Le mie opinioni sul ruolo della sessualità
nell’etiologia delle nevrosi

Ritengo che il modo migliore per dare una valutazione critica della mia teoria sul significato etiologico del fattore sessuale nelle nevrosi, sia quello di seguirla nella sua evoluzione. Né sarò io a negare che una evoluzione essa l’abbia subita, e che nel corso di tale evoluzione si sia modificata. Questa mia ammissione dovrebbe costituire per gli studiosi una garanzia che questa teoria altro non è se non l’estratto di esperienze via via proseguite e approfondite. Solo ciò che è puramente un prodotto della speculazione nasce tutto d’un tratto compiuto e rimane quindi immutato.

La teoria si riferiva originariamente soltanto ai quadri morbosi compresi sotto la denominazione di “nevrastenia”, e nei quali io ho distinto due tipi, che possono talora presentarsi anche in forma pura: tipi che ho descritto come “nevrastenia vera” e come “nevrosi d’angoscia”. Era già noto da sempre che sulla causalità di queste forme possono esercitare una funzione i fattori sessuali, ma né l’azione di questi fattori era stata riscontrata in forma del tutto generale, né s’era pensato di attribuir loro un valore preminente sopra altre influenze etiologiche. Io fui dapprima sorpreso dalla frequenza di gravi anomalie nella vita sessuale dei nervosi. Quanto più, tenendo presente che tutti gli uomini nelle cose sessuali nascondono la verità, estendevo le indagini nella ricerca di tali anomalie, e acquistavo abilità nel proseguire l’esame malgrado iniziali dinieghi dei pazienti, tanto più frequentemente mi riusciva di determinare tali fattori patogeni appartenenti alla vita sessuale, finché essi mi apparvero presso che generali. Bisognava tuttavia tener conto pregiudizialmente del fatto che, sotto la spinta delle condizioni sociali della nostra civiltà, simili irregolarità sessuali sono di solito frequenti, e poteva restare incerta l’estensione che la deviazione della funzione sessuale normale dovesse assumere per essere considerata patogena. Potei quindi attribuire alla regolare conferma di pratiche sessuali nocive minore importanza che a una seconda scoperta, la quale mi apparve più decisiva. Risultò infatti che la forma della malattia, nevrastenia o nevrosi d’angoscia, presentava un rapporto costante con la forma del comportamento sessuale nocivo. Nei casi tipici di nevrastenia c’erano regolarmente masturbazioni o frequenti polluzioni; nella nevrosi d’angoscia si riscontravano fattori, come il coito interrotto, l’“eccitamento frustraneo” e altri, in cui l’elemento comune sembrava quello di un’insufficiente scarica della libido prodottasi. Solo dopo tale scoperta, facile da fare e altrettanto facile da controllare, mi sono sentito autorizzato ad attribuire alle influenze sessuali una posizione dominante nell’etiologia delle nevrosi. Per di più, nelle tanto frequenti forme miste di nevrastenia e di nevrosi d’angoscia, si riscontrò un miscuglio delle etiologie supposte per le due forme. Un tale doppio aspetto nel modo di manifestarsi della nevrosi sembrava inoltre corrispondere al carattere bipolare (maschile e femminile) della sessualità.

Nello stesso periodo di tempo, mentre attribuivo alla sessualità questo significato per l’origine delle nevrosi semplici235 (Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia”, 1894), io mi attenevo per le psiconevrosi (isteria e nevrosi ossessiva) a una teoria puramente psicologica, nella quale il fattore sessuale veniva preso in considerazione in modo non diverso da ogni altra fonte emotiva. In collaborazione con Josef Breuer, e a seguito delle osservazioni che egli aveva fatto più di dieci anni prima su un’ammalata isterica,236 avevo studiato il meccanismo di formazione dei sintomi isterici mediante il risveglio di ricordi in stato d’ipnosi ed eravamo giunti a conclusioni che consentivano di gettare un ponte fra l’isteria traumatica di Charcot e l’isteria comune non traumatica (Studi sull’isteria, 1892-95). Eravamo arrivati alla concezione che i sintomi isterici sono gli effetti stabili di traumi psichici, il cui carico affettivo è stato in condizioni particolari escluso da un’elaborazione cosciente, e si è perciò costruito una via anormale di deflusso nell’innervazione corporea. I termini “affetto incapsulato”, “conversione” e “abreazione”, caratterizzano nel loro insieme questa concezione.

Date le strette relazioni tra psiconevrosi e nevrosi semplici, per cui a un inesperto la diagnosi differenziale non sempre riesce facile, doveva necessariamente accadere che la conoscenza acquisita in un campo fosse presa in considerazione anche per l’altro. Del resto, anche a prescindere da un’influenza siffatta, lo stesso approfondimento del meccanismo dei sintomi isterici conduceva a un egual risultato. Quando infatti si venivano via via rintracciando, col procedimento “catartico” stabilito da me e da Breuer, i traumi psichici da cui derivavano i sintomi isterici, si giungeva alla fine a esperienze vissute dal malato nell’infanzia e che riguardavano la sua vita sessuale, e ciò anche in quei casi in cui la malattia si era sviluppata in occasione di un’emozione banale di natura non sessuale. Senza prendere in esame questi traumi dell’età infantile, non si perveniva né a chiarire i sintomi intendendone la determinazione, né a evitare ricadute in quei sintomi. In tal modo l’importanza incomparabile delle esperienze sessuali vissute, per l’etiologia delle psiconevrosi, apparve determinata in modo indubbio; e questo fatto è rimasto tuttora uno dei pilastri della teoria.

Se si espone tale teoria dicendo che le cause di una nevrosi isterica prolungantesi per tutta la vita risiedono nelle esperienze sessuali, perlopiù di scarso rilievo, della seconda infanzia, la cosa può certo fare un’impressione abbastanza strana. Ma se si considera lo sviluppo storico della dottrina e se ne scorge l’elemento centrale nella proposizione che l’isteria è l’espressione di un comportamento della funzione sessuale dell’individuo, e che questo comportamento è già prevalentemente determinato dagli influssi e dalle esperienze operanti nell’infanzia, avremo rinunciato a un paradosso ma in cambio acquistato un motivo di più per rivolgere la nostra attenzione su quei tardi effetti delle impressioni infantili che, pur essendo di capitale importanza, sono stati fino a ora terribilmente trascurati.

Mentre mi riservo di trattare più a fondo, tra breve, la questione se si debba vedere nelle esperienze sessuali vissute nell’infanzia l’etiologia dell’isteria (e della nevrosi ossessiva), ritorno alla forma che la teoria era venuta assumendo in alcune brevi pubblicazioni preliminari degli anni 1895 e 1896 (Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa, 1896; Etiologia dell’isteria, 1896). Il rilievo dato a questo supposto fattore etiologico consentiva allora di contrapporre le nevrosi comuni, come malattie con una etiologia attuale, alle psiconevrosi, la cui etiologia era soprattutto da ricercarsi nelle esperienze sessuali del passato. La dottrina conduceva al seguente principio: con una vita sessuale normale la nevrosi è impossibile.

