Primo saggio
Mosè
egizio

Non è impresa né gradevole né facile privare un popolo dell’uomo che esso celebra come il più grande dei suoi figli: tanto più quando si appartiene a quel popolo. Ma nessuna considerazione deve indurre a subordinare la verità a presunti interessi nazionali, quando dal chiarimento di un problema obiettivo possiamo attenderci un progresso delle nostre conoscenze.

L’uomo Mosè, che fu liberatore, legislatore e fondatore religioso del popolo ebraico, appartiene a tempi remoti, sicché non è lecito aggirare la questione preliminare: personalità storica o creazione della leggenda? Se visse realmente, ciò fu nel tredicesimo, o forse nel quattordicesimo secolo prima dell’era da cui siamo soliti computare il tempo; di lui non abbiamo altre notizie se non quelle provenienti dai libri sacri e dalle tradizioni scritte degli Ebrei. Anche se non si è raggiunta a questo proposito una definitiva certezza, la grande maggioranza degli storici ammette che Mosè esistette realmente e che l’esodo dall’Egitto a lui connesso si verificò effettivamente. Si fa osservare a ragione che la storia posteriore del popolo di Israele sarebbe incomprensibile se questo presupposto non fosse accettato. La ricerca scientifica è oggi assai più prudente verso le tradizioni e il suo atteggiamento è divenuto molto più rispettoso, a paragone della critica storica ai suoi inizi.

Il primo fatto che attira il nostro interesse sulla persona di Mosè è il nome, che in ebraico suona Mosheh.278 Ci si può domandare: donde proviene? che cosa significa? È noto che già il racconto dell’Esodo, al secondo capitolo, dà una risposta: la principessa egizia che salva il neonato affidato al Nilo gli dà questo nome adducendo l’etimologia: “perché io l’ho tratto fuor delle acque”.279 Ma questa spiegazione è chiaramente inadeguata. Secondo un autore del Jüdisches Lexikon,280 “l’interpretazione biblica del nome, ‘colui che è stato tratto dall’acqua’, è un’etimologia popolare, che non è neppure possibile accordare con la forma, attiva, del verbo ebraico (Mosheh può al massimo significare ‘colui che trae fuori’)”. Ci confermano in questo rifiuto due altri argomenti: anzitutto, è assurdo pensare che una principessa egizia derivasse il nome dall’ebraico; in secondo luogo, le acque da cui il bimbo fu tratto non erano con ogni probabilità quelle del Nilo.

Per contro, da molto tempo e da diverse parti si è avanzata l’ipotesi che il nome “Mosè” derivi dal lessico egizio. Invece che richiamarmi a tutti gli autori che si sono pronunziati in questo senso, mi limiterò a intercalare la traduzione del passo dedicato all’argomento in un recente libro di J. H. Breasted,281 autore la cui History of Egypt (1906) è giudicata fondamentale. “È importante osservare che il suo nome, Mosè, era egizio. È semplicemente la parola egizia mose, che vuol dire ‘bambino’, ed è un’abbreviazione della forma più distesa di nomi come Amen-mose, che significa ‘Amon-bambino’, o Ptah-mose, che vuol dire ‘Ptah-bambino’; queste forme a loro volta sono abbreviazioni della forma completa ‘Amon (ha dato) un bambino’ o ‘Ptah (ha dato) un bambino’. L’abbreviazione ‘bambino’ divenne ben presto una forma rapida, più pratica dell’ingombrante nome intero, e il nome Mose, ‘bambino’, non è raro nei monumenti egizi. Il padre di Mosè senza dubbio prepose al nome del figlio quello di un dio egizio come Amon o Ptah, e questo nome divino andò gradualmente perduto nell’uso corrente, sicché il bambino fu chiamato Mose (la s finale dell’inglese ‘Moses’ proviene dalla traduzione greca dell’antico Testamento; non si trova nell’ebraico, che ha Mosheh).” Ho citato il luogo letteralmente e non sono in grado di condividere la responsabilità delle singole affermazioni. Mi meraviglia anche un poco che il Breasted nella sua esemplificazione abbia trascurato proprio gli analoghi nomi teofori che si trovano nelle liste dei re egizi, come Ahmose, Tutmosi e Ramses (Ra-mose).

Ora dovremmo aspettarci che qualcuno dei molti studiosi che hanno riconosciuto in Mosè un nome egizio traesse anche la conclusione, o almeno valutasse la possibilità, che il portatore del nome egizio fosse egizio egli stesso. Per i tempi moderni noi ci permettiamo senza esitazione conclusioni del genere, anche se oggi le persone non portano un solo nome, ma due, cognome e nome, e anche se non è escluso il mutamento di nome o il passaggio a un altro simile in relazione a nuove circostanze. Non ci sorprende perciò affatto trovare conferma che il poeta Chamisso fosse di origine francese, per contro che Napoleone Buonaparte fosse di origine italiana, e che Benjamin Disraeli fosse in realtà un Ebreo italiano, come lascia trapelare il suo nome. E quanto ai tempi antichi e remoti, la deduzione della nazionalità dal nome dovrebbe apparire ancora più lecita, anzi necessaria. Eppure, a mia conoscenza, nel caso di Mosè nessuno storico ha tratto questa conclusione, neppure coloro che, come lo stesso Breasted, sono pronti a supporre che Mosè “fu ammaestrato in tutta la sapienza degli Egizi”.282

Non si può dire con sicurezza che cosa lo abbia impedito. Forse il timore di venir meno al rispetto per la tradizione biblica. Forse l’enormità dell’affermazione che Mosè potesse non essere ebreo. In ogni caso è evidente che non si ritiene che l’origine di Mosè sia provata solo perché il suo nome è riconosciuto come egizio e da ciò non si traggono altre deduzioni. Se si considera rilevante il problema della nazionalità di questo grande uomo, non può non essere augurabile l’apporto di nuovo materiale che contribuisca alla risposta.

È quanto si propone di fare la mia breve memoria. La sua pretesa di trovar posto nella rivista “Imago” si fonda sul fatto che il suo contributo consiste in un’applicazione della psicoanalisi. L’argomentazione cui così perverremo farà di certo favorevole impressione solo su quella minoranza di lettori che ha consuetudine con il pensiero analitico ed è capace di apprezzarne i risultati. A questi, però, spero che appaia significativa.

Nel 1909 Otto Rank – allora subiva ancora la mia influenza – pubblicava per mio incitamento uno scritto dal titolo Il mito della nascita dell’eroe.283 Vi si tratta del fatto che “quasi tutti i principali popoli civili... fin da tempi remoti hanno celebrato nella poesia e nella leggenda i loro campioni, re e principi mitici, fondatori di religioni, di dinastie, di imperi, di città, in breve i loro eroi nazionali. In particolar modo la storia della nascita e dei primi anni di queste persone fu arricchita di peculiarità fantastiche, la cui stupefacente somiglianza, talvolta l’accordo letterale, in popoli diversi, separati da grandi distanze e totalmente indipendenti tra loro, è nota da tempo e ha colpito molti studiosi”. Se ricostruiamo, seguendo Rank e con una tecnica in qualche modo simile a quella di Galton,284 una “leggenda mediana” che metta in rilievo i lineamenti essenziali di tutti questi racconti, ne ricaviamo il quadro seguente:

“L’eroe è figlio di genitori di altissimi natali, il più delle volte è figlio di re.

