Opere 10. Inibizione, sintomo e angoscia e altri scritti

Il problema economico del masochismo

1 Vedi il mio scritto Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9 [par. 1].

2 [Barbara Low, Psycho-Analysis (Londra e New York 1920), p. 73.]

3 [In Al di là del principio di piacere cit., par. 6. Questo principio Freud l’aveva chiamato precedentemente “principio di costanza”. Sull’evoluzione di esso e sul suo rapporto con il principio di piacere vedi le note editoriali 3 e 6 contenute in Metapsicologia (1915), in OSF, vol. 8: Pulsioni e loro destini.]

4 [Questa possibilità era già stata menzionata in Al di là del principio di piacere cit., parr. 1 e 7.]

5 [Vedi le Precisazioni sui due princìpi dell’accadere psichico (1911), in OSF, vol. 6.]

6 [Freud riprenderà questa discussione nel cap. 8 del suo Compendio di psicoanalisi (1938) , in OSF, vol. 11.]

7 [Vedi il saggio “Un bambino viene picchiato” (1919), in OSF, vol. 9, par. 6.]

8 [Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Secondo saggio, par. 7.]

9 [Ibidem.]

10 [Vedi, per questo, L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 4; ma vedi anche Al di là del principio di piacere cit., par. 6.]

11 [Bändigung. Di questo concetto Freud si servirà ancora in seguito, nel par. 3 dello scritto Analisi terminabile e interminabile (1937), in OSF, vol. 11. Ma già nel Progetto di una psicologia (1895), in OSF, vol. 2, aveva parlato di ricordi che vengono “domati” (gebändigt).]

12 [Non è la prima volta che Freud usa la metafora “rivestimenti psichici” (psychische Umkleidungen). Vedi per esempio nel caso clinico di Dora (1901), in Frammento di un’analisi d’isteria, in OSF, vol. 4, par. 2 e par. 3, nota 567.]

13 Vedi il mio scritto L’organizzazione genitale infantile (1923), in OSF, vol. 9.

14 [Sul concetto di Verleugnung (rinnegamento, disconoscimento) vedi la nota editoriale 587 dello scritto L’organizzazione genitale infantile cit. Vedi anche La perdita di realtà nella nevrosi e nella psicosi, La negazione, nota 236, Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi, nota 256, Feticismo, nota 448, in OSF, vol. 10.]

15 [Vedi su questo punto le osservazioni di Freud nei Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Secondo saggio, par. 4, nota 702.]

16 [In un capoverso aggiunto nel 1909 all’Interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 4, nota 379, Freud aveva affermato che “vengono chiamati masochisti ‘ideali’ coloro che non cercano il piacere nel dolore fisico loro inflitto, bensì nell’umiliazione e nella sofferenza psichica”.]

17 Nel mio scritto L’Io e l’Es cit., par. 5.]

18 [Vedi ancora, su questo punto, L’Io e l’Es cit., par. 2.]

19 [Ibid., par. 3.]

20 [Gewissensangst. Vedi Inibizione, sintomo e angoscia, cap. 7, nota 321, in OSF, vol. 10.]

21 [Vedi lo scritto Nevrosi e psicosi (1923), in OSF, vol. 9.]

22 Nello scritto L’Io e l’Es cit. [par. 5.]

23 [Ibid., par. 3 e 5.]

24 Vedi il cap. 4 del mio libro Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7.

25 [Specialmente negli scritti più tardi Freud non ha usato sovente il termine “imago”. Esso era comparso per la prima volta nel saggio Tecnica della psicoanalisi (1911-12), in OSF, vol. 6: Dinamica della traslazione, dove Freud lo aveva attribuito a Jung, Simboli della trasformazione (1912/1952) p. 55. Jung ci informa a sua volta (nel passo citato) di aver tratto il termine dal titolo di un romanzo (Imago appunto) dello scrittore svizzero Carl Spitteler; apprendiamo inoltre da Hanns Sachs, Freud, Master and Friend (Cambridge Mass. e Londra 1945) p. 63, che alla stessa fonte è dovuto il titolo della rivista psicoanalitica “Imago” fondata nel 1912 da lui stesso e da Otto Rank.]

26 E. Douwes Dekker (1820-1887). [E. D. Dekker, noto con lo pseudonimo “Multatuli” (“sopportai molte cose”) fu per molto tempo uno degli scrittori preferiti di Freud, che pose infatti le sue “Lettere e opere” in cima alla lista dei “dieci buoni libri” che segnalò nella sua Risposta a un questionario sulla lettura e sui buoni libri (1907), in OSF, vol. 5.]

27 [Freud aveva già usato il termine greco Ἀνάγϰη in Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910), in OSF, vol. 6, par. 5. Λόγος compare invece qui per la prima volta. Entrambi i termini, ma specialmente Λόγος, saranno discussi nel passo conclusivo de L’avvenire di un’illusione (1927), vedi par. 10, in OSF, vol. 10.]

28 [Freud, L’Io e l’Es cit., par. 5.]

29 [Ibid.]

30 [Ibid.; ma vedi anche Alcune aggiunte d’insieme alla “Interpretazione dei sogni”, par. B, in OSF, vol. 10.]

31 [Ulteriori osservazioni di Freud su quest’argomento si trovano nel Disagio della civiltà (1929). Vedi il par. 7, in OSF, vol. 10.]

32 [Freud tornerà sul tema del masochismo in relazione al trattamento psicoanalitico nello scritto Analisi terminabile e interminabile cit., par. 6.]

Lettera alla rivista “Le Disque vert”

33 [Vedine il necrologio scritto da S. Freud, Charcot (1893), in OSF, vol. 2.]

Il tramonto del complesso edipico

34 [Apprendiamo da Ernest Jones (Vita e opere di Freud, trad. it. Il Saggiatore, Milano 1962, vol. 3, pp. 132 sg.) che Ferenczi suggerì a Freud in una lettera del 24 marzo 1924 di non pubblicare subito questo scritto che conteneva nel titolo un termine troppo energico (Untergang = tramonto), con il quale Freud intendeva probabilmente controbattere le idee di Rank sull’importanza del trauma della nascita (vedi nota 46, in OSF, vol. 10). Freud rispose due giorni dopo e “ammise che il termine Untergang nel titolo potesse esser stato influenzato, da un punto di vista emotivo, dai propri sentimenti nei confronti delle nuove idee di Rank, ma sostenne che il lavoro era assolutamente indipendente da queste idee” (Jones, loc. cit). Va comunque rilevato che nello scritto L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, composto prima che Rank pubblicasse le sue ipotesi sul trauma della nascita, Freud aveva già usato (vedi ivi, cap. 3) l’espressione “tramonto del complesso edipico” e addirittura (ibid.) il termine più forte ancora “sfacelo” (Zertrümmung).]

35 [Del bambino che si desidera dal genitore di sesso opposto.]

36 [Un ragionamento molto simile a quello esposto in questo capoverso e in quello precedente si trova nel saggio “Un bambino viene picchiato” (1919), in OSF, vol. 9, par. 4.]

37 [Freud, L’organizzazione genitale infantile (1923), in OSF, vol. 9.]

38 [Vedi quel che Freud dice in proposito nel Frammento di un’analisi d’isteria. (Caso clinico di Dora.) (1901), in OSF, vol. 4, par. 2. e nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Secondo saggio, par. 4.]

39 [In una nota aggiunta nel 1923 al caso clinico del piccolo Hans (1908), in Analisi della fobia di un bambino di cinque anni, in OSF, vol. 5, par. 1, nota 409, Freud approfondisce il concetto di complesso di evirazione riallacciandovi, oltre alle due esperienze succitate, una terza esperienza di separazione (quella connessa alla nascita). Freud cita inoltre gli scritti di Lou Andreas-Salomé, “Anal” und “Sexual”, Imago, vol. 4, p. 249 (1916); di A. Stärcke, Der Kastrationskomplex, Int. Z. Psychoanal., vol. 1, p. 9 (1921); e di F. Alexander, Kastrationskomplex und Charakter, Int. Z. Psychoanal., vol. 8, p. 121 (1922). Ma vedi anche Freud, L’organizzazione genitale infantile cit., nota 589.]

40 [In L’Io e l’Es cit., par. 3.]

41 [Nello scritto più tardo sulla Sessualità femminile (1931), in OSF, vol. 11, par. 1, Freud tenta una spiegazione di questo fatto.]

42 [Vedi lo scritto Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi cit., in OSF, vol. 10 nel quale molti concetti qui esposti sono ulteriormente elaborati. Vedi la medesima trasformazione del motto di Napoleone I nei Contributi alla psicologia della vita amorosa: 2. Sulla più comune degradazione della vita amorosa (1912), in OSF, vol. 6, par. 3.]

43 [Vedi la nota 258, in OSF, vol. 10.]

44 [Vedi lo scritto di Freud, Trasformazioni pulsionali, particolarmente dell’erotismo anale (1915), in OSF, vol. 8; ma vedi anche Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi cit., in OSF, vol. 10.]

45 [Freud tornerà su questo tema con accenti mutati nei saggi Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi cit. e soprattutto in Sessualità femminile cit.; vedi inoltre la lezione 33 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), in OSF, vol. 11.]

46 [O. Rank, Das Trauma der Geburt und seine Bedeutung für die Psychoanalyse (Vienna 1924).]

47 [Su questo tema Freud tornerà in Inibizione, sintomo e angoscia (1925) vedi capp. 8 e 10, in OSF, vol. 10.]

La perdita di realtà nella nevrosi e nella psicosi

48 Nel mio scritto Nevrosi e psicosi (1923), in OSF, vol. 9.

49 [Che la “vera malattia” consista nel “ritorno del rimosso” era già stato affermato da Freud nelle Minute teoriche per Wilhelm Fliess (1892-97), in OSF, vol. 2: Minuta K (1895). Su questo tema Freud tornò poi di lì a breve nelle Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), ibid. par. 2 dove è detto che “il periodo seguente, quello della malattia, è contraddistinto dal ritorno dei ricordi rimossi, dunque dal fallimento della difesa”.]

50 Negli Studi sull’isteria (1892-95), in OSF, vol. 1. [Vedi il caso clinico della Signorina Elisabeth von R., in cui questo episodio è narrato più distesamente e con parole un po’ diverse (cap. 2, par. 5 ed Epícrisi).]

51 [Sui termini Verleugnen (rinnegare, disconoscere) e Verleugnung (rinnegamento, disconoscimento) che ricorrono in questo scritto e in altri contenuti in questo volume (i riferimenti si trovano nella nota 14) vedi la nota editoriale 587 dello scritto su L’organizzazione genitale infantile (1923), in OSF, vol. 9.]

52 [Vedi Il problema economico del masochismo (1924), in OSF, vol. 10.]

53 [Queste caratterizzazioni derivano presumibilmente da Ferenczi, che le adopera nel saggio Hysterische Materialisationsphänomene [Fenomeni di materializzazione isterica] contenuto in Hysterie und Pathoneurosen (Lipsia e Vienna 1919) p. 24. Ferenczi attribuisce questi termini a Freud, il quale in verità li ha usati soltanto in questo testo.]

54 [Vedi tuttavia le considerazioni di Freud stesso nel caso clinico del presidente Schreber (1910), in Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente, in OSF, vol. 6, par. 3, nell’Introduzione al narcisismo (1914), in OSF, vol. 7, par. 2 e nella Metapsicologia (1915): L’inconscio, in OSF, vol. 8, par. 7 e Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno, in OSF, vol. 8.]

55 [Vedi il saggio di Freud, Precisazioni sui due princìpi dell’accadere psichico (1911), in OSF, vol. 6, nota 596.]

Le resistenze alla psicoanalisi

56 [Una corrente filosofica, legata soprattutto al nome di Schelling, che ebbe in Germania un peso notevolissimo nella prima metà del diciannovesimo secolo.]

57 [Vedi un cenno analogo all’importanza delle posizioni di A. Schopenhauer sulla sessualità (espresse nell’opera Il mondo come volontà e rappresentazione, Lipsia, 1a ed. 1819) nel saggio freudiano Una difficoltà della psicoanalisi (1916), in OSF, vol. 8; ma vedi anche la prefazione del 1920 alla 4a edizione dei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 6, e più oltre, l’Autobiografia (1924), par. 5.]

58 [Vedi Freud, L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 4 e nota 512. Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

59 Vedi il mio scritto Una difficoltà della psicoanalisi (1916), in OSF, vol. 8.

60 [Vedi l’Autobiografia cit., par. 1, nota 78, in OSF, vol. 10.]

Nota sul “notes magico"

61 [Questo pensiero è sviluppato ulteriormente nel Disagio della civiltà (1929) vedi nel par. 3, in OSF, vol. 10.]

62 [Vedi L’interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 7, par. B. Come Freud rammenta in Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 4, nota 180, tale ripartizione era già stata illustrata da Josef Breuer negli Studi sull’isteria (1892-95), in OSF, vol. 1, cap. 3, par. 1, nota 208.]

63 Nel mio scritto Al di là del principio di piacere cit. [par. 4].

64 [Nei “notes magici” attualmente in commercio il foglio ricoprente e la tavoletta si separano in una maniera un po’ diversa. Ciò non inficia comunque il principio sopra esposto.]

65 [Vedi Al di là del principio di piacere cit., par. 4.]

66 [Eppure Freud quest’idea l’aveva già accennata in Al di là del principio di piacere cit., ibid. ed essa era già contenuta in nuce addirittura nel Progetto di una psicologia (1895), in OSF, vol. 2, cap. 1, par. 19. Vedi anche nello scritto La negazione (1925), in OSF, vol. 10.]

67 [Ciò si accorda perfettamente con il “principio della non suscettibilità all’eccitamento dei sistemi non investiti”. Vedi in proposito nella Metapsicologia (1915): Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno, in OSF, vol. 8, nota 155 e 177.]

68 [È un’idea, questa, a cui Freud aveva già fatto cenno in Al di là del principio di piacere cit., par. 4. Ma vedi anche Metapsicologia cit.: L’inconscio, par. 5 e nota 109 e qui nello scritto La negazione cit.; ivi, però, non è l’inconscio bensì l’Io che protende le sue antenne verso il mondo esterno.]

Autobiografia

69 [Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

70 Le conferenze furono pubblicate per la prima volta in lingua inglese nel!’“American Journal of Psychology” (1910); il testo originale tedesco comparve con il titolo Über Psychoanalyse [nel 1910, presso l’editore Franz Deuticke di Lipsia e Vienna; vedi Freud, Cinque conferenze sulla psicoanalisi (1909), in OSF, vol. 6].

71 Il volume collettivo è intitolato These Eventful Years: The Twentieth Century in the Making as Told by Many of its Makers, 2 voll., Encyclopaedia Britannica Company 1924; il mio saggio, tradotto in inglese dal dottor A. A. Brill, costituisce il 73° capitolo del vol. 2. [Vedi Freud, Breve compendio di psicoanalisi (1923) , in OSF, vol. 9 e la relativa Avvertenza editoriale.]

72 [Nelle edizioni del 1925, del 1928 e del 1948 il resto del paragrafo è stampato in un corpo più piccolo.]

73 [Il cosiddetto “Sperlgymnasium”. Vedi l’Avvertenza editoriale dello scritto freudiano Psicologia del ginnasiale (1914), in OSF, vol. 7.]

74 [Vedi Il problema dell’analisi condotta da non medici, Poscritto del 1927, in OSF, vol. 10.]

75 [Questa frase e la successiva, aggiunte nel 1935, sono state omesse per errore nell’edizione tedesca del 1948 (Gesammelte Werke, vol. 14, p. 34).]

76 [Freud si riferisce a Heinrich Braun (1854-1927), l’uomo politico che nel 1883 fondò con Karl Kautsky e Wilhelm Liebknecht “Die neue Zeit”, l’organo centrale del partito socialdemocratico tedesco.]

77 [Questo nome fu aggiunto nel 1955, ma omesso nell’edizione tedesca del 1948. Nella “Neue Züricher Zeitung” del 1° luglio 1956 R. Pestalozzi ha attribuito il saggio del 1780 Fragment über die Natur (che Goethe annoverò erroneamente fra le proprie opere) allo svizzero G. C. Tobler. Il saggio attribuito a Goethe su La natura figura anche in un sogno di Freud: vedi L’interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 6, par. G, sottopar. 5 e nota nota 807.]

78 [Il riferimento è al dramma di Ibsen Il nemico del popolo. Ma vedi il Discorso ai membri della Associazione B’nai B’rith, in OSF, vol. 10.]

79 [Goethe, Faust, parte prima, Studio (II).]

80 [Ernst Wilhelm von Brücke (1819-92), professore di fisiologia. Vedi nel Poscritto del 1927, in OSF, vol. 10 quel che Freud dice di Brücke e della sua grande autorità.]

81 [Sigmund Exner (1846-1926) succedette a Brücke nella cattedra di fisiologia.]

82 [Ernst Fleischl von Marxow (1840-1891) si distinse sia come fisico che come fisiologo.]

83 [La parte della frase dopo i due punti è stata inserita nell’edizione del 1935 e omessa nell’edizione tedesca del 1948.]