Sebbene ancor oggi ritengo non sbagliato questo principio, non c’è da meravigliarsi che in dieci anni di indefessa attività io abbia condotto un bel po’ avanti la mia conoscenza di questo insieme di cose rispetto al mio punto di vista di allora e che io creda oggi di potere, in base a un approfondimento della mia esperienza, correggere la incompletezza, le deviazioni e gli errori che allora viziavano quella dottrina. Per combinazione mi ero imbattuto, nel materiale ancora scarso di cui disponevo, in un numero incredibilmente elevato di casi nelle cui storie d’infanzia giocava una parte importante la seduzione sessuale compiuta da adulti o da altri bambini più grandicelli. Io sovrastimai la frequenza di tali eventi (che sotto altri riguardi non si prestavano a dubbi), non essendo per giunta ancora in grado a quel tempo di distinguere con sicurezza le illusioni mnestiche degli isterici sulla loro infanzia dalle rievocazioni di fatti reali, mentre ho appreso in seguito che parecchie di queste fantasie di seduzione si risolvono in tentativi di difesa dal ricordo di una propria attività sessuale (masturbazione da bambino). Con quest’ultimo chiarimento veniva meno l’accento sull’elemento “traumatico” nelle esperienze sessuali dell’infanzia e rimase il concetto che l’attività sessuale infantile (spontanea o provocata) indirizza la vita sessuale successiva dopo la maturità. Lo stesso chiarimento, che correggeva il più rilevante dei miei errori iniziali, doveva anche modificare la concezione del meccanismo dei sintomi isterici. Questi cessarono di apparire filiazione diretta di ricordi rimossi relativi a episodi sessuali dell’infanzia; fra i sintomi e le impressioni infantili erano ora inserite le fantasie (o ricordi immaginari) del malato, prodottesi in genere negli anni della pubertà, e che da un lato venivano costruendosi sopra i ricordi d’infanzia, dall’altro si trasformavano direttamente in sintomi. Soltanto con l’introduzione dell’elemento costituito dalle fantasie isteriche la struttura globale della nevrosi e la sua relazione con la vita dell’ammalato appaiono evidenti: ne risultò pure un’analogia veramente straordinaria tra tali fantasie inconsce degli isterici e le produzioni immaginarie, divenute coscienti sotto forma di deliri, della paranoia.237

Con una tale correzione, i “traumi sessuali infantili” furono in certo modo sostituiti da un “infantilismo della sessualità”. Una seconda modificazione della teoria originaria seguì dappresso. Con la supposta frequenza di atti di seduzione nell’infanzia, venne pure a cadere il rilievo eccessivo dato all’azione dei fattori accidentali sulla sessualità, ai quali avevo cercato di attribuire una funzione dominante nella produzione della malattia, senza per ciò negare la compartecipazione di fattori costituzionali ed ereditari. Avevo pure sperato di poter risolvere il problema della scelta della nevrosi, e cioè la determinazione della forma specifica che la psiconevrosi avrebbe assunto nell’ammalato, in base alle particolarità degli episodi sessuali dell’infanzia, e avevo allora supposto, sia pure con riserve, che il comportamento passivo in tali scene determinasse la disposizione specifica per l’isteria, quello attivo invece la disposizione per la nevrosi ossessiva.238 Ho dovuto in seguito abbandonare del tutto questo concetto, quantunque molti fatti inducano a ritenere che in qualche modo vada mantenuta una certa connessione tra passività e isteria da un lato, attività e nevrosi ossessiva dall’altro.239 Con la riduzione dell’importanza delle influenze accidentali determinantisi nel corso della vita, dovevano riprendere il sopravvento i fattori costituzionali ed ereditari; con la differenza tuttavia, rispetto alle teorie già dominanti, che per me al posto della generica disposizione neuropatologica doveva figurare la “costituzione sessuale”. Nei miei Tre saggi sulla teoria sessuale da poco apparsi (1905) ho tentato di descrivere la varietà di questa costituzione sessuale, come pure l’organizzazione composita in genere della pulsione sessuale e la sua derivazione da varie fonti organiche concorrenti.

Sempre in connessione alla modificata concezione dei “traumi sessuali dei bambini”, la teoria si è sviluppata ulteriormente in una direzione che era già stata accennata nei lavori compresi fra il 1894 e il 1896. Già allora, e prima ancora di attribuire alla sessualità la posizione che le compete nell’etiologia, avevo affermato come condizione per l’azione patogena di un episodio, che questo dovesse apparire insopportabile per l’Io e dovesse provocare un impulso alla difesa (Le neuropsicosi da difesa, 1894). A una tale difesa avevo attribuito la scissione psichica – o, come allora si diceva, la scissione della coscienza – dell’isteria. Quando la difesa si attuava, l’esperienza insopportabile con le sue conseguenze affettive veniva scacciata dalla coscienza e dal ricordo dell’Io; in date condizioni tuttavia ciò che era così scacciato conservava, ormai come elemento inconscio, la sua efficienza, e rientrava, per mezzo dei sintomi e degli affetti che vi aderivano, nella coscienza, cosicché la malattia corrispondeva a un insuccesso della difesa. Questa concezione aveva il merito di penetrare nel giuoco delle forze psichiche e di avvicinare in tal modo i processi psichici dell’isteria a quelli normali, anziché attribuire l’essenza della nevrosi a una perturbazione misteriosa e non ulteriormente analizzabile.

Dopo che nuove ricerche, su persone rimaste normali, diedero l’inatteso risultato che la storia sessuale della loro infanzia non differiva essenzialmente da quella dei nevrotici, e che in modo specifico la seduzione vi ha un’egual parte, le influenze accidentali vennero a perdere ancor più rilievo rispetto alla “rimozione” (come io cominciai a dire in luogo di “difesa”).240 Non tanto contava ciò che un individuo aveva sperimentato nella sua infanzia in fatto di eccitamenti sessuali, ma soprattutto la sua reazione verso queste impressioni: e se cioè egli aveva risposto con la “rimozione” a tali impressioni, oppure no. Nell’attività sessuale spontanea dei bambini, si poté determinare che spesso essa veniva interrotta, nel corso dello sviluppo, da un atto di rimozione. L’individuo sessualmente maturo nevrotico portava così sempre con sé dalla sua infanzia un pezzo di “rimozione sessuale”, il quale veniva a galla di fronte alle esigenze della vita reale, e le psicoanalisi degli isterici mostravano che essi si ammalano per effetto del conflitto tra la libido e la rimozione sessuale e che i loro sintomi hanno il valore di compromessi tra queste due correnti psichiche.