“Il suo concepimento è preceduto da difficoltà, come astinenza o lunga sterilità o amplesso segreto dei genitori a causa di divieti od ostacoli esterni. Durante la gravidanza o ancor prima un annunzio premonitore (sogno, oracolo) mette in guardia circa la sua nascita, che in genere costituisce una minaccia per il padre.

“Per tal ragione il bimbo appena nato è condannato alla morte o ad essere esposto, generalmente per volontà del padre o di chi lo rappresenta; di regola è abbandonato alle acque in una cassetta.

È allora salvato da animali o da umili persone (pastori) e allattato da un animale femmina o da umile nutrice.

“Cresciuto, dopo vicende molto complicate ritrova i nobili genitori, si vendica del padre da un canto, e dall’altro viene riconosciuto e diventa grande e famoso.”

La figura storica più antica cui viene collegato questo mito della nascita è Sargon di Agade, fondatore di Babilonia (circa 2800 a.C.). Per noi, non è senza interesse riportare qui il racconto a lui stesso attribuito:

“Sargon, il re potente, il re di Agade io sono. Mia madre fu una vestale, mio padre non l’ho conosciuto, mentre il fratello di mio padre abitava sulle montagne. Nella mia città Azupirani, che giace sulle rive dell’Eufrate, mia madre, la vestale, mi concepì. In segreto mi partorì. Mi pose in un recipiente di giunchi, chiuse con pece il mio sportello e mi abbandonò alla corrente, che non mi sommerse. La corrente mi portò ov’era Akki, che attinge l’acqua. Akki, che attinge l’acqua, nella bontà del suo cuore mi trasse fuori. Akki, che attinge l’acqua, mi allevò come suo figlio. Akki, che attinge l’acqua, fece di me il suo giardiniere. Mentre facevo il giardiniere, [la dea] Ishtar si innamorò di me, divenni re e per quarantacinque anni esercitai la sovranità reale.”

I nomi più noti della serie che comincia con Sargon sono Mosè, Ciro e Romolo. Oltre ai quali, tuttavia, Rank ha raccolto un grande numero di figure eroiche appartenenti alla poesia o alla leggenda, cui viene attribuita, interamente o in frammenti ben riconoscibili, la stessa vicenda giovanile: Edipo, Karna, Paride, Telefo, Perseo, Eracle, Gilgamesh, Anfione e Zeto, e altri.285

Fonte e intento di questo mito ci sono divenuti noti per merito delle ricerche di Rank. Mi basterà farvi riferimento, con poche brevi osservazioni. Eroe è colui che coraggiosamente si leva contro il padre e alla fine lo supera vittoriosamente. Il nostro mito insegue questa lotta nella preistoria individuale, perché fa nascere il bambino contro la volontà del padre e lo fa salvo nonostante le cattive intenzioni di questi. L’esposizione nella cassetta è una inconfondibile raffigurazione simbolica della nascita: la cassetta è il grembo materno, l’acqua è il liquido amniotico. In moltissimi sogni il rapporto genitori-figlio è raffigurato col trarre o col salvare dalle acque.286 Quando la fantasia popolare attribuisce il mito della nascita che stiamo descrivendo a una personalità eminente, intende così riconoscere in quella figura un eroe, annunciare che egli ha adempiuto allo schema della vita eroica. La fonte di tutta questa creazione poetica, però, è il cosiddetto “romanzo familiare” del fanciullo,287 mediante il quale il figlio reagisce al mutamento delle sue relazioni emotive con i genitori, in special modo con il padre. Gli anni dell’infanzia sono dominati da una straordinaria sopravvalutazione del padre: re e regine nel sogno e nella fiaba significano sempre solo i genitori, mentre più tardi, sotto la spinta della rivalità e della delusione reale, subentra il distacco dai genitori e l’atteggiamento critico verso il padre. Le due famiglie del mito, la nobile e la umile, sono perciò entrambe riflessi della famiglia autentica, quale appare al bambino in successivi momenti della sua vita.

Mi sia consentito affermare che con queste spiegazioni diventano pienamente intelligibili sia la diffusione, sia le uniformità del mito della nascita dell’eroe. Tanto più interessante, allora, rilevare che la leggenda della nascita e dell’esposizione di Mosè si colloca in una posizione speciale, anzi, che in un punto essenziale è in contraddizione con le altre.

Prendiamo le mosse dalle due famiglie tra le quali è in ballo, secondo la leggenda, il destino del bambino. Sappiamo che nell’interpretazione analitica esse sono una sola; si differenziano solo cronologicamente. Nella forma tipica della leggenda la prima famiglia, in cui il bambino nasce, è nobile, il più delle volte regale; la seconda, in cui il bambino cresce, è umile o decaduta. Ciò del resto corrisponde alle circostanze [del “romanzo familiare”] a cui fa capo l’interpretazione. (Solo nella leggenda di Edipo questa differenza scompare. Il bambino esposto da una famiglia regale è accolto da un’altra coppia regale. Qualcosa ci dice che non può essere un caso che proprio in questo esempio l’identità originaria delle due famiglie traspare anche nella leggenda.) Il contrasto sociale tra le due famiglie assegna al mito, destinato come sappiamo a sottolineare la natura eroica del grande uomo,288 una seconda funzione, che è particolarmente significativa nel caso di personalità storiche. Il mito può infatti essere impiegato per conferire all’eroe una patente di nobiltà, per elevarlo socialmente. Ciro, per i Medi, è un conquistatore straniero, ma la leggenda dell’esposizione ne fa un nipote del re dei Medi. Parimenti Romolo: se mai esistette, si trattava di un avventuriero dalle origini oscure, di un parvenu; per via della leggenda egli diviene discendente ed erede della casa regale di Alba Longa.

Il caso di Mosè è tutto diverso. Qui la prima famiglia, altrove aristocratica, è piuttosto modesta. È figlio di Leviti ebrei. La seconda famiglia, quella umile, in cui altrove l’eroe cresce, è sostituita dalla casa reale d’Egitto: la principessa lo alleva come proprio figlio. Molti sono rimasti perplessi per questo scostarsi della leggenda dal tipo. Eduard Meyer,289 e altri dopo di lui, hanno supposto che la leggenda originariamente fosse un’altra: il faraone sarebbe stato avvertito, da un sogno profetico,290 che un figlio della figlia avrebbe minacciato lui e il suo regno. Avrebbe perciò fatto esporre nel Nilo il bimbo dopo la nascita. Ma questi sarebbe stato salvato da Ebrei e allevato come loro figlio. Poi, per “motivi nazionali”, per dirla con Rank,291 la leggenda sarebbe stata rimaneggiata nella forma a noi nota.