84 [Parecchi sono i riferimenti a questo periodo della vita di Freud nell’Interpretazione dei sogni cit. Vedi per esempio ivi, cap. 6, par. H, sottopar. 5.]

85 [Una posizione analoga a quella di un nostro “assistente ospedaliero”.]

86 [Una posizione analoga a quella di un giovane “aiuto ospedaliero”.]

87 [Theodor Meynert (1833-1892) professore di psichiatria.]

88 [Vedi i Sommari dei lavori scientifici del libero docente dottor Sigmund Freud (1877- 1897), in OSF, vol. 2, par. A (memorie 2 e 3).]

89 [Ibid., parr. A e B (memorie 11, 14 e 15).]

90 [Ludwig Edinger (1855-1918), il celebre neuroanatomo berlinese che aveva fondato a Francoforte sul Meno un istituto di ricerca privato, in seguito rilevato dalla locale Università.]

91 [Hermann Nothnagel (1841-1905) professore ordinario di medicina interna.]

92 [Jean-Martin Charcot (1825-1893) professore di neuropatologia a Parigi. Alla sua morte Freud scrisse un lungo e commosso necrologio: Charcot (1893), in OSF, vol. 2.]

93 [Vedi nell’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10, il “curriculum vitae” che Freud allegò alla domanda di libera docenza.]

94 [La somma ammontava a 600 fiorini (all’epoca $ 250 circa). Vedi Freud, Relazione sui miei viaggi di studio a Parigi e a Berlino (1886), in OSF, vol. 1.]

95 [“Entrate, anche qui ci sono gli dèi:” In una lettera a Wilhelm Fliess del 4 dicembre 1896, Freud cita questa frase come il “detto superbo” che avrebbe dovuto precedere un libro sulla psicologia dell’isteria; il libro progettato non fu però scritto. Queste stesse parole sono usate da Lessing come motto per il suo dramma Nathan der Weise. Aristotele, nel De partibus animalium, 1, 5, le attribuisce (naturalmente nella forma greca) a Eraclito.]

96 [Nel necrologio per Charcot cit., Freud racconta questo episodio con maggior ricchezza di particolari. Inoltre, da uno degli Estratti dalle note alla traduzione delle “Lezioni del martedì” di Charcot (1892-94), in OSF, vol. 1, apprendiamo che Charcot pronunciò questa frase rivolgendosi personalmente a Freud.]

97 [Passarono sette anni prima che Freud si decidesse a completare e a pubblicare (in francese) il suo lavoro su questo tema: vedi Alcune considerazioni per uno studio comparato delle paralisi motorie organiche e isteriche (1893), in OSF, vol. 2.]

98 [Max Kassowitz (1842-1913) professore di clinica pediatrica all’Università di Vienna.]

99 [Adolf Baginsky (1843-1918) diresse una rivista di pediatria alla quale Freud collaborò.]

100 [Freud fu direttore del reparto di neurologia infantile dal 1886 al 1897.]

101 [Vedi nei Sommari dei lavori scientifici cit., par. B (memorie 20, 25 e 38).]

102 [Ibid., nota 412.]

103 [Martha Bernays (1861-1951) durante il fidanzamento con Freud visse ad Amburgo.]

104 [Questo episodio è raccontato con maggiori dettagli e alcune rettifiche da E. Jones, Vita e opere di Freud, vol. 1, pp. 113 sgg.]

105 [Ditta di prodotti chimici con sede a Darmstadt.]

106 [S. Freud, Über Coca, Zbl. ges. Ther., vol. 2, p. 289 (1884).]

107 [Leopold Königstein (1850-1924), professore di oftalmologia, rimase amico di Freud per tutta la vita.]

108 [Carl Koller (1857-1944) divenne poi un oftalmologo molto importante. In seguito all’episodio qui narrato non ricambiò il comportamento cavalleresco di Freud e la loro amicizia non durò a lungo: vedi Jones, loc. cit.]

109 [Nell’edizione del 1924 era scritto: “mein damaliges Versäumnis” (per “l’occasione perduta”. L’attuale versione (“die damalige Störung”: “per l’interruzione...” risale al 1935, ma non è stata riportata nell’edizione tedesca del 1948.]

110 [In uno studio di S. Bernfeld e Suzanne Cassirer Bernfeld, Freud’s First Year in Practice, Bulletin of the Menninger Clinic, vol. 16, pp. 37 sgg. (1952) si dimostra che lo sdegno dei membri della “Società di medicina” fu suscitato non tanto dalle scoperte scientifiche della scuola di Charcot riferite da Freud, quanto piuttosto dal fatto che costui aveva avuto l’audacia di richiamare l’attenzione sulle manchevolezze della scuola medica viennese. Gli autori ritengono che questa “provocazione” fu anche la causa dell’atteggiamento ostile che Meynert cominciò a manifestare verso Freud.]

111 [Freud, Osservazioni di un caso grave di emianestesia di un paziente isterico (1886), in OSF, vol. 1.]

112 [Sui rapporti tra Freud e Meynert vedi par. 1, nota 110, in OSF, vol. 10; ma vedi anche Freud, L’interpretazione dei sogni cit., cap. 5, par. A e cap. 6, par. G, sottopar. 4. Sulle teorie di Meynert vedi Jones, op. cit., vol. 1, passim.]

113 [W. Erb, Handbuch der Elektrotherapie (Lipsia 1882).]

114 [Karl Hansen (1833-1897) il “magnetizzatore” danese, le cui dimostrazioni acquistarono grande popolarità non solo in Danimarca ma in gran parte dell’Europa, contribuendo al ridestarsi di un notevole interesse per l’ipnosi. Data la disapprovazione dei circoli medici ufficiali, gli fu proibito dare pubbliche dimostrazioni sia a Vienna sia a Stoccolma; ma egli continuò a svolgere la sua attività in sedute private che continuarono ad avere grande successo.]

115 [Vedi Freud, Prefazione alla traduzione di “Della suggestione” di Hippolyte Bernheim (1888), in OSF, vol. 1 e la relativa Avvertenza editoriale nella quale è chiarito e rettificato l’errore cronologico in cui Freud incorre qui: all’epoca del viaggio a Nancy, nel 1889, una delle due traduzioni era già compiuta, mentre l’altro libro non era ancora stato pubblicato neppure in francese.]

116 [Freud, Sommari dei lavori scientifici cit., par. B, memoria 20.]

117 [L’articolo di Freud sull’“afasia” fu pubblicato nel primo volume, apparso nel 1888, del trattato di A. Villaret, Handwörterbuch der gesamten Medizin, 2 voll. (Stoccarda 1888 e 1891).]

118 [Freud, Zur Auffassung der Aphasien. Eine kritische Studie (Deuticke, Vienna 1891).]

119 [Vedi il Necrologio di Josef Breuer (1925), in OSF, vol. 10.]

120 [È il celeberrimo caso clinico della signorina Anna O. Vedilo in Breuer e Freud, Studi sull’isteria (1892-95), in OSF, vol. 1, cap. 2, par. 1.]

121 [Anna O., che si chiamava in verità Bertha Pappenheim (1859-1936) divenne una delle prime e più intelligenti propugnatrici dei diritti della donna.]

122 [Vedi il Necrologio di Josef Breuer cit. e il Problema dell’analisi condotta da non medici cit., par. 5, in OSF, vol. 10. Ma vedi anche Per la storia del movimento psicoanalitico (1914), in OSF, vol. 7, par. 1 e la lettera di Freud a Stefan Zweig del 2 giugno 1932.]

123 [Su questo punto vedi l’Avvertenza editoriale agli Studi sull’isteria cit.]

124 [E. Simmel, Kriegsneurosen und psychisches Trauma (Monaco 1918).]

125 [Breuer e Freud, Studi sull’isteria cit., cap. 2, par. 1.]

126 [Adolf von Strümpell (1853-1925) fu un celebre neurologo tedesco che recensì in modo assai critico gli Studi sull’isteria nel Deutsch. Z. Nervenheilk., vol. 8, p. 159 (1896).]

127 [Freud, Per la storia del movimento psicoanalitico cit., par. 1.]

128 [In una lettera a Fliess del 3 gennaio 1899 Freud aveva menzionato l’articolo di H. Ellis, Hysteria in Relation to the Sexual Emotions, St. Louis Alienist and Neurologist, vol. 19, pp. 599 sgg. (1898); ad esso si fa qui riferimento.]

129 [Vedi Freud, Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894), in OSF, vol. 2.]

130 [Vedi Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Terzo saggio, par. 2, nota 732. Vedi anche Le resistenze alla psicoanalisi (1924), in OSF, vol. 10.]

131 [Vedi i riferimenti contenuti in Psicoanalisi “selvaggia” (1910), in OSF, vol. 6, nota 400. Ma vedi anche più oltre, in questo volume, Inibizione, sintomo e angoscia (1925), cap. 4.]

132 [Vedi il par. 2, nota 122, in OSF, vol. 10; e vedi Jones, op. cit., vol. 1, pp. 305 sgg.]

133 [In uno dei suoi ultimi scritti, Alcune lezioni elementari di psicoanalisi (1938), in OSF, vol. 11, Freud darà un resoconto più dettagliato di questo episodio.]

134 [Questo capoverso è stampato in un corpo più piccolo nelle edizioni del 1925, del 1928 e del 1948.]

135 [Vedi par. 2, in OSF, vol. 10. Ma vedi anche Cinque conferenze sulla psicoanalisi cit., Seconda conferenza e L’interesse per la psicoanalisi (1913), in OSF, vol. 7, par. 1.]

136 [Nelle edizioni precedenti a quella del 1935 al posto di “façon” è scritto “manière”.]

137 [Vedi par. 5, in OSF, vol. 10.]

138 [Anche se da una lettera a Fliess del 21 settembre 1897 si deduce che Freud si rese conto molto presto dell’errore commesso e ne rimase sconvolto (egli parlò infatti del “crollo di tutti i valori”), la rettifica pubblica avvenne soltanto molti anni dopo, nello scritto Le mie opinioni sul ruolo della sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1905), in OSF, vol. 5, nota 237. Su questo tema Freud tornerà ancora nello scritto sulla Sessualità femminile (1931), in OSF, vol. 11, par. 3 e nella lezione 33 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), ibid.]

139 [Nota aggiunta nel 1935] Le cognizioni sulla sessualità infantile erano state acquisite studiando l’uomo, e perciò la teoria che da esse derivò fu applicata al bambino di sesso maschile. L’aspettativa di un perfetto parallelismo fra i due sessi, pur essendo abbastanza naturale, si rivelò tuttavia infondata. Ulteriori indagini e considerazioni misero in luce profondissime differenze fra lo sviluppo sessuale maschile e quello femminile. Anche per la bambina la madre rappresenta il primo oggetto sessuale; tuttavia, per poter raggiungere la meta dello sviluppo sessuale normale, la donna deve mutare non solo l’oggetto sessuale, ma anche la zona genitale dominante. Da ciò derivano difficoltà e possibilità di inibizioni che per l’uomo non si presentano. [Le perplessità e i dubbi di Freud sulla simmetria dello sviluppo sessuale negli uomini e nelle donne risalgono a parecchi anni prima. Vedili espressi qui negli scritti Il tramonto del complesso edipico (1924) e Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi (1925).]

140 [Nota aggiunta nel 1935] L’epoca di latenza è un fenomeno fisiologico. Tuttavia essa può produrre un’interruzione completa della vita sessuale solamente nelle organizzazioni della civiltà umana che si sono assunte fra i loro compiti la repressione della sessualità infantile. Ciò non si verifica nella maggior parte dei popoli primitivi.

141 [Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Secondo saggio, par. 4.]

142 [Freud, Analisi della fobia di un bambino di cinque anni. (Caso clinico del piccolo Hans.) (1908), in OSF, vol. 5.]

143 [L’opera fu pubblicata in verità il 4 novembre 1899, ma l’editore vi appose la data dell’anno successivo. Vedi L’interpretazione dei sogni cit., l’Avvertenza editoriale.]

144 [Nota aggiunta nel 1935] In considerazione della grande frequenza con cui la funzione onirica fallisce si può caratterizzare adeguatamente il sogno definendolo un tentativo di appagamento di desiderio. Inconfutabilmente esatta resta la vecchia affermazione di Aristotele che definì il sogno come l’attività psichica propria di chi si trova nello stato di sonno. Non a caso ho intitolato il mio libro non Il sogno bensì L’interpretazione dei sogni.

145 [La Psicopatologia della vita quotidiana (1901), in OSF, vol. 4, fu pubblicata invero nel 1901 in due puntate nella “Monatsschrift für Psychiatrie und Neurologie”; nel 1904 apparve per la prima volta come volume a sé, presso l’editore Karger di Berlino.]

146 [Freud, Per la storia del movimento psicoanalitico cit., par. 1. In Jones, op. cit., vol. 1, p. 432, è specificato il nome di questo assistente e il titolo del suo libro: E. Raimann, Die hysterischen Geistesstörungen (Vienna 1904). Raimann in verità non tenne conto né del mutamento della concezione freudiana rispetto alla teoria dei traumi sessuali infantili, né del superamento del metodo catartico; ciononostante apprezzò il talento di Freud (p. 212), le sue deduzioni molto brillanti (p. 348) e il fatto che per merito suo era stato messo l’accento sul ruolo della sessualità nell’etiologia delle nevrosi (p. 217). Ma evidentemente queste lodi non furono apprezzate da Freud.]

147 [Eugen Bleuler (1857-1939) all’epoca direttore del Burghölzli, la clinica psichiatrica dell’Università di Zurigo.]

148 [Vedi lo scritto di Freud, Considerazioni attuali sulla guerra e la morte (1915), in OSF, vol. 8, par. 1. Jones, op. cit., vol. 3, p. 141, racconta che Freud rifiutò di aderire alla preghiera di Eitingon, che avendo letto l’Autobiografia mentre Freud ne correggeva le bozze, chiese di sopprimere l’allusione alla “barbarie” tedesca.]

149 [Nelle edizioni del 1925, 1928 e 1948 questo capoverso è stampato in un corpo più piccolo.]

150 [Nel testo tedesco si legge: (che hanno sede) “a Vienna, Berlino, Budapest, Zurigo, Londra, Olanda, New York, Pan-America, Mosca e Calcutta”; ma la variazione, proposta dai traduttori inglesi, è stata esplicitamente autorizzata da Freud.]

151 [E. Bleuler, Die Psychoanalyse Freuds, Jb. psychoanal. psychopath. Forsch., vol. 2, p. 623 (1910).]

152 [E. Bleuler, Dementia praecox, oder Gruppe der Schizophrenien (Lipsia e Vienna 1911).]

153 [Vedi par. 5, nota 147, in OSF, vol. 10.]

154 [Vedi Freud, Necrologio di J. J. Putnam (1919), in OSF, vol. 9 e Prefazione a “Discorsi di psicoanalisi” di J. J. Putnam (1921), ibid.]

155 [Dopo la stesura di questa Autobiografia (1924) si manifestarono notevoli divergenze di idee tra Freud e alcuni dei suoi allievi più fedeli e più cari (Sándor Ferenczi e Otto Rank).]

156 [Vedine il necrologio scritto da Freud con il titolo Il dottor Anton von Freund (1920), in OSF, vol. 9.]

157 [Vedi Freud, Prefazione a “Rapporto sul Policlinico psicoanalitico di Berlino” di Max Eitingon (1923), in OSF, vol. 9.]

158 [Vedi lo scritto freudiano Bisogna insegnare la psicoanalisi nell’università? (1918), ibid.]

159 [Freud, Introduzione al libro “Psicoanalisi delle nevrosi di guerra” (1919), ibid.]

160 [In verità Freud aveva dinanzi a sé ancora parecchi anni di vita (vedi il Poscritto del 1935, in OSF, vol. 10).]

161 [Vedi, su questo punto, Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 6, nota 229 e L’Io e l’Es (1922), ibid., par. 3 e nota 480.]

162 [Lo sviluppo della concezione freudiana relativa alla teoria delle pulsioni è sintetizzato nell’Avvertenza editoriale agli scritti di Metapsicologia (1915), in OSF, vol. 8. Vedi anche Al di là del principio di piacere cit., par. 6, nota 245.]

163 [Il testo da qui alla fine del capoverso è stato aggiunto nel 1935 e omesso per errore nell’edizione tedesca del 1948.]

164 [Freud, Precisazioni sui due princìpi dell’accadere psichico (1911), in OSF, vol. 6.]

165 [In verità sembra accertato che furono scritti da Freud altri sette saggi metapsicologici oltre i cinque che ci sono rimasti (Freud omette la citazione del Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno, in OSF, vol. 8). Vedi su questo punto l’Avvertenza editoriale agli scritti di Metapsicologia cit.]

166 Vedi il mio scritto L’Io e l’Es cit.

167 [L’influenza del pensiero di G. T. Fechner si avverte in modo molto preciso ed esplicito in Al di là del principio di piacere cit. e nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. B, nota 921; ma vedi anche Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905), in OSF, vol. 5, cap. 2, par. 9, nota 94.]

168 [Vedi Al di là del principio di piacere cit., par. 6 e qui Le resistenze alla psicoanalisi cit., nota 57.]

