Questi tre saggi, preceduti da una breve premessa in cui Freud spiega come nel corso del lavoro analitico ci si imbatta in particolari tratti caratteriali dei pazienti, tratti che costituiscono anche di per sé problemi psicologici importanti, furono pubblicati col titolo Einige Charaktertypen aus der psychoanalytischen Arbeit in “Imago”, vol. 4 (6), pp. 317-36 (1916); furono poi riprodotti in Sammlung kleiner Schriften zur Neurosenlehre, vol. 4 (Vienna 1918), pp. 521-52, in Gesammelte Schriften, vol. 10 (1924), pp. 287-314, in Psychoanalytische Studien an Werken der Dichtung und Kunst (Vienna 1924), pp. 59-86 e in Gesammelte Werke, vol. 10 (1946), pp. 364-91. Inoltre il primo dei tre saggi è stato riprodotto anche in Almanach für das Jahr 1926 (Vienna 1925), pp. 21-26 e il terzo in “Zeitschrift für psychoanalytische Pädagogik”, vol. 9, pp. 193 sg. (1935).
Il primo saggio, Die Ausnahmen, partendo dalla considerazione che l’analisi impone al paziente delle frustrazioni, in quanto mira a fargli abbandonare il principio di piacere per fargli adottare il principio di realtà, costituendosi in tal modo nei suoi confronti quale nuovo processo educativo o post-educazione, mette in rilievo che esistono dei pazienti i quali si sottraggono a questa legge generale per erigersi a eccezioni, rivendicando il diritto di differenziarsi in tal modo dalle persone normali. Dalla sua esperienza clinica Freud ha tratto il convincimento che un atteggiamento di questo genere è dovuto all’azione inconscia di un torto subito nell’infanzia (nella realtà o nell’interpretazione di essa): per compensare e risarcirsi di questo torto viene pretesa una posizione di privilegio. Non potendo, per motivi di discrezione professionale, usare un materiale clinico, Freud prende in esame una situazione creata dalla fantasia di un poeta, e fa una breve analisi della figura di Riccardo III nell’omonimo dramma di Shakespeare.
Il secondo saggio, dal titolo Die am Erfolge scheitern, prende in esame il caso di quelle persone che, dopo aver perseguito per lungo tempo con tenacia una determinata meta, crollano psicologicamente proprio quando conseguono il successo. Anche qui Freud, dopo aver accennato a qualche caso clinico, esamina due situazioni letterarie: quella di Lady Macbeth, nel Macbeth di Shakespeare, e quella di Rebekka nel Rosmersholm di Ibsen. Freud sviluppa questa ipotesi: il crollo interiore, al momento del successo, sarebbe dovuto al sentimento di colpa connesso alla fantasia del successo più ambito, e insieme più proibito, della vita amorosa: l’incesto della situazione edipica.
Il terzo saggio, Die Verbrecher aus Schuldbewusstsein, considera il caso in cui un sentimento di colpa, anziché svilupparsi in seguito al compimento di un’azione vietata, precede questa e anzi la provoca. In forza di un meccanismo automatico e inconscio, l’azione proibita (non motivata razionalmente) verrebbe compiuta da questi soggetti per poter attribuire ad essa il proprio interiore senso di colpa, così da non sentirsi più colpevoli per la più antica, e più grave, colpa rimossa. L’argomento, che sarà ripreso alla fine de L’Io e l’Es (1922), è di particolare importanza perché estende l’indagine psicoanalitica alle manifestazioni della asocialità e criminalità. La criminologia su basi psicoanalitiche ha avuto quindi in questo breve saggio il suo testo base.
La traduzione italiana dei tre saggi è di Mario Ciarpaglini.