare il termine psicoanalisi. Vedi Le neuropsicosi da difesa (1894), nota 133, in OSF, vol. 2.]
319 Vedi Studi sull’isteria (1892-95) di Breuer e Freud [in OSF, vol. 1].
320 [Vedi la discussione più ampia e gli ulteriori commenti di Freud in Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), in OSF, vol. 2.]
321 [Vedi i due saggi già citati: Le neuropsicosi da difesa e Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa, in OSF, vol. 2.]
323 [Compare qui per la prima volta a stampa la parola “psiconevrosi” (psycho-névrose), adottata da Freud in francese come traduzione del tedesco “neuropsicosi” (Neuropsychose) da lui introdotto nel saggio Le neuropsicosi da difesa cit. Negli scritti in tedesco (vedi ad esempio il titolo dello scritto successivo) Freud continua però a usare la terminologia precedente e, soprattutto, a non omettere la precisazione “da difesa”. Per l’adozione del termine “psiconevrosi” in tedesco, vedi Minuta teorica H (1895), nota 46, Sommari dei lavori scientifici (1897), nota 410 e La sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1898), nota 417, in OSF, vol. 2. Si osservi comunque che qui “psiconevrosi” è già usato nella sua accezione definitiva, che lo contrappone (indicando l’isteria e la nevrosi ossessiva) a quelle che saranno poi chiamate le “nevrosi attuali” (la nevrastenia e la nevrosi d’angoscia).]
Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa
324 [È questa la prima volta che appare, in tedesco, il termine psicoanalisi, già usato da Freud in francese in L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896).]
326 Io stesso ritengo che le aggressioni così frequentemente denunciate dagli isterici siano invenzioni ossessive che provengono dalla traccia mnestica del trauma infantile.
327 [Freud omette qui di notare che in molti casi il seduttore apparente era il padre, come invece comunicherà a Fliess, per esempio nella lettera del 6 dicembre 1896. Di aver soppresso tale notazione in due dei casi già riportati negli Studi sull’isteria (1892-95) Freud riferirà in note aggiunte a quel libro nel 1924 (vedi ibid., note 187 e 199; in OSF, vol. 1).]
328 [Questa età è quella della “maturità sessuale”. Vedi le precisazioni nella nota 330 e in Etiologia dell’isteria (1896), par. 2, punto c, in OSF, vol. 2.]
329 Nel mio saggio Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894) ho ricordato [vedi par. 2, in OSF, vol. 2] che “il primo contatto con il problema sessuale... può provocare, in ragazze prossime alla maturità, una nevrosi d’angoscia combinata in modo quasi tipico con isteria”. Oggi so che l’occasione in cui si manifesta una tale angoscia virginale non corrisponde affatto al primo incontro con la sessualità, ma che invece in questi soggetti si è verificato, negli anni dell’infanzia, un episodio di passività sessuale, il cui ricordo è risvegliato da questo cosiddetto “primo contatto”.
330 Una teoria psicologica della rimozione dovrebbe poter anche gettar luce sul perché possano essere rimosse soltanto rappresentazioni di contenuto sessuale. Essa potrebbe partire dai seguenti elementi: le rappresentazioni di contenuto sessuale producono nei genitali, com’è noto, processi eccitanti simili a quelli della stessa esperienza sessuale. È lecito supporre che questo eccitamento somatico si converta in eccitamento psichico. Di regola l’effetto corrispondente è, nell’esperienza vissuta, molto più forte che non nel ricordo. Ma se l’esperienza sessuale cade nel periodo d’immaturità sessuale, e se il suo ricordo si risveglia durante o dopo la maturazione, il ricordo agisce producendo un eccitamento enormemente più intenso di quello a suo tempo provocato dall’esperienza stessa, dato che nel frattempo la pubertà ha aumentato enormemente la capacità di reazione dell’apparato sessuale. Un tale rapporto rovesciato tra esperienza reale e ricordo sembra costituire la condizione psicologica della rimozione. La vita sessuale – per il ritardo della maturazione puberale rispetto alle funzioni psichiche – offre l’unica possibilità per l’attuarsi di questa inversione dell’efficacia relativa. I traumi infantili agiscono a posteriori come esperienze recenti, ma solo inconsciamente. Devo rimandare ad altra occasione l’esposizione di ulteriori considerazioni psicologiche su questo tema. Faccio ancora notare che il periodo da me chiamato della “maturazione sessuale” non coincide con quello della pubertà, ma lo precede (in quanto va dagli otto ai dieci anni).