169 [Freud, Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), in OSF, vol. 2, par. 3.]

170 [C. G. Jung, Psicologia della dementia praecox (1907).]

171 [E. Bleuler, Affectivität, Suggestibilität, Paranoia (Halle 1906).]

172 [K. Abraham, Note per l’indagine e il trattamento della follia maniaco-depressiva e di stati affini (1912).]

173 [È un soldato di ventura francese, che in Minna von Barnhelm così si esprime: “Comment, Mademoiselle? Vous appelez cela ‘truffare’? Corriger la fortune, l’enchaîner sur ses doigts, être sûr de son fait.” (“Come, signorina, questo lo chiamate ‘truffare’? Correggere la cattiva sorte, tenerla in pugno, essere sicuri del fatto proprio.”) E poi: “I tedeschi chiamano questo ‘truffare’?! Oh, ma che povera lingua dev’essere allora il tedesco, dev’essere proprio brutale!” Il verbo tedesco che abbiamo reso con “truffare” è betrügen.]

174 [Vedi Freud, L’interesse per la psicoanalisi cit., par. 2 e Per la storia del movimento psicoanalitico cit., par. 2.]

175 [Rammenta (vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10) che questo scritto faceva parte originariamente di una serie di autobiografie “mediche”.]

176 [Più e più volte Freud ha citato l’Amleto nelle sue opere. Vedi, ad esempio, quel che dice nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 5, par. D, sottopar. β.]

177 [Nota aggiunta nel 1935] È questa una costruzione che ci tengo esplicitamente a ritirare. Non credo più che l’attore William Shakespeare di Stratford sia l’autore dell’opera che per così tanto tempo gli è stata attribuita. Da quando è stato pubblicato il libro di J. Th. Looney, “Shakespeare” Identified in Edward de Vere, the Earl of Oxford (1920), mi sono persuaso quasi del tutto che il nome di Shakespeare sia uno pseudonimo che copre Edward de Vere. [Su questo tema Freud tornò in seguito varie volte: in una frase aggiunta nel 1930 a una nota del 1919 dell’Interpretazione dei sogni cit., la nota 528, nello scritto Premio Goethe 1930, in OSF, vol. 11, in L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38), ibid., terzo saggio, A, e nel cap. 7 del Compendio di psicoanalisi (1938), ibid.]

178 [E. Jones, The Oedipus Complex as an Explanation of Hamlet’s Mystery, Amer. J. Psychol., vol. 21, p. 72 (1910).]

179 [O. Rank, Das Inzest-Motiv in Dichtung und Sage (Lipsia e Vienna 1912).]

180 [Vedi Freud, Il poeta e la fantasia (1907), in OSF, vol. 5, nota 333.]

181 [Ibid.]

182 [Freud, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910), in OSF, vol. 6.]

183 [Freud, Il delirio e i sogni nella “Gradiva” di Wilhelm Jensen (1906), in OSF, vol. 5.]

184 [Freud si riferisce a Wilhelm Fliess. Vedi nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 6, par. A, Il sogno degli insetti, sottopar. 3, nota 560.]

185 [Freud, Azioni ossessive e pratiche religiose (1907), in OSF, vol. 5.]

186 [Per i rapporti tra Freud e Jung in relazione a questo ambito di ricerche vedi l’Avvertenza editoriale di Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7.]

187 [Nelle edizioni del 1925, 1928 e 1948 questo capoverso e i due successivi sono stampati in un corpo più piccolo.]

188 [J. G. Frazer, Totemism and Exogamy, 4 voll. (Londra 1910) e The Golden Bough (3a ed., Londra 1911-14). Di questa sua grande opera (7 volumi in 4 parti), Frazer ha pubblicato nel 1922 un’edizione ridotta. Vedine la traduzione italiana di Lauro de Bosis: J. G. Frazer, Il ramo d’oro (Universale scientifica Boringhieri, nn. 7/8 e 9/10).]

189 [S. Ferenczi, Ein kleiner Hahnemann, Int. Z, (ärztl.) Psychoanal., vol. 1, p. 240 (1913).]

190 [Freud, Totem e tabù cit., cap. 4.]

191 [W. R. Smith, Lectures on the Religion of the Semites (2a ed., Londra 1894). Freud si è fondato su quest’ultima edizione postuma, riveduta e corretta rispetto alla prima edizione del 1889.]

192 [Freud, Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921), in OSF, vol. 9, par. 10.]

193 [Vedi quel che dice Freud nella Prefazione a “Il metodo psicoanalitico” di Oskar Pfister (1913), in OSF, vol. 7; vedi anche Per la storia del movimento psicoanalitico cit., par. 2.]

194 [Nota aggiunta nel 1935] Proprio l’analisi infantile ha avuto da allora un forte sviluppo grazie ai lavori della signora Melanie Klein e di mia figlia Anna Freud.

195 [Vedi lo scritto Il problema dell’analisi condotta da non medici cit., in OSF, vol. 10 dedicato a questo tema.]

196 [L’ultima frase è stata aggiunta nel 1935.]

197 [L’editore W. W. Norton & Co. di New York.]

198 [Il problema dell’analisi condotta da non medici cit.]

199 [Freud, Gesammelte Schriften, a cura di A. J. Storfer, in 12 volumi (Internationaler Psychoanalytischer Verlag, Lipsia-Vienna-Zurigo 1924-34.]

200 [Vedi lo scritto sul Feticismo (1927), in OSF, vol. 10.]

201 [Freud, Al di là del principio di piacere cit.]

202 Vedi il mio scritto L’Io e l’Es cit.

203 [Vedi L’avvenire di un’illusione cit., in OSF, vol. 10.]

204 [Vedi un’affermazione analoga in L’uomo Mosè e la religione monoteistica cit., terzo saggio, parte seconda (G).]

205 [Il riferimento è al discorso di Thomas Mann, La posizione di Freud nella storia dello spirito moderno, in “Tutte le opere di Thomas Mann”, a cura di Lavinia Mazzucchetti, vol. 12 (Mondadori, Milano 1958).]

206 [Vedi le lettere di Freud ad Alfons Paquet del 26 luglio 1930 e a Sándor Ferenczi del 1° agosto 1930; e vedi anche il suo discorso scritto per il Premio Goethe 1930 cit., e letto da Anna Freud.]

207 [In tutte le edizioni tedesche la Russia è stata omessa; ma si tratta certamente di una involontaria dimenticanza (vedi par. 5, nota 150, in OSF, vol. 10). Freud autorizzò i traduttori inglesi a includerla nella lista.]

Alcune aggiunte d’insieme alla “Interpretazione dei sogni"

208 [Questo tema era già stato trattato parecchie volte da Freud, seppure più brevemente: vedi L’interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 7, par. A, Psicopatologia della vita quotidiana (1901), in OSF, vol. 4, cap. 12, par. E e Tecnica della psicoanalisi (1911-12): L’impiego dell’interpretazione dei sogni nella psicoanalisi (1911), in OSF, vol. 6.]

209 [Freud, Osservazioni sulla teoria e pratica dell’interpretazione dei sogni (1922), in OSF, vol. 9, par. 2.]

210 [Vedi le osservazioni che Freud fece a questo proposito nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. A e nel caso clinico dell’uomo dei lupi (1914), Dalla storia di una nevrosi infantile, in OSF, vol. 7, cap. 4.]

211 [In una nota aggiunta nel 1925 all’Interpretazione dei sogni cit., cap. 3, nota 341, Freud ridimensionò notevolmente questa affermazione.]

212 [Ibid., cap. 6 e cap. 7, par. A.]

213 [Vedi nella Metapsicologia (1915): Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno, in OSF, vol. 8, nota 157, nonché un passo aggiunto nel 1919 all’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. A.]

214 [È questo un chiaro riferimento al fatto che il saggio era destinato a essere incluso nell’Interpretazione dei sogni. Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

215 [Nel primo capitolo dell’Interpretazione dei sogni cit. il par. F reca appunto il titolo “I sentimenti morali nel sogno”. Ma vedi anche ibid., cap. 7, par. F.]

216 [Ibid., cap. 6, par. G, sottoparr. 4 e 5.]

217 [Ibid., cap. 5, par. D, sottopar. β.]

218 [Vedi nota 214, in OSF, vol. 10.]

219 [Vedi lo scritto di Freud, Osservazioni sulla teoria e pratica dell’interpretazione dei sogni cit., par. 9.]

220 [Questa affermazione paradossale risale a L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, cap. 5; ma vedi anche Il problema economico del masochismo (1924), in OSF, vol. 10.]

221 [Dei temi qui trattati Freud si era già occupato in Psicoanalisi e telepatia (1921), in OSF, vol. 9 pubblicato postumo e in Sogno e telepatia (1921), ibid. Vi tornerà nella lezione 30 intitolata “Sogno e occultismo” dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), in OSF, vol. 11. Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

222 [Vedi il caso clinico freudiano del presidente Schreber (1910), in Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente, in OSF, vol. 6, par. 1.]

223 [Vedi L’interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. D, nota 968.]

224 [Vedi lo scritto freudiano pubblicato postumo Un presentimento onirico avveratosi (1899), in OSF, vol. 2 e il riassunto del fatto ivi narrato nella Psicopatologia della vita quotidiana cit., cap. 12, par. D.]

225 [Il caso di questa donna è narrato più in dettaglio sia nella lezione 30 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit. sia, soprattutto, nello scritto precedente ma pubblicato postumo Psicoanalisi e telepatia cit., par. 2.]

226 [Sull’attività dell’indovino, intesa a deviare la propria attenzione e le proprie forze psichiche, tenendole occupate in qualche cosa di diverso e innocuo, vedi ancora Psicoanalisi e telepatia cit., par. 1.]

227 [Un’osservazione analoga a questa è contenuta nello scritto Sogno e telepatia cit., par. 2.]

Lettera al direttore del periodico “Jüdische Presszentrale Zürich”

228 [Vedi la prefazione che Freud scrisse per la traduzione in ebraico di Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7.]

Prefazione a “Gioventù traviata” di August Aichhorn

229 [Sul trattamento psicoanalitico inteso come “post-educazione” vedi gli scritti precedenti Psicoterapia (1904), in OSF, vol. 4, par. f, Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), in OSF, vol. 8, lezione 28 e Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico (1916), ibid., par. 1. Vedi Psicoanalisi, Contenuto della psicoanalisi, in OSF, vol. 10.]

230 [Vedi lo scritto Il problema dell’analisi condotta da non medici (1926), in OSF, vol. 10.]

Necrologio di Josef Breuer

231 [Breuer era nato nel 1842.]

232 [Vedi Autobiografia, par. 2, in OSF, vol. 10.]

La negazione

233 [La “proiezione” è data in questo caso dall’espressione “Ora Lei penserà...”]

234 [Freud ha attirato l’attenzione su questa circostanza in varie occasioni. Vedi per esempio nelle Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva. (Caso clinico dell’uomo dei topi.) (1909), in OSF, vol. 6, cap. 1, par. d, nota 23.]

235 [Freud allude al fatto che il paziente apprende nel corso del trattamento psicoanalitico che la “censura” impedisce alle idee inaccettabili di giungere alla coscienza.]

236 [Il verbo qui usato è verneinen, reso con “negare” al fine di evitare ogni confusione con “rinnegare” o “disconoscere” (verleugnen). Per la differenza fra il processo della Verleugnung (“disconoscimento” o “rinnegamento”) e quello della Verneinung, di cui qui si parla, vedi la nota editoriale 587 dello scritto L’organizzazione genitale infantile (1923), in OSF, vol. 9. Vedi anche Il problema del masochismo, nota 14, in OSF, vol. 10.]

237 Lo stesso processo è all’origine del noto fenomeno [superstizioso] del “richiamo”. “Che bello non avere più da tanto tempo la mia emicrania!” Questo è però il primo annuncio dell’accesso, di cui si avverte già l’approssimarsi, ma a cui non si vuole ancora credere. [L’attenzione di Freud su questo fenomeno era già stata attratta da una delle sue prime pazienti, la signora Cäcilie M.: vedi negli Studi sull’isteria (1892-95), in OSF, vol. 1, cap. 2, par. 2, nota 151.]

238 [Vedi, su questo punto, i seguenti scritti di Freud: Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905), in OSF, vol. 5, C. Parte teorica, cap. 6, Precisazioni sui due princìpi dell’accadere psichico (1911), in OSF, vol. 6, par. 1, nota 592, e in Metapsicologia (1915): L’inconscio, in OSF, vol. 8, par. 5.]

239 [Questo punto è qui ulteriormente sviluppato.]

240 Vedi le enunciazioni contenute nella mia Metapsicologia cit.: Pulsioni e loro destini; [ma vedi anche Il disagio della civiltà (1929), par. 1, in OSF, vol. 10.]

241 [Vedi ancora Metapsicologia: Pulsioni e loro destini cit., nota 4.]

242 [Il processo per cui il principio di piacere è sostituito dal principio di realtà corrisponde a quello del passaggio dal “processo primario” al “processo secondario”. Vedi L’interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 7, par. E.]

243 [Molto di ciò che è detto qui era stato anticipato nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. C. oltre che nel Progetto di una psicologia (1895), in OSF, vol. 2, cap. 1, par. 16. In entrambi i casi l’oggetto da ritrovare era il seno materno. Vedi anche i Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Terzo saggio, par. 5.]

244 [Antica e fondamentale è questa concezione freudiana del pensiero cui spetterebbe il compito di differire, procrastinare l’azione; pensare è una sorta di azione sperimentale o di prova su scala ridotta, con un dispendio minimo di energia, elemento essenziale di quell’“esame di realtà” che segna il passaggio dal “processo primario” al “processo secondario”. Vedi il Progetto di una psicologia cit., cap. 1, par. 18 e cap. 3, par. 3, in cui il ragionamento è sviluppato in termini neurologici; esso ricompare in termini psicologici nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 7, par. E; vedi poi Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio cit., cap. 7, par. 1, Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva. (Caso clinico dell’uomo dei topi.) cit., par. 2, sottopar. b, Precisazioni sui due princìpi dell’accadere psichico cit., Metapsicologia: L’inconscio cit., par. 5, L’Io e l’Es cit., par. 5; vedi infine le lezioni 31 e 32 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit. e il cap. 8 del Compendio di psicoanalisi cit.]

245 [Vedi, su questo punto, Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 4 e, qui, la Nota sul “notes magico” (1924). Si avverta comunque che in quest’ultimo passo a protendere le sue antenne verso il mondo esterno non è “l’Io”, bensì “l’inconscio”.]

246 [Vedi un’osservazione di Freud contenuta nel suo libro Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio cit., C. Parte teorica, cap. 6 e nota 181.]

247 [Con parole quasi identiche a queste Freud aveva affermato la stessa cosa in una nota aggiunta nel 1923 al Frammento di un’analisi d’isteria. (Caso clinico di Dora.) (1901), in OSF, vol. 4, par. 1, nota 512. Vedi anche lo scritto successivo Costruzioni nell’analisi (1937), in OSF, vol. 11.]

Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi

248 [Orazio, Ars poetica, 388. Freud scrisse L’interpretazione dei sogni, in OSF, vol. 3 nel 1898 e 1899, ma il Progetto di una psicologia del 1895, in OSF, vol. 2 (da lui non pubblicato) mostra che molti concetti fondamentali erano già pronti da quell’epoca. Il caso di Dora, in Frammento di un’analisi d’isteria, in OSF, vol. 4, la cui stesura risale al 1901, non fu pubblicato fino al 1905.]

249 [“Oceani di tempo”: il poeta è Romain Rolland.]

250 Vedi il mio scritto Il tramonto del complesso edipico (1924), in OSF, vol. 10.

251 [Ibid.]

252 [Ibid.]

253 [Della questione delle fantasie primarie Freud si era occupato diffusamente nel caso clinico dell’uomo dei lupi (1914), in Dalla storia di una nevrosi infantile, in OSF, vol. 7 e nella lezione 23 dell’Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), in OSF, vol. 8. Ma vedi anche la nota 749 aggiunta nel 1920 ai Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Terzo saggio, par. 5.]

254 [S. Lindner, Das Saugen an den Fingern, Lippen, etc. bei den Kindern (Ludeln), Jb. Kinderheilk, N.F., vol. 14, p. 68 (1879).]

255 Vedi i miei Tre saggi sulla teoria sessuale cit. [Secondo saggio, par. 2].

256 [Sul concetto di “disconoscimento” o “rinnegamento” (Verleugnung) vedi la nota editoriale 587 nello scritto L’organizzazione genitale infantile (1923), in OSF, vol. 9. Per ulteriori riferimenti vedi la nota 14, in OSF, vol. 10.]

257 Cade qui opportuno correggere un’affermazione che ho fatto anni addietro. Pensavo allora che l’interesse dei bambini per il sesso non venisse risvegliato, come avviene nella pubertà, dalla differenza tra i sessi, bensì dal problema donde vengano i bambini. Ciò risulta dunque esser falso, almeno per le femmine. Nel maschio può succedere talvolta così, talaltra nell’altro modo, o in entrambi i sessi decideranno le occasioni che casualmente si presenteranno. [L’affermazione che qui Freud vuol correggere ricorre più volte nei suoi scritti. Vedi alcuni precisi riferimenti in proposito nello scritto Istruzione sessuale dei bambini (1907), in OSF, vol. 5, nota 319.]

