Nella lettera del 19 giugno 1910, Freud congratulandosi con Jung per un suo scritto che sarà poi compreso in Trasformazioni e simboli della libido (vedi Simboli della trasformazione (1912/1952), in Opere di C. G. Jung, vol. 5, Boringhieri, Torino 1970), aggiunge che si sta appropriando di alcune sue idee per un lavoro da pubblicarsi nello “Jahrbuch”, dal titolo “I due princìpi dell’azione psichica e la educazione” (Die beide Prinzipien der psychischen Aktion und die Erziehung). Si tratta del presente articolo che ha assunto il titolo definitivo Formulierungen über die zwei Prinzipien des psychischen Geschehens.
Freud espose le proprie idee sull’argomento nella seduta della Società psicoanalitica di Vienna del 26 ottobre 1910, ma, come scrisse a Ferenczi il giorno successivo, non fu soddisfatto della accoglienza dei colleghi. Solo nel dicembre (lettera a Ferenczi del 16 dicembre 1910) Freud si accinse alla stesura del testo scritto. Dovette tuttavia interromperla per riprenderla nel gennaio (lettera a Jung del 22 gennaio 1911) e portarla rapidamente a termine.
Il lavoro uscì nello “Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen”, vol. 3 (1), 1-8 (1911). Fu riprodotto in Sammlung kleiner Schriften zur Neurosenlehre, vol. 3 (Vienna 1913), pp. 271-79, in Gesammelte Schriften, vol. 5 (1924), pp. 409-17, in Theoretische Schriften (1911-1925) (Internationaler psychoanalytischer Verlag, Vienna 1931), pp. 5-14, e in Gesammelte Werke, vol. 8 (1943), pp. 230-38. Una traduzione italiana è compresa nella antologia di C. L. Musatti, Freud (L’Arco, Firenze 1949). Essa è fondamentalmente qui seguita con qualche variazione formale.
Quantunque vi siano comprese idee già formulate nell’allora inedito Progetto di una psicologia del 1895 (in OSF, vol. 2) e nel capitolo 7 della Interpretazione dei sogni del 1899 (in OSF, vol. 3), questo breve scritto è fondamentale per la dottrina psicoanalitica.
In esso è descritta nella maniera più lucida e condensata: la contrapposizione fra i processi primari dominati dal principio di piacere e i processi secondari guidati dal principio di realtà e le difficoltà che vengono incontrate nel passaggio dall’uno all’altro principio. A questo passaggio vengono collegati: la formazione, a partire da una semplice sensibilità al piacere e al dolore, di una attività sensoriale specifica, lo sviluppo della funzione dell’attenzione e di quella della memoria, dell’esame di realtà, della azione e dell’attività di pensiero, l’origine della fantasia, la disposizione psichica alla nevrosi, la base dell’ascesi religiosa e della credenza in un aldilà, i meccanismi dell’attività educativa, la funzione dell’arte, il problema della “scelta” della malattia nevrotica, la distinzione fra ricordi rimossi e fantasie inconsce, e in genere il linguaggio dell’inconscio.
Si tratta di argomenti che Freud riprenderà anche in opere successive e in forma più estesa, o che erano già stati oggetto di trattazioni speciali, così come è indicato nelle note a piè di pagina. Ma in questa esposizione sintetica essi appaiono in tutta la loro coerente connessione.