Senza un’ampia esposizione delle mie idee sulla rimozione, non potrei chiarire ulteriormente questa parte della teoria. Basti qui accennare ai miei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), dove ho cercato di recare una sia pur per ora pallida luce sopra i processi somatici, nei quali è da ricercare l’essenza della sessualità. Ho là svolto il concetto che l’organizzazione sessuale costituzionale del bambino è assai più complessa di quanto ci si potrebbe attendere, che essa merita di essere definita “perversa polimorfa”, e che da questa disposizione, attraverso la rimozione di determinate componenti, deriva il cosiddetto comportamento normale della funzione sessuale. Son così riuscito a stabilire, mediante il riferimento ai caratteri infantili della sessualità, un semplice nesso fra la salute, la perversione e la nevrosi. La normalità risulta dalla rimozione di certe pulsioni parziali e di componenti della disposizione naturale infantile, e dalla subordinazione delle rimanenti sotto il primato della zona genitale in servizio della funzione riproduttiva; le perversioni corrispondono a disturbi in questo processo di unificazione provocati dal prepotente e coattivo sviluppo di alcune di queste pulsioni parziali; e la nevrosi si riferisce a una troppo estesa rimozione delle tendenze libidiche. Poiché quasi tutte le pulsioni perverse della disposizione naturale infantile sono rintracciabili come forze che formano i sintomi nella nevrosi, ma si trovano in essa in stato di rimozione, mi è stato possibile definire la nevrosi come la “negativa” [immagine negativa] della perversione.

Mi sembra importante rilevare che le mie idee sulla etiologia delle nevrosi, per quanto mutate, non hanno mai smentito o attenuato due punti di vista: l’importanza attribuita alla sessualità e all’infantilismo. Solo che alle influenze accidentali sono stati sostituiti fattori costituzionali; in luogo di una semplice “difesa” meramente psicologica è apparsa una “rimozione sessuale” organica. Se ora qualcuno volesse chiedere donde si deduca una prova decisiva dell’asserita importanza etiologica dei fattori sessuali nelle psiconevrosi, posto che si assiste allo scoppio di tali malattie in seguito alle più banali emozioni e anche in base a cause somatiche occasionali, e che si è dovuta abbandonare un’etiologia specifica sotto forma di particolari esperienze d’infanzia, io indico l’esplorazione psicoanalitica dei nevrotici come la fonte da cui la concezione oppugnata direttamente deriva. Quando ci si serve di questo insostituibile metodo di ricerca, si apprende che i sintomi raffigurano l’attività sessuale del malato, tutta o in parte, proveniente dalle fonti delle pulsioni parziali normali o perverse della sessualità. Non soltanto ci si rende conto che buona parte della sintomatologia isterica è derivata dalle espressioni della eccitazione sessuale, non soltanto che nella nevrosi una serie di zone erogene, rafforzando le loro proprietà infantili, acquistano il significato e l’importanza degli organi genitali, ma che anche i sintomi più complicati si rivelano raffigurazioni convertite di fantasie, le quali hanno come contenuto una situazione sessuale. Chi sa capire il linguaggio dell’isteria, impara che la nevrosi tratta soltanto della sessualità rimossa dell’ammalato. Basta che si voglia intendere la funzione sessuale nella sua esatta estensione, e cioè in quella configurata dalla disposizione naturale infantile. Là dove lo scoppio della malattia va attribuito a un’emozione banale, l’analisi dimostra regolarmente che le componenti sessuali (le quali non mancano mai) dell’esperienza traumatica vissuta hanno esercitato l’azione patogena.

Dal problema etiologico delle psiconevrosi siamo insensibilmente passati al problema della loro essenza. Se si vogliono tirare le somme di quanto si è appreso con la psicoanalisi, si può dire soltanto che l’essenza di queste malattie risiede in disturbi dei processi sessuali, e cioè di quei processi organici che determinano la formazione e l’impiego della libido sessuale. Non si può fare a meno di rappresentarci in definitiva tali processi come processi chimici, per cui nelle cosiddette nevrosi attuali si debbono riconoscere gli effetti somatici, nella psiconevrosi gli effetti oltre che somatici psichici, di disturbi del metabolismo sessuale.241 La somiglianza delle nevrosi con i fenomeni di intossicazione e di astinenza da determinati alcaloidi, col morbo di Basedow e col morbo di Addison, si impone senz’altro clinicamente; e così come queste due ultime malattie non vanno più descritte quali “malattie nervose”, presto anche le “nevrosi” schiette, malgrado la loro denominazione, dovranno essere escluse da una tale classe.

All’etiologia delle nevrosi appartiene dunque tutto ciò che può influire dannosamente sui processi che servono alla funzione sessuale. In primo luogo dunque le pratiche nocive che riguardano direttamente la funzione sessuale, in quanto siano sentite come dannose dalla costituzione sessuale, la quale è mutevole con la civiltà e l’educazione. In secondo luogo vengono tutte le altre pratiche nocive e traumi che, recando offesa all’organismo nel suo insieme, possono danneggiare in via secondaria i processi sessuali che in esso hanno luogo. Non si dimentichi tuttavia che il problema etiologico nelle nevrosi è perlomeno altrettanto complesso di quanto lo è quello di ogni comune malattia. Un’unica azione patogena non è quasi mai sufficiente; in genere si richiede una pluralità di fattori etiologici che si consolidano l’un l’altro e che quindi non si debbono contrapporre l’uno all’altro. Anche perciò non può essere netta la distinzione tra lo stato di malattia nevrotica e lo stato di sanità. La malattia è il risultato di una sommazione, e la misura delle determinazioni etiologiche può venir colmata da una parte qualsiasi. Cercando l’etiologia delle nevrosi esclusivamente nell’eredità o nella costituzione, si commetterebbe un errore non meno unilaterale di quello per cui si volessero elevare a unico fattore etiologico le influenze accidentali della sessualità nel corso della vita. Ciò che conta è che l’essenza di queste malattie risiede soltanto in una perturbazione dei processi sessuali nell’organismo.

