Nel 1927 la città di Francoforte fondò un “Premio Goethe” consistente in una somma di 10 000 marchi; il premio doveva essere conferito annualmente “a una personalità giunta alla fama con le proprie opere, e la cui azione creativa risultasse degna di onorare la memoria di Goethe”. Nei primi tre anni furono insigniti del premio il poeta Stefan George, il musicista Albert Schweitzer e il filosofo Leopold Ziegler.
Dietro segnalazione di Alfons Paquet (1881-1944), noto letterato e segretario della fondazione, il premio fu assegnato nel 1930 a Sigmund Freud. Paquet glielo annunciò con una lettera del 26 luglio 1930 (che fu poi pubblicata nella “Psychoanalytische Bewegung”, vol. 2, 417 sg., 1930). Da essa, in cui fra l’altro si ricorda come Freud abbia fatto risalire – nell’Autobiografia (1924) p. 77 – l’indirizzo preso dai suoi studi a una conferenza ascoltata da giovanetto sul saggio attribuito a Goethe La natura, sono tratte alcune frasi che compongono la motivazione ufficiale con cui il premio fu poi conferito a Freud.
Freud rispose a Paquet da Grundlsee-Rebenburg, dove si trovava in vacanza, con la lettera che porta la data del 3 agosto 1930 qui di seguito riprodotta nella traduzione di Renata Colorni.
Era uso che il premio fosse consegnato direttamente alla persona insignita, il 28 agosto nella casa natale di Goethe a Francoforte sul Meno dal borgomastro di quella città. Il testo tedesco della motivazione del “Premio Goethe” è riprodotto in fac-simile nel volume illustrato Sigmund Freud: biografia per immagini a cura di Ernst Freud, Lucie Freud e Ilse Grubrich Simitis, trad. it. di Renata Colorni e Christiane Csopey (Boringhieri, Torino 1968), p. 251. La traduzione di Renata Colorni è qui riportata poco oltre.
Freud, a causa delle precarie condizioni di salute, non era però in grado di recarsi a Francoforte. Così alla cerimonia fu rappresentato dalla figlia Anna, che lesse il breve saggio di ringraziamento scritto da Freud per l’occasione e qui presentato nella traduzione di Silvano Daniele.
Tanto la lettera a Paquet (Brief an Dr. Paquet), quanto il discorso di Freud (Ansprache im Frankfurter Goethe-Haus) apparirono sotto il titolo generale di Goethe-Preis 1930 in “Psychoanalitische Bewegung”, vol. 2(5) (1930), rispettivamente a pp. 419 e 421-26, e furono poi riprodotti in Gesammelte Schriften, vol. 12 (1934), rispettivamente a pp. 406 sg. e 408-11, e in Gesammelte Werke, vol. 14 (1948), rispettivamente a pp. 545 sg. e 547-50. Per errore la lettera a Paquet appare datata nelle edizioni tedesche il 5 agosto 1930, mentre per un altro errore (già presente nell’edizione tedesca) nel volume Freud, Lettere 1873-1939 (Boringhieri, Torino 1960), la data indicata è il 26 luglio 1930.
Lettera al dottor Alfons Paquet
Grundlsee-Rebenburg, 3 agosto 1930
Stimatissimo dottore,
non sono stato viziato da onoranze pubbliche, e perciò ho fatto in modo di poterne fare a meno. Non posso contestare, tuttavia, che il conferimento del Premio Goethe da parte della città di Francoforte mi ha rallegrato molto. Vi è qualcosa in esso che riscalda in modo speciale la fantasia, e una delle sue clausole elimina l’umiliazione che altrimenti queste onorificenze comportano.
Debbo ringraziarLa in particolare per la Sua lettera che mi ha commosso e meravigliato. A parte l’amabile approfondimento del carattere del mio lavoro, non ho mai incontrato nessuno che come Lei ne abbia riconosciute con la stessa chiarezza le segrete intenzioni personali, e volentieri avrei voluto chiederLe come ha fatto a sapere tutte queste cose.
Purtroppo, apprendo dalla Sua lettera a mia figlia che non potrò vederLa tra breve, e il rimandare, data la mia età, è sempre pericoloso. Naturalmente sarò lieto di ricevere il signore (dottor Michel) da Lei annunciato.
Sfortunatamente non mi sarà possibile essere presente alla celebrazione di Francoforte, sono troppo fragile per un’impresa del genere. Ma i partecipanti non perderanno nulla, giacché mia figlia Anna, che è certamente più gradevole a vedersi e ad ascoltarsi di me, leggerà alcune frasi che trattano i rapporti di Goethe con la psicoanalisi, e difendono gli analisti dall’accusa di avere violato, tentando di analizzare Goethe, il rispetto reverenziale dovuto ai grandi uomini. Spero che sarà accettato questo modo con cui intendo venire a capo del tema proposto, riguardante “I miei rapporti interiori come uomo e come ricercatore con Goethe”; in caso contrario dovrebbe essere così gentile da avvertirmi.
Con la massima considerazione, Suo profondamente devoto
Freud
Motivazione del “Premio Goethe” conferito a Sigmund Freud il 28 agosto 1930
“Con metodo rigorosamente scientifico, ma allo stesso tempo con ardite interpretazioni delle similitudini coniate dai poeti, Sigmund Freud ha tracciato la via per accedere alle forze pulsionali della psiche, creando in tal modo la possibilità di scoprire come sono nate e come si sono sviluppate alcune istituzioni della nostra civiltà, al fine di poterne curare almeno in parte i malanni. La psicoanalisi ha sconvolto e arricchito non soltanto la scienza medica, ma altresì il mondo concettuale degli artisti, dei curatori d’anime, degli storici e degli educatori. Superato il pericolo di una frammentazione dell’individuo, e al di là di tutte le differenze fra i diversi indirizzi di pensiero, Sigmund Freud ha posto le basi per una rinnovata collaborazione tra le discipline scientifiche e per una migliore comprensione tra i popoli. Come i primissimi esordi dell’indagine freudiana della psiche risalgono a una conferenza che egli udì sul saggio di Goethe La natura, così alla fin fine anche lo slancio mefistofelico promosso dai metodi di ricerca di Freud, slancio che tende a strappare senza pietà tutti i veli, appare inseparabilmente connesso con l’insaziabilità faustiana e con un timore reverenziale per le forze immaginative e creative che sonnecchiano nell’inconscio. Al grande studioso, allo scrittore e al combattente Sigmund Freud è stato finora negato ogni riconoscimento onorifico ufficiale, benché l’effetto sovvertitore della sua opera abbia condizionato più di quella di chiunque altro dei viventi lo spirito della nostra epoca. La giuria del premio, dopo aver accuratamente soppesato tutti i pro e tutti i contro, si augura che tale onorificenza indichi la via per valorizzare il mondo concettuale freudiano e per accedere a una sfera di valori che sappia ritrovare la propria stabilità dopo essersi liberata da concezioni ormai superate.”