[La questione dell’“azione differita” di un trauma era stata discussa a lungo da Freud nel Progetto di una psicologia (1895), cap. 2, parr. 4-6, vedi nota 296, in OSF, vol. 2. Accennata in L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi cit., sarà ripresa in Etiologia dell’isteria cit. (vedi nota 363, in OSF, vol. 2) e nelle lettere a Fliess, vedi in particolare lettere del 1° marzo, 30 maggio e 6 dicembre 1896, con elaborate tabelle cronologiche.]
331 [Cioè: nevrosi “attuali”, vedi La sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1898), nota 420, in OSF, vol. 2.]
332 [Nota aggiunta nel 1924] Quest’ultima parte è dominata da un errore che io, in seguito, ho più volte denunciato ed emendato. A quell’epoca non sapevo ancora distinguere le fantasie degli analizzati circa gli anni della loro infanzia dai ricordi reali. Per questo attribuivo al fattore etiologico della seduzione un significato e un’universalità che non ha. Superato questo errore, fu possibile avere una chiara visione delle manifestazioni spontanee della sessualità infantile, da me descritte nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905). Tuttavia, non tutto quanto è contenuto nel testo qui sopra dev’essere respinto, perché la seduzione ha pur sempre una certa importanza etiologica, e ritengo ancor oggi che alcune delle osservazioni di carattere psicologico qui riportate vadano considerate esatte.
333 [Vedi un accenno nella Minuta teorica K (1895), in OSF, vol. 2, appena antecedente, par. “La nevrosi ossessiva”. Tra pochi mesi, nella lettera a Fliess del 30 maggio 1896, Freud rinuncerà a distinguere tra un’etiologia passiva per l’isteria e una attiva per la nevrosi ossessiva. Del “substrato di sintomi isterici” nella nevrosi ossessiva Freud offrirà un esempio in Dalla storia di una nevrosi infantile (1914), par. 7 (in OSF, vol. 7) e vi farà riferimento in Inibizione, sintomo e angoscia (1925), cap. 5 (in OSF, vol. 10).]
334 [Vedi un riesame critico di questa definizione all’inizio del secondo capitolo delle Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva (1909; in OSF, vol. 6).]
335 [Anche questa frase sarà citata da Freud in una nota apposta nel luogo citato nella nota precedente.]
336 [È la prima comparsa a stampa dell’espressione, già usata da Freud nella Minuta teorica K cit., vedi nota 63, in OSF, vol. 2.]
337 [Un altro accenno al problema della natura dell’inconscio; vedi Le neuropsicosi da difesa (1894), nota 145, in OSF, vol. 2.]
338 Un esempio tra i tanti: Un ragazzo undicenne, ogni qual volta si coricava, eseguiva in modo ossessivo il seguente cerimoniale: non s’addormentava mai prima di aver raccontato minuziosamente alla madre tutti i fatti della giornata; sul tappeto della camera da letto non doveva esservi di sera il minimo pezzetto di carta o di altro; il letto doveva essere spinto ben contro la parete e avere davanti tre sedie; i cuscini dovevano infine essere disposti in un certo modo. Per potersi addormentare, egli stesso doveva stirare tutt’e due le gambe un certo numero di volte e quindi coricarsi sul fianco. – Tutto ciò si spiegò nel modo seguente: anni prima era accaduto che una donna di servizio, che aveva l’incarico di mettere a letto il bel ragazzo, approfittasse dell’occasione per abusarne sessualmente, sdraiandosi sopra di lui. Quando, più tardi, un’esperienza recente risvegliò questo ricordo, esso si manifestò nella coscienza mediante la coazione a compiere il cerimoniale sopra descritto, il cui significato era facilmente intuibile e fu determinato nei particolari dalla psicoanalisi: sedie davanti al letto e letto spinto contro la parete, perché nessuno più potesse avervi accesso; cuscini disposti in un dato ordine, perché quest’ordine fosse diverso da quello della famosa sera; i movimenti delle gambe, tentativo di respingere la persona distesa su di lui; dormire sul fianco perché, quella volta, stava dormendo supino; minuziosa confessione fatta alla madre, poiché le aveva taciuto, per espresso divieto della seduttrice, quella e altre esperienze sessuali; infine, estrema pulizia del pavimento della camera da letto, perché il non tenerlo pulito era stato il motivo del più violento rimprovero ricevuto fino ad allora dalla madre.
339 [Vedi un esempio nell’osservazione 6 di Ossessioni e fobie (1894), in OSF, vol. 2.]