Vienna, giugno 1905

Opere complete
9788833972077_cov01.html
9788833972077_fm01.html
9788833972077_fm02.html
9788833972077_tp01.html
9788833972077_OP01_a.html
9788833972077_OP01_fm03.html
9788833972077_OP01_fm04.html
9788833972077_OP01_01_0.html
9788833972077_OP01_01_1.html
9788833972077_OP01_01_2.html
9788833972077_OP01_02_0.html
9788833972077_OP01_02_1.html
9788833972077_OP01_02_2.html
9788833972077_OP01_03_0.html
9788833972077_OP01_03_1.html
9788833972077_OP01_03_2.html
9788833972077_OP01_04_0.html
9788833972077_OP01_04_1.html
9788833972077_OP01_04_2.html
9788833972077_OP01_04_3.html
9788833972077_OP01_05_0.html
9788833972077_OP01_05_1.html
9788833972077_OP01_05_2.html
9788833972077_OP01_05_3.html
9788833972077_OP01_06_0.html
9788833972077_OP01_06_1.html
9788833972077_OP01_06_2.html
9788833972077_OP01_06_3.html
9788833972077_OP01_06_4.html
9788833972077_OP01_06_5.html
9788833972077_OP01_06_6.html
9788833972077_OP01_07_0.html
9788833972077_OP01_07_1.html
9788833972077_OP01_07_2.html
9788833972077_OP01_07_3.html
9788833972077_OP01_07_4.html
9788833972077_OP01_08_0.html
9788833972077_OP01_08_1.html
9788833972077_OP01_08_2.html
9788833972077_OP01_08_3.html
9788833972077_OP01_09_0.html
9788833972077_OP01_09_1.html
9788833972077_OP01_09_2.html
9788833972077_OP01_09_3.html
9788833972077_OP01_09_4.html
9788833972077_OP01_09_5.html
9788833972077_OP01_09_6.html
9788833972077_OP02_a.html
9788833972077_OP02_fm03.html
9788833972077_OP02_fm04.html
9788833972077_OP02_01_0.html
9788833972077_OP02_01_00.html
9788833972077_OP02_01_01.html
9788833972077_OP02_01_02.html
9788833972077_OP02_01_03.html
9788833972077_OP02_01_04.html
9788833972077_OP02_01_05.html
9788833972077_OP02_01_06.html
9788833972077_OP02_01_07.html
9788833972077_OP02_01_08.html
9788833972077_OP02_01_09.html
9788833972077_OP02_01_10.html
9788833972077_OP02_01_11.html
9788833972077_OP02_01_12.html
9788833972077_OP02_01_13.html
9788833972077_OP02_02_0.html
9788833972077_OP02_02_00.html
9788833972077_OP02_02_01.html
9788833972077_OP02_03_0.html
9788833972077_OP02_03_00.html
9788833972077_OP02_03_01.html
9788833972077_OP02_04_0.html
9788833972077_OP02_04_00.html
9788833972077_OP02_04_01.html
9788833972077_OP02_05_0.html
9788833972077_OP02_05_00.html
9788833972077_OP02_05_01.html
9788833972077_OP02_06_0.html
9788833972077_OP02_06_00.html
9788833972077_OP02_06_01.html
9788833972077_OP02_07_0.html
9788833972077_OP02_07_00.html
9788833972077_OP02_07_01.html
9788833972077_OP02_07_02.html
9788833972077_OP02_08_0.html
9788833972077_OP02_08_00.html
9788833972077_OP02_08_01.html
9788833972077_OP02_08_02.html
9788833972077_OP02_08_03.html
9788833972077_OP02_09_0.html
9788833972077_OP02_09_00.html
9788833972077_OP02_09_01.html
9788833972077_OP02_10_0.html
9788833972077_OP02_10_00.html
9788833972077_OP02_10_01.html
9788833972077_OP02_11_0.html
9788833972077_OP02_11_00.html
9788833972077_OP02_11_01.html
9788833972077_OP02_12_0.html
9788833972077_OP02_12_00.html
9788833972077_OP02_12_01.html
9788833972077_OP02_12_02.html
9788833972077_OP02_12_03.html
9788833972077_OP02_13_0.html
9788833972077_OP02_13_00.html
9788833972077_OP02_13_01.html
9788833972077_OP02_14_0.html
9788833972077_OP02_14_00.html
9788833972077_OP02_14_01.html
9788833972077_OP02_15_0.html
9788833972077_OP02_15_00.html
9788833972077_OP02_15_01.html
9788833972077_OP02_16_0.html
9788833972077_OP02_16_00.html
9788833972077_OP02_16_01.html
9788833972077_OP02_17_0.html
9788833972077_OP02_17_00.html
9788833972077_OP02_17_01.html
9788833972077_OP03_a.html
9788833972077_OP03_fm03.html
9788833972077_OP03_fm04.html
9788833972077_OP03_fm05.html
9788833972077_OP03_00.html
9788833972077_OP03_01_1.html
9788833972077_OP03_01_A.html
9788833972077_OP03_01_B.html
9788833972077_OP03_01_C.html
9788833972077_OP03_01_D.html
9788833972077_OP03_01_E.html
9788833972077_OP03_01_F.html
9788833972077_OP03_01_G.html
9788833972077_OP03_01_H.html
9788833972077_OP03_01_p1.html
9788833972077_OP03_01_p2.html
9788833972077_OP03_02.html
9788833972077_OP03_03.html
9788833972077_OP03_04.html
9788833972077_OP03_05_1.html
9788833972077_OP03_05_A.html
9788833972077_OP03_05_B.html
9788833972077_OP03_05_C.html
9788833972077_OP03_05_D.html
9788833972077_OP03_06_1.html
9788833972077_OP03_06_A.html
9788833972077_OP03_06_B.html
9788833972077_OP03_06_C.html
9788833972077_OP03_06_D.html
9788833972077_OP03_06_Ea.html
9788833972077_OP03_06_Eb.html
9788833972077_OP03_06_Ec.html
9788833972077_OP03_06_F.html
9788833972077_OP03_06_G.html
9788833972077_OP03_06_H.html
9788833972077_OP03_06_I.html
9788833972077_OP03_07_1.html
9788833972077_OP03_07_A.html
9788833972077_OP03_07_B.html
9788833972077_OP03_07_C.html
9788833972077_OP03_07_D.html
9788833972077_OP03_07_E.html
9788833972077_OP03_07_F.html
9788833972077_OP04_a.html
9788833972077_OP04_fm03.html
9788833972077_OP04_01_0.html
9788833972077_OP04_01_1.html
9788833972077_OP04_01_2.html
9788833972077_OP04_02_0.html
9788833972077_OP04_02_1.html
9788833972077_OP04_02_2.html
9788833972077_OP04_02_3.html
9788833972077_OP04_02_4.html
9788833972077_OP04_02_5.html
9788833972077_OP04_02_6.html
9788833972077_OP04_02_7.html
9788833972077_OP04_02_8.html
9788833972077_OP04_02_9.html
9788833972077_OP04_02_10.html
9788833972077_OP04_02_11.html
9788833972077_OP04_02_12.html
9788833972077_OP04_02_13.html
9788833972077_OP04_03_0.html
9788833972077_OP04_03_1.html
9788833972077_OP04_03_2.html