Ma una breve riflessione è sufficiente per convincerci che tale leggenda mosaica originaria, che più non si discosta dalle altre, non ha ragione di essere. Infatti, la leggenda è di origine o egizia o ebraica. La prima ipotesi è esclusa; gli Egizi non avevano alcun motivo di glorificare Mosè, per loro non era un eroe. Perciò la leggenda sorse presumibilmente nel popolo ebraico, vale a dire fu adattata nella sua forma nota292 alla persona del condottiero. Tuttavia a questo scopo riuscì del tutto inutile: a che giovava infatti al popolo una leggenda che faceva del suo grande uomo uno straniero?

La leggenda mosaica, nella forma in cui la conosciamo oggi, è singolarmente inadeguata alla sua intenzione segreta. Se Mosè non è di stirpe regale, la leggenda non può contrassegnarlo come un eroe; se rimane figlio di Ebrei, essa non ha fatto nulla per innalzarlo. Di tutto il mito, solo un pezzettino rimane valido, ossia l’attestazione che il bimbo sopravvisse nonostante la presenza di potenti forze esterne (questo punto ricorre anche nella storia dell’infanzia di Gesù, in cui il re Erode assume la parte del faraone). Siamo liberi in realtà di supporre che un tardo e inetto rielaboratore del materiale leggendario trovò il destro d’introdurre nella storia del suo eroe, Mosè, qualcosa di simile alla classica leggenda di esposizione, la quale contrassegnava l’eroe, qualcosa che, nelle speciali circostanze del caso, non poteva adattarsi a Mosè.

La nostra indagine parrebbe dover accontentarsi di questo risultato insoddisfacente e per giunta incerto; non avrebbe fornito alcun argomento per rispondere al quesito se Mosè fosse egizio. Ma c’è anche un altro criterio, forse più fecondo, alla cui luce possiamo vagliare la leggenda dell’esposizione.

Torniamo alle due famiglie del mito. Sappiamo che al livello dell’interpretazione analitica sono la stessa cosa, mentre al livello mitico si distinguono nella famiglia aristocratica e in quella umile. Quando però si tratta di un personaggio storico, cui il mito è adattato, vi è un terzo livello, quello della realtà. Una famiglia è quella reale, ove il personaggio, il grande uomo, è effettivamente nato e cresciuto; l’altra è fittizia, inventata dal mito che persegue i suoi intenti. Normalmente la famiglia reale coincide con quella umile, quella inventata con l’aristocratica. Nel caso di Mosè, si direbbe, le cose si presentavano in maniera diversa. E ora forse il nuovo modo di vedere conduce a una chiarificazione: la prima famiglia, quella da cui il bimbo è esposto, è in tutti i casi che ci sono stati tramandati quella fittizia, mentre la successiva, in cui il bimbo è accolto e cresce, è quella reale. Se abbiamo il coraggio di riconoscere valore universale a questa proposizione, assoggettandole anche la leggenda mosaica, di colpo vediamo le cose chiaramente: Mosè è un Egizio, probabilmente un aristocratico, che la leggenda si propone di far divenire ebreo. Ecco il risultato cui perverremmo: l’esposizione nell’acqua era al posto giusto, ma, dovendosi adattare al nuovo proponimento della leggenda, lo scopo dell’esposizione dovette essere distorto, non senza violenza; anziché mezzo di abbandono del bambino, divenne mezzo della sua salvezza.

Il divario della leggenda mosaica da tutte le altre del suo genere poteva d’altronde essere ricondotto a ciò che vi era di particolare nella storia di Mosè. Mentre di solito un eroe nel corso della sua vita si eleva al di sopra delle sue umili origini, la vita eroica dell’uomo Mosè cominciò col discendere dalla sua posizione elevata, con l’abbassarsi sino ai figli di Israele.

Abbiamo intrapreso questa piccola indagine nella speranza di ricavarne un secondo, nuovo argomento a favore della congettura che Mosè fosse egizio. Abbiamo visto qui che per molti il primo argomento, tratto dal nome, non è stato convincente.293 Dobbiamo perciò aspettarci che il nuovo argomento, proveniente dall’analisi della leggenda dell’esposizione, non trovi migliore fortuna. Certo si obietterà che le circostanze della formazione e trasformazione delle leggende sono troppo oscure per giustificare una conclusione come la nostra, e che le tradizioni concernenti la figura eroica di Mosè, confuse e contraddittorie come sono, recanti gli inconfondibili indizi di una secolare opera di continua, tendenziosa rielaborazione e sovrapposizione, sfidano vittoriosamente ogni tentativo di portare alla luce il nucleo di verità storica che le sottintende. Personalmente non condivido questo atteggiamento respingente, ma non sono nemmeno in grado di confutarlo.

Se non è possibile giungere a risultati più sicuri, perché rendere di pubblico dominio questa ricerca? Mi rincresce che anche la mia giustificazione non possa andare oltre alcuni accenni. In effetto, se ci lasciamo attrarre dai due argomenti qui addotti e se proviamo a prendere sul serio l’ipotesi che Mosè fosse un Egizio di nobili natali, si aprono ampie prospettive molto interessanti. Servendoci di alcune ipotesi che non sono molto lontane, credo che riusciremmo a capire i motivi che guidarono Mosè nella sua singolare impresa, e a cogliere, in stretta connessione con ciò, il possibile fondamento di numerose caratteristiche e peculiarità della legge e della religione che egli diede al popolo ebraico, ricavandone persino idee significative quanto all’origine delle religioni monoteistiche in generale. Tuttavia conclusioni di tale importanza non possono fondarsi soltanto su verosimiglianze psicologiche. Anche se accettiamo come un primo dato storico l’origine egizia di Mosè, non possiamo prescindere almeno da un secondo punto fermo, per proteggere la ricchezza delle possibilità che si dischiudono dalla critica che esse siano un prodotto della fantasia, avulso dalla realtà. Sarebbe forse sufficiente allo scopo una prova obiettiva circa il tempo in cui Mosè visse e avvenne l’esodo dall’Egitto. Ma tal prova non si è trovata, e faremo quindi meglio a tacere delle altre illazioni che procedono dal convincimento che Mosè fu egizio.