258 [Questo termine fu probabilmente introdotto da J. H. W. van Ophuijsen, Beiträge zum Männlichkeitskomplex der Frau, Int. Z. Psychoanal., vol. 4, p. 241 (1917). Vedi, di Freud, “Un bambino viene picchiato” (1919), in OSF, vol. 9, par. 4 e lo scritto successivo sulla Sessualità femminile (1931), in OSF, vol. 11, par. 2. Vedi anche Il tramonto del complesso edipico (1924), in OSF, vol. 10.]

259 [Vedi la nota 256, in OSF, vol. 10. Sul processo parallelo del maschietto vedi L’organizzazione genitale infantile cit.]

260 [Vedi in Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 3.]

261 Ho già riconosciuto nella mia prima presa di posizione critica (Per la storia del movimento psicoanalitico, 1914, in OSF, vol. 7, par. 3) che questo è il nucleo di verità della teoria di Adler, la quale non esita a spiegare tutto il mondo mediante questo solo punto (“inferiorità organica”, “protesta virile”, “ripiegamento dalla linea femminile”) vantandosi di aver privato del suo significato la sessualità a favore della volontà di potenza! Il solo organo “inferiore”, che senza dubbio merita questo nome, sarebbe dunque la clitoride. D’altra parte si sente dire che certi analisti si vantano di non aver mai trovato la minima traccia del complesso di evirazione, nonostante le loro decennali fatiche: anche se è solo negativa, di fronte a un’impresa come questa non possiamo far altro che inchinarci: bisogna esser davvero dei maestri per non vedere o occultare i fatti fino a questo punto. Le due teorie offrono un’interessante coppia di opposti: qui nessuna traccia del complesso di evirazione, là nient’altro che le sue conseguenze.

262 Vedi il mio scritto “Un bambino viene picchiato” cit. [par. 3].

263 [Freud aveva già fatto cenno alla sessualità clitoridea nei Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Terzo saggio, par. 4. Nei suoi Contributi a una discussione sull’onanismo (1912), in OSF, vol. 6, par. 2, si rammaricò poi che l’onanismo femminile non fosse stato sufficientemente studiato.]

264 Vedi il mio scritto Il tramonto del complesso edipico cit., in OSF, vol. 10.]

265 [S. Ferenczi, Versuch einer Genitaltheorie (Vienna 1924).]

266 K. Abraham, Äusserungsformen des weiblichen Kastrationskomplexes, Int. Z. Psychoanal., vol. 7, p. 422 (1920) [trad. it. Forme di manifestazione del complesso femminile di evirazione in Abraham, Opere (Boringhieri, Torino 1975) vol. 1, pp. 107 sgg.]; K. Horney, Zur Genese des weiblichen Kastrationskomplexes, ibid., vol. 9, p. 12 (1923); H. Deutsch, Psychoanalyse der weiblichen Sexualfunktionen (Vienna 1925).

Psicoanalisi

267 [Questo capoverso fu omesso nell’Encyclopaedia Britannica. Ciò si spiega facilmente in base al fatto che Freud scrisse questa “voce” per uno dei tre volumi supplementari intesi soltanto ad aggiornare e integrare l’undicesima edizione dell’Encyclopaedia apparsa nel 1910-11, Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

268 [Nell’Encyclopaedia Britannica era scritto “alcune categorie di malati”.]

269 [Quest’ultima frase compariva nella Encyclopaedia Britannica al termine della “voce”.]

270 [Nell’Encyclopaedia Britannica queste parole (riportate in inglese nell’originale tedesco, come altre espressioni nelle pagine precedenti e seguenti) erano precedute dalle parole: “in every respect” (“sotto ogni aspetto”).]

271 [Vedi la Prefazione a “Gioventù traviata” di August Aichhorn, nota 229, in OSF, vol. 10.]

272 [L’interpretazione dei sogni, in OSF, vol. 3, uscì in realtà nel novembre 1899.]

273 [L’ultima parte della frase non compariva nell’Encyclopaedia Britannica.]

274 [Diamo qui l’elenco così come Freud l’ha fornito, limitandoci a tradurre i titoli delle sue opere e avvertendo il lettore che le date su riportate si riferiscono all’anno di pubblicazione (peraltro non sempre indicato con esattezza) e non – come sempre in questa nostra edizione – a quello di composizione dei singoli scritti.]

Inibizione, sintomo e angoscia

275 [Vedi, ad esempio, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Primo saggio, par. 3 e Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), in OSF, vol. 8, lez. 23.]

276 [Vedi in Metapsicologia (1915): La rimozione, ibid.]

277 [Affektverwandlung. Questo problema era stato trattato già nel caso clinico di Dora (1901), in Frammento di un’analisi d’isteria, in OSF, vol. 4, par. 1; ivi, in una nota editoriale, la nota 479, sono menzionati alcuni ulteriori riferimenti a scritti freudiani che si occupano dell’argomento.]

278 [P-C è abbreviazione di Percezione-Coscienza. Vedi Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 4.]

279 [La rappresentanza pulsionale è ciò che nella psiche tiene il luogo della pulsione.]

280 [L’espressione “simboli mnestici” era stata usata da Freud fin dai tempi degli Studi sull’isteria (1892-95), in OSF, vol. 1; vedi per esempio ivi, cap. 4, par. 3. Una illustrazione particolarmente efficace di questo concetto si trova nelle Cinque conferenze sulla psicoanalisi (1909), in OSF, vol. 6, Prima conferenza.]

281 [Vedi lo scritto precedente di Freud Osservazioni generali sull’attacco isterico (1908), in OSF, vol. 5, parr. B e C; ma vedi anche nel cap. 8, in OSF, vol. 10.]

282 [Nella Metapsicologia: La rimozione cit.]

283 [Vedi Freud, Al di là del principio di piacere cit., par. 4.]

284 [L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 5.]

285 [Vedi su questo punto una discussione più approfondita nell’ultima lezione della Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), in OSF, vol. 11; ma vedi anche l’Avvenire di un’illusione, par. 7, in OSF, vol. 10.]

286 [Cioè al contrasto tra la sua forza e la sua debolezza di fronte all’Es.]

287 [Risale infatti alla “Comunicazione preliminare” degli Studi sull’isteria cit., per essere poi ridiscussa nella stessa opera nel cap. 4, par. 3.]

288 [Quest’idea, sia pure riferita ai sintomi della nevrosi ossessiva, risale alle Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), in OSF, vol. 2, par. 2.]

289 [Freud fa uso in questa metafora del duplice significato del termine “Besetzung”, la parola tedesca che rendiamo con “investimento”, ma che vuol dire anche “occupazione”, “postazione” militare.]

290 [Vedi la nota 495, aggiunta nel 1923 al caso clinico di Dora, in Frammento di un’analisi d’isteria cit., par. 1, come pure l’Introduzione alla psicoanalisi cit., lezione 24.]

291 Vedi la mia Analisi della fobia di un bambino di cinque anni. (Caso clinico del piccolo Hans.) (1908), in OSF, vol. 5.

292 [Ibid., par. 2.]

293 [Ibidem.]

294 [Ibidem.]

295 [Vedi lo scritto precedente di Freud, Una difficoltà della psicoanalisi (1916), in OSF, vol. 8.]

296 [Vedi il caso clinico del piccolo Hans, in Analisi della fobia di un bambino di cinque anni cit., par. 2.]

297 Vedi il mio scritto Dalla storia di una nevrosi infantile. (Caso clinico dell’uomo dei lupi.) (1914), in OSF, vol. 7.

298 [Ibid., par. 4.]

299 [Vedi il caso clinico del piccolo Hans cit., par. 3.]

300 [Vedi il caso clinico dell’uomo dei lupi cit., par. 4.]

301 [Vedi in Metapsicologia cit.: Pulsioni e loro destini.]

302 [Vedi il caso clinico dell’uomo dei lupi cit., par. 3.]

303 [Freud tenne fermo questo punto di vista per molti anni. In esso è riconoscibile l’influenza dei suoi primi studi neurofisiologici e il suo sforzo di esprimere in temini fisiologici i fatti psichici. Vedi per esempio nella Metapsicologia cit.: La rimozione, dove pure è fatto riferimento al caso clinico dell’uomo dei lupi. Vedi anche nei Tre saggi sulla teoria sessuale cit. la nota 746 aggiunta nel 1920. L’argomento già accennato qui nel cap. 2 sarà ripreso oltre nel cap. 11, par. b.]

304 [Vedi lo scritto di trent’anni addietro Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” (1894), in OSF, vol. 2.]

305 [“Non è chiaro”, antica formula giudiziaria usata quando il materiale probatorio non era conclusivo.]

306 [Ossia si compie in due tempi. Vedi l’Introduzione alla psicoanalisi cit., lezione 19 e nota 558; ma vedi anche il cap. 6, in OSF, vol. 10.]

307 [Vedi su questo argomento le Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa cit.; un esempio di ciò è inoltre riscontrabile nel caso clinico dell’uomo dei lupi cit., par. 7.]

308 Vedi il mio scritto La disposizione alla nevrosi ossessiva (1913), in OSF, vol. 7.

309 [In L’Io e l’Es cit., par. 4, Freud suppone che il progresso dalla fase sadico-anale alla fase genitale abbia come condizione un apporto supplementare di componenti erotiche.]

310 [Questo tema viene ampiamente esaminato qui nel cap. 11, par. A, sottopar. c.]

311 [A questo proposito vedi il caso clinico dell’uomo dei topi (1909), in Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva, in OSF, vol. 6, par. 2, sottopar. a e par. 1, sottopar. c, nota 10.]

312 Si veda T. Reik, Geständniszwang und Strafbedürfnis (Lipsia, Vienna e Zurigo 1925), p. 51.

313 [Entrambe le tecniche sono state illustrate da Freud nel caso clinico dell’uomo dei topi, in Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva cit., par. 2, sottoparr. b e c.]

314 [In francese nell’originale.]

315 [Vedi il caso clinico dell’uomo dei topi, in Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva cit., par. 2, sottopar. c.]

316 [Si vedano vari passaggi nel secondo capitolo di Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7, ad esempio nei parr. 2, 3 e 4.]

317 [Vedi cap. 8 e nota 341, in OSF, vol. 10.]

318 [Vedi il caso clinico dell’uomo dei lupi, in Dalla storia di una nevrosi infantile cit., par. 2.]

319 [Vedi la descrizione delle fobie nello scritto freudiano di Metapsicologia cit.: L’inconscio, par. 4. Vedi anche Introduzione alla psicoanalisi cit., lez. 25.]

320 [Il termine “regressione temporale” compare piuttosto raramente negli scritti di Freud: vedi le Cinque conferenze sulla psicoanalisi cit., Quinta conferenza, il capoverso aggiunto nel 1914 all’Interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 7, par. B e, nella Metapsicologia cit.: Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno.]

321 [La discussione più completa di tali questioni si trova qui nel Disagio della civiltà (1929) nei parr. 7 e 8.]

322 [La prima guerra mondiale.]

323 [Vedi, di Freud, Introduzione al libro “Psicoanalisi delle nevrosi di guerra” (1919), in OSF, vol. 9.]

324 [Vedi una nota aggiunta nel 1923, la nota 409, al caso clinico del piccolo Hans, in Analisi della fobia di un bambino di cinque anni cit.]

325 [Si vedano gli ultimi capoversi di L’Io e l’Es cit., par. 5, come pure qui nel capitolo 8.]

326 [Vedi Metapsicologia cit.: Lutto e melanconia. Su questo tema Freud ritorna qui nell’Aggiunta C del cap. 11.]

327 [Vedi lo scritto freudiano di molti anni prima Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., par. 1.]

328 [Come è formulato, ad esempio, nelle prime pagine di Al di là del principio di piacere cit.]

329 [Vedi il capitolo 2, nota 280, in OSF, vol. 10.]

330 [Questo pensiero si rifà probabilmente alla Expression of the Emotions in Man and Animals (1872) di Darwin, citato da Freud in un contesto simile negli Studi sull’isteria cit., cap. 2, par. 2, Epícrisi e sempre nel cap. 2, par. 5, Epícrisi. Vedi anche la nota 735 aggiunta nell’edizione del 1909 della Interpretazione dei sogni cit. Ma vedi anche quel che Freud dice della qualità e natura degli affetti in Metapsicologia cit.: La rimozione e L’inconscio, par. 3 e, ancor più chiaramente, nell’Introduzione alla psicoanalisi cit., nella lezione 25.]

331 O. Rank, Das Trauma der Geburt und seine Bedeutung für die Psychoanalyse (Vienna 1924).

332 [La teoria di Otto Rank è ridiscussa qui nel capitolo 10.]

333 [Vedi i Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Terzo saggio, par. 5, nota 746.]

334 [S. Ferenczi, Zur Psychoanalyse von Sexualgewohnheiten, Int. Z. Psychoanal., vol. 11, p. 6 (1925).]

335 [Freud aveva già esaminato questa fantasia nel caso clinico dell’uomo dei lupi, in Dalla storia di una nevrosi infantile cit., par. 8.]

336 [Vedi ad esempio Metapsicologia: L’inconscio cit., par. 4.]

337 [L’affermazione si trova in L’Io e l’Es cit., par. 5. Vedi anche il capitolo 2, in OSF, vol. 10.]

338 [Questa espressione si trova già nel lavoro di Freud, Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia” cit., par. 3; tutto questo brano riecheggia quella descrizione.]

339 [Si veda un’osservazione analoga alla fine del penultimo capoverso di questo scritto, nel capitolo 11, par. C; ma vedi anche, per un passo innanzi compiuto da Freud nella teoria dell’angoscia, la lezione 32 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit.]

340 Da quando è stata posta la distinzione tra l’Io e l’Es, anche il nostro interesse per i problemi della rimozione ha dovuto ricevere un nuovo impulso. Sinora ci era bastato avere dinanzi agli occhi gli aspetti del processo che riguardano l’Io, ossia l’allontanamento dalla coscienza e dalla motilità e la formazione sostitutiva (sintomatica), mentre del moto pulsionale rimosso noi pensavamo che rimanesse invariato nell’inconscio per un tempo indeterminato. Adesso l’interesse si rivolge alle sorti di ciò che è rimosso, e noi sospettiamo che questo continuare immutato e immutabile non sia ovvio e forse neanche abituale. Il moto pulsionale originario è stato in ogni caso inibito dalla rimozione e distolto dalla sua meta. È comunque rimasta conservata nell’inconscio una sua parte, che si è mostrata refrattaria alle influenze modificatrici e svalutatrici della vita? Sussistono dunque ancora gli antichi desideri, della cui esistenza precedente l’analisi c’informa? La risposta sembra ovvia e sicura: gli antichi desideri rimossi debbono continuare a esistere nell’inconscio, dal momento che noi troviamo ancora attivi i loro derivati, i sintomi. Ma questa risposta non è sufficiente, non permette di decidere, tra le due possibilità: se l’antico desiderio agisca ora soltanto attraverso i suoi derivati, ai quali ha trasferito tutta la sua energia d’investimento, o se addirittura sia rimasto conservato esso stesso. Se il suo destino era di esaurirsi nell’investimento dei suoi derivati, rimane ancora una terza possibilità, quella che esso sia stato fatto rivivere per regressione nel corso della nevrosi, per quanto anacronistico possa essere nel presente. Non si deve credere che queste considerazioni siano futili; molte cose nelle manifestazioni della vita psichica, sia patologica che normale, sembrano richiedere interrogativi di questo genere. Qui nel mio studio Il tramonto del complesso edipico (1924) ho rivolto la mia attenzione alla differenza tra la semplice rimozione e la vera abrogazione di un antico moto di desiderio.

341 [Vedi lo scritto Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi (1925), in OSF, vol. 10.]

342 [Freud aveva sottolineato questo punto già una trentina di anni prima, nello scritto L’ereditarietà e l’etiologia delle nevrosi (1896), in OSF, vol. 2, par. 2 e in Etiologia dell’isteria (1896), ibid., par. 3.]

343 [Tra l’angoscia e la nevrosi.]

344 [In questa esposizione Freud riconsidera gli argomenti che aveva proposto nei suoi scritti di Metapsicologia cit.: La rimozione e L’inconscio; vedi in particolare ivi e par. 4.]

345 [Vedi, ad esempio: A. Adler, Studie über Minderwertigkeit von Organen (Berlino-Vienna 1907).]

346 [In L’Io e l’Es cit., par. 3 Freud lascia chiaramente intendere che ciò è accaduto durante l’era geologica glaciale. L’idea proveniva da S. Ferenczi, Entwicklungsstufen des Wirklichkeitssinnes, Int. Z. (ärztl.) Psychoanal., vol. 1, p. 124 (1913).]

347 [Vedi in Freud, Metapsicologia cit.: La rimozione.]

348 [R. Laforgue, Verdrängung und Skotomisation, Int. Z. Psychoanal., vol. 12 (1926).]

