Questo articolo fu pubblicato, col titolo Die “kulturelle” Sexualmoral und die moderne Nervosität, in “Sexual-Probleme” (nuovo titolo della rivista “Mutterschutz”), vol. 4(3), 107-29 (marzo 1908); riprodotto in Sammlung kleiner Schriften zur Neurosenlehre, vol. 2 (Vienna 1909) pp. 175-96, in Gesammelte Schriften, vol. 5 (1924) pp. 143-67, in Kleine Schriften zur Sexualtheorie und zur Traumlehre (Internationaler Psychoanalytischer Verlag, Lipsia-Vienna-Zurigo 1931) pp. 17-42, e in Gesammelte Werke, vol. 7 (1941) pp. 143-67. Traduzione di Marilisa Tonin Dogana.
Il lavoro è stato ispirato da uno scritto di Christian von Ehrenfels dal titolo Sexualethik (Etica sessuale), pubblicato l’anno prima (vedi l’inizio del testo). Von Ehrenfels era un filosofo, molto legato a Franz Brentano, che alla fine dell’Ottocento e nel primo Novecento acquistò fama per aver pubblicato opere di assai vario argomento, dalla cosmogonia, alla teoria dei valori, a quel saggio Über Gestaltqualitäten (Intorno alle qualità formali) che rimase la base su cui si sviluppò sia la scuola di Graz (Gegenstandstheorie) di Meinong, Witasek e Benussi, sia la Gestalttheorie di Wertheimer, Köhler e Koffka. L’articolo che ha attratto l’attenzione di Freud si sofferma sull’ipocrisia della morale sessuale del cosiddetto mondo civile, e sui danni che ne derivano. Freud ha ritenuto col presente articolo di completare il punto di vista di von Ehrenfels, illustrando, fra i danni di questa morale sessuale, la diffusione dei disturbi nervosi che ne proverrebbe.
Dopo la pubblicazione del presente articolo, von Ehrenfels partecipò, come ospite e relatore, a due sedute (16 dicembre e 23 dicembre 1908) della Società psicoanalitica di Vienna, nelle quali egli introdusse la discussione, rispettivamente sul libro allora apparso di Fritz Wittels Die sexuelle Not (La necessità sessuale), e sopra l’idea di una riforma dell’organizzazione familiare.
Freud parla di “kulturelle Sexualmoral”. Qui l’espressione è stata resa con “morale sessuale civile”. Kultur è infatti vocabolo tedesco dal significato molto diverso da “cultura” e più vicino a “civiltà”. L’etica a cui tanto von Ehrenfels quanto Freud si riferiscono è quella che oggi si direbbe “morale borghese”, o anche – come si esprimerà Jung in posizione critica verso Freud – la morale vittoriana, e cioè dell’ultimo Ottocento (C. G. Jung, Sigmund Freud come fenomeno storico-culturale, 1932).
Freud si riallaccia ai suoi recenti lavori del 1905 sulla sessualità, i Tre saggi sulla teoria sessuale e Le mie opinioni sul ruolo della sessualità nell’etiologia delle nevrosi, per illustrare le componenti parziali della pulsione sessuale e la loro funzione per lo sviluppo delle perversioni e delle nevrosi; precisa pure il concetto di sublimazione, per quanto riguarda la sessualità in generale e le pulsioni parziali, e perviene alla tesi che la civiltà si è affermata e si afferma a prezzo di una repressione esercitata sulle pulsioni sessuali, repressione che a sua volta conduce allo sviluppo delle nevrosi.
Questa tesi (che Freud enuncia, pur rifiutandosi di soppesare se i vantaggi offerti dalla civiltà compensino il danno costituito dalla repressione sessuale e dalle nevrosi) è una tesi di cui si trovano cenni fin dalla Minuta teorica N (1897, in OSF, vol. 2), dove Freud afferma che la civiltà consiste in una progressiva rinuncia all’incesto, e poi nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), Riepilogo (in OSF, vol. 4), dove parla della relazione inversa esistente tra civiltà e libero sviluppo sessuale.
Tale concetto verrà in seguito riaffermato da Freud in Sulla più comune degradazione della vita amorosa (1912, in OSF, vol. 6), nelle prime pagine di L’avvenire di un’illusione (1927, in OSF, vol. 10), nell’ultimo paragrafo della nota Perché la guerra? (1932, in OSF, vol. 11), ma soprattutto in Il disagio della civiltà (1929, in OSF, vol. 10).