Lettera al borgomastro di Přibor
Ringrazio il borgomastro di Přibor-Freiberg,49 gli organizzatori di questa cerimonia e tutti i presenti per l’onore che mi fanno adornando la mia casa natale con questa lapide dovuta a mani di artista.50 E ciò mentre vivo ancora e mentre i contemporanei non sono ancora giunti a un giudizio unanime sul valore della mia opera.
Ho lasciato Freiberg all’età di tre anni, e l’ho visitata di nuovo a sedici anni come liceale durante le vacanze, ospite della famiglia Fluss,51 e da allora non più. Molte cose mi sono accadute da quel tempo: ho sopportato molte fatiche e qualche dolore, ma ho avuto anche un po’ di fortuna e alcuni successi, nel modo, appunto, in cui tutto ciò suole mescolarsi nella vita umana. Non è facile, avendo ormai settantacinque anni, trasportarmi in quella prima età, del cui ricco contenuto emergono nella mia memoria solo pochi resti; ma di una cosa posso essere certo: profondamente dentro di me, sotto molti strati, continua pur sempre a vivere il felice bambino di Freiberg, il primogenito di una giovane madre, che da quest’aria, da questa terra, ricevette le prime indelebili impressioni. Mi sia dunque concesso di concludere il mio ringraziamento con un cordiale augurio a questa città e ai suoi abitanti.