340 [Vedi l’osservazione 10 ibid.]
341 [Nota aggiunta nel 1924] Più esattamente, senza dubbio, di “demenza paranoide”.
342 [Freud aveva spiegato questo fenomeno, da lui osservato durante le analisi, negli Studi sull’isteria cit., cap. 4, par. 3.]
343 Quando, più tardi, una recrudescenza della malattia annullò il sia pur modesto successo ottenuto, essa non ebbe più la visione oscena di genitali altrui, ma l’idea che gli altri, solo che si trovassero dietro di lei, vedessero i suoi.
[Nella traduzione inglese inclusa nei Collected Papers, vol. 1 (Londra 1924) – e solo in essa – figura, datata 1922, l’aggiunta seguente:
Il resoconto frammentario di questa analisi, nel testo qui sopra, fu scritto mentre la paziente si trovava ancora in cura. Poco dopo, le sue condizioni peggiorarono al punto che fu necessario sospendere l’analisi. La malata fu internata ed ebbe un periodo di forti allucinazioni che mostravano tutti i segni di una demenza precoce. Contrariamente all’aspettativa, tuttavia, si riprese e ritornò a casa; ebbe un altro figlio, abbastanza sano, e fu in grado di accudire a tutti i suoi compiti in modo soddisfacente per un periodo di circa dodici-quindici anni. L’unico segno della sua precedente psicosi si diceva fosse il fatto che rifiutasse la compagnia dei suoi congiunti, sia della famiglia propria, sia di quella del marito. Alla fine di questo periodo, colpita da mutamenti molto gravi e dolorosi nella sua vita, ricadde ammalata. Il marito era divenuto inabile al lavoro e la famiglia fu sorretta dai congiunti che ella aveva rifiutato. Fu internata nuovamente, e qui morì subito dopo di una polmonite rapidamente sopraggiunta.]
344 [Otto Ludwig (1813-65), scrittore drammaturgo nato in Turingia. L’eroina di Die Heiterethei und ihr Widerspiel (1854) era una giovane contadina della Turingia.]
346 [Probabilmente, il primo esempio dell’uso del termine in uno scritto pubblicato da Freud, ma già adoperato da lui nella Minuta teorica H (1895) (vedi nota 44, in OSF, vol. 2), ove il concetto è trattato più distesamente.]
348 [Cioè una forma di delirio che tende a combinare le diverse parti del materiale in modo armonico, descritto sopra nella Minuta teorica K cit., par. “Paranoia”, come “delirio di assimilazione”.]
349 [Vedi ibid.]
351 Si è intenzionalmente trascurato di precisare sia il tipo dell’associazione di ambedue i ricordi (per simultaneità, causa-effetto, per somiglianza di contenuto), sia la caratteristica psicologica dei singoli “ricordi” (coscienti o inconsci).
352 [Per i “punti nodali” vedi Studi sull’isteria (1892-95), cap. 4, par. 3 (in OSF, vol. 1); ma merita confrontare ivi tutta la discussione sulle “catene di associazioni”. Un esempio pratico di punto nodale – la parola “bagnato” – ricorre nel Frammento di un’analisi d’isteria (1901), par. 2 (in OSF, vol. 4).]
353 [Sulla divergenza e la convergenza nella catena di associazioni come caratteristiche dell’analisi di sogni, vedi Osservazioni sulla teoria e pratica dell’interpretazione dei sogni (1922), par. 2 (in OSF, vol. 9).]
355 [Per il termine “scena sessuale” (Sexualszene) vedi Minuta teorica L (1897), nota 67, in OSF, vol. 2.]
356 [Nota aggiunta nel 1924] Tutto ciò è esatto, ma bisogna tener presente che, allora, io non mi ero ancora liberato dalla tendenza a sopravvalutare la realtà e a sottovalutare la fantasia. [Vedi il commento dello stesso genere, sempre del 1924, in Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), nota 332, in OSF, vol. 2.]
357 [Interessante l’attenuazione dell’asserzione in Analisi terminabile e interminabile (1937; in OSF, vol. 11).]
358 W. Stekel, Wien. med. Bl., vol. 18, 247 (1895).
360 [La questione dell’“etiologia specifica” era stata discussa a lungo qui, in A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” (1895), punto 4.]
362 [Intendi: in nessun caso le esperienze fatte fino all’ottavo anno perdono la possibilità di esplicare più tardi un’azione patogena.]