349 [Freud discute più a lungo su questo termine nel suo scritto sul Feticismo (1927). Vedi in OSF, vol. 10.]

350 [In L’Io e l’Es cit., par. 1.]

351 [Vedi lo scritto precedente di Freud, Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi cit.: 2. Ricordare, ripetere e rielaborare. Ma vedi anche lo scritto successivo Analisi terminabile e interminabile (1937), in OSF, vol. 11, par. 6.]

352 [Vedi ancora Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi: 2. Ricordare, ripetere e rielaborare cit.]

353 [Questo viene discusso in L’Io e l’Es cit., par. 5.]

354 [Ökonomisch. Questa parola appare nella prima edizione del 1926 ed è omessa, certamente a causa di una svista, nelle edizioni tedesche successive.]

355 [Vedi Freud, L’Io e l’Es cit., par. 5. Ma vedi anche l’Introduzione alla psicoanalisi cit., lezione 25.]

356 Vedi il mio scritto Le neuropsicosi da difesa (1894), in OSF, vol. 2.

357 [Vedi l’Avvertenza editoriale a questo scritto, in OSF, vol. 10. Vedi anche l’Introduzione alla psicoanalisi cit., lezione 25 e Al di là del principio di piacere cit., par. 2 e note 155 e 156.]

358 [Vedi Al di là del principio di piacere cit., par. 2.]

359 Può accadere abbastanza spesso che in una situazione di pericolo, valutata correttamente come tale, una parte di angoscia pulsionale venga ad aggiungersi all’angoscia reale. La pretesa pulsionale, di fronte al cui soddisfacimento l’Io arretra spaventato, sarebbe allora quella masochistica, la pulsione di distruzione diretta contro la propria persona. Forse questo elemento supplementare spiega quei casi in cui la reazione d’angoscia risulta eccessiva, inadeguata, paralizzante. Le fobie delle altitudini (finestra, torre, precipizio) potrebbero avere questa origine; il loro segreto significato femminile è connesso al masochismo. [Vedi su questo tema Sogno e telepatia (1921), in OSF, vol. 9, par. 2 e nota 413.]

360 Vedi in Metapsicologia cit.: Lutto e melanconia.

361 [Si veda il gioco di un bambino descritto in Al di là del principio di piacere cit., par. 2.]

362 [Ibid., par. 4 e nota 189.]

363 [Vedi Introduzione al narcisismo (1914), in OSF, vol. 7, par. 2.]

364 [Vedi Al di là del principio di piacere cit., par. 4. Ma vedi anche un passo piuttosto oscuro della “Minuta G. Melanconia” nelle Minute teoriche per Wilhelm Fliess (1892-97), in OSF, vol. 2, par. 6.]

365 [Vedi Metapsicologia cit.: Lutto e melanconia.]

Necrologio di Karl Abraham

366 [Karl Abraham (1877-1925) morì all’età di 48 anni.]

367 [Dove era stato tenuto, nel settembre 1925, il nono Congresso psicoanalitico internazionale.]

368 [“Un uomo integro e senza macchia.” Orazio, Odes, I, XII, 1. Vedi in E. Jones, Vita e opere di Freud, vol. 3, p. 141, altre espressioni freudiane di cordoglio profondo e grande ammirazione per Abraham in occasione della sua morte.]

369 [Freud si riferisce certamente a Sándor Ferenczi.]

370 [Vedi E. Jones, Karl Abraham, 1877-1925, Int. Z. Psychoanal., vol. 12, n. 2, pp. 155 sgg. (1926).]

Premessa a un articolo di E. Pickworth Farrow

371 [Nel suo scritto (vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10) Farrow riferisce di esser riuscito a ricostruire il ricordo preciso di quando, a sei mesi, suo padre l’aveva sculacciato. Vedi sul tema dell’autoanalisi la nota editoriale 512 in Per la storia del movimento psicoanalitico (1914), in OSF, vol. 7, par. 1.]

Discorso ai membri della Associazione B’nai B’rith

372 [Ludwig Braun (1861-1936) professore di medicina interna all’Università di Vienna.]

373 [Vedi l’Autobiografia, par. 1 e nota 78, in OSF, vol. 10 e, sempre qui, Le resistenze alla psicoanalisi.]

374 [È la sigla che l’Associazione aveva assunto come suo motto. Le abbreviazioni stanno per: “Wohlwollen, Bruderliebe und Eintracht” (“benevolenza, amore fraterno e concordia”).]

Il problema dell’analisi condotta da non medici. Conversazione con un interlocutore imparziale

375 [Ciò vale in effetti solo per alcuni degli Stati Uniti d’America. La stessa cosa si verifica anche in Gran Bretagna.]

376 Ciò vale anche in Francia [e in Italia].

377 [Shakespeare, Amleto, atto 2, scena 2: “Words, words, words.”]

378 [Goethe, Faust, parte prima, Studio (II), scena con lo studente.]

379 [Goethe, Faust, parte prima, Studio (I). Con questa citazione Freud termina il suo libro Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7, par. 4, sottopar. 7.]

380 [Questa citazione di Johann Nestroy (1801-1862) sarà ripresa in Analisi terminabile e interminabile (1937), in OSF, vol. 11, par. 3.]

381 [Il problema, cioè, di che materia o sostanza sia fatto l’apparato psichico.]

382 [In inglese nel testo; “aperti alla revisione” e cioè suscettibili di essere rivisti e modificati.]

383 [Hans Vaihinger (1852-1933) autore di un libro Die Philosophie des Als Ob (1911) (“La filosofia del ‘come se’”) che ebbe notevole popolarità negli anni successivi alla prima guerra mondiale nei paesi di lingua tedesca. Il sistema filosofico di Vaihinger è ridiscusso da Freud in L’avvenire di un’illusione (1927); vedi par. 5 e nota 428, in OSF, vol. 10.]

384 [Il pronome neutro di terza persona “Es”, che funge anche da soggetto logico dei verbi impersonali, è intraducibile in italiano e corrisponde al latino “id”.]

385 [Nella prima edizione del 1926 è scritto Bewusst-sein, mentre nelle edizioni successive la parola è scritta di seguito senza trattino (Bewusstsein, il termine corrente per “coscienza”). Ma si tratta di un errore perché Freud ha inteso qui sottolineare il senso passivo della parola bewusst; parimenti Bewusst sein è usato nel quarto capoverso del par. 1 di L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9.]

386 [Si tratta in verità dell’“analisi personale” cui ogni aspirante analista deve sottoporsi, e che per il suo aspetto addestrativo si trasforma in un secondo momento in “analisi didattica”. L’“autoanalisi” è invece quella che Freud intraprese su sé stesso a partire dal 1897. Vedi Premessa a un articolo di E. Pickworth Farrow cit., e nota 371, in OSF, vol. 10.]

387 [Schiller, Die Weltweisen.]

388 [È vero. Anche in italiano non esiste una parola che corrisponda perfettamente al “Trieb” tedesco. Il termine “pulsione” adottato in queste “Opere” non sempre risulta idoneo a rendere la peculiare pregnanza della parola tedesca.]

389 [Vedi Freud, Nevrosi e psicosi (1923), in OSF, vol. 9 e qui La perdita di realtà nella nevrosi e nella psicosi (1924).]

390 [Senza alcun dubbio il riferimento è a Tolstoj e ai suoi seguaci. Vedi in Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi (1913-14): 3. Osservazioni sull’amore di traslazione, in OSF, vol. 7.]

391 [È evidente che Freud si riferisce qui alle teorie di Carl Gustav Jung e di Alfred Adler.]

392 [Vedi un’osservazione simile in Per la storia del movimento psicoanalitico (1914), in OSF, vol. 7, par. 1.]

393 [“Äusserungen” (manifestazioni, espressioni) nella prima edizione; nelle edizioni successive, presumibilmente per un errore di stampa, è scritto “Änderungen” (trasformazioni, alterazioni).]

394 [In inglese nel testo (continente nero, plaga oscura).]

395 [Ma su questo punto vedi Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi (1925), in OSF, vol. 10.]

396 [Vedi il “Poscritto del 1922” con cui si conclude l’Analisi di una fobia di un bambino di cinque anni. (Caso clinico del piccolo Hans.) (1908), in OSF, vol. 5.]

397 [Vedi Autobiografia, par. 6, nota 194, in OSF, vol. 10.]

398 [A questo tema Freud ha dedicato uno dei suoi ultimi scritti: Costruzioni nell’analisi (1937), in OSF, vol. 11.]

399 [In italiano nel testo.]

400 [Freud accenna qui probabilmente a Jung. Ma l’affermazione potrebbe anche essere riferita a Binswanger che, dopo essere stato anch’egli allievo di Freud, ha fondato più recentemente una sua scuola psichiatrica, la quale si ispira ai princìpi della filosofia esistenzialistica.]

401 [Schiller, Wilhelm Tell, atto 3, scena 3: “Wär’ ich besonnen, hiess ich nicht der Tell.”]

402 [Il riferimento è a Josef Breuer e alla sua celebre paziente Anna O. Vedi l’Autobiografia, par. 2 e Necrologio di Josef Breuer, in OSF, vol. 10.]

403 [Questa similitudine si trova anche in Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi cit.: 3. Osservazioni sull’amore di traslazione.]

404 [Il materiale di questo capitolo è tratto in larga misura, e talora quasi testualmente, dagli scritti precedenti di Tecnica della psicoanalisi (1911-12 e 1913-14), in OSF, vol. 6. Ma vedi anche lo scritto più tardo Analisi terminabile e interminabile cit.]

405 [Ciò avveniva all’epoca della Repubblica di Weimar.]

406 [Vedi Il disagio della civiltà, par. 6 e nota 556, in OSF, vol. 10.]

407 [Il detto “In meinem Staate kann jeder nach seiner façon selig werden” (“nel mio Stato ciascuno può essere felice alla sua maniera”) è attribuito a Federico il Grande. Vedi anche Il disagio della civiltà cit., par. 2, in OSF, vol. 10.]

408 [In italiano nel testo.]

409 [In inglese nel testo.]

410 [È molto probabile che Freud si riferisca qui a Durig. Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

411 [Ibid.]

412 [K. Abraham, Tentativo di una storia evolutiva della libido sulla base della psicanalisi dei disturbi psichici (1924), p. 297.]

413 [Weltlicher Seelensorger. Nella sua Prefazione a “Il metodo psicoanalitico” di Oskar Pfister (1913), in OSF, vol. 7, Freud aveva fatto riferimento a una situazione come questa nei paesi di religione protestante.]

L’avvenire di un’illusione

414 [Per i termini Kultur e Zivilisation vedi l’Avvertenza editoriale che precede, in OSF, vol. 10.]

415 [Sul tema dell’ostilità degli individui verso la civiltà Freud torna nello scritto successivo Il disagio della civiltà cit.]

416 [In Russia; vedi tuttavia qui par. 9 e par. 5; e inoltre le osservazioni in merito contenute in Perché la guerra? (1932), in OSF, vol. 11 e nella lezione 35 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), ibid.]

417 [Vedi in L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 3; e vedi i parr. 7 e 8 del Disagio della civiltà cit., in OSF, vol. 10.]

418 [Vedi per esempio lo scritto di Freud di molti anni prima: Il poeta e la fantasia (1907), in OSF, vol. 5.]

419 [Il sognatore cui qui si allude è Freud stesso: vedi L’interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 6, par. G, sottopar. 7.]

420 [In Totem e tabù, in OSF, vol. 7, cap. 4, par. 6.]

421 [Lo stesso metodo di presentazione della materia è usato da Freud nello scritto contenuto in questo volume Il problema dell’analisi condotta da non medici (1926); ma vedi anche lo scritto assai più antico sui Ricordi di copertura (1899), in OSF, vol. 2.]

422 [La scelta oggettuale del tipo “per appoggio” è illustrata dettagliatamente nell’Introduzione al narcisismo (1914), in OSF, vol. 7, par. 2.]

423 [Interrotta alla fine del par. 3.]

424 [È il nome tedesco del lago di Costanza.]

425 [L’episodio risalente al 1904 (Freud aveva 48 anni) è narrato dettagliatamente nello scritto di Freud, Un disturbo della memoria sull’Acropoli: lettera aperta a Romain Rolland (1936), in OSF, vol. 11.]

426 [J. B. Foucault (1819-1868) diede la dimostrazione del movimento quotidiano della terra a mezzo del pendolo.]

427 [La proposizione: “Credo quia absurdum” (Credo perché è assurdo) è attribuita a Tertulliano. La medesima citazione è contenuta qui nel Disagio della civiltà cit., par. 5 e ancora in L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-38), in OSF, vol. 11, terzo saggio.]

428 Spero di non far torto al filosofo del “come se” attribuendogli un’opinione che non è estranea ad altri pensatori. Vedi H. Vaihinger, Die Philosophie des Als Ob (1911; 7a e 8a ed. 1922) [trad. it. F. Voltaggio La filosofia del “come se” (Astrolabio, Roma 1967) p. 59]: “Noi riportiamo nell’ambito delle finzioni non soltanto le operazioni teoretiche genericamente considerate, bensì proprio quei concetti che hanno inventato gli uomini migliori, concetti, insomma, ai quali fa riferimento il cuore della parte più nobile dell’umanità e che non è possibile eliminare. Non è certo nostra intenzione far sì che tutto si riduca a una finzione pratica, ma, d’altra parte, la verità teoretica che ad esse fa riscontro viene a cadere.” [Vedi, sulla filosofia del “come se”, quel che Freud dice nello scritto Il problema dell’analisi condotta da non medici cit., par. 2, in OSF, vol. 10.]

429 [Su questo punto vedi alcune osservazioni contenute in Inibizione, sintomo e angoscia (1925), cap. 2, in OSF, vol. 10.]

430 [Sull’“attitudine alla civiltà” (Kultureignung) vedi lo scritto di Freud, Considerazioni attuali sulla guerra e la morte (1915), in OSF, vol. 8, par. 1.]

431 [Cittadina del Tennessee in cui nell’anno 1925 un docente di scienze naturali fu accusato di aver violato le leggi dello Stato perché aveva sostenuto la teoria della discendenza animale degli uomini.]

432 [San Bonifacio (675 circa-754) nacque nel Devonshire, ma svolse fra le popolazioni di lingua tedesca la sua missione di evangelizzazione. Fu chiamato l’“Apostolo della Germania”.]

433 [Nel cap. 4 di Totem e tabù cit.]

434 [Vedi su questo punto Il disagio della civiltà cit., par. 8, in OSF, vol. 10; ma vedi anche alcune osservazioni contenute in L’uomo Mosè e la religione monoteistica cit., terzo saggio.]

435 [Vedi il saggio sul Feticismo (1927), nota 447 e 448, in OSF, vol. 10.]

436 [La “amentia” di Meynert è uno stato confusionale acuto di tipo allucinatorio. Vedi nella Metapsicologia (1915): Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno, in OSF, vol. 8.]

437 [Freud, Azioni ossessive e pratiche religiose (1907), in OSF, vol. 5; T. Reik, Dogma und Zwangsidee, Imago, vol. 13, p. 247 (1927); come volume a sé il lavoro di Reik fu pubblicato a Vienna nel 1927.]

438 [Più volte nei suoi scritti Freud ha messo in rilievo questo punto. Vedi, per esempio, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910), in OSF, vol. 6, par. 5 e nota 358. Vedi Il disagio della civiltà cit., par. 2, in OSF, vol. 10.]

439 [Negli scritti successivi Freud stabilì più volte la distinzione fra la verità cosiddetta “materiale” e la verità “storica”. Vedi in L’uomo Mosè e la religione monoteistica cit., terzo saggio, cap. 2, par. G; vedi anche lo scritto su L’acquisizione del fuoco (1931), in OSF, vol. 11 e, già nella Psicopatologia della vita quotidiana (1901), in OSF, vol. 4, cap. 12, par. C e nota 426.]

440 [L’espressione era stata usata da P. J. Moebius, Über den physiologischen Schwachsinn des Weibes (5a ed., Halle 1903). Freud vi aveva già fatto riferimento in La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno (1908), in OSF, vol. 5. Sulle inibizioni e proibizioni che la mente umana subisce a causa della religione vedi ancora, di Freud, Perché la guerra? cit. e la lezione 35 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit.]

441 [È intesa qui la lealtà verso il potere costituito.]

442 [Quando Freud scrisse questo saggio, negli Stati Uniti vigeva il proibizionismo (1920-33).]

443 [Heine, Germania, capo 1. Il termine “Unglaubensgenosse” (coirreligionario) fu applicato da Heine stesso a Spinoza. Freud lo cita come esempio di una particolare tecnica del motto: vedi Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905), in OSF, vol. 5, cap. 2, par. 11.]

444 La coppia Λόγος-Ἀνάγϰη [Logos-Ananke, Ragione-Necessità] dell’olandese Multatuli. [Vedi le nota 26 e 27, in OSF, vol. 10.]