9788833972077_OP04_03_3.html
9788833972077_OP04_03_4.html
9788833972077_OP04_03_5.html
9788833972077_OP04_03_6.html
9788833972077_OP04_04_0.html
9788833972077_OP04_04_1.html
9788833972077_OP04_04_2.html
9788833972077_OP04_05_0.html
9788833972077_OP04_05_1.html
9788833972077_OP04_05_2.html
9788833972077_OP04_05_3.html
9788833972077_OP04_05_4.html
9788833972077_OP04_05_5.html
9788833972077_OP04_05_6.html
9788833972077_OP04_06_0.html
9788833972077_OP04_06_1.html
9788833972077_OP04_06_2.html
9788833972077_OP04_07_0.html
9788833972077_OP04_07_1.html
9788833972077_OP04_07_2.html
9788833972077_OP04_08.html
9788833972077_OP04_09.html
9788833972077_OP04_10.html
9788833972077_OP04_11.html
9788833972077_OP05_a.html
9788833972077_OP05_fm03.html
9788833972077_OP05_01_0.html
9788833972077_OP05_01_1.html
9788833972077_OP05_01_A1.html
9788833972077_OP05_01_A2.html
9788833972077_OP05_01_A3.html
9788833972077_OP05_01_B4.html
9788833972077_OP05_01_B5.html
9788833972077_OP05_01_C6.html
9788833972077_OP05_01_C7.html
9788833972077_OP05_02_0.html
9788833972077_OP05_02_1.html
9788833972077_OP05_02_2.html
9788833972077_OP05_03_0.html
9788833972077_OP05_03_1.html
9788833972077_OP05_03_2.html
9788833972077_OP05_04_0.html
9788833972077_OP05_04_1.html
9788833972077_OP05_04_2.html
9788833972077_OP05_05_0.html
9788833972077_OP05_05_1.html
9788833972077_OP05_05_2.html
9788833972077_OP05_06_0.html
9788833972077_OP05_06_1.html
9788833972077_OP05_06_2.html
9788833972077_OP05_06_3.html
9788833972077_OP05_06_4.html
9788833972077_OP05_06_5.html
9788833972077_OP05_06_6.html
9788833972077_OP05_07_0.html
9788833972077_OP05_07_1.html
9788833972077_OP05_07_2.html
9788833972077_OP05_08_0.html
9788833972077_OP05_08_1.html
9788833972077_OP05_08_2.html
9788833972077_OP05_09_0.html
9788833972077_OP05_09_1.html
9788833972077_OP05_09_2.html
9788833972077_OP05_09_3.html
9788833972077_OP05_10_0.html
9788833972077_OP05_10_1.html
9788833972077_OP05_10_2.html
9788833972077_OP05_11_0.html
9788833972077_OP05_11_1.html
9788833972077_OP05_11_2.html
9788833972077_OP05_12_0.html
9788833972077_OP05_12_1.html
9788833972077_OP05_12_2.html
9788833972077_OP05_13_0.html
9788833972077_OP05_13_1.html
9788833972077_OP05_13_2.html
9788833972077_OP05_14_0.html
9788833972077_OP05_14_1.html
9788833972077_OP05_14_2.html
9788833972077_OP05_15_0.html
9788833972077_OP05_15_1.html
9788833972077_OP05_15_2.html
9788833972077_OP05_16_0.html
9788833972077_OP05_16_1.html
9788833972077_OP05_16_2.html
9788833972077_OP05_17_0.html
9788833972077_OP05_17_1.html
9788833972077_OP05_17_2.html
9788833972077_OP05_18_0.html
9788833972077_OP05_18_1.html
9788833972077_OP05_18_2.html
9788833972077_OP05_18_3.html
9788833972077_OP05_18_4.html
9788833972077_OP05_18_5.html
9788833972077_OP06_a.html
9788833972077_OP06_fm03.html
9788833972077_OP06_01_0.html
9788833972077_OP06_01_1av.html
9788833972077_OP06_01_2_0.html
9788833972077_OP06_01_2_1.html
9788833972077_OP06_01_2_2.html
9788833972077_OP06_01_3.html
9788833972077_OP06_02_0.html
9788833972077_OP06_02_1.html
9788833972077_OP06_02_2_1.html
9788833972077_OP06_02_2_2.html
9788833972077_OP06_02_2_3.html
9788833972077_OP06_02_2_4.html
9788833972077_OP06_02_2_5.html
9788833972077_OP06_03_0.html
9788833972077_OP06_03_1.html
9788833972077_OP06_03_2.html
9788833972077_OP06_04_0.html
9788833972077_OP06_04_1.html
9788833972077_OP06_04_2.html
9788833972077_OP06_05_0.html
9788833972077_OP06_05_1.html
9788833972077_OP06_05_2.html
9788833972077_OP06_06_0.html
9788833972077_OP06_06_1.html
9788833972077_OP06_06_2_1.html
9788833972077_OP06_06_2_2.html
9788833972077_OP06_06_2_3.html
9788833972077_OP06_06_2_4.html
9788833972077_OP06_06_2_5.html
9788833972077_OP06_06_2_6.html
9788833972077_OP06_06_3.html
9788833972077_OP06_07_0.html
9788833972077_OP06_07_1.html
9788833972077_OP06_07_2.html
9788833972077_OP06_08_0.html
9788833972077_OP06_08_1.html
9788833972077_OP06_08_2.html
9788833972077_OP06_09_0.html
9788833972077_OP06_09_1.html
9788833972077_OP06_09_2.html
9788833972077_OP06_10_0.html
9788833972077_OP06_10_1.html
9788833972077_OP06_10_2.html
9788833972077_OP06_11_0.html
9788833972077_OP06_11_1.html
9788833972077_OP06_11_2.html
9788833972077_OP06_12_0.html
9788833972077_OP06_12_1.html
9788833972077_OP06_12_2.html
9788833972077_OP06_13_0.html
9788833972077_OP06_13_1.html
9788833972077_OP06_13_2_0.html
9788833972077_OP06_13_2_1.html
9788833972077_OP06_13_2_2.html
9788833972077_OP06_13_2_3.html
9788833972077_OP06_13_2_4.html
9788833972077_OP06_14_0.html
9788833972077_OP06_14_1.html
9788833972077_OP06_14_2.html
9788833972077_OP06_14_3.html
9788833972077_OP06_14_4.html
9788833972077_OP06_15_0.html
9788833972077_OP06_15_1.html
9788833972077_OP06_15_2.html
9788833972077_OP06_16_0.html
9788833972077_OP06_16_1.html
9788833972077_OP06_16_2.html
9788833972077_OP06_17_0.html
9788833972077_OP06_17_1.html
9788833972077_OP06_17_2.html
9788833972077_OP06_18_0.html
9788833972077_OP06_18_1.html
9788833972077_OP06_18_2.html
9788833972077_OP06_19_0.html
9788833972077_OP06_19_1.html
9788833972077_OP06_19_2.html
9788833972077_OP06_20_0.html
9788833972077_OP06_20_1.html
9788833972077_OP06_20_2.html
9788833972077_OP06_20_3.html
9788833972077_OP06_20_4.html
9788833972077_OP06_21_0.html
9788833972077_OP06_21_1.html
9788833972077_OP06_21_2.html
9788833972077_OP06_22_0.html
9788833972077_OP06_22_1.html
9788833972077_OP06_22_2_1.html