Opere complete
9788833972077_cov01.html
9788833972077_fm01.html
9788833972077_fm02.html
9788833972077_tp01.html
9788833972077_OP01_a.html
9788833972077_OP01_fm03.html
9788833972077_OP01_fm04.html
9788833972077_OP01_01_0.html
9788833972077_OP01_01_1.html
9788833972077_OP01_01_2.html
9788833972077_OP01_02_0.html
9788833972077_OP01_02_1.html
9788833972077_OP01_02_2.html
9788833972077_OP01_03_0.html
9788833972077_OP01_03_1.html
9788833972077_OP01_03_2.html
9788833972077_OP01_04_0.html
9788833972077_OP01_04_1.html
9788833972077_OP01_04_2.html
9788833972077_OP01_04_3.html
9788833972077_OP01_05_0.html
9788833972077_OP01_05_1.html
9788833972077_OP01_05_2.html
9788833972077_OP01_05_3.html
9788833972077_OP01_06_0.html
9788833972077_OP01_06_1.html
9788833972077_OP01_06_2.html
9788833972077_OP01_06_3.html
9788833972077_OP01_06_4.html
9788833972077_OP01_06_5.html
9788833972077_OP01_06_6.html
9788833972077_OP01_07_0.html
9788833972077_OP01_07_1.html
9788833972077_OP01_07_2.html
9788833972077_OP01_07_3.html
9788833972077_OP01_07_4.html
9788833972077_OP01_08_0.html
9788833972077_OP01_08_1.html
9788833972077_OP01_08_2.html
9788833972077_OP01_08_3.html
9788833972077_OP01_09_0.html
9788833972077_OP01_09_1.html
9788833972077_OP01_09_2.html
9788833972077_OP01_09_3.html
9788833972077_OP01_09_4.html
9788833972077_OP01_09_5.html
9788833972077_OP01_09_6.html
9788833972077_OP02_a.html
9788833972077_OP02_fm03.html
9788833972077_OP02_fm04.html
9788833972077_OP02_01_0.html
9788833972077_OP02_01_00.html
9788833972077_OP02_01_01.html
9788833972077_OP02_01_02.html
9788833972077_OP02_01_03.html
9788833972077_OP02_01_04.html
9788833972077_OP02_01_05.html
9788833972077_OP02_01_06.html
9788833972077_OP02_01_07.html
9788833972077_OP02_01_08.html
9788833972077_OP02_01_09.html
9788833972077_OP02_01_10.html
9788833972077_OP02_01_11.html
9788833972077_OP02_01_12.html
9788833972077_OP02_01_13.html
9788833972077_OP02_02_0.html
9788833972077_OP02_02_00.html
9788833972077_OP02_02_01.html
9788833972077_OP02_03_0.html
9788833972077_OP02_03_00.html
9788833972077_OP02_03_01.html
9788833972077_OP02_04_0.html
9788833972077_OP02_04_00.html
9788833972077_OP02_04_01.html
9788833972077_OP02_05_0.html
9788833972077_OP02_05_00.html
9788833972077_OP02_05_01.html
9788833972077_OP02_06_0.html
9788833972077_OP02_06_00.html
9788833972077_OP02_06_01.html
9788833972077_OP02_07_0.html
9788833972077_OP02_07_00.html
9788833972077_OP02_07_01.html
9788833972077_OP02_07_02.html
9788833972077_OP02_08_0.html
9788833972077_OP02_08_00.html
9788833972077_OP02_08_01.html
9788833972077_OP02_08_02.html
9788833972077_OP02_08_03.html
9788833972077_OP02_09_0.html
9788833972077_OP02_09_00.html
9788833972077_OP02_09_01.html
9788833972077_OP02_10_0.html
9788833972077_OP02_10_00.html
9788833972077_OP02_10_01.html
9788833972077_OP02_11_0.html
9788833972077_OP02_11_00.html
9788833972077_OP02_11_01.html
9788833972077_OP02_12_0.html
9788833972077_OP02_12_00.html
9788833972077_OP02_12_01.html
9788833972077_OP02_12_02.html
9788833972077_OP02_12_03.html
9788833972077_OP02_13_0.html
9788833972077_OP02_13_00.html
9788833972077_OP02_13_01.html
9788833972077_OP02_14_0.html
9788833972077_OP02_14_00.html
9788833972077_OP02_14_01.html
9788833972077_OP02_15_0.html
9788833972077_OP02_15_00.html
9788833972077_OP02_15_01.html
9788833972077_OP02_16_0.html
9788833972077_OP02_16_00.html
9788833972077_OP02_16_01.html
9788833972077_OP02_17_0.html
9788833972077_OP02_17_00.html
9788833972077_OP02_17_01.html
9788833972077_OP03_a.html
9788833972077_OP03_fm03.html
9788833972077_OP03_fm04.html
9788833972077_OP03_fm05.html
9788833972077_OP03_00.html
9788833972077_OP03_01_1.html
9788833972077_OP03_01_A.html
9788833972077_OP03_01_B.html
9788833972077_OP03_01_C.html
9788833972077_OP03_01_D.html
9788833972077_OP03_01_E.html
9788833972077_OP03_01_F.html
9788833972077_OP03_01_G.html
9788833972077_OP03_01_H.html
9788833972077_OP03_01_p1.html
9788833972077_OP03_01_p2.html
9788833972077_OP03_02.html
9788833972077_OP03_03.html
9788833972077_OP03_04.html
9788833972077_OP03_05_1.html
9788833972077_OP03_05_A.html
9788833972077_OP03_05_B.html
9788833972077_OP03_05_C.html
9788833972077_OP03_05_D.html
9788833972077_OP03_06_1.html
9788833972077_OP03_06_A.html
9788833972077_OP03_06_B.html
9788833972077_OP03_06_C.html
9788833972077_OP03_06_D.html
9788833972077_OP03_06_Ea.html
9788833972077_OP03_06_Eb.html
9788833972077_OP03_06_Ec.html
9788833972077_OP03_06_F.html
9788833972077_OP03_06_G.html
9788833972077_OP03_06_H.html
9788833972077_OP03_06_I.html
9788833972077_OP03_07_1.html
9788833972077_OP03_07_A.html
9788833972077_OP03_07_B.html
9788833972077_OP03_07_C.html
9788833972077_OP03_07_D.html
9788833972077_OP03_07_E.html
9788833972077_OP03_07_F.html
9788833972077_OP04_a.html
9788833972077_OP04_fm03.html
9788833972077_OP04_01_0.html
9788833972077_OP04_01_1.html
9788833972077_OP04_01_2.html
9788833972077_OP04_02_0.html
9788833972077_OP04_02_1.html
9788833972077_OP04_02_2.html
9788833972077_OP04_02_3.html
9788833972077_OP04_02_4.html
9788833972077_OP04_02_5.html
9788833972077_OP04_02_6.html
9788833972077_OP04_02_7.html
9788833972077_OP04_02_8.html
9788833972077_OP04_02_9.html
9788833972077_OP04_02_10.html
9788833972077_OP04_02_11.html
9788833972077_OP04_02_12.html
9788833972077_OP04_02_13.html
9788833972077_OP04_03_0.html
9788833972077_OP04_03_1.html
9788833972077_OP04_03_2.html