363 [Su tutto questo problema vedi la lunga nota 330 in Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit., in OSF, vol. 2. L’età dall’ottavo al decimo anno, là e poco prima nel testo indicata come quella della maturità sessuale, è qui posta in connessione con la seconda dentizione e Freud mostra più volte di considerare importante questo particolare.]
364 [Vedi gli Studi sull’isteria cit., cap. 4, par. 1.]
366 [È uno spunto di quella che diventerà, in Freud, la teoria della mancanza del senso temporale nell’inconscio: vedi L’inconscio (1915), par. 5 (in OSF, vol. 8). Un successivo accenno, più preciso, ricorre nella Minuta teorica M (1897), vedi par. “Fantasie”, in OSF, vol. 2.]
367 [Ciò avvenne, appunto, nello scritto Le neuropsicosi da difesa cit.]
368 [Vedi Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit., in OSF, vol. 2.]
Sommari dei lavori scientifici del libero docente dottor Sigmund Freud 1877-1897
370 [Relazione della ricerca compiuta nella primavera del 1876 da Freud, mentre era ancora studente, nella Stazione zoologica sperimentale di Trieste, con due soggiorni in quella città. La ricerca fu presentata all’Accademia delle Scienze il 15 marzo 1877 e fu pubblicata in aprile. Il professor Claus era direttore dell’Istituto di anatomia comparata di Vienna.]
371 [Nell’autunno del 1876 Freud era stato ammesso, come allievo ricercatore, nell’Istituto di fisiologia di Brücke. Questi gli assegnò una ricerca sulle cellule di Reissner nel midollo spinale dell’ammocete (la larva della lampreda). Quando Freud trovò che da alcune di queste cellule si originano fibre di nervi sensitivi, Brücke fece fare a Freud una comunicazione all’Accademia delle Scienze (4 gennaio 1877), che fu pubblicata nello stesso mese. Questa è perciò la prima pubblicazione scientifica di Freud, dato che la precedente ricerca fu pubblicata più tardi. Vi è un riassunto di questa e della ricerca seguente nella lezione 22 della Introduzione alla psicoanalisi (1915-17; in OSF, vol. 8), nel tentativo di illustrare con un’analogia i processi psicologici della fissazione e della regressione. Petromyzon planeri è la lampreda di ruscello.]
372 [Dopo la prima pubblicazione, la ricerca sulle cellule di Reissner è stata continuata da Freud, che il 18 luglio del 1878 poté presentare all’Accademia delle Scienze, sempre sotto gli auspici di Brücke, un’ampia relazione. Si tratta di una monografia di 86 pagine con 18 pagine di bibliografia, contro le 13 pagine della precedente.]
373 [È la descrizione della nuova tecnica di preparazione istologica introdotta da Freud e da lui utilizzata per la ricerca precedente.]
374 [Freud nei mesi estivi del 1879 e 1881 (nel 1880 era in servizio militare) estese le ricerche istologiche sulle cellule nervose a quelle del gambero, facendo importanti scoperte sulla natura fibrillare delle fibre nervose e sulla costituzione del ganglio. Presentò la ricerca all’Accademia delle Scienze il 15 dicembre 1881 e la pubblicò nel gennaio dell’anno seguente.]
375 [Si tratta, probabilmente, della relazione tenuta alla Società psichiatrica il 14 febbraio 1884 di cui Freud riferisce ampiamente nella lettera scritta alla fidanzata lo stesso giorno. Sarebbe quindi erroneamente datata, anche se, nella lettera, Freud accenna a una ricerca precedente che starebbe alla base della relazione e che potrebbe essere quella di cui al n. 5, appunto del 1882. Riassume le ricerche di Freud sulla struttura del sistema nervoso (vedi nn. 1, 2, 3 e 5, in OSF, vol. 2) e anticipa la teoria del neurone, enunciata poi da W. Waldeyer, Über einige neuere Forschungen im Gebiete der Anatomie des Centralnervensystems, Berl. klin. Wschr., vol. 28, 691 (1891).]
376 [Nel corso delle sue ricerche istologiche sulle fibre nervose Freud mise a punto una nuova tecnica di colorazione, di cui egli dà comunicazione in questa nota pubblicata non prima dell’aprile 1884. Freud aveva precedentemente redatto (il 6 febbraio 1884) una descrizione del metodo molto più concisa, che è stata pubblicata nel “Zbl. med. Wiss.”, vol. 22, n. 11, 161 (1884) e che non è qui menzionata. Essa, tradotta in inglese con l’aiuto del medico americano Bernard Sachs, costituisce la pubblicazione seguente 7a, che è il primo scritto inglese di Freud. Vedi in E. Jones, Vita e opere di Freud, trad. A. e M. Novelletto (Il Saggiatore, Milano 1962), vol. 1, p. 253, il racconto della scoperta della tecnica qui descritta.]