9788833972077_OP06_22_2_2.html
9788833972077_OP06_23_0.html
9788833972077_OP06_23_1.html
9788833972077_OP06_23_2.html
9788833972077_OP07_a.html
9788833972077_OP07_fm03.html
9788833972077_OP07_01_0.html
9788833972077_OP07_01_1.html
9788833972077_OP07_01_2.html
9788833972077_OP07_01_3.html
9788833972077_OP07_01_4.html
9788833972077_OP07_01_5.html
9788833972077_OP07_01_6.html
9788833972077_OP07_02_0.html
9788833972077_OP07_02_1.html
9788833972077_OP07_02_2.html
9788833972077_OP07_03_0.html
9788833972077_OP07_03_1.html
9788833972077_OP07_03_2.html
9788833972077_OP07_03_3.html
9788833972077_OP07_03_4.html
9788833972077_OP07_04_0.html
9788833972077_OP07_04_1.html
9788833972077_OP07_04_2.html
9788833972077_OP07_05_0.html
9788833972077_OP07_05_1.html
9788833972077_OP07_05_2.html
9788833972077_OP07_06_0.html
9788833972077_OP07_06_1.html
9788833972077_OP07_06_2.html
9788833972077_OP07_07_0.html
9788833972077_OP07_07_1.html
9788833972077_OP07_07_2.html
9788833972077_OP07_08_0.html
9788833972077_OP07_08_1.html
9788833972077_OP07_08_2.html
9788833972077_OP07_08_3.html
9788833972077_OP07_09_0.html
9788833972077_OP07_09_1.html
9788833972077_OP07_09_2.html
9788833972077_OP07_10_0.html
9788833972077_OP07_10_1.html
9788833972077_OP07_10_2.html
9788833972077_OP07_11_0.html
9788833972077_OP07_11_1.html
9788833972077_OP07_11_2.html
9788833972077_OP07_11_3.html
9788833972077_OP07_11_4.html
9788833972077_OP07_11_5.html
9788833972077_OP07_11_6.html
9788833972077_OP07_11_7.html
9788833972077_OP07_12_0.html
9788833972077_OP07_12_1.html
9788833972077_OP07_12_2.html
9788833972077_OP07_12_3.html
9788833972077_OP07_12_4.html
9788833972077_OP07_13_0.html
9788833972077_OP07_13_1.html
9788833972077_OP07_13_2.html
9788833972077_OP07_13_3.html
9788833972077_OP07_13_4.html
9788833972077_OP07_14_0.html
9788833972077_OP07_14_1.html
9788833972077_OP07_14_2.html
9788833972077_OP07_14_3.html
9788833972077_OP07_14_4.html
9788833972077_OP07_15_0.html
9788833972077_OP07_15_1.html
9788833972077_OP07_15_2.html
9788833972077_OP07_16_0.html
9788833972077_OP07_16_1.html
9788833972077_OP07_16_2.html
9788833972077_OP07_16_3.html
9788833972077_OP07_16_4.html
9788833972077_OP07_16_5.html
9788833972077_OP07_16_6.html
9788833972077_OP07_16_7.html
9788833972077_OP07_16_8.html
9788833972077_OP07_16_9.html
9788833972077_OP07_16_10.html
9788833972077_OP08_a.html
9788833972077_OP08_fm03.html
9788833972077_OP08_01_0.html
9788833972077_OP08_01_1.html
9788833972077_OP08_01_2.html
9788833972077_OP08_01_3.html
9788833972077_OP08_01_4.html
9788833972077_OP08_01_5.html
9788833972077_OP08_01_6.html
9788833972077_OP08_01_7.html
9788833972077_OP08_01_8.html
9788833972077_OP08_01_9.html
9788833972077_OP08_01_10.html
9788833972077_OP08_01_11.html
9788833972077_OP08_01_12.html
9788833972077_OP08_01_13.html
9788833972077_OP08_02_0.html
9788833972077_OP08_02_1.html
9788833972077_OP08_02_2.html
9788833972077_OP08_02_3.html
9788833972077_OP08_03_0.html
9788833972077_OP08_03_1.html
9788833972077_OP08_03_2.html
9788833972077_OP08_04_0.html
9788833972077_OP08_04_1.html
9788833972077_OP08_04_2.html
9788833972077_OP08_05_0.html
9788833972077_OP08_05_1.html
9788833972077_OP08_05_2.html
9788833972077_OP08_06_0.html
9788833972077_OP08_06_1.html
9788833972077_OP08_06_2.html
9788833972077_OP08_07_0.html
9788833972077_OP08_07_1.html
9788833972077_OP08_07_2.html
9788833972077_OP08_07_3.html
9788833972077_OP08_07_4.html
9788833972077_OP08_07_5.html
9788833972077_OP08_07_6.html
9788833972077_OP08_07_7.html
9788833972077_OP08_07_8.html
9788833972077_OP08_07_9.html
9788833972077_OP08_07_10.html
9788833972077_OP08_07_11.html
9788833972077_OP08_07_12.html
9788833972077_OP08_07_13.html
9788833972077_OP08_07_14.html
9788833972077_OP08_07_15.html
9788833972077_OP08_07_16.html
9788833972077_OP08_07_17.html
9788833972077_OP08_07_18.html
9788833972077_OP08_07_19.html
9788833972077_OP08_07_20.html
9788833972077_OP08_07_21.html
9788833972077_OP08_07_22.html
9788833972077_OP08_07_23.html
9788833972077_OP08_07_24.html
9788833972077_OP08_07_25.html
9788833972077_OP08_07_26.html
9788833972077_OP08_07_27.html
9788833972077_OP08_07_28.html
9788833972077_OP08_07_29.html
9788833972077_OP08_07_30.html
9788833972077_OP08_08_0.html
9788833972077_OP08_08_1.html
9788833972077_OP08_08_2.html
9788833972077_OP08_09_0.html
9788833972077_OP08_09_1.html
9788833972077_OP08_09_2.html
9788833972077_OP08_10_0.html
9788833972077_OP08_10_1.html
9788833972077_OP08_10_2.html
9788833972077_OP08_10_3.html
9788833972077_OP08_10_4.html
9788833972077_OP08_10_5.html
9788833972077_OP08_11_0.html
9788833972077_OP08_11_1.html
9788833972077_OP08_11_2.html
9788833972077_OP09_a.html
9788833972077_OP09_fm03.html
9788833972077_OP09_01_0.html
9788833972077_OP09_01_1.html
9788833972077_OP09_01_2.html
9788833972077_OP09_02_0.html
9788833972077_OP09_02_1.html
9788833972077_OP09_02_2.html
9788833972077_OP09_03_0.html
9788833972077_OP09_03_1.html
9788833972077_OP09_03_2.html
9788833972077_OP09_04_0.html
9788833972077_OP09_04_1.html
9788833972077_OP09_04_2.html
9788833972077_OP09_05_0.html
9788833972077_OP09_05_1.html
9788833972077_OP09_05_2.html
9788833972077_OP09_06_0.html
9788833972077_OP09_06_1.html
9788833972077_OP09_06_2.html
9788833972077_OP09_06_3.html
9788833972077_OP09_06_4.html
9788833972077_OP09_06_5.html
9788833972077_OP09_07_0.html
9788833972077_OP09_07_1.html
9788833972077_OP09_07_2.html