9788833972077_OP04_03_3.html
9788833972077_OP04_03_4.html
9788833972077_OP04_03_5.html
9788833972077_OP04_03_6.html
9788833972077_OP04_04_0.html
9788833972077_OP04_04_1.html
9788833972077_OP04_04_2.html
9788833972077_OP04_05_0.html
9788833972077_OP04_05_1.html
9788833972077_OP04_05_2.html
9788833972077_OP04_05_3.html
9788833972077_OP04_05_4.html
9788833972077_OP04_05_5.html
9788833972077_OP04_05_6.html
9788833972077_OP04_06_0.html
9788833972077_OP04_06_1.html
9788833972077_OP04_06_2.html
9788833972077_OP04_07_0.html
9788833972077_OP04_07_1.html
9788833972077_OP04_07_2.html
9788833972077_OP04_08.html
9788833972077_OP04_09.html
9788833972077_OP04_10.html
9788833972077_OP04_11.html
9788833972077_OP05_a.html
9788833972077_OP05_fm03.html
9788833972077_OP05_01_0.html
9788833972077_OP05_01_1.html
9788833972077_OP05_01_A1.html
9788833972077_OP05_01_A2.html
9788833972077_OP05_01_A3.html
9788833972077_OP05_01_B4.html
9788833972077_OP05_01_B5.html
9788833972077_OP05_01_C6.html
9788833972077_OP05_01_C7.html
9788833972077_OP05_02_0.html
9788833972077_OP05_02_1.html
9788833972077_OP05_02_2.html
9788833972077_OP05_03_0.html
9788833972077_OP05_03_1.html
9788833972077_OP05_03_2.html
9788833972077_OP05_04_0.html
9788833972077_OP05_04_1.html
9788833972077_OP05_04_2.html
9788833972077_OP05_05_0.html
9788833972077_OP05_05_1.html
9788833972077_OP05_05_2.html
9788833972077_OP05_06_0.html
9788833972077_OP05_06_1.html
9788833972077_OP05_06_2.html
9788833972077_OP05_06_3.html
9788833972077_OP05_06_4.html
9788833972077_OP05_06_5.html
9788833972077_OP05_06_6.html
9788833972077_OP05_07_0.html
9788833972077_OP05_07_1.html
9788833972077_OP05_07_2.html
9788833972077_OP05_08_0.html
9788833972077_OP05_08_1.html
9788833972077_OP05_08_2.html
9788833972077_OP05_09_0.html
9788833972077_OP05_09_1.html
9788833972077_OP05_09_2.html
9788833972077_OP05_09_3.html
9788833972077_OP05_10_0.html
9788833972077_OP05_10_1.html
9788833972077_OP05_10_2.html
9788833972077_OP05_11_0.html
9788833972077_OP05_11_1.html
9788833972077_OP05_11_2.html
9788833972077_OP05_12_0.html
9788833972077_OP05_12_1.html
9788833972077_OP05_12_2.html
9788833972077_OP05_13_0.html
9788833972077_OP05_13_1.html
9788833972077_OP05_13_2.html
9788833972077_OP05_14_0.html
9788833972077_OP05_14_1.html
9788833972077_OP05_14_2.html
9788833972077_OP05_15_0.html
9788833972077_OP05_15_1.html
9788833972077_OP05_15_2.html
9788833972077_OP05_16_0.html
9788833972077_OP05_16_1.html
9788833972077_OP05_16_2.html
9788833972077_OP05_17_0.html
9788833972077_OP05_17_1.html
9788833972077_OP05_17_2.html
9788833972077_OP05_18_0.html
9788833972077_OP05_18_1.html
9788833972077_OP05_18_2.html
9788833972077_OP05_18_3.html
9788833972077_OP05_18_4.html
9788833972077_OP05_18_5.html
9788833972077_OP06_a.html
9788833972077_OP06_fm03.html
9788833972077_OP06_01_0.html
9788833972077_OP06_01_1av.html
9788833972077_OP06_01_2_0.html
9788833972077_OP06_01_2_1.html
9788833972077_OP06_01_2_2.html
9788833972077_OP06_01_3.html
9788833972077_OP06_02_0.html
9788833972077_OP06_02_1.html
9788833972077_OP06_02_2_1.html
9788833972077_OP06_02_2_2.html
9788833972077_OP06_02_2_3.html
9788833972077_OP06_02_2_4.html
9788833972077_OP06_02_2_5.html
9788833972077_OP06_03_0.html
9788833972077_OP06_03_1.html
9788833972077_OP06_03_2.html
9788833972077_OP06_04_0.html
9788833972077_OP06_04_1.html
9788833972077_OP06_04_2.html
9788833972077_OP06_05_0.html
9788833972077_OP06_05_1.html
9788833972077_OP06_05_2.html
9788833972077_OP06_06_0.html
9788833972077_OP06_06_1.html
9788833972077_OP06_06_2_1.html
9788833972077_OP06_06_2_2.html
9788833972077_OP06_06_2_3.html
9788833972077_OP06_06_2_4.html
9788833972077_OP06_06_2_5.html
9788833972077_OP06_06_2_6.html
9788833972077_OP06_06_3.html
9788833972077_OP06_07_0.html
9788833972077_OP06_07_1.html
9788833972077_OP06_07_2.html
9788833972077_OP06_08_0.html
9788833972077_OP06_08_1.html
9788833972077_OP06_08_2.html
9788833972077_OP06_09_0.html
9788833972077_OP06_09_1.html
9788833972077_OP06_09_2.html
9788833972077_OP06_10_0.html
9788833972077_OP06_10_1.html
9788833972077_OP06_10_2.html
9788833972077_OP06_11_0.html
9788833972077_OP06_11_1.html
9788833972077_OP06_11_2.html
9788833972077_OP06_12_0.html
9788833972077_OP06_12_1.html
9788833972077_OP06_12_2.html
9788833972077_OP06_13_0.html
9788833972077_OP06_13_1.html
9788833972077_OP06_13_2_0.html
9788833972077_OP06_13_2_1.html
9788833972077_OP06_13_2_2.html
9788833972077_OP06_13_2_3.html
9788833972077_OP06_13_2_4.html
9788833972077_OP06_14_0.html
9788833972077_OP06_14_1.html
9788833972077_OP06_14_2.html
9788833972077_OP06_14_3.html
9788833972077_OP06_14_4.html
9788833972077_OP06_15_0.html
9788833972077_OP06_15_1.html
9788833972077_OP06_15_2.html
9788833972077_OP06_16_0.html
9788833972077_OP06_16_1.html
9788833972077_OP06_16_2.html
9788833972077_OP06_17_0.html
9788833972077_OP06_17_1.html
9788833972077_OP06_17_2.html
9788833972077_OP06_18_0.html
9788833972077_OP06_18_1.html
9788833972077_OP06_18_2.html
9788833972077_OP06_19_0.html
9788833972077_OP06_19_1.html
9788833972077_OP06_19_2.html
9788833972077_OP06_20_0.html
9788833972077_OP06_20_1.html
9788833972077_OP06_20_2.html
9788833972077_OP06_20_3.html
9788833972077_OP06_20_4.html
9788833972077_OP06_21_0.html
9788833972077_OP06_21_1.html
9788833972077_OP06_21_2.html
9788833972077_OP06_22_0.html
9788833972077_OP06_22_1.html
9788833972077_OP06_22_2_1.html
9788833972077_OP06_22_2_2.html