Feticismo

445 Questa interpretazione risale al 1910, ed è contenuta nel mio scritto Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910), in OSF, vol. 6 [par. 3] senza che lì sia data una motivazione di questo fatto. [Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

446 Rettifico io stesso le mie parole aggiungendo che ho i migliori motivi per ritenere che in verità Laforgue non si esprimerebbe affatto in questo modo. In base alle sue stesse dichiarazioni [R. Laforgue, Verdrängung und Skotomisation, Int. Z. Psychoanal., vol. 12, p. 54 (1926)] “scotomizzazione” è un termine che deriva dalle descrizioni della “dementia praecox”, non dall’applicazione dei concetti psicoanalitici alle psicosi, e dunque non si attaglia ai processi di sviluppo e formazione delle nevrosi. L’esposizione di Laforgue si sforza di dilucidare tale incompatibilità.

447 [Vedi Freud, Metapsicologia (1915), in OSF, vol. 8: La rimozione.]

448 [Sul significato di questo termine e sul suo uso da parte di Freud, vedi L’organizzazione genitale infantile (1923), in OSF, vol. 9, nota 587. Ma vedi anche Il problema economico del masochismo, nota 14, La Negazione, nota 236, Differenze anatomiche tra i sessi, nota 256, in OSF, vol. 10. Nel cap. 8 del Compendio di psicoanalisi (1938), in OSF, vol. 11 Freud distinguerà ulteriormente fra “rimozione” e “rinnegamento” o “disconoscimento”, affermando che la rimozione è usata per difendersi dalle richieste pulsionali provenienti dall’interno, mentre del rinnegamento ci si avvale per difendersi dalle pretese della realtà esterna.]

449 [Vedi Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Primo saggio, par. 2, sottopar. A, nota 632; e vedi anche l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

450 [Vedi O. Rank, Das Trauma der Geburt (Vienna 1924), pp. 22 sgg.]

451 Vedi i miei scritti Nevrosi e psicosi (1923), in OSF, vol. 9 e qui La perdita di realtà nella nevrosi e nella psicosi (1924).

452 [Nello scritto Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci cit., par. 3 questa spiegazione è già in parte presente.]

453 [Freud allude qui all’“inferiorità organica” che per Adler costituisce il fondamento di ogni nevrosi. Vedi Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi (1925), nota 261, in OSF, vol. 10 e la lezione 31 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), in OSF, vol. 11.]

L’umorismo

454 [Freud, Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905), in OSF, vol. 5, C. Parte teorica, cap. 7, par. 8.]

455 [Ibid., par. 7.]

456 [Vedi nel Disagio della civiltà (1929), par. 2, in OSF, vol. 10, la lunga discussione di Freud su questi diversi metodi per evitare la sofferenza; sulla funzione difensiva dell’umorismo era già stata richiamata l’attenzione nel Motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio cit., C. Parte teorica, cap. 7, par. 7.]

457 [Ibid.].

458 [Questo tipo di atteggiamento umoristico era già stato descritto in Il poeta e la fantasia (1907), in OSF, vol. 5].

459 [Si noti che in L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 3, nota 474, Freud aveva affermato che “soltanto il sistema P-C può essere considerato il nucleo dell’Io”.]

460 [Vedi in Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921), in OSF, vol. 9, par. 8.]

461 [Vedi Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità (1921), in OSF, vol. 9, par. B.]

462 [Vedi negli scritti di Metapsicologia (1915), in OSF, vol. 8: Lutto e melanconia.]

463 [Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio cit., C. Parte teorica, cap. 6.]

464 [Ibid., cap. 7, par. 2.]

Un’esperienza religiosa

465 [Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

466 [Un ebreo infedele.]

467 [“Fratello medico”, che è stato reso qui con “caro collega” (in tedesco Wohlwollender Kollege).]

468 S. De Sanctis, La conversione religiosa (Bologna 1924).

Dostoevskij e il parricidio

469 Vedi la discussione in proposito nel volume curato da R. Fülöp-Miller e F. Eckstein, Der unbekannte Dostojewski (Monaco 1926). Stefan Zweig: “Non si arresta davanti ai limiti della morale borghese e nessuno è in grado di dire con precisione fino a che punto egli abbia trasgredito nella sua vita i confini giuridici, quanta parte degli istinti criminosi dei suoi eroi sia diventata realtà in lui medesimo” (Drei Meister, Lipsia 1920). Circa i rapporti assai stretti tra i personaggi di Dostoevskij e le vicende della sua vita, vedi le affermazioni contenute nel capitolo introduttivo del volume di R. Fülöp-Miller e F. Eckstein, Dostojewski am Roulette (Monaco 1925), affermazioni che si ricollegano a Nikolaj Strahov (Über Dostojewskis Leben und literarische Tätigkeit, in F. M. Dostojewski, Literarische Schriften, Monaco 1921, 1a ed. russa 1883). [Il tema dell’abuso sessuale di una fanciulla compare più volte negli scritti di Dostoevskij; si veda ad esempio la “Confessione di Stavrogin” nei Demoni e l’opera incompiuta Storia di un grande peccatore.]

470 [Vedi un’affermazione analoga in Freud, Osservazioni generali sull’attacco isterico (1908), in OSF, vol. 5, par. D.]

471 Vedi in proposito il saggio sul “morbo sacro di Dostoevskij” di R. Fülöp-Miller, Dostojewskis Heilige Krankheit, Wissen und Leben, Zurigo (1924) nn. 19-20. Suscita particolare interesse la notizia che nella fanciullezza dello scrittore si “verificò qualcosa di tremendo, di indimenticabile e di straziante” a cui andrebbero fatti risalire i primi segni della sua sofferenza (Suvorin, articolo in “Novoe Vremja” (1881), secondo la citazione contenuta nell’introduzione a Dostojewski am Roulette cit., p. XLV). Vedi inoltre Orest Miller nella raccolta di scritti autobiografici di Dostoevskij (Autobiographische Schriften, Monaco 1921, p. 140): “A proposito della malattia di Fëdor Mihailovič, tuttavia, c’è ancora un’altra testimonianza particolare che si riferisce ai primissimi anni della sua giovinezza e mette la malattia in relazione con un caso tragico verificatosi nella vita familiare dei genitori di Dostoevskij. Ma sebbene questa dichiarazione mi sia stata fatta verbalmente da un uomo che fu molto vicino a Fëdor Mihailovič, non so decidermi a renderla nota dettagliatamente e con precisione, perché non ho avuto conferma da nessuna parte di questa voce.” Né i biografi né gli studiosi delle nevrosi possono essere grati a Miller di questa discrezione.

472 La maggior parte dei dati, tra i quali una notizia che risale allo stesso Dostoevskij, affermano piuttosto che la malattia assunse il suo carattere definitivo, epilettico, soltanto durante il periodo di pena scontata in Siberia. Purtroppo c’è motivo di diffidare delle affermazioni autobiografiche dei nevrotici. L’esperienza insegna che la loro memoria elabora falsificazioni destinate a spezzare un contesto causale sgradito. Sembra certo tuttavia che il soggiorno nel carcere siberiano cambiò radicalmente anche la condizione morbosa di Dostoevskij. Vedi in proposito Fülöp-Miller, Dostojewskis Heilige Krankheit cit., p. 1186.

473 Fülöp-Miller ed Eckstein, Dostojewski am Roulette cit., p. XLV.

474 [Vedi la lettera di Freud a Wilhelm Fliess dell’8 febbraio 1897 in cui era già accennata questa stessa spiegazione.]

475 Vedi il mio libro Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7 [cap. 4].

476 [Le sensazioni che preannunciano un attacco isterico o epilettico.]

477 [Vedi Freud, Totem e tabù cit., cap. 4, par. 5.]

478 [Vedi la nota 472, in OSF, vol. 10.]

479 [Vedi su questo punto il terzo paragrafo, intitolato “I delinquenti per senso di colpa” dello scritto di Freud, Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico (1916), in OSF, vol. 8.]

480 Vedi il mio scritto Totem e tabù cit. Il miglior chiarimento sul senso e sul contenuto dei suoi attacchi lo dà Dostoevskij in persona, quando comunica all’amico Strahov che la sua eccitabilità e la sua depressione dopo un attacco epilettico derivano dal fatto che egli si vede come un delinquente e non può liberarsi dalla sensazione di essere gravato da una colpa a lui ignota, di aver compiuto un grave misfatto che lo opprime (Fülöp-Miller, Dostojewskis Heilige Krankheit cit., p. 1188). In queste autoaccuse la psicoanalisi intravede un barlume di riconoscimento della “realtà psichica” e si sforza di render chiara alla coscienza la colpa ignota.

481 [Amleto, atto 2, scena 2. Vedi, su questo tema, la lettera di Freud a Fliess del 15 ottobre 1897, nella quale si trova questa stessa citazione.]

482 [Vedi lo scritto successivo di Freud, La perizia della Facoltà medica nel processo Halsmann (1930), in OSF, vol. 11, dove questo tema è ripreso anche in relazione ai Fratelli Karamazov.]

483 Vedi Fülöp-Miller, Dostojewski am Roulette cit.

484 “L’essenziale è il gioco in sé stesso”, scriveva in una delle sue lettere. “Le giuro che non si trattava di avidità, benché certo io avessi soprattutto bisogno di denaro.”

485 “Restava sempre al tavolo da gioco finché non aveva perduto tutto, finché non rimaneva completamente annientato. Solo quando la sciagura si era compiuta interamente il demone abbandonava la sua anima e lasciava posto al genio creativo” (Fülöp-Miller, in Dostojewski am Roulette cit., p. LXXXVI).

486 [Il saggio è contenuto in S. Zweig, Drei Meister: Balzac, Dickens, Dostojewski (Lipsia 1920).]

487 [S. Zweig, Die Verwirrung der Gefühle (Lipsia 1927). Vedi l’Avvertenza editoriale a questo saggio, in OSF, vol. 10.]

488 [Vedi su questo tema la lettera di Freud a Wilhelm Fliess del 22 dicembre 1897 e lo scritto su La sessualità nell’etiologia delle nevrosi (1898), in OSF, vol. 2.]

489 La maggior parte delle vedute qui esposte sono contenute anche nello scritto, assai calzante, pubblicato da Jolan Neufeld, Dostojewski: Skizze zu seiner Psychoanalyse (Vienna 1923).

Il dottor Ernest Jones (per il cinquantesimo compleanno)

490 [In inglese nel testo. Vedi in questo volume Il problema dell’analisi condotta da non medici, par. 7, in OSF, vol. 10.]

491 [E. Jones, Papers on Psychoanalysis (1a ed. Londra e New York 1913) trad. it. Teoria del simbolismo, scritti sulla sessualità femminile e altri saggi (Astrolabio-Ubaldini, Roma 1972). E. Jones, Essays in Applied Psycho-Analysis, 2 voll. (Londra e New York 1951), trad. it. Saggi di psicoanalisi applicata, 2 voll. (Guaraldi, Bologna 1971).]

492 [Freud era il “Herausgeber” (direttore) sia della “Zeitschrift” che del “Journal”, dove comparve, rispettivamente in tedesco e in inglese, questo breve scritto in onore di Jones. Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.]

Un sogno di Cartesio: lettera a Maxime Leroy

493 Il sogno è pubblicato per la prima volta nell’opera di M. Leroy, Descartes, le philosophe au masque (Editions Rieder, Parigi 1929). Maxime Leroy ha sottoposto al giudizio dell’autore un sogno di Cartesio. La risposta dell’autore al materiale presentatogli è contenuta nella lettera qui pubblicata. [Vedi l’Avvertenza editoriale, in OSF, vol. 10.] Ecco il resoconto che Leroy fa del sogno in questione (ibid., vol. 1, p. 6: Les songes d’une nuit de Souabe). [Si tratta, in verità, non di un sogno, bensì di più sogni appartenenti alla stessa notte. Freud stesso, a dispetto del titolo dato a questo scritto, si riferisce ad essi al plurale.]

“Allora, nella notte, quando tutto è febbre, tempesta e panico, di fronte al dormiente si alzano dei fantasmi. Egli cerca di alzarsi per scacciarli, ma ricade giù, vergognandosi di sé, con un gran senso di debolezza al lato destro. All’improvviso si apre una finestra della camera. Spaventato, egli si sente portar via dalle folate di un vento impetuoso, che lo farà piroettare varie volte sul piede sinistro.

“Si trascina barcollando fin davanti agli edifici del collegio dove era stato educato. Con uno sforzo disperato tenta di entrare nella cappella per recitarvi le sue devozioni. In quel momento arrivano due passanti. Egli vorrebbe fermarsi, parlare con loro, e osserva che uno di essi porta un melone. Ma una violenta raffica lo risospinge verso la cappella.

“Allora apre gli occhi, tormentato da una viva sofferenza al lato sinistro. Non riesce a capire se sogna o se è desto. Mezzo sveglio, si dice che uno spirito maligno ha forse voluto tentarlo, e mormora qualche preghiera per esorcizzarlo.

“Si riaddormenta. Lo risveglia un colpo di tuono, che gli riempie la camera di scintille. Si domanda di nuovo se dorme o se è sveglio, se si tratta di un sogno o di una fantasticheria, apre gli occhi e li richiude per giungere a una qualche conclusione. Poi, rassicurato, si assopisce, vinto dalla stanchezza.

“Col cervello in fiamme, eccitato dai rumori e dalle sorde sofferenze, Cartesio apre un dizionario, poi una raccolta di poesie. Questo intrepido viaggiatore si sofferma a fantasticare sul verso [di Ausonio]: ‘Quod vitae sectabor iter?’ [Che cammino seguirò nella vita?]. Un altro viaggio nel paese dei sogni? Allora all’improvviso sopraggiunge un uomo ch’egli non conosce, e pretende di fargli leggere un passo di Ausonio, che comincia con le parole ‘Est et non’. Ma l’uomo scompare, ne sopravviene un altro. Poi scompare anche il libro, per ripresentarsi ornato di ritratti incisi su metallo. Alla fine torna la quiete nella notte.”

494 [Sui sogni “dall’alto” e “dal basso” vedi Freud, Osservazioni sulla teoria e pratica dell’interpretazione dei sogni (1922), in OSF, vol. 9, par. 3.]

495 Maxime Leroy (op. cit., pp. 85 sgg.) riporta a questo punto il testo seguente:

“Egli [Cartesio] ritenne che il ‘dizionario’ non significasse altro che l’insieme di tutte quante le scienze, e che la ‘raccolta di poesie’ intitolata Corpus poetarum indicasse specificamente e in maniera più marcata la filosofia e la saggezza unite insieme... Cartesio, continuando a interpretare il suo sogno mentre dormiva, ritenne che la parte del verso che si riferisce all’incertezza sul tipo di vita che bisogna scegliere, e che comincia con ‘Quod vitae sectabor iter?’ stesse a significare i buoni consigli di una persona saggia, o addirittura la teologia morale.

“Coi poeti raccolti nel Corpus egli intendeva la Rivelazione e l’Entusiasmo, da cui non disperava di vedersi favorito e nel verso ‘Est et non’ (che equivaleva al Sì e No di Pitagora) egli ravvisava il vero e il falso nelle conoscenze degli uomini, nonché le scienze profane. Vedendo che l’applicazione di tutte queste cose riusciva così bene e di ciò rallegrandosi, egli fu abbastanza audace da convincersi che era stato lo spirito della verità a volergli aprire, per mezzo di questo sogno, i tesori di tutte le scienze. E poiché non gli restava altro da spiegare se non i piccoli ritratti incisi su metallo trovati nel secondo libro, dopo che un pittore italiano il giorno appresso venne a fargli una visita, egli smise di cercare tale spiegazione. Quest’ultimo sogno, che nient’altro aveva avuto se non una grande dolcezza e gradevolezza, indicava, a suo parere, l’avvenire, e aveva a che fare soltanto con ciò che gli sarebbe capitato nel prosieguo della vita; i due sogni precedenti egli li prese invece come avvertimenti minacciosi riguardanti la propria vita passata, che davanti a Dio poteva non esser stata così innocente come davanti agli uomini. Per questo motivo, a suo parere, i due sogni erano stati accompagnati da un senso di terrore e spavento. Il melone che gli era stato offerto in dono nel primo sogno, significava, stando alle sue parole, le attrattive della solitudine, presentate però con allettamenti esclusivamente umani. Il vento che lo aveva sospinto verso la chiesa del collegio, quando egli aveva male al lato destro, non era altro che lo Spirito maligno che cercava di gettarlo con forza in un luogo dove egli aveva già intenzione di andare di sua spontanea volontà. Per questo Dio non aveva permesso che egli si spingesse più oltre e si lasciasse trascinare addirittura verso un luogo sacro da uno spirito non mandato da Lui: eppure egli era stato convintissimo che a fargli fare i primi passi verso quella chiesa fosse stato proprio lo spirito di Dio. Lo spavento da cui era stato colto durante il secondo sogno, indicava, a suo avviso, la sua sinderesi, ossia i rimorsi della sua coscienza riguardanti i peccati che egli poteva aver commesso nella vita condotta fino ad allora. Il fulmine di cui egli udì il fragore era il segnale dello spirito della verità che scendeva su di lui per possederlo.”

Il disagio della civiltà

496 [Freud, L’avvenire di un’illusione (1927) qui in questo volume al par. 1.]

