Questo articolo fu scritto nell’agosto del 1927 e pubblicato nell’autunno con il titolo Fetischismus in Almanach der Psychoanalyse 1928 (Vienna 1927), pp. 17-24 e subito dopo nella “Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse”, vol. 13(4), pp. 373-78 (1927); è stato poi riprodotto in Gesammelte Schriften, vol. 11 (1928), pp. 395-401, in Kleine Schriften zur Sexualtheorie und zur Traumlehre (Vienna 1931), pp. 220-27, e in Gesammelte Werke, vol. 14 (1948), pp. 311-17. La traduzione italiana è di Renata Colorni.
Già in precedenti lavori Freud aveva sostenuto che il feticismo del piede (di cui soprattutto qui si occupa, lasciando un po’ in ombra il problema generale del feticismo, e quindi le altre sue forme) sorge da un conflitto derivato dalla scoperta del bambino maschio che la femmina è priva del pene e dall’angoscia di evirazione che a questa scoperta fa seguito: si vedano, per questo, nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Primo saggio, par. 2, sottopar. A, le note 631 e 632 aggiunte nel 1909 e nel 1914, Il delirio e i sogni nella “Gradiva” di Wilhelm Jensen (1906), in OSF, vol. 5, par. 2, Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva (1909), in OSF, vol. 6, par. 2 e Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910), in OSF, vol. 6, par. 3; Jones riferisce inoltre (Vita e opere di Freud cit., vol. 2, p. 372) di un lavoro che non fu mai pubblicato, ma che Freud lesse l’11 marzo 1914 a una seduta della Società psicoanalitica di Vienna, riguardante “Un caso di feticismo del piede”, pure fatto risalire all’angoscia di evirazione patita nell’infanzia alla vista del genitale femminile.
Ma l’interesse di questo scritto non sta solo nella sua analisi del feticismo, bensì anche in una nuova ipotesi metapsicologica che qui è adombrata e che verrà ripresa e approfondita negli scritti successivi La scissione dell’Io nel processo di difesa (1938) e il Compendio di psicoanalisi (1938), cap. 8: è l’ipotesi basata su casi clinici recentemente osservati da Freud secondo cui il “rinnegamento” feticistico implicherebbe una vera e propria scissione nell’Io del soggetto.