9788833972077_OP06_23_0.html
9788833972077_OP06_23_1.html
9788833972077_OP06_23_2.html
9788833972077_OP07_a.html
9788833972077_OP07_fm03.html
9788833972077_OP07_01_0.html
9788833972077_OP07_01_1.html
9788833972077_OP07_01_2.html
9788833972077_OP07_01_3.html
9788833972077_OP07_01_4.html
9788833972077_OP07_01_5.html
9788833972077_OP07_01_6.html
9788833972077_OP07_02_0.html
9788833972077_OP07_02_1.html
9788833972077_OP07_02_2.html
9788833972077_OP07_03_0.html
9788833972077_OP07_03_1.html
9788833972077_OP07_03_2.html
9788833972077_OP07_03_3.html
9788833972077_OP07_03_4.html
9788833972077_OP07_04_0.html
9788833972077_OP07_04_1.html
9788833972077_OP07_04_2.html
9788833972077_OP07_05_0.html
9788833972077_OP07_05_1.html
9788833972077_OP07_05_2.html
9788833972077_OP07_06_0.html
9788833972077_OP07_06_1.html
9788833972077_OP07_06_2.html
9788833972077_OP07_07_0.html
9788833972077_OP07_07_1.html
9788833972077_OP07_07_2.html
9788833972077_OP07_08_0.html
9788833972077_OP07_08_1.html
9788833972077_OP07_08_2.html
9788833972077_OP07_08_3.html
9788833972077_OP07_09_0.html
9788833972077_OP07_09_1.html
9788833972077_OP07_09_2.html
9788833972077_OP07_10_0.html
9788833972077_OP07_10_1.html
9788833972077_OP07_10_2.html
9788833972077_OP07_11_0.html
9788833972077_OP07_11_1.html
9788833972077_OP07_11_2.html
9788833972077_OP07_11_3.html
9788833972077_OP07_11_4.html
9788833972077_OP07_11_5.html
9788833972077_OP07_11_6.html
9788833972077_OP07_11_7.html
9788833972077_OP07_12_0.html
9788833972077_OP07_12_1.html
9788833972077_OP07_12_2.html
9788833972077_OP07_12_3.html
9788833972077_OP07_12_4.html
9788833972077_OP07_13_0.html
9788833972077_OP07_13_1.html
9788833972077_OP07_13_2.html
9788833972077_OP07_13_3.html
9788833972077_OP07_13_4.html
9788833972077_OP07_14_0.html
9788833972077_OP07_14_1.html
9788833972077_OP07_14_2.html
9788833972077_OP07_14_3.html
9788833972077_OP07_14_4.html
9788833972077_OP07_15_0.html
9788833972077_OP07_15_1.html
9788833972077_OP07_15_2.html
9788833972077_OP07_16_0.html
9788833972077_OP07_16_1.html
9788833972077_OP07_16_2.html
9788833972077_OP07_16_3.html
9788833972077_OP07_16_4.html
9788833972077_OP07_16_5.html
9788833972077_OP07_16_6.html
9788833972077_OP07_16_7.html
9788833972077_OP07_16_8.html
9788833972077_OP07_16_9.html
9788833972077_OP07_16_10.html
9788833972077_OP08_a.html
9788833972077_OP08_fm03.html
9788833972077_OP08_01_0.html
9788833972077_OP08_01_1.html
9788833972077_OP08_01_2.html
9788833972077_OP08_01_3.html
9788833972077_OP08_01_4.html
9788833972077_OP08_01_5.html
9788833972077_OP08_01_6.html
9788833972077_OP08_01_7.html
9788833972077_OP08_01_8.html
9788833972077_OP08_01_9.html
9788833972077_OP08_01_10.html
9788833972077_OP08_01_11.html
9788833972077_OP08_01_12.html
9788833972077_OP08_01_13.html
9788833972077_OP08_02_0.html
9788833972077_OP08_02_1.html
9788833972077_OP08_02_2.html
9788833972077_OP08_02_3.html
9788833972077_OP08_03_0.html
9788833972077_OP08_03_1.html
9788833972077_OP08_03_2.html
9788833972077_OP08_04_0.html
9788833972077_OP08_04_1.html
9788833972077_OP08_04_2.html
9788833972077_OP08_05_0.html
9788833972077_OP08_05_1.html
9788833972077_OP08_05_2.html
9788833972077_OP08_06_0.html
9788833972077_OP08_06_1.html
9788833972077_OP08_06_2.html
9788833972077_OP08_07_0.html
9788833972077_OP08_07_1.html
9788833972077_OP08_07_2.html
9788833972077_OP08_07_3.html
9788833972077_OP08_07_4.html
9788833972077_OP08_07_5.html
9788833972077_OP08_07_6.html
9788833972077_OP08_07_7.html
9788833972077_OP08_07_8.html
9788833972077_OP08_07_9.html
9788833972077_OP08_07_10.html
9788833972077_OP08_07_11.html
9788833972077_OP08_07_12.html
9788833972077_OP08_07_13.html
9788833972077_OP08_07_14.html
9788833972077_OP08_07_15.html
9788833972077_OP08_07_16.html
9788833972077_OP08_07_17.html
9788833972077_OP08_07_18.html
9788833972077_OP08_07_19.html
9788833972077_OP08_07_20.html
9788833972077_OP08_07_21.html
9788833972077_OP08_07_22.html
9788833972077_OP08_07_23.html
9788833972077_OP08_07_24.html
9788833972077_OP08_07_25.html
9788833972077_OP08_07_26.html
9788833972077_OP08_07_27.html
9788833972077_OP08_07_28.html
9788833972077_OP08_07_29.html
9788833972077_OP08_07_30.html
9788833972077_OP08_08_0.html
9788833972077_OP08_08_1.html
9788833972077_OP08_08_2.html
9788833972077_OP08_09_0.html
9788833972077_OP08_09_1.html
9788833972077_OP08_09_2.html
9788833972077_OP08_10_0.html
9788833972077_OP08_10_1.html
9788833972077_OP08_10_2.html
9788833972077_OP08_10_3.html
9788833972077_OP08_10_4.html
9788833972077_OP08_10_5.html
9788833972077_OP08_11_0.html
9788833972077_OP08_11_1.html
9788833972077_OP08_11_2.html
9788833972077_OP09_a.html
9788833972077_OP09_fm03.html
9788833972077_OP09_01_0.html
9788833972077_OP09_01_1.html
9788833972077_OP09_01_2.html
9788833972077_OP09_02_0.html
9788833972077_OP09_02_1.html
9788833972077_OP09_02_2.html
9788833972077_OP09_03_0.html
9788833972077_OP09_03_1.html
9788833972077_OP09_03_2.html
9788833972077_OP09_04_0.html
9788833972077_OP09_04_1.html
9788833972077_OP09_04_2.html
9788833972077_OP09_05_0.html
9788833972077_OP09_05_1.html
9788833972077_OP09_05_2.html
9788833972077_OP09_06_0.html
9788833972077_OP09_06_1.html
9788833972077_OP09_06_2.html
9788833972077_OP09_06_3.html
9788833972077_OP09_06_4.html
9788833972077_OP09_06_5.html
9788833972077_OP09_07_0.html
9788833972077_OP09_07_1.html
9788833972077_OP09_07_2.html
9788833972077_OP09_07_3.html