497 [Nota aggiunta nel 1931] Liluli, poesia del 1919. Dopo la comparsa dei due libri La vie de Ramakrishna [1929] e La vie de Vivekananda (1930), non ho più bisogno di nascondere che l’amico di cui si parla nel testo è Romain Rolland. [La lettera di Romain Rolland sul sentimento “oceanico” era del 5 dicembre 1927. Le lettere del 14 e 20 luglio 1929 in cui, durante la composizione di questo saggio, Freud chiese a Rolland il permesso di citarlo si leggono in Freud, Lettere 1873-1939 (Boringhieri, Torino 1960) pp. 357 sg.: “In quali mondi, per me estranei, Lei si muove! La mistica è per me qualcosa di precluso, come la musica.” Vedi anche la lettera A Romain Rolland, in OSF, vol. 10.]

498 Vedi Hannibal di Christian Dietrich Grabbe [1801-1836]: “Ja, aus der Welt werden wir nicht fallen. Wir sind einmal darin” [Comunque non cadremo fuori dal mondo. Ci stiamo dentro una volta per tutte].

499 [Vedi nel caso clinico del presidente Schreber (1910), in Osservazioni psicoanalitiche di un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente, in OSF, vol. 6, par. 3, nota 508.]

500 Si vedano i numerosi lavori sullo sviluppo dell’Io e sul senso dell’Io, a cominciare dall’articolo di Ferenczi, Entwicklungsstufen des Wirklichkeitssinnes, Int. Z. (ärztl.) Psychoanal., vol. 1, p. 124 (1913) fino ai contributi di Paul Federn del 1926, 1927 e oltre.

501 [Freud si muove qui su un terreno che gli è familiare. Vedi lo scritto La negazione (1925), nota 240, in OSF, vol. 10.]

502 [È l’“azione specifica” del Progetto di una psicologia del 1895, in OSF, vol. 2. Freud aveva già tracciato nel cap. 1 di quell’opera le grandi linee di questa argomentazione teorica, ripresa poi più volte nei suoi scritti.]

503 [Vedi lo scritto di Freud, Precisazioni sui due princìpi dell’accadere psichico (1911), in OSF, vol. 6.]

504 [Vedi la nota 451 aggiunta nel 1907 alla Psicopatologia della vita quotidiana (1901), in OSF, vol. 4.]

505 Seguo The Cambridge Ancient History, vol. 7 (1928): “The Founding of Rome”, di Hugh Last.

506 Goethe, Xenie miti, libro 9.

507 [Nel suo romanzo Effi Briest (1895); vedi la stessa citazione in Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), in OSF, vol. 8, lezione 23.]

508 Wilhelm Busch in Die fromme Helene [Elena la pia, 1872] dice, a un livello più basso, la stessa cosa: “Wer Sorgen hat, hat auch Likör” [Chi ha dolori, ha anche liquori].

509 Goethe giunge ad ammonire che “niente è più difficile da sopportare di una serie di belle giornate”. Tuttavia questa può essere un’esagerazione. [Freud parafrasa i seguenti versi scritti da Goethe a Weimar (1810-12):

Alles in der Welt lässt sich ertragen
Nur nicht eine Reihe von schönen Tagen.
”]

510 [Sorgenbrecher, espressione tipica tedesca riferita al vino.]

511 Quando una particolare predisposizione non prescriva imperiosamente la direzione degli interessi vitali, il comune lavoro professionale, accessibile a tutti, può assumere il ruolo che gli è assegnato dal saggio consiglio di Voltaire [vedi in OSF, vol. 10]. Non è possibile nello spazio di un’esposizione sommaria valutare adeguatamente il significato del lavoro per l’economia libidica. Nessun’altra tecnica di condotta della vita lega il singolo così strettamente alla realtà come il concentrarsi sul lavoro, poiché questo lo inserisce sicuramente almeno in una parte della realtà, nella comunità umana. La possibilità di spostare una forte quantità di componenti libidiche, narcisistiche, aggressive, e perfino erotiche sul lavoro professionale e sulle relazioni umane che ne conseguono, conferisce al lavoro un valore in nulla inferiore alla sua indispensabilità per il mantenimento e la giustificazione dell’esistenza del singolo nella società. L’attività professionale procura una soddisfazione particolare se è un’attività liberamente scelta, tale cioè da rendere utilizzabili, per mezzo della sublimazione, inclinazioni preesistenti, moti pulsionali persistenti cui già per costituzione l’individuo è vigorosamente predisposto. Eppure il lavoro come cammino verso la felicità è stimato poco dagli uomini. Non ci si rivolge ad esso come alle altre possibilità di soddisfacimento. La grande maggioranza degli uomini lavora solo se spinta dalla necessità, e da questa naturale avversione degli uomini per il lavoro scaturiscono problemi sociali spinosissimi.

512 Vedi Precisazioni sui due princìpi dell’accadere psichico cit. e Introduzione alla psicoanalisi cit., lez. 23.

513 [La parola tedesca Reiz significa, in senso tecnico, stimolo, e, nel linguaggio comune, “attrattiva”. Freud aveva argomentato in modo simile nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in OSF, vol. 4, Terzo Saggio, par. 1 e poi in una nota aggiunta nel 1914, la nota 635.]

514 [Freud allude a un detto di Federico il Grande. Vedilo citato qui nello scritto Il problema dell’analisi condotta da non medici (1926), par. 6.]

515 [Questa tipologia sarà sviluppata da Freud nello scritto successivo sui Tipi libidici (1931), in OSF, vol. 11.]

516 [Nota aggiunta nel 1931] Mi preme accennare almeno a una delle lacune che sono rimaste in questa esposizione. Qualsiasi disamina delle possibilità umane di felicità non dovrebbe tralasciare di approfondire il rapporto che intercorre tra narcisismo e libido oggettuale. Si vorrebbe sapere che cosa significa per l’economia della libido che uno si basi essenzialmente sulle proprie forze.

517 [Vedi L’avvenire di un’illusione cit., par. 8, e le nota 435 e nota 438, in OSF, vol. 10.]

518 [Di questo problema Freud aveva già discusso piuttosto ampiamente in L’avvenire di un’illusione cit., par. 1.]

519 Vedi il mio scritto L’avvenire di un’illusione cit., par. 1, in OSF, vol. 10.

520 [Kultur. Sulla traduzione italiana di questo termine con la parola “civiltà” vedi l’Avvertenza editoriale a L’avvenire di un’illusione cit., in OSF, vol. 10.]

521 Il materiale psicoanalitico, per quanto incompleto e di difficile interpretazione, permette almeno una congettura (che sembra fantastica) sull’origine di questa impresa umana. Si direbbe che il maschio primitivo fosse abituato, quando incontrava il fuoco, a soddisfare su di esso un desiderio infantile spegnendolo con il suo zampillo d’urina. Sull’originaria interpretazione fallica delle fiamme che guizzano e si levano in alto, stando alle leggende che possediamo, non ci può essere dubbio alcuno. L’atto di spegnere il fuoco orinando – cui tuttora si rifanno quei tardi giganti che sono Gulliver a Lilliput e il Gargantua di Rabelais – fu dunque una specie di atto sessuale con un uomo, un dilettarsi della potenza virile in competizione omosessuale. Colui che per primo rinunciò a questo piacere e risparmiò il fuoco, poté portarlo con sé e piegarlo al suo servizio. Smorzando il fuoco del proprio eccitamento sessuale, egli aveva domato la forza naturale del fuoco. Questa grande conquista della civiltà sarebbe perciò il premio di una rinuncia pulsionale. Inoltre, si direbbe che la donna fosse stata posta a guardia del fuoco tenuto prigioniero nel focolare domestico, poiché la sua costituzione anatomica le rendeva impossibile cedere a un simile allettamento. È del pari notevole come le esperienze analitiche testimonino regolarmente della connessione tra ambizione, fuoco ed erotismo urinario. [Sulla simbologia del fuoco e sul suo rapporto con l’urina Freud aveva già fatto alcune osservazioni nel caso clinico di Dora (1901), in Frammento di un’analisi d’isteria, in OSF, vol. 4, par. 2. Ma vedi soprattutto lo scritto su L’acquisizione del fuoco (1931), in OSF, vol. 11.]

522 [“O inezia della natura!”: questo inciso di sapore scespiriano è in realtà una eco delle parole rivolte da Pericle di Tiro alla sua figlioletta nel romanzo in prosa The Painfull Aduentures of Pericles Prince of Tyre (1608) di George Wilkins. Attorno a questo romanzo si è affaticata la critica per stabilirne la relazione col contemporaneo dramma di Shakespeare, Pericle, principe di Tiro. La frase in questione era citata anche nell’opera del critico danese G. Brandes, William Shakespeare (Parigi-Lipsia-Monaco 1896). Così si spiega che fosse conosciuta da Freud, il quale possedeva il libro di Brandes in una traduzione tedesca e l’aveva già citato nella Interpretazione dei sogni (1899), in OSF, vol. 3, cap. 5, par. D, sottopar. β e nel Motivo della scelta degli scrigni (1913), in OSF, vol. 7, par. 1.]

523 [La “Foresta viennese”, alture boscose a nord e a ovest della città.]

524 [Luigi XIV di Francia.]

525 [La celebre isola del Lago Maggiore in cui Napoleone passò qualche giorno prima della battaglia di Marengo.]

526 [Nel saggio contenuto in questo volume L’avvenire di un’illusione cit., par. 1.]

527 Vedi il mio scritto Carattere ed erotismo anale (1908), in OSF, vol. 5 e numerosi ulteriori contributi di Ernest Jones [Anal-Erotic Character Traits, J. abnorm. Psychol., vol. 13, p. 261 (1918)] e altri.

528 [Terzo, dopo la formazione di particolarità del carattere e la sublimazione.]

529 [Sulla civiltà come “processo” Freud tornerà più oltre in questo saggio nei parr. 6 e 8. Ma vedi anche lo scritto successivo Perché la guerra? (1952), in OSF, vol. 11.]

530 La periodicità organica del processo sessuale innegabilmente si è conservata, ma il suo influsso sull’eccitamento sessuale psichico si è piuttosto rovesciato nel contrario. Questo cambiamento si connette soprattutto con la diminuzione degli stimoli olfattivi, per mezzo dei quali il processo mestruale agiva sulla psiche maschile. Il loro posto fu preso dagli eccitamenti visivi che, contrariamente agli intermittenti stimoli olfattivi, potevano mantenere un effetto permanente. Il tabù della mestruazione deriva da questa “rimozione organica” come difesa contro una fase evolutiva ormai superata; tutte le altre motivazioni sono probabilmente di natura secondaria (vedi C. D. Daly, Hindumythologie und Kastrationskomplex, Imago, vol. 13, p. 145 (1927)). Questo processo si ripete a un altro livello quando gli dèi di un periodo di civiltà superato si mutano in dèmoni. La diminuzione degli stimoli olfattivi, poi, sembra la conseguenza dell’alzarsi degli uomini da terra, dell’assunzione dell’andatura eretta, che rese visibili e bisognosi di difesa i genitali finallora nascosti e provocò così il senso del pudore. All’inizio del fatale processo d’incivilimento ci sarebbe dunque l’ergersi dell’uomo da terra. La catena degli eventi, dopo esser passata attraverso la svalutazione degli stimoli olfattivi e l’isolamento del periodo mestruale, procedette di qui fino ad attribuire preponderanza agli stimoli visivi, alla visibilità dei genitali e, oltre, fino alla continuità dell’eccitamento sessuale, alla fondazione della famiglia e in tal modo fino alla soglia della civiltà umana. Questa è soltanto una speculazione teorica, che è però abbastanza importante da meritare un’esatta verifica nella condizione di esistenza degli animali più vicini all’uomo.

Anche nella tendenza propria della civiltà alla pulizia, che trova una giustificazione posteriore in considerazioni igieniche, ma che si era manifestata già prima che esse fossero note, è inconfondibile un fattore sociale. L’impulso alla pulizia ha origine dalla necessità di eliminare gli escrementi, che sono divenuti sgraditi alla percezione sensoriale. Noi sappiamo che nell’infanzia le cose vanno diversamente. Gli escrementi non provocano alcuna repulsione nel bambino, gli sembrano parti preziose staccatesi dal suo corpo. L’educazione insiste qui con particolare energia ad affrettare il successivo corso dello sviluppo, che deve rendere gli escrementi privi di valore, nauseabondi, schifosi e riprovevoli. Un simile capovolgimento dei valori sarebbe quasi impossibile se le sostanze espulse dal corpo non fossero condannate per il loro forte odore a condividere il destino che, da quando gli uomini si erseso da terra, è riservato agli stimoli olfattivi. L’erotismo anale soccombe dunque, prima di tutto, alla “rimozione organica”, che ha spianato la via alla civiltà. Il fattore sociale, che provvede all’ulteriore trasformazione dell’erotismo anale, è attestato dal fatto che, nonostante tutti i progressi evolutivi, l’uomo non trova poi così repellente l’odore dei propri escrementi, ma solo quello delle secrezioni altrui. Chi non è pulito, cioè chi non nasconde i suoi escrementi, offende perciò gli altri, non mostra alcuna considerazione per loro, come è confermato anche dagli insulti più forti e più abituali. Sarebbe inoltre inconcepibile che l’uomo usasse come ingiuria il nome del suo più fedele amico del mondo animale, se il cane non si fosse tirato addosso il disprezzo dell’uomo a causa di due caratteristiche: di essere un animale che ha un olfatto ma non ha schifo degli escrementi, e di non vergognarsi delle sue funzioni sessuali. [Su questo vedi la nota 535, in OSF, vol. 10.]

[Si noti che del concetto di influssi organici sulla rimozione sessuale che sta a fondamento della civiltà non vi è traccia nello scritto La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno (1908), in OSF, vol. 5, ove Freud tratta di un argomento simile ma accenna piuttosto a imposizioni sociali. Qualche parola (non molto di più) in questa linea di pensiero si trova in altri scritti; vedi ad esempio i Tre saggi sulla teoria sessuale cit., Secondo saggio, par. 1, e, nei Contributi alla psicologia della vita amorosa: 2. Sulla più comune degradazione della vita amorosa (1912), in OSF, vol. 6, par. 3. Ma è importante notare che il concetto compariva già nelle lettere a Wilhelm Fliess dell’11 gennaio e, soprattutto, del 14 novembre 1897.]

531 [Freud chiama qui “famiglia primitiva” quel che altrimenti aveva perlopiù chiamato “orda primordiale”. J. J. Atkinson, da cui la concezione freudiana è in gran parte derivata (Primal Law, incluso in A. Lang, Social Origins, Londra 1903) aveva invece parlato di “famiglia ciclopica”. Su tutto ciò vedi Totem e tabù (1912-13), in OSF, vol. 7, par. 4, sottopar. 5 e le nota 280, 281 e 282.]

532 [Qui “economico” traduce il tedesco ökonomisch, che si riferisce all’aspetto quantitativo della libido impiegata, mentre nella frase precedente rende il tedesco wirtschaftlich. Non si equivochi sul casuale accostamento delle due diverse accezioni della parola italiana.]

533 [Il compenso è di ottenere una certa sicurezza. Vedi par. 5, in OSF, vol. 10.]

534 Tra i racconti di quel sottile narratore inglese che è John Galsworthy, il quale gode oggi di generale riconoscimento, ve n’è uno che apprezzo da molto tempo che s’intitola The Apple-Tree [Il melo]. Esso mostra in maniera persuasiva come nella vita dell’uomo civile contemporaneo non ci sia più posto per l’amore semplice, naturale di due esseri umani.

535 Alcune annotazioni a sostegno della congettura espressa nel testo: Anche l’uomo è un organismo animale d’indubbia disposizione bisessuale. L’individuo corrisponde a una fusione di due metà simmetriche, di cui, secondo l’opinione di alcuni ricercatori, l’una è puramente maschile, l’altra femminile. È ugualmente possibile che ogni metà fosse originariamente ermafrodita. La sessualità è un fatto biologico che, per quanto di straordinaria importanza per la vita psichica, è difficile da afferrare psicologicamente. Siamo abituati a dire: ogni essere umano rivela moti pulsionali, bisogni, attributi tanto maschili quanto femminili, ma, mentre l’anatomia può mostrare l’elemento particolare del maschile e del femminile, la psicologia non può farlo. Per essa il contrasto dei sessi sfuma in quello di attività e passività, dove noi fin troppo facilmente facciamo coincidere l’attività con la mascolinità e la passività con la femminilità, il che non trova affatto conferma senza eccezione nel regno animale. La dottrina della bisessualità presenta ancora molti lati oscuri, e la mancanza tuttora di un collegamento tra essa e la dottrina delle pulsioni costituisce, per la psicoanalisi, un grave impedimento. Comunque stiano le cose, se ammettiamo come un fatto che ogni individuo nella sua vita sessuale vuole soddisfare desideri sia maschili che femminili, non possiamo escludere che queste richieste non siano appagate dallo stesso oggetto e che possano disturbarsi a vicenda se non si riesce a tenerle separate dirigendo ogni impulso in un canale particolare ad esso adatto.