9788833972077_OP09_07_3.html
9788833972077_OP09_07_4.html
9788833972077_OP09_07_5.html
9788833972077_OP09_08_0.html
9788833972077_OP09_08_1.html
9788833972077_OP09_08_2.html
9788833972077_OP09_09_0.html
9788833972077_OP09_09_1.html
9788833972077_OP09_09_2.html
9788833972077_OP09_10_0.html
9788833972077_OP09_10_1.html
9788833972077_OP09_10_2.html
9788833972077_OP09_10_3.html
9788833972077_OP09_10_4.html
9788833972077_OP09_11_0.html
9788833972077_OP09_11_1.html
9788833972077_OP09_11_2.html
9788833972077_OP09_11_3.html
9788833972077_OP09_11_4.html
9788833972077_OP09_11_5.html
9788833972077_OP09_11_6.html
9788833972077_OP09_11_7.html
9788833972077_OP09_11_8.html
9788833972077_OP09_12_0.html
9788833972077_OP09_12_1.html
9788833972077_OP09_12_2.html
9788833972077_OP09_13_0.html
9788833972077_OP09_13_1.html
9788833972077_OP09_13_2.html
9788833972077_OP09_13_3.html
9788833972077_OP09_13_4.html
9788833972077_OP09_13_5.html
9788833972077_OP09_13_6.html
9788833972077_OP09_13_7.html
9788833972077_OP09_13_8.html
9788833972077_OP09_13_9.html
9788833972077_OP09_13_10.html
9788833972077_OP09_13_11.html
9788833972077_OP09_13_12.html
9788833972077_OP09_13_13.html
9788833972077_OP09_14_0.html
9788833972077_OP09_14_1.html
9788833972077_OP09_14_2.html
9788833972077_OP09_14_3.html
9788833972077_OP09_15_0.html
9788833972077_OP09_15_1.html
9788833972077_OP09_15_2.html
9788833972077_OP09_16_0.html
9788833972077_OP09_16_1.html
9788833972077_OP09_16_2.html
9788833972077_OP09_17_0.html
9788833972077_OP09_17_1.html
9788833972077_OP09_17_2.html
9788833972077_OP09_18_0.html
9788833972077_OP09_18_1.html
9788833972077_OP09_18_2.html
9788833972077_OP09_18_3.html
9788833972077_OP09_19_0.html
9788833972077_OP09_19_1.html
9788833972077_OP09_19_2.html
9788833972077_OP09_20_0.html
9788833972077_OP09_20_1.html
9788833972077_OP09_20_2.html
9788833972077_OP09_20_3.html
9788833972077_OP09_21_0.html
9788833972077_OP09_21_1.html
9788833972077_OP09_21_2.html
9788833972077_OP09_22_0.html
9788833972077_OP09_22_1.html
9788833972077_OP09_22_2.html
9788833972077_OP09_22_3.html
9788833972077_OP09_22_4.html
9788833972077_OP09_22_5.html
9788833972077_OP09_22_6.html
9788833972077_OP09_22_7.html
9788833972077_OP09_23_0.html
9788833972077_OP09_23_1.html
9788833972077_OP09_23_2.html
9788833972077_OP09_23_3.html
9788833972077_OP09_23_4.html
9788833972077_OP09_23_5.html
9788833972077_OP09_23_6.html
9788833972077_OP09_23_7.html
9788833972077_OP09_24_0.html
9788833972077_OP09_24_1.html
9788833972077_OP09_24_2.html
9788833972077_OP09_25_0.html
9788833972077_OP09_25_1.html
9788833972077_OP09_25_2.html
9788833972077_OP09_25_3.html
9788833972077_OP09_25_4.html
9788833972077_OP09_25_5.html
9788833972077_OP09_26_0.html
9788833972077_OP09_26_1.html
9788833972077_OP09_26_2.html
9788833972077_OP09_27_0.html
9788833972077_OP09_27_1.html
9788833972077_OP09_27_2.html
9788833972077_OP09_28_0.html
9788833972077_OP09_28_1.html
9788833972077_OP09_28_2.html
9788833972077_OP10_a.html
9788833972077_OP10_fm03.html
9788833972077_OP10_01_0.html
9788833972077_OP10_01_1.html
9788833972077_OP10_01_2.html
9788833972077_OP10_02_0.html
9788833972077_OP10_02_1.html
9788833972077_OP10_02_2.html
9788833972077_OP10_03_0.html
9788833972077_OP10_03_1.html
9788833972077_OP10_03_2.html
9788833972077_OP10_04_0.html
9788833972077_OP10_04_1.html
9788833972077_OP10_04_2.html
9788833972077_OP10_05_0.html
9788833972077_OP10_05_1.html
9788833972077_OP10_05_2.html
9788833972077_OP10_06_0.html
9788833972077_OP10_06_1.html
9788833972077_OP10_06_2.html
9788833972077_OP10_07_0.html
9788833972077_OP10_07_1.html
9788833972077_OP10_07_2.html
9788833972077_OP10_07_3.html
9788833972077_OP10_07_4.html
9788833972077_OP10_07_5.html
9788833972077_OP10_07_6.html
9788833972077_OP10_07_7.html
9788833972077_OP10_07_8.html
9788833972077_OP10_08_0.html
9788833972077_OP10_08_1.html
9788833972077_OP10_08_2.html
9788833972077_OP10_09_0.html
9788833972077_OP10_09_1.html
9788833972077_OP10_09_2.html
9788833972077_OP10_09_3.html
9788833972077_OP10_09_4.html
9788833972077_OP10_10_0.html
9788833972077_OP10_10_1.html
9788833972077_OP10_10_2.html
9788833972077_OP10_11_0.html
9788833972077_OP10_11_1.html
9788833972077_OP10_11_2.html
9788833972077_OP10_12_0.html
9788833972077_OP10_12_1.html
9788833972077_OP10_12_2.html
9788833972077_OP10_13_0.html
9788833972077_OP10_13_1.html
9788833972077_OP10_13_2.html
9788833972077_OP10_14_0.html
9788833972077_OP10_14_1.html
9788833972077_OP10_14_2.html
9788833972077_OP10_15_0.html
9788833972077_OP10_15_1.html
9788833972077_OP10_15_2.html
9788833972077_OP10_16_0.html
9788833972077_OP10_16_1.html
9788833972077_OP10_16_2.html
9788833972077_OP10_17_0.html
9788833972077_OP10_17_1.html
9788833972077_OP10_17_2.html
9788833972077_OP10_17_3.html
9788833972077_OP10_17_4.html
9788833972077_OP10_17_5.html
9788833972077_OP10_17_6.html
9788833972077_OP10_17_7.html
9788833972077_OP10_17_8.html
9788833972077_OP10_17_9.html
9788833972077_OP10_17_10.html
9788833972077_OP10_17_11.html
9788833972077_OP10_17_12.html
9788833972077_OP10_18_0.html
9788833972077_OP10_18_1.html
9788833972077_OP10_18_2.html
9788833972077_OP10_19_0.html
9788833972077_OP10_19_1.html
9788833972077_OP10_19_2.html
9788833972077_OP10_20_0.html
9788833972077_OP10_20_1.html
9788833972077_OP10_20_2.html
9788833972077_OP10_21_0.html
9788833972077_OP10_21_1.html
9788833972077_OP10_21_2.html
9788833972077_OP10_22_0.html