9788833972077_OP09_07_4.html
9788833972077_OP09_07_5.html
9788833972077_OP09_08_0.html
9788833972077_OP09_08_1.html
9788833972077_OP09_08_2.html
9788833972077_OP09_09_0.html
9788833972077_OP09_09_1.html
9788833972077_OP09_09_2.html
9788833972077_OP09_10_0.html
9788833972077_OP09_10_1.html
9788833972077_OP09_10_2.html
9788833972077_OP09_10_3.html
9788833972077_OP09_10_4.html
9788833972077_OP09_11_0.html
9788833972077_OP09_11_1.html
9788833972077_OP09_11_2.html
9788833972077_OP09_11_3.html
9788833972077_OP09_11_4.html
9788833972077_OP09_11_5.html
9788833972077_OP09_11_6.html
9788833972077_OP09_11_7.html
9788833972077_OP09_11_8.html
9788833972077_OP09_12_0.html
9788833972077_OP09_12_1.html
9788833972077_OP09_12_2.html
9788833972077_OP09_13_0.html
9788833972077_OP09_13_1.html
9788833972077_OP09_13_2.html
9788833972077_OP09_13_3.html
9788833972077_OP09_13_4.html
9788833972077_OP09_13_5.html
9788833972077_OP09_13_6.html
9788833972077_OP09_13_7.html
9788833972077_OP09_13_8.html
9788833972077_OP09_13_9.html
9788833972077_OP09_13_10.html
9788833972077_OP09_13_11.html
9788833972077_OP09_13_12.html
9788833972077_OP09_13_13.html
9788833972077_OP09_14_0.html
9788833972077_OP09_14_1.html
9788833972077_OP09_14_2.html
9788833972077_OP09_14_3.html
9788833972077_OP09_15_0.html
9788833972077_OP09_15_1.html
9788833972077_OP09_15_2.html
9788833972077_OP09_16_0.html
9788833972077_OP09_16_1.html
9788833972077_OP09_16_2.html
9788833972077_OP09_17_0.html
9788833972077_OP09_17_1.html
9788833972077_OP09_17_2.html
9788833972077_OP09_18_0.html
9788833972077_OP09_18_1.html
9788833972077_OP09_18_2.html
9788833972077_OP09_18_3.html
9788833972077_OP09_19_0.html
9788833972077_OP09_19_1.html
9788833972077_OP09_19_2.html
9788833972077_OP09_20_0.html
9788833972077_OP09_20_1.html
9788833972077_OP09_20_2.html
9788833972077_OP09_20_3.html
9788833972077_OP09_21_0.html
9788833972077_OP09_21_1.html
9788833972077_OP09_21_2.html
9788833972077_OP09_22_0.html
9788833972077_OP09_22_1.html
9788833972077_OP09_22_2.html
9788833972077_OP09_22_3.html
9788833972077_OP09_22_4.html
9788833972077_OP09_22_5.html
9788833972077_OP09_22_6.html
9788833972077_OP09_22_7.html
9788833972077_OP09_23_0.html
9788833972077_OP09_23_1.html
9788833972077_OP09_23_2.html
9788833972077_OP09_23_3.html
9788833972077_OP09_23_4.html
9788833972077_OP09_23_5.html
9788833972077_OP09_23_6.html
9788833972077_OP09_23_7.html
9788833972077_OP09_24_0.html
9788833972077_OP09_24_1.html
9788833972077_OP09_24_2.html
9788833972077_OP09_25_0.html
9788833972077_OP09_25_1.html
9788833972077_OP09_25_2.html
9788833972077_OP09_25_3.html
9788833972077_OP09_25_4.html
9788833972077_OP09_25_5.html
9788833972077_OP09_26_0.html
9788833972077_OP09_26_1.html
9788833972077_OP09_26_2.html
9788833972077_OP09_27_0.html
9788833972077_OP09_27_1.html
9788833972077_OP09_27_2.html
9788833972077_OP09_28_0.html
9788833972077_OP09_28_1.html
9788833972077_OP09_28_2.html
9788833972077_OP10_a.html
9788833972077_OP10_fm03.html
9788833972077_OP10_01_0.html
9788833972077_OP10_01_1.html
9788833972077_OP10_01_2.html
9788833972077_OP10_02_0.html
9788833972077_OP10_02_1.html
9788833972077_OP10_02_2.html
9788833972077_OP10_03_0.html
9788833972077_OP10_03_1.html
9788833972077_OP10_03_2.html
9788833972077_OP10_04_0.html
9788833972077_OP10_04_1.html
9788833972077_OP10_04_2.html
9788833972077_OP10_05_0.html
9788833972077_OP10_05_1.html
9788833972077_OP10_05_2.html
9788833972077_OP10_06_0.html
9788833972077_OP10_06_1.html
9788833972077_OP10_06_2.html
9788833972077_OP10_07_0.html
9788833972077_OP10_07_1.html
9788833972077_OP10_07_2.html
9788833972077_OP10_07_3.html
9788833972077_OP10_07_4.html
9788833972077_OP10_07_5.html
9788833972077_OP10_07_6.html
9788833972077_OP10_07_7.html
9788833972077_OP10_07_8.html
9788833972077_OP10_08_0.html
9788833972077_OP10_08_1.html
9788833972077_OP10_08_2.html
9788833972077_OP10_09_0.html
9788833972077_OP10_09_1.html
9788833972077_OP10_09_2.html
9788833972077_OP10_09_3.html
9788833972077_OP10_09_4.html
9788833972077_OP10_10_0.html
9788833972077_OP10_10_1.html
9788833972077_OP10_10_2.html
9788833972077_OP10_11_0.html
9788833972077_OP10_11_1.html
9788833972077_OP10_11_2.html
9788833972077_OP10_12_0.html
9788833972077_OP10_12_1.html
9788833972077_OP10_12_2.html
9788833972077_OP10_13_0.html
9788833972077_OP10_13_1.html
9788833972077_OP10_13_2.html
9788833972077_OP10_14_0.html
9788833972077_OP10_14_1.html
9788833972077_OP10_14_2.html
9788833972077_OP10_15_0.html
9788833972077_OP10_15_1.html
9788833972077_OP10_15_2.html
9788833972077_OP10_16_0.html
9788833972077_OP10_16_1.html
9788833972077_OP10_16_2.html
9788833972077_OP10_17_0.html
9788833972077_OP10_17_1.html
9788833972077_OP10_17_2.html
9788833972077_OP10_17_3.html
9788833972077_OP10_17_4.html
9788833972077_OP10_17_5.html
9788833972077_OP10_17_6.html
9788833972077_OP10_17_7.html
9788833972077_OP10_17_8.html
9788833972077_OP10_17_9.html
9788833972077_OP10_17_10.html
9788833972077_OP10_17_11.html
9788833972077_OP10_17_12.html
9788833972077_OP10_18_0.html
9788833972077_OP10_18_1.html
9788833972077_OP10_18_2.html
9788833972077_OP10_19_0.html
9788833972077_OP10_19_1.html
9788833972077_OP10_19_2.html
9788833972077_OP10_20_0.html
9788833972077_OP10_20_1.html
9788833972077_OP10_20_2.html
9788833972077_OP10_21_0.html
9788833972077_OP10_21_1.html
9788833972077_OP10_21_2.html
9788833972077_OP10_22_0.html