377 [Vedi nota precedente.]
378 [È un caso che Freud osservò (17 gennaio 1884) nel reparto delle malattie nervose diretto da Franz Scholz, all’Ospedale generale di Vienna, poco dopo aver assunto servizio in quel reparto (vedi Introduzione al vol. 1 nella presente edizione). Si tratta di una diagnosi confermata dopo la morte dall’autopsia. Altri due lavori concernenti l’attività svolta da Freud in quel reparto sono i nn. 12 e 13.]
379 [Questa monografia fu terminata il 18 giugno 1884 e pubblicata nel luglio successivo. Nel dicembre apparve una traduzione inglese, abbreviata, nel “St. Louis Med. Surg. J.”, vol. 47, 502 (1884). Una ristampa con aggiunte, in forma di opuscolo, uscì nel febbraio 1885. Intanto nel gennaio Freud aveva pubblicato il risultato delle sue ricerche al dinamometro sugli effetti della cocaina (vedi il n. 10, in OSF, vol. 2). Il 3 e il 5 marzo Freud tenne una conferenza sugli effetti generali della cocaina; essa fu pubblicata in agosto nel “Med.-chir. Zbl.”, vol. 20, 374 (1885), ma non è menzionata in questo elenco (vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 2). Neppure è menzionato in questo elenco un confronto (giugno 1885) fra il preparato cocainico effettuato in America da Parke e quello tedesco di Merck usato prima da Freud: Gutachten über das Parke-Cocaïn (Perizia sulla cocaina di Parke), contenuto in: Gutt, Über die verschiedenen Cocaïn-Präparate und deren Wirkung (Sulle varie preparazioni della cocaina e sulla loro efficacia), Wien. med. Pr., vol. 26, col. 1036 (1885). Nell’estate del 1885 incominciarono le critiche a Freud per la sua posizione nei confronti dell’uso della cocaina, critiche che continuarono nei due anni seguenti. Freud rispose nel 1887 con l’articolo di cui qui più avanti al n. 17. Vedi la Introduzione al vol. 1 della presente edizione. Per una più particolareggiata esposizione della “vicenda della cocaina”, vedi Jones, Vita e opere cit., vol. 1, pp. 113-36.]
380 [Vedi nota precedente. Gli esperimenti qui riferiti erano stati cominciati nel novembre 1884.]
381 [È la prima di tre memorie (vedi nn. 14 e 15, in OSF, vol. 2) dedicate allo studio del midollo allungato, terminata nella metà del maggio 1885. Freud parlerà di questo suo interesse giovanile nell’Autobiografia (1924), par. 1 (in OSF, vol. 10). All’inizio della lezione 25 della Introduzione alla psicoanalisi cit. scriverà: “vi aspetterete certamente che la psicoanalisi affronti anche questo tema [dell’angoscia] in modo del tutto diverso dalla medicina scolastica. Là sembra che ci si interessi soprattutto delle vie anatomiche per le quali s’instaura lo stato d’angoscia. Si dice che è stimolato il midollo allungato, e l’ammalato apprende di soffrire di una nevrosi del nervo vago. Il midollo allungato è un argomento molto serio e affascinante. Mi ricordo benissimo quanto tempo e fatica ho dedicato anni fa al suo studio. Oggi però devo dire che per me non vi è nulla di più indifferente, per la comprensione della psicologia dell’angoscia, della conoscenza della via nervosa lungo la quale corrono i suoi eccitamenti.”]
382 [Relazione su un paziente, in osservazione presso Freud nel novembre-dicembre 1884, poi dimesso dall’ospedale. Vedi nota 378, in OSF, vol. 2.]
383 [Relazione su un paziente, in osservazione presso Freud dall’ottobre al momento della morte nel dicembre 1884. Vedi nota 378, in OSF, vol. 2. Vedi anche un riferimento a questa fortunata diagnosi nell’Autobiografia cit., par. 1. Il patologo settore cui viene accennato è Hans Kundrat (1845-93), professore di anatomia patologica a Vienna.]