Un’altra difficoltà sorge perché alla relazione erotica, oltre la componente sadica che le è propria, molto spesso viene associato un ammontare di aggressività diretta. L’oggetto d’amore non sempre dimostrerà di capire e tollerare queste complicazioni; le capiva invece quella contadina che si lamentava che suo marito non l’amava più, perché non l’aveva più bastonata da una settimana.

La congettura più penetrante, però, è quella che si collega alle osservazioni svolte nella prima nota di questo paragrafo [vedi nota 530, in OSF, vol. 10]; col portamento eretto e con la svalutazione del senso dell’olfatto, l’intera sessualità, non solo l’erotismo anale, minacciò di soccombere alla rimozione organica, e così da allora alla funzione sessuale si accompagna una ripugnanza, inspiegabile ulteriormente, la quale impedisce un soddisfacimento completo e distoglie dalla meta sessuale favorendo sublimazioni e spostamenti libidici. So che Bleuler – Der Sexualwiderstand, Jb. psychoanal. psychopath. Forsch., vol. 5, p. 442 (1913) – ha accennato una volta all’esistenza di un simile atteggiamento originario di repulsione per la vita sessuale. Tutti i nevrotici, e molti oltre a loro, si scandalizzano del fatto che “inter urinas et faeces nascimur”. I genitali producono anch’essi forti sensazioni olfattive che per molti sono insopportabili e diminuiscono il piacere dell’amplesso sessuale. Risulterebbe così che la più profonda radice della rimozione sessuale – rimozione che va di pari passo con la civiltà – è la difesa organica della nuova forma di vita acquisita con l’andatura eretta di contro all’esistenza animale precedente: questo risultato della ricerca scientifica collima in modo sorprendente con banali pregiudizi che spesso vengono enunciati. Nondimeno queste sono per ora solo incerte possibilità, che la scienza non ha corroborato. Non dobbiamo nemmeno dimenticare che, nonostante l’innegabile svalutazione degli stimoli olfattivi, esistono nella stessa Europa popoli che apprezzano come modi per stimolare la sessualità quei forti odori genitali per noi così sgradevoli e non vorrebbero farne a meno. (Si vedano i dati folkloristici raccolti da Iwan Bloch nella sua “inchiesta” Über den Geruchssinn in der vita sexualis [Sul senso dell’olfatto nella vita sessuale] in diverse annate della rivista di Friedrich S. Krauss, “Anthropophyteia”.)

[Sulla difficoltà di stabilire il significato psicologico della “mascolinità” e della “femminilità” vedi la nota 742 che Freud aggiunse nel 1914 al terzo dei suoi Tre saggi sulla teoria sessuale cit.; ma vedi anche le considerazioni svolte all’inizio della lezione 33 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) (1932), in OSF, vol. 11. Sull’importanza della prossimità fra organi sessuali e organi escretori Freud aveva richiamato l’attenzione già nel dicembre 1895, quando scrisse le Minute teoriche per Wilhelm Fliess (1892-97), in OSF, vol. 2, Minuta K. Ma su questo tema tornò in seguito più volte: vedi, per esempio, il caso clinico di Dora, in Frammento di un’analisi d’isteria cit., par. 1, nota 485 e, nei Contributi alla psicologia della vita amorosa: 2. Sulla più comune degradazione della vita amorosa cit., par. 3.]

536 [Vedi il par. 4, in OSF, vol. 10. Sul concetto di “inerzia psichica” in generale, di cui l’inerzia della libido è un caso particolare, vedi lo scritto Comunicazione di un caso di paranoia in contrasto con la teoria psicoanalitica (1915), in OSF, vol. 8, nota 230.]

537 [Vedi il par. 3, in OSF, vol. 10. Ma vedi anche La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno cit.]

538 Un grande poeta può permettersi di dare espressione, almeno scherzando, a verità psicologiche rigorosamente messe al bando. Così Heinrich Heine confessa: “Ho un temperamento il più pacifico che esista. I miei desideri sono: un’umile capanna con il tetto di paglia, ma un buon letto, buon cibo, latte e burro freschissimi, fiori davanti alla finestra, qualche bell’albero davanti alla porta, e se il buon Dio mi volesse rendere del tutto felice, mi dovrebbe procurare la gioia di vedere sei o sette dei miei nemici impiccati a questi alberi. Prima che muoiano, con cuore commosso, perdonerò loro tutti i torti che mi hanno fatto in vita: certo, si deve perdonare ai propri nemici, ma non prima che siano stati impiccati” (Gedanken und Einfälle, 1).

539 [Vedi in L’avvenire di un’illusione cit., par. 5, nota 427, in OSF, vol. 10. Freud torna sul comandamento di amare il prossimo come sé stessi qui nel par. 8.]

540 [È un celeberrimo motto di Plauto, Asinaria, II, 4, 88.]

541 Chi nei suoi giovani anni ha assaggiato l’amarezza della povertà, ha sperimentato l’indifferenza e l’arroganza dei possidenti, dovrebbe essere al riparo dal sospetto di non avere comprensione e benevolenza per gli sforzi intesi a combattere la disuguaglianza di condizione economica fra gli uomini e ciò che da essa deriva. Certo, se questa lotta si vuole richiamare all’astratta esigenza dell’uguaglianza fra tutti gli uomini, conforme a giustizia, un’obiezione ovvia è che la natura, concedendo ai singoli le più diverse doti fisiche e attitudini spirituali, ha istituito ingiustizie contro cui non c’è rimedio.

542 [Vedi Freud, Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921), in OSF, vol. 9, par. 6, nota 315; ma vedi anche l’ultima parte della lezione 33 dell’Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni) cit.]

543 [Vedi Contributi alla psicologia della vita amorosa cit.: 3. Il tabù della verginità e Psicologia delle masse e analisi dell’Io cit., par. 6.]

544 [Janet parlava, riferendosi all’individuo, di “misère psychologique”, per significare l’incapacità di sintesi che egli attribuiva al nevrotico. L’espressione “psychologisches Elend” qui usata da Freud ne è presumibilmente la traduzione in tedesco.]

545 Vedi il mio saggio Psicologia delle masse e analisi dell’Io cit.

546 [Vedi nell’Avvertenza editoriale agli scritti di Metapsicologia (1915), in OSF, vol. 8 una concisa rassegna delle posizioni freudiane su questo tema; ma vedi anche Al di là del principio di piacere (1920), in OSF, vol. 9, par. 6, nota 245.]

547 [In Die Weltweisen.]

548 [Ciò avvenne nel 1894, nella Minuta teorica E per Wilhelm Fliess, in OSF, vol. 2, e in Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia”, in OSF, vol. 2, par. 2. Si noti, inoltre, che per l’energia delle pulsioni dell’Io o di autoconservazione Freud si servì del termine “interesse”.]

549 [Sulla concezione “ampliata” dell’amore propria della psicoanalisi e sulla sua analogia con l’Eros platonico vedi Psicologia delle masse e analisi dell’Io cit., par. 4 e nota 299 e 300.]

550 [Vedi su questo punto L’Io e l’Es (1922), in OSF, vol. 9, par. 4, nota 511.]

551 [Freud, Introduzione al narcisismo (1914), in OSF, vol. 7. Vedi anche la lez. 26 dell’Introduzione alla psicoanalisi cit.]

552 Vi è qui un contrasto rimarchevole tra la tendenza instancabile dell’Eros a espandersi e la generale natura conservativa delle pulsioni; di qui può prendere le mosse l’impostazione di ulteriori problemi.

553 [Vedi Al di là del principio di piacere cit., par. 6.]

554 [Vedi l’Avvertenza editoriale a questo scritto.]

555 [Denn die Kindlein,

Sie hören es nicht gerne.

Goethe, Die Ballad von vertriebenenen und heimgekehrten Grafen (La ballata del conte esiliato e ritornato in patria).]

556 [Sistema religioso, fondato nel 1866, secondo cui ogni malattia dello spirito e del corpo può essere vinta mediante la piena comprensione della parola di Gesù. Vedi Il problema dell’analisi condotta da non medici, par. 6, in OSF, vol. 10.]

557 È straordinariamente convincente il modo in cui il principio del male viene identificato con la pulsione distruttiva nel Mefistofele di Goethe [Faust, pt. 1, scena dello Studio (I); trad. it. Franco Fortini (Mondadori, Milano 1970).]

Denn alles, was entsteht,
Ist wert, dass es zu Grunde geht (...)
So ist denn alles, was Ihr Sünde,
Zerstö
rung, kurz das Böse nennt,
Mein eigentliches Element.

[...Nulla
c’è che nasca e non meriti
di finire disfatto (...)
Così tutto quello che dite Peccato
o Distruzione, Male insomma,
è il mio elemento vero.]

Il diavolo stesso non chiama suo avversario ciò che è santo e buono, bensì la forza che ha la natura di generare, di moltiplicare la vita, dunque l’Eros:

Der Luft, dem Wasser, wie der Erden
Entwinden tausend Keime sich,
Im Trocknen, Feuchten, Warmen, Kalten!

Hätt’ ich mir nicht die Flamme vorbehalten,

Ich hätte nichts Aparts für mich.

[Dall’aria, dall’acqua e dalla terra,
sia nel secco o nell’umido, sia nel caldo o nel freddo,
si spiccano germi a migliaia.
Se non mi fossi riservato il fuoco
non mi restava un angolo...]

[A quest’ultimo passo goethiano Freud aveva alluso nell’Interpretazione dei sogni cit., cap. 1, par. G.]

558 La nostra concezione odierna è approssimativamente questa: affermiamo che la libido partecipa ad ogni manifestazione pulsionale, ma che non tutto in quella manifestazione è libido.

559 [Vedi Freud, Al di là del principio di piacere cit., passim.]

560 Probabilmente con questa precisazione: nella forma che dovette assumere in seguito a un certo evento ancora da scoprire.

561 [“Eiapopeia vom Himmel”, parole tratte dal capo 1 del poemetto di Heine, Deutschland (Germania). Vedilo citato qui in L’avvenire di un’illusione cit., par. 9.]

562 [In tutto questo paragrafo la parola “coscienza” è sempre adoperata nell’accezione di “coscienza morale”, per la quale il tedesco dispone di un termine specifico: Gewissen, diverso da Bewusstsein (“coscienza” nell’accezione di “consapevolezza”).]

563 [Vedi Il problema economico del masochismo (1924), in OSF, vol. 10. È qui usato il termine Schuldbewusstsein (“coscienza della propria colpa”) chiaramente nello stesso senso di Schuldgefühl (“senso di colpa” o “sentimento di colpa”) usato poco più avanti. Vedi anche il par. 8, nota 578, in OSF, vol. 10.]

564 Viene in mente il famoso mandarino di Rousseau! [Su questo problema sollevato da Rousseau, o a lui attribuito, vedi Freud, Considerazioni attuali sulla guerra e la morte (1915), in OSF, vol. 8, par. 2, nota 223.]

565 Che in questa esposizione sommaria siano nettamente separate cose che in realtà trapassano gradualmente l’una nell’altra e che non si tratti soltanto dell’esistenza di un Super-io, ma della sua forza relativa e sfera d’influenza, dovrebbe essere abbastanza ovvio e non è cosa che va dimenticata. D’altronde ciò che è stato detto finora sulla coscienza e sulla colpa è universalmente noto e pressoché fuori discussione.

566 [Questa tesi, all’apparenza paradossale, era già stata enunciata da Freud in precedenza: vedi L’Io e l’Es cit., par. 5 e nota 520; ma vedi anche par. 7, in OSF, vol. 10.]

567 [Il termine qui usato è “Heiligkeit”. Questo stesso termine era stato usato in un senso un po’ diverso nelle Minute teoriche per Wilhelm Fliess cit.: Minuta M (1897) e in La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno cit. È stato reso ivi con il termine italiano “sacro”.]

568 Mark Twain tratta di questa morale che la sfortuna rende più esigente in una deliziosa storiella: The First Melon I ever Stole [Il primo melone che rubai]. Accadde che questo primo melone fosse acerbo. Ho sentito Mark Twain raccontare in pubblico di persona questa storiella. Dopo che ebbe enunciato il titolo s’interruppe e si chiese dubbioso: “Was it the first? [Era davvero il primo?]. Con ciò aveva detto tutto. Il primo non era dunque l’unico. [L’ultima frase fu aggiunta nel 1931. La conferenza di Twain a Vienna è menzionata nella lettera che Freud scrisse a Fliess il 9 febbraio 1898.]

569 [Un’esposizione ben più approfondita dei rapporti fra il popolo d’Israele e il suo Dio si trova in Freud, L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi (1934-38), in OSF, vol. 11.]

570 [Gewissensangst. Su questo tema vedi Inibizione, sintomo e angoscia (1925), cap. 7 e nota 321, in OSF, vol. 10. Ma vedi anche Il problema economico del masochismo cit.]

571 [Ma vedi come Freud prosegue questo ragionamento nel par. 8, in OSF, vol. 10.]

572 Come è stato giustamente messo in rilievo da Melanie Klein e da alcuni altri autori inglesi.

573 Franz Alexander in Die Psychoanalyse der Gesamtpersönlichkeit [La psicoanalisi della personalità totale] (Vienna 1927) ha fatto uno studio preciso dei due tipi principali di metodi educativi patogeni, quello eccessivamente severo e quello che vizia i bambini, ricollegandosi allo studio di August Aichhorn sulla gioventù traviata [Verwahrloste Jugend (Vienna 1925); vedi la prefazione di Freud al libro di Aichhorn, in OSF, vol. 10]. Il padre “troppo molle e indulgente” provocherà nel fanciullo la formazione di un Super-io severissimo, perché a questo fanciullo, sotto l’impressione dell’amore che riceve, non rimane altra via d’uscita che rivolgere all’interno la propria aggressività. Nel fanciullo traviato, che fu allevato senza amore, manca la tensione tra Io e Super-io, tutta la sua aggressività può rivolgersi verso l’esterno. Prescindendo quindi da un fattore costituzionale sempre supponibile, si può dire che la coscienza severa sorge dalla cooperazione di due influssi vitali: la frustrazione pulsionale, che scatena l’aggressività, e l’esperienza d’amore, che volge all’interno questa aggressività e la trasmette al Super-io.

574 Vedi Totem e tabù cit. [par. 4].

575 Goethe, canzone dell’arpista nel Wilhelm Meister [libro 2, cap. 13. Vedi la citazione di questi primi due versi nello scritto di Freud Il sogno (1900), in OSF, vol. 4, par. 2.]

576 “Così la coscienza ci fa tutti vili...” [Shakespeare, Amleto, atto 3, scena 1.]

Che l’educazione odierna nasconda al giovanetto l’importanza che avrà nella sua vita la sessualità non è l’unico rimprovero che si deve rivolgerle. Essa pecca anche nel non prepararlo alle aggressioni di cui è destinato a diventare l’oggetto. Introducendo la gioventù nella vita con un orientamento psicologico così sbagliato, l’educazione si comporta come se si equipaggiassero di vestiti da estate e di carte dei laghi italiani persone che partono per una spedizione polare. In ciò risulta chiaro un certo abuso delle esigenze etiche, il cui rigore non farebbe tanto danno se l’educazione dicesse: “Così gli uomini dovrebbero essere per diventar felici e per rendere felici gli altri; ma occorre tener conto che la realtà è diversa.” Invece si lascia credere al giovanetto che tutti gli altri attuino i precetti etici, siano cioè virtuosi. Su ciò si fonda l’esigenza che anche lui diventi tale.

577 [“Coscienza”, qui e in tutto questo capoverso significa consapevolezza (Bewusstsein), non coscienza morale (Gewissen). Vedi il par. 7, nota 562, in OSF, vol. 10.]

578 [“Schuldbewusstsein” invece di “Schuldgefühl”. Altre volte però Freud usa questi due termini esattamente come sinonimi. Vedi il par. 7 e la nota 563, in OSF, vol. 10.]

579 [Cioè: quanto a posizione nella psiche. I tópoi (= luoghi) possono essere relativi o ai sistemi: Inconscio, Preconscio, Coscienza, oppure alle istanze: Es, Io, Super-io.]

580 [Vedi Inibizione, sintomo e angoscia cit., cap. 8, in OSF, vol. 10. Sul fatto che non si può propriamente parlare di “sensazioni inconsce” vedi L’Io e l’Es cit., par. 2.]

581 [È qui usato il termine Unbehagen, che compare nel titolo di questo saggio.]

582 Nel mio saggio L’avvenire di un’illusione cit.

583 Vedi Totem e tabù cit., par. 4, sottopar. 6.

584 [Nota bene: “presente nell’Io” è la pulsione; “impiegata” è la parte.]

585 [Qui, nel par. 7, Freud aveva parlato a questo proposito di una “supposizione provvisoria”.]

586 In particolare in Ernest Jones, Susan Isaacs e Melanie Klein; a quanto capisco, però, anche in Reik e Alexander.

587 [Vedi alcune osservazioni a questo proposito in L’avvenire di un’illusione cit., par. 8, in OSF, vol. 10.]

588 [L’ultima frase fu aggiunta nel 1931, quando gli eventi politici andavano prendendo una piega minacciosa.]

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