9788833972077_OP10_22_1.html
9788833972077_OP10_22_2.html
9788833972077_OP10_22_3.html
9788833972077_OP10_22_4.html
9788833972077_OP10_22_5.html
9788833972077_OP10_22_6.html
9788833972077_OP10_22_7.html
9788833972077_OP10_22_8.html
9788833972077_OP10_22_9.html
9788833972077_OP10_22_10.html
9788833972077_OP10_23_0.html
9788833972077_OP10_23_1.html
9788833972077_OP10_23_2.html
9788833972077_OP10_24_0.html
9788833972077_OP10_24_1.html
9788833972077_OP10_24_2.html
9788833972077_OP10_24_3.html
9788833972077_OP10_24_4.html
9788833972077_OP10_24_5.html
9788833972077_OP10_24_6.html
9788833972077_OP10_24_7.html
9788833972077_OP10_24_8.html
9788833972077_OP10_24_9.html
9788833972077_OP10_24_10.html
9788833972077_OP10_24_11.html
9788833972077_OP10_25_0.html
9788833972077_OP10_25_1.html
9788833972077_OP10_25_2.html
9788833972077_OP10_26_0.html
9788833972077_OP10_26_1.html
9788833972077_OP10_26_2.html
9788833972077_OP10_27_0.html
9788833972077_OP10_27_1.html
9788833972077_OP10_27_2.html
9788833972077_OP10_28_0.html
9788833972077_OP10_28_1.html
9788833972077_OP10_28_2.html
9788833972077_OP10_29_0.html
9788833972077_OP10_29_1.html
9788833972077_OP10_29_2.html
9788833972077_OP10_30_0.html
9788833972077_OP10_30_1.html
9788833972077_OP10_30_2.html
9788833972077_OP10_31_0.html
9788833972077_OP10_31_1.html
9788833972077_OP10_31_2.html
9788833972077_OP10_31_3.html
9788833972077_OP10_31_4.html
9788833972077_OP10_31_5.html
9788833972077_OP10_31_6.html
9788833972077_OP10_31_7.html
9788833972077_OP10_31_8.html
9788833972077_OP10_31_9.html
9788833972077_OP11_a.html
9788833972077_OP11_fm03.html
9788833972077_OP11_01_0.html
9788833972077_OP11_01_1.html
9788833972077_OP11_01_2.html
9788833972077_OP11_02_0.html
9788833972077_OP11_02_1.html
9788833972077_OP11_02_2.html
9788833972077_OP11_03_0.html
9788833972077_OP11_03_1.html
9788833972077_OP11_03_2.html
9788833972077_OP11_04_0.html
9788833972077_OP11_04_1.html
9788833972077_OP11_04_2.html
9788833972077_OP11_05_0.html
9788833972077_OP11_05_1.html
9788833972077_OP11_05_2.html
9788833972077_OP11_06_0.html
9788833972077_OP11_06_1.html
9788833972077_OP11_06_2.html
9788833972077_OP11_07_0.html
9788833972077_OP11_07_1.html
9788833972077_OP11_07_2.html
9788833972077_OP11_08_0.html
9788833972077_OP11_08_1.html
9788833972077_OP11_08_2.html
9788833972077_OP11_09_0.html
9788833972077_OP11_09_1.html
9788833972077_OP11_09_2.html
9788833972077_OP11_10_0.html
9788833972077_OP11_10_1.html
9788833972077_OP11_10_2.html
9788833972077_OP11_11_0.html
9788833972077_OP11_11_1.html
9788833972077_OP11_11_2.html
9788833972077_OP11_12_0.html
9788833972077_OP11_12_1.html
9788833972077_OP11_12_2.html
9788833972077_OP11_13_0.html
9788833972077_OP11_13_1.html
9788833972077_OP11_13_2.html
9788833972077_OP11_14_0.html
9788833972077_OP11_14_1.html
9788833972077_OP11_14_2.html
9788833972077_OP11_14_3.html
9788833972077_OP11_14_4.html
9788833972077_OP11_14_5.html
9788833972077_OP11_14_6.html
9788833972077_OP11_14_7.html
9788833972077_OP11_14_8.html
9788833972077_OP11_14_9.html
9788833972077_OP11_15_0.html
9788833972077_OP11_15_1.html
9788833972077_OP11_15_2.html
9788833972077_OP11_16_0.html
9788833972077_OP11_16_1.html
9788833972077_OP11_16_2.html
9788833972077_OP11_17_0.html
9788833972077_OP11_17_1.html
9788833972077_OP11_17_2.html
9788833972077_OP11_18_0.html
9788833972077_OP11_18_1.html
9788833972077_OP11_18_2.html
9788833972077_OP11_19_0.html
9788833972077_OP11_19_1.html
9788833972077_OP11_19_2.html
9788833972077_OP11_19_3.html
9788833972077_OP11_19_4.html
9788833972077_OP11_19_5.html
9788833972077_OP11_19_6.html
9788833972077_OP11_20_0.html
9788833972077_OP11_20_1.html
9788833972077_OP11_20_2.html
9788833972077_OP11_21_0.html
9788833972077_OP11_21_1.html
9788833972077_OP11_21_2.html
9788833972077_OP11_22_0.html
9788833972077_OP11_22_1.html
9788833972077_OP11_22_2.html
9788833972077_OP11_23_0.html
9788833972077_OP11_23_1.html
9788833972077_OP11_23_2.html
9788833972077_OP11_24_0.html
9788833972077_OP11_24_1.html
9788833972077_OP11_24_2.html
9788833972077_OP11_25_0.html
9788833972077_OP11_25_1.html
9788833972077_OP11_25_2.html
9788833972077_OP11_26_0.html
9788833972077_OP11_26_1.html
9788833972077_OP11_26_2.html
9788833972077_OP11_27_0.html
9788833972077_OP11_27_1.html
9788833972077_OP11_27_2.html
9788833972077_OP11_28_0.html
9788833972077_OP11_28_1.html
9788833972077_OP11_28_2.html
9788833972077_OP11_29_0.html
9788833972077_OP11_29_1.html
9788833972077_OP11_29_1b.html
9788833972077_OP11_29_2.html
9788833972077_OP11_29_2_2.html
9788833972077_OP11_29_2_3.html
9788833972077_OP11_29_2_4.html
9788833972077_OP11_29_2_5.html
9788833972077_OP11_29_3.html
9788833972077_OP11_29_3_7.html
9788833972077_OP11_29_4.html
9788833972077_OP11_29_4_9.html
9788833972077_OP11_30_0.html
9788833972077_OP11_30_1.html
9788833972077_OP11_30_2.html
9788833972077_OP11_31_0.html
9788833972077_OP11_31_1.html
9788833972077_OP11_31_2.html
9788833972077_OP11_32_0.html
9788833972077_OP11_32_1.html
9788833972077_OP11_32_2.html
9788833972077_OP_ftn01.html
9788833972077_OP_ftn02.html
9788833972077_OP_ftn03.html
9788833972077_OP_ftn04.html
9788833972077_OP_ftn05.html
9788833972077_OP_ftn06.html
9788833972077_OP_ftn07.html
9788833972077_OP_ftn08.html
9788833972077_OP_ftn09.html
9788833972077_OP_ftn10.html
9788833972077_OP_ftn11.html
9788833972077_bm01.html
9788833972077_bm02.html
9788833972077_bm03.html