384 [La seconda delle memorie istologiche di cui qui nota 381. Il manoscritto è datato Parigi, 23 gennaio 1886; la ricerca fu effettuata nel laboratorio della Salpêtrière. Vedi in proposito la Relazione sui miei viaggi di studio a Parigi e a Berlino (1886; in OSF, vol. 1), ove nella nota 8 abbiamo dato alcune notizie sul collaboratore, al quale, per altro, pare si debbano ascrivere solo i disegni che illustrano il testo.]
385 [La terza delle memorie istologiche.]
386 [L’articolo è riprodotto in OSF, vol. 1.]
387 [L’ultimo degli scritti di Freud dedicati alla cocaina; vedi nota 379, in OSF, vol. 2. Le critiche principali all’atteggiamento favorevole di Freud nei confronti della droga furono quelle di F. A. Erlenmeyer, Zbl. Nervenheilk., vol. 8 (1885); Wien. med. Pr., vol. 27, col. 918 (1886); Die Morphiumsucht und ihre Behandlung, 3a ed. (Berlino-Lipsia-Neuwied 1887).]
388 [Il primo di una serie di studi dedicati alle paralisi cerebrali nei bambini (vedi nn. 20, 25, 26, 27 e 38, in OSF, vol. 2), frutto dell’attività svolta da Freud nel reparto neurologico del “Primo Istituto pediatrico pubblico” (un’antica istituzione del secolo precedente, riformata nel 1880). Il nuovo reparto era stato fondato poco prima da Max Kassowitz (1842-1913). Vedi l’Introduzione al vol. 1 della presente edizione.]
389 [È il maggiore contributo di Freud alla neurologia; reca una dedica a Josef Breuer. Sull’argomento, Freud aveva già tenuto lezioni nel 1886 e 1887 e aveva probabilmente scritto per il dizionario medico di A. Villaret (1888): su quest’ultima collaborazione vedi l’Avvertenza editoriale a Isteria (1888; in OSF, vol. 1.]
390 [Vedi Alcune considerazioni per uno studio comparato delle paralisi motorie organiche e isteriche (1893), nota 87, in OSF, vol. 2.]
391 [Volume di oltre 200 pagine. Il collaboratore Oscar Rie, pediatra amico di Freud, lavorava, come Freud, nel reparto di Kassowitz per il quale vedi nota 388, in OSF, vol. 2.]
392 [L’articolo è riprodotto in OSF, vol. 1.]
393 [Realisierung. Nel testo dell’articolo, “obiettivare” (Objektivierung).]
394 [Il necrologio è riprodotto nel presente volume.]
395 [Non vi è qui traccia di una interpretazione psicogenetica dell’enuresi. Freud mandò a Fliess il lavoro accompagnandolo con una lettera del 17 novembre 1893, in cui si diceva assai poco soddisfatto.]
396 [Il testo è riprodotto in OSF, vol. 1, come primo capitolo degli Studi sull’isteria (1892-95).]
397 [Monografia comparabile, per l’ampiezza, al n. 20; fu inviata da Freud a Fliess il 30 maggio 1893 con il commento: “non è molto interessante.” In un’altra lettera a Fliess, del 21 maggio del 1894, riferirà che il lavoro ha ottenuto “un enorme successo”, ironizzando sulla differenza che intercorre fra la stima che l’autore ha della propria opera e la stima dei critici, e attendendosi “rispettoso insuccesso” per gli scritti, di imminente pubblicazione, sulle ossessioni e sull’etiologia e la teoria delle nevrosi.]
398 [Si tratta, come il precedente, di un lavoro preparato nel reparto di Kassowitz.]
399 [Riassunto, scritto in francese su richiesta di Pierre Marie, successore di Charcot alla Salpêtrière e recensore molto favorevole della monografia alla quale esso si riferisce.]
400 [Il testo è riprodotto nel presente volume.]
401 [Vedi Alcune considerazioni per uno studio comparato delle paralisi motorie organiche e isteriche cit., nota 85, in OSF, vol. 2.]
402 [L’articolo è riprodotto nel presente volume.]
403 [L’articolo è riprodotto nel presente volume.]
404 [Il libro è riprodotto in OSF, vol. 1.]
405 [L’articolo è riprodotto nel presente volume.]
406 [Lo scritto è riprodotto nel presente volume.]
407 [Freud soffrì in quell’epoca, per un paio d’anni, di questo disturbo, che egli aveva trovato in vari pazienti.]
408 [L’articolo è riprodotto nel presente volume.]
409 [Il testo è riprodotto nel presente volume.]