9788833972077_OP10_22_1.html
9788833972077_OP10_22_2.html
9788833972077_OP10_22_3.html
9788833972077_OP10_22_4.html
9788833972077_OP10_22_5.html
9788833972077_OP10_22_6.html
9788833972077_OP10_22_7.html
9788833972077_OP10_22_8.html
9788833972077_OP10_22_9.html
9788833972077_OP10_22_10.html
9788833972077_OP10_23_0.html
9788833972077_OP10_23_1.html
9788833972077_OP10_23_2.html
9788833972077_OP10_24_0.html
9788833972077_OP10_24_1.html
9788833972077_OP10_24_2.html
9788833972077_OP10_24_3.html
9788833972077_OP10_24_4.html
9788833972077_OP10_24_5.html
9788833972077_OP10_24_6.html
9788833972077_OP10_24_7.html
9788833972077_OP10_24_8.html
9788833972077_OP10_24_9.html
9788833972077_OP10_24_10.html
9788833972077_OP10_24_11.html
9788833972077_OP10_25_0.html
9788833972077_OP10_25_1.html
9788833972077_OP10_25_2.html
9788833972077_OP10_26_0.html
9788833972077_OP10_26_1.html
9788833972077_OP10_26_2.html
9788833972077_OP10_27_0.html
9788833972077_OP10_27_1.html
9788833972077_OP10_27_2.html
9788833972077_OP10_28_0.html
9788833972077_OP10_28_1.html
9788833972077_OP10_28_2.html
9788833972077_OP10_29_0.html
9788833972077_OP10_29_1.html
9788833972077_OP10_29_2.html
9788833972077_OP10_30_0.html
9788833972077_OP10_30_1.html
9788833972077_OP10_30_2.html
9788833972077_OP10_31_0.html
9788833972077_OP10_31_1.html
9788833972077_OP10_31_2.html
9788833972077_OP10_31_3.html
9788833972077_OP10_31_4.html
9788833972077_OP10_31_5.html
9788833972077_OP10_31_6.html
9788833972077_OP10_31_7.html
9788833972077_OP10_31_8.html
9788833972077_OP10_31_9.html
9788833972077_OP11_a.html
9788833972077_OP11_fm03.html
9788833972077_OP11_01_0.html
9788833972077_OP11_01_1.html
9788833972077_OP11_01_2.html
9788833972077_OP11_02_0.html
9788833972077_OP11_02_1.html
9788833972077_OP11_02_2.html
9788833972077_OP11_03_0.html
9788833972077_OP11_03_1.html
9788833972077_OP11_03_2.html
9788833972077_OP11_04_0.html
9788833972077_OP11_04_1.html
9788833972077_OP11_04_2.html
9788833972077_OP11_05_0.html
9788833972077_OP11_05_1.html
9788833972077_OP11_05_2.html
9788833972077_OP11_06_0.html
9788833972077_OP11_06_1.html
9788833972077_OP11_06_2.html
9788833972077_OP11_07_0.html
9788833972077_OP11_07_1.html
9788833972077_OP11_07_2.html
9788833972077_OP11_08_0.html
9788833972077_OP11_08_1.html
9788833972077_OP11_08_2.html
9788833972077_OP11_09_0.html
9788833972077_OP11_09_1.html
9788833972077_OP11_09_2.html
9788833972077_OP11_10_0.html
9788833972077_OP11_10_1.html
9788833972077_OP11_10_2.html
9788833972077_OP11_11_0.html
9788833972077_OP11_11_1.html
9788833972077_OP11_11_2.html
9788833972077_OP11_12_0.html
9788833972077_OP11_12_1.html
9788833972077_OP11_12_2.html
9788833972077_OP11_13_0.html
9788833972077_OP11_13_1.html
9788833972077_OP11_13_2.html
9788833972077_OP11_14_0.html
9788833972077_OP11_14_1.html
9788833972077_OP11_14_2.html
9788833972077_OP11_14_3.html
9788833972077_OP11_14_4.html
9788833972077_OP11_14_5.html
9788833972077_OP11_14_6.html
9788833972077_OP11_14_7.html
9788833972077_OP11_14_8.html
9788833972077_OP11_14_9.html
9788833972077_OP11_15_0.html
9788833972077_OP11_15_1.html
9788833972077_OP11_15_2.html
9788833972077_OP11_16_0.html
9788833972077_OP11_16_1.html
9788833972077_OP11_16_2.html
9788833972077_OP11_17_0.html
9788833972077_OP11_17_1.html
9788833972077_OP11_17_2.html
9788833972077_OP11_18_0.html
9788833972077_OP11_18_1.html
9788833972077_OP11_18_2.html
9788833972077_OP11_19_0.html
9788833972077_OP11_19_1.html
9788833972077_OP11_19_2.html
9788833972077_OP11_19_3.html
9788833972077_OP11_19_4.html
9788833972077_OP11_19_5.html
9788833972077_OP11_19_6.html
9788833972077_OP11_20_0.html
9788833972077_OP11_20_1.html
9788833972077_OP11_20_2.html
9788833972077_OP11_21_0.html
9788833972077_OP11_21_1.html
9788833972077_OP11_21_2.html
9788833972077_OP11_22_0.html
9788833972077_OP11_22_1.html
9788833972077_OP11_22_2.html
9788833972077_OP11_23_0.html
9788833972077_OP11_23_1.html
9788833972077_OP11_23_2.html
9788833972077_OP11_24_0.html
9788833972077_OP11_24_1.html
9788833972077_OP11_24_2.html
9788833972077_OP11_25_0.html
9788833972077_OP11_25_1.html
9788833972077_OP11_25_2.html
9788833972077_OP11_26_0.html
9788833972077_OP11_26_1.html
9788833972077_OP11_26_2.html
9788833972077_OP11_27_0.html
9788833972077_OP11_27_1.html
9788833972077_OP11_27_2.html
9788833972077_OP11_28_0.html
9788833972077_OP11_28_1.html
9788833972077_OP11_28_2.html
9788833972077_OP11_29_0.html
9788833972077_OP11_29_1.html
9788833972077_OP11_29_1b.html
9788833972077_OP11_29_2.html
9788833972077_OP11_29_2_2.html
9788833972077_OP11_29_2_3.html
9788833972077_OP11_29_2_4.html
9788833972077_OP11_29_2_5.html
9788833972077_OP11_29_3.html
9788833972077_OP11_29_3_7.html
9788833972077_OP11_29_4.html
9788833972077_OP11_29_4_9.html
9788833972077_OP11_30_0.html
9788833972077_OP11_30_1.html
9788833972077_OP11_30_2.html
9788833972077_OP11_31_0.html
9788833972077_OP11_31_1.html
9788833972077_OP11_31_2.html
9788833972077_OP11_32_0.html
9788833972077_OP11_32_1.html
9788833972077_OP11_32_2.html
9788833972077_OP_ftn01.html
9788833972077_OP_ftn02.html
9788833972077_OP_ftn03.html
9788833972077_OP_ftn04.html
9788833972077_OP_ftn05.html
9788833972077_OP_ftn06.html
9788833972077_OP_ftn07.html
9788833972077_OP_ftn08.html
9788833972077_OP_ftn09.html
9788833972077_OP_ftn10.html
9788833972077_OP_ftn11.html
9788833972077_bm01.html
9788833972077_bm02.html
9788833972077_bm03.html