410 [Psychoneurosen. È probabilmente la prima volta che il termine appare in tedesco a stampa. Era già apparso qui, ma in un contesto assai meno precisato, nella Minuta teorica H (1895) e, in francese, in L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896; vedi nota 323, in OSF, vol. 2). Tuttavia nello scritto in tedesco dell’anno precedente di cui qui è dato il sommario il termine non ricorreva ancora, bensì la vecchia forma di “neuropsicosi da difesa”, che sarà definitivamente abbandonata nello scritto seguente (vedi La sessualità nell’etiologia delle nevrosi, 1898, nota 417, in OSF, vol. 2).]
411 [L’articolo è riprodotto nel presente volume.]
412 [Data la competenza acquisita da Freud con i suoi lavori sulle paralisi cerebrali infantili, Nothnagel sollecitò da lui nel 1895 la collaborazione, con un’ampia monografia sull’argomento, per la grande enciclopedia medica che stava preparando. Freud fu molto seccato (vedi le lettere a Fliess dall’ottobre del ’95 al gennaio del ’97), in quanto si era ormai impegnato a fondo nello studio delle psiconevrosi. Ma non poté esimersi. Il lavoro, di oltre 300 pagine e più di 400 titoli di bibliografia, che è l’ultima opera originale di argomento neurologico scritta da Freud, fu terminato nel gennaio 1897.]
413 [Vedi, in OSF, vol. 1, l’Avvertenza editoriale alla Prefazione alla traduzione delle “Lezioni sulle malattie del sistema nervoso” di J.-M. Charcot (1886).]
414 [Vedi ibid., l’Avvertenza editoriale alla Prefazione alla traduzione di “Della suggestione” di Hippolyte Bernheim (1888).]
415 [Vedi ibid., l’Avvertenza editoriale alla Prefazione e note alla traduzione delle “Lezioni del martedì della Salpêtrière” di J.-M. Charcot (1892-94).]
La sessualità nell’etiologia delle nevrosi
416 [Neurol. Zbl.: Le neuropsicosi da difesa (1894), Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894), Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896). Rev. neurol.: Ossessioni e fobie (1894), L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896). Wien. klin. Rdsch.: A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” (1895), Etiologia dell’isteria (1896).]
417 [Vedi Sommari dei lavori scientifici (1897), nota 410, in OSF, vol. 2. Ormai la funzione essenziale della “difesa” in queste affezioni psichiche è un concetto acquisito, sicché d’ora in avanti il termine “neuropsicosi da difesa” viene abbandonato e sostituito da “psiconevrosi”, la cui definizione e opportunità terminologica si è precisata in contrapposto alle “nevrosi attuali” (l’espressione comparirà poco più avanti). La contrapposizione ritorna nella Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lez. 24 (in OSF, vol. 8).]
418 [Vedi Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., par. 4, in OSF, vol. 2.]
419 [Ibid., par. 3.]
420 [Aktuelle Neurose, qui; più oltre Aktualneurose, termine di poi sempre adottato per indicare la nevrastenia e la nevrosi d’angoscia (ma vedi anche ibid., nota 169, in OSF, vol. 2). “Attuali” significa che le loro cause sono puramente contemporanee e non hanno la loro origine nel passato del paziente (come avviene, appunto, nelle psiconevrosi). La distinzione tra “nevrosi attuali” e “psiconevrosi” era già implicita, per esempio, negli Studi sull’isteria (1892-1895), cap. 4, par. 1 (in OSF, vol. 1), ed era già chiara nelle Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit., par. 1 (qui), dove le nevrosi “attuali” erano indicate come nevrosi “semplici”; in questo periodo Freud si riferiva spesso ad esse come alle “nevrosi”, senza specificazioni, vedi ad esempio qui Meccanismo psichico dei fenomeni isterici (1893), ultimo capoverso.]
421 [Per questo e per quanto detto in seguito, vedi A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” cit., in OSF, vol. 2.]
422 [Vedi più ampia discussione di questi problemi in La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno (1908; in OSF, vol. 5) e Il disagio della civiltà (1929; in OSF, vol. 10).]
423 [Vedi Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., nota 181, in OSF, vol. 2.]
424 [Vedi altri riferimenti alla masturbazione quale fonte di nevrastenia nelle lettere di questi anni a Fliess. Vedi la Minuta teorica B (1893), in OSF, vol. 2.]
425 [Vedi anche le affermazioni finali dello scritto Meccanismo psichico dei fenomeni isterici cit., in OSF, vol. 2.]
Meccanismo psichico della dimenticanza
426 E che neppure è giustificata dall’eventuale senso di dispiacere per il fatto del sentirsi inibiti nel corso di un’attività psichica.
427 [Adottiamo la grafia Herzegovina, anziché Erzegovina, per facilitare nel seguito l’associazione di idee.]
428 [Freud accenna qui al fatto che, quando un ricordo è rimosso, affiora spesso nella coscienza con inusitata vivacità un’immagine di qualcosa che, benché non importante, è strettamente connesso con il ricordo rimosso. Accenno simile, qui, alla fine dello scritto, e in Ricordi di copertura (1899). Nella Psicopatologia della vita quotidiana (1901), cap. 2 (in OSF, vol. 4), dove riappare la notazione, Freud suggerisce una spiegazione, e in uno dei suoi ultimi scritti, Costruzioni nell’analisi (1937), par. 3 (in OSF, vol. 11), la questione è connessa con il problema generale delle allucinazioni.]
429 Il primo nome mi è assai familiare, il secondo invece appena noto.
430 Si dirà: “una spiegazione cercata, forzata!” Ma questa impressione deriva solo dal fatto che il tema represso tenta con ogni mezzo di ristabilire il collegamento con quello non represso e a tale scopo non disdegna neanche la via dell’associazione esteriore. Una forzatura simile a quella di quando si devono trovare rime. [Per “associazione esteriore” si intende un’associazione superficiale, quale l’assonanza, ma senza nesso logico. Lo sforzo di trovare rime è descritto da Freud nell’Interpretazione dei sogni (1899), cap. 6, par. D (in OSF, vol. 3).]
431 [Nel primo capitolo della Psicopatologia della vita quotidiana cit. Freud spiega che gli era stata comunicata la morte di un suo paziente, suicidatosi “a causa di un inguaribile disturbo sessuale”. Trafoi è in provincia di Bolzano.]
432 Sarebbe errato credere che il meccanismo illustrato agisca solo raramente. Esso è invece molto frequente. Per esempio: volevo raccontare a un mio collega questo stesso fatterello, quando all’improvviso mi sfuggì il nome della persona che mi aveva riferito tutta la storia sulla Bosnia. Soluzione: immediatamente prima avevo giocato a carte. Il mio informatore si chiamava Pick. Ora Pick [picche] e Herz [cuori] sono due dei quattro semi delle carte; le due parole inoltre si tenevano congiunte in un episodio: la persona in oggetto mi aveva una volta detto, accennando a sé stessa: “Non mi chiamo Herz, io, mi chiamo Pick.” Herz si ritrova ancora nel nome Herzegovina; inoltre, il cuore [Herz], quale organo malato, ha anch’esso una certa funzione in quei pensieri che ho qualificato come rimossi.
435 [Vedi, ad esempio, Etiologia dell’isteria (1896), par. 2, in OSF, vol. 2.]
436 V. e C. Henri, Année psychol., vol. 3, 184 (1897).
437 [Vedi Meccanismo psichico della dimenticanza (1898), nota 428, in OSF, vol. 2. L’osservazione ricompare nel presente scritto altre due volte.]
438 [Si tratta di un’espressione tedesca comune per indicare la falsità di qualcosa: “Das soll echtes Gold sein? Das ist vielleicht einmal bei Gold gelegen!” (Questo, oro vero? Forse, una volta, è stato messo vicino a dell’oro!).]
439 Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896) [vedi par. 3, in OSF, vol. 2].
440 [L’esempio è d’ispirazione autobiografica, solo lievemente corretta. In realtà, Freud, nel maggio 1899, quando questo scritto veniva inviato in stampa, aveva quarantatré anni.]
441 [Dell’incidente, Freud riferisce due volte nell’Interpretazione dei sogni (1899), cap. 1, par. B e cap. 7, par. C (in OSF, vol. 3). Vedi anche la lettera a Fliess del 15 ottobre 1897 e Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), lez. 13 (in OSF, vol. 8).]
442 [Allusione a una citazione, cara a Freud, da Die Weltweisen di Friedrich Schiller.]
443 [“Forse un giorno dolce sarà ricordare”: Virgilio, Eneide, 1.203.]
445 [Ibid., cap. 5, par. D, sottopar. α.]
446 [Il tipo di ricordi di copertura qui descritto è connesso col “fantasticare retrospettivo” spesso discusso da Freud in seguito. Vedi Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva (1909), par. 1, sottopar. g (in OSF, vol. 6), Dalla storia di una nevrosi infantile (1914), parr. 5 e 7 (in OSF, vol. 7), Introduzione alla psicoanalisi cit., lezz. 